vanessa zarastro
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sabato 19 maggio 2018
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accadde (ovviamente) a parigi
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“Parigi a piedi nudi” è un film carino, forse anche troppo. Una garbata fiaba in cui i “diversi” si incontrano, si riconoscono, si amano e sono felici. Il degno scenario è fornito dai mitici Lungosenna parigini, celebrati da tutta una serie di film americani (e canadesi).
Fiona è una ragazza canadese dai capelli rossi, non più giovanissima, che lavora nella biblioteca di una scuola in un piccolissimo villaggio nel nord del Canadese. Quando era piccola sua zia Martha all’epoca quarantenne e che faceva la ballerina, aveva deciso di andare a vivere a Parigi. A un certo punto, dopo quarantotto anni, Fiona riceve una sua lettera che le chiede aiuto perché vogliono portarla via dalla casa e metterla in un ospizio.
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“Parigi a piedi nudi” è un film carino, forse anche troppo. Una garbata fiaba in cui i “diversi” si incontrano, si riconoscono, si amano e sono felici. Il degno scenario è fornito dai mitici Lungosenna parigini, celebrati da tutta una serie di film americani (e canadesi).
Fiona è una ragazza canadese dai capelli rossi, non più giovanissima, che lavora nella biblioteca di una scuola in un piccolissimo villaggio nel nord del Canadese. Quando era piccola sua zia Martha all’epoca quarantenne e che faceva la ballerina, aveva deciso di andare a vivere a Parigi. A un certo punto, dopo quarantotto anni, Fiona riceve una sua lettera che le chiede aiuto perché vogliono portarla via dalla casa e metterla in un ospizio.
Fiona decide di partire subito e, zaino e tenda in spalla, il suo sbarco nella capitale dell’amore è piena di incontri (la guardia canadese), di piccole disavventure (la caduta in acqua), di gag e goffaggini alla maniera di Jacques Tati, dei mimi o dei clown circensi. La zia è scomparsa e Fiona attraverserà una serie di contrattempi che le faranno incontrare Dom un clochard burlone con il quale finirà a ballare un bellissimo tango sul barcone-ristorante. Venendo dalle temperature gelide in cerca della zia, Fiona incontrerà abbagli, casualità, equivoci, felicità e tragedie.
In “Parigi a piedi nudi”, quinto lungometraggio della coppia Gordon & Abel come attori, troviamo la citazione di “Paris qui dort” di René Clair del 1925 sulla Tour Eiffel con cui ha in comune l’atmosfera di sognante flânerie. La macchina da presa percorre luoghi urbani tutti piuttosto noti ma visti con un’angolazione particolare: il Quartiere Latino, il Cimitero del Pére-Lachaise, il grande cimitero alberato con le tombe di personaggi famosi da Oscar Wilde a Claude Chabrol, l’Île aux Cygnes con la replica della Statua della Libertà - “Sono a New York” dice la zia Martha al telefono – è l’isola artificiale sotto il Ponte de Grenelle e vicinissima alla Tour Eiffel.
Gordon & Abel affrontano con delicatezze tematiche serie come la vecchiaia, la morte, la cremazione, mettendo in ridicolo alcune delle ritualità connesse, come l’orazione funebre di Dom che in crescendo inizia a elencare i difetti della defunta.
La zia Martha è interpretata da Emanuelle Riva, alla sua ultima apparizione, già ammalata all’epoca, che ciononostante è foriera di allegria e tanta voglia di vivere.
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flyanto
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martedì 22 maggio 2018
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tre individui che si rincorrono l'uno con l'altro
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"Parigi a Piedi Nudi" è la divertente commedia firmata dal duo Fiona Gordon e Dominique Abel che, a due anni dalla sua ultimazione, è uscita finalmente in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane. Essa racconta della protagonista Fiona che, residente in un paesino sperduto ed innevato del Canada, in seguito alla richiesta di aiuto che ha ricevuto dall' anziana zia Marta, da decenni trasferitasi a Parigi, parte immediatamente alla volta della capitale francese al fine di soccorrere e risolvere la questione della suddetta parente. Quest'ultima, infatti, in quanto parecchio smemorata e per la sua età ormai troppo avanzata, dovrebbe vivere in una residenza per anziani i suoi ultimi anni di vita, ma la donna non vuole e pertanto spera nell'aiuto della nipote mentre, nel frattempo, cerca di non farsi mai trovare nella propria abitazione dagli assistenti sociali.
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"Parigi a Piedi Nudi" è la divertente commedia firmata dal duo Fiona Gordon e Dominique Abel che, a due anni dalla sua ultimazione, è uscita finalmente in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane. Essa racconta della protagonista Fiona che, residente in un paesino sperduto ed innevato del Canada, in seguito alla richiesta di aiuto che ha ricevuto dall' anziana zia Marta, da decenni trasferitasi a Parigi, parte immediatamente alla volta della capitale francese al fine di soccorrere e risolvere la questione della suddetta parente. Quest'ultima, infatti, in quanto parecchio smemorata e per la sua età ormai troppo avanzata, dovrebbe vivere in una residenza per anziani i suoi ultimi anni di vita, ma la donna non vuole e pertanto spera nell'aiuto della nipote mentre, nel frattempo, cerca di non farsi mai trovare nella propria abitazione dagli assistenti sociali. E' così, una volta approdata a Parigi, dopo una serie di avvenimenti, per lo più contrattempi, Fiona non trova la zia in casa e conseguentemente si mette alla sua ricerca. Nel corso del suo 'peregrinare' in città la protagonista si imbatterà in altri accadimenti, come quello di fare la conoscenza di un senza tetto il quale si innamora subito di lei, ricambiato poi a sua volta. Prima di ritrovare la zia e congiungersi anche con il nuovo e 'particolare' spasimante, Fiona vivrà altre innumerevoli avventure....
Una commedia ben girata e con un ritmo ben cadenzato che la confina entro i termini tempistici adatti al suo svolgimento, "Parigi a Piedi Nudi" è molto divertente e la sua sottile e sempre garbata ironia richiama immediatamente quella del precedente comico francese Jacques Tati e del più recente e contemporaneo regista finlandese Aki Kaurismaki per ciò che concerne soprattutto le situazioni paradossali ma non la sua velata malinconia. Al di là di ciò, questa pellicola è immersa in un'atmosfera surreale e poetica allo stesso tempo che la rende particolarmente gradevole e piacevole ed accettabile nella sua assurdità.
Gli interpreti, tutti i tre principali e, cioè, i due registi stessi (qui, appunto, in veste, anche di attori) ed Emmanuelle Riva (purtroppo deceduta l'anno scorso) nella parte dell'anziana zia Marta, rendono ancor più divertente il film e si dimostrano quanto mai adatti ai loro ruoli di individui fuori da ogni contesto ed immersi nel proprio stralunamento ingenuo e sognatore.
Sicuramente consigliabile.
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sandrasiriannni
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sabato 19 maggio 2018
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le possibilità dei corpi
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Un piccolo film veramente sorprendente, fin dalla prima inquadratura, in cui subito i corpi dei protagonisti cominciano a giocare, liberando la loro irresistibile vis comica. Clownerie e danza in confezione cinematografica sono, almeno per me, una prima assoluta dai tempi di chaplin . E buster keaton, chiamato in causa per dogman, qui è di casa. Gordon, antiattrice dall'uso del cognome d'arte alla faccia da fumetto, regala al personaggio di Fiona un' andatura esilarante con cui lei si conduce attraverso le strade di Parigi, addosso le insegne cialtrone del clown (la bandierina del canada sullo zaino su tutte) e un corpo dinoccolato che, insieme a quello di Abel, scatena risate di gag in gag, di esagerazione in esagerazione, secondo una tecnica, appunto, tipicamente clowinistica.
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Un piccolo film veramente sorprendente, fin dalla prima inquadratura, in cui subito i corpi dei protagonisti cominciano a giocare, liberando la loro irresistibile vis comica. Clownerie e danza in confezione cinematografica sono, almeno per me, una prima assoluta dai tempi di chaplin . E buster keaton, chiamato in causa per dogman, qui è di casa. Gordon, antiattrice dall'uso del cognome d'arte alla faccia da fumetto, regala al personaggio di Fiona un' andatura esilarante con cui lei si conduce attraverso le strade di Parigi, addosso le insegne cialtrone del clown (la bandierina del canada sullo zaino su tutte) e un corpo dinoccolato che, insieme a quello di Abel, scatena risate di gag in gag, di esagerazione in esagerazione, secondo una tecnica, appunto, tipicamente clowinistica. Il tango tra i due è una perla di comicità, la danza dei piedi di Marthe e Norman ha la leggerezza che manca alle tante simili del musical, i tuffi nella Senna, le rincorse di lenze strappate per km da un peperone, gli inseguimenti attraverso la città non hanno bisogno per far ridere neanche di una parola. Si parla poco, quindi, ma quando si parla si continua a sghignazzare, come nel sublime monologo funebre di Abel che, di esagerazione in esagerazione, muove da premesse reali per approdare a conclusioni assurde, come un Gabriel di Zazie nel metro, in uno dei suoi momenti più ispirati. E la poesia dei tre che spenzolano le gambe sulla tour eiffel è l'essenza stessa delle natura del clown che, cialtrone , beffardo e devastatore che sia, resta sempre, comunque, un libero sognatore.
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michelecamero
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lunedì 28 maggio 2018
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commedia gradevole
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Una commedia garbata, visionaria e surreale, nostalgica e paradossale nel contempo in cui il vettore della comicità viene trasferito dal "verbo" al "gesto", con una gestualità che ripropone a mani basse quella del teatro ed in misura maggiore quella del circo e del cinema muto. A me, che ne ho conosciuto le performance interpretative, apprezzandole non poco, ha ricordato Jacques Tati. Pochi dialoghi e ridotti all'osso per puntare soprattutto su alcune situazioni classiche della comicità di tutti i tempi e tutte le latitudini: equivoci, personaggi gaffeur già di partenza abbindati in termini tali da strappare da subito sorrisi e complicità allo spettatore.
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Una commedia garbata, visionaria e surreale, nostalgica e paradossale nel contempo in cui il vettore della comicità viene trasferito dal "verbo" al "gesto", con una gestualità che ripropone a mani basse quella del teatro ed in misura maggiore quella del circo e del cinema muto. A me, che ne ho conosciuto le performance interpretative, apprezzandole non poco, ha ricordato Jacques Tati. Pochi dialoghi e ridotti all'osso per puntare soprattutto su alcune situazioni classiche della comicità di tutti i tempi e tutte le latitudini: equivoci, personaggi gaffeur già di partenza abbindati in termini tali da strappare da subito sorrisi e complicità allo spettatore.
michelecamero
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cardclau
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mercoledì 23 maggio 2018
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sto ancora ridendo
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Fare ridere la gente di cuore, in modo dolce e delicato, mirando agli affetti più belli e vitali, e senza tirar fuori necessariamente le "basse" funzioni corporali , è un dono raro e prezioso. E' molto più difficile che fare singhiozzare, ed è dato solo ad alcuni individui, e a Dominique Label e Fiona Gordon, comici nella professione, e compagni nella vita, gli è stato donato in modo inequivocabile. Non li conoscevo, sono al loro quarto lungometraggio, Iceberg, Rumble, La fée, che hanno preceduto Parigi a Piedi Nudi (Lost in Paris), purtroppio non sono mai arrivati in Italia, ma si possono acquistare sottotitolati, in francese o in inglese.
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Fare ridere la gente di cuore, in modo dolce e delicato, mirando agli affetti più belli e vitali, e senza tirar fuori necessariamente le "basse" funzioni corporali , è un dono raro e prezioso. E' molto più difficile che fare singhiozzare, ed è dato solo ad alcuni individui, e a Dominique Label e Fiona Gordon, comici nella professione, e compagni nella vita, gli è stato donato in modo inequivocabile. Non li conoscevo, sono al loro quarto lungometraggio, Iceberg, Rumble, La fée, che hanno preceduto Parigi a Piedi Nudi (Lost in Paris), purtroppio non sono mai arrivati in Italia, ma si possono acquistare sottotitolati, in francese o in inglese. Eredi dei grandi comici del passato, come devono fare i figli con i genitori, ne raccolgono l'eredità, sviluppandola. La storia parte da un contatto tra zia e nipotina, in una sperduto paesetto del nord del Canada, battuto dai gelidi freddi polari. La zia (Martha) comunica alla nipotina (Fiona) che intende andare a Parigi per diventare una ballerina. Poi il tutto si aggiorna a cinquanta-sessanta anni dopo. Già il primo episodio è denso di una irresistibile comicità. Nella biblioteca del paesetto canadese vediamo la segretaria con i capelli rossi, Fiona, e un paio di lettori/avventori, quando si apre la porta ed entra la postina con una lettera un po' inzaccherata e macchiata, da Martha per Fiona. L'aprire la porta fa entrare un incredibile turbine di Tramontana, con tanto di vento e nevischio, una tormenta, con una forza tale per cui tutto viene spostato, inclinato, ma nella più completa impassibilità degli astanti, abituati sicuramente alla frequenza di quel fenomeno. Zia Martha comunica alla nipote Fiona che la vogliono rinchiudere in casa di riposo, e le chiede di venire a Parigi per salvarla. Da lì comincia il viaggio di Fiona alla ricerca della zia. Ciò che avverrà in questa avventura è sempre irresistibile e sorprendente, dallo zaino stile retrò di Fiona, con tanto di bandierina canadere che sventola imperterrita alla sua cima, con una speciale attenzione dei particolari, sempre gustosissimi. Per esempio quando Fiona, per mettersi in posizione con la classica foto della torre Eiffel, finisce per cascare nella Senna, la vediamo sott'acqua e non possiamo non notare che qualcuno aveva buttato in acqua una vecchia bici. Quella che diventerà una storia d'amore della canadere Fiona e il barbone parigino percorre una strada frizzante, di una allegria paradossale ma estremamente umana. Come particolarmente tenera è la danza dei piedi tra Martha (sandali) e il suo vecchio amante Norman (scarpe). Nel tema fondamentale della vita, tutto ha una fine.
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