È solo la fine del mondo

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Un film di Xavier Dolan. Con Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Léa Seydoux, Vincent Cassel.
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Titolo originale Juste la fin du monde. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 95 min. - Francia 2016. - Lucky Red uscita mercoledì 7 dicembre 2016. MYMONETRO È solo la fine del mondo * * * - - valutazione media: 3,41 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
robertalamonica domenica 11 dicembre 2016
le sbarre invisibili del nuovo film di dolan Valutazione 0 stelle su cinque
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La sensazione è quella del cuore che 'scoppia' nel petto. Che batte e si sbatte per trovare uno spazio alla vita che pulsa e si agita nella gabbia. È l'uccello nell'orologio a cucù, è la polvere che si solleva dal materasso per poi riappoggiarvisi lieve, è il pugno non sferrato di Antoine, è l'urlo soffocato nello sguardo di Christine. E a far tacere il rumore assordante che stordisce e aliena Louis, è quel dito appoggiato sulle labbra che invita a un silenzio irredimibile, definitivo. È vero: 'è solo la fine del mondo', la fine di ciò che si poteva dire e non è stato detto, di ciò che non si è riuscito a dire. È la fine della possibilità di lenire il dolore con la condivisione... Qui ognuno è solo nel suo immenso, infinito dolore. [+]

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maumauroma sabato 17 dicembre 2016
e'solo la fine del mondo Valutazione 4 stelle su cinque
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Louis, giovane e affermato drammaturgo decide di tornare dopo dodici anni a trovare i suoi parenti, per rivelare loro di essere gravemente malato e di avere ormai poco tempo da vivere e anche per cercare di appianare  vecchie incomprensioni che lo avevano spinto un tempo a lasciare la sua famiglia. Ma, una volta varcato l' uscio della casa familiare, si trovera' davanti la rappresentazione di quella tragedia che non avrebbe mai voluto o potuto scrivere. I personaggi sono una madre epidermicamente superficiale di carattere, avvizzita da un tempo parodisticamente esaltato da un trucco fuori ruolo, che non ha mai voluto o potuto capire, un fratello maggiore corroso dall'invidia  per il successo di Louis, divorato da mille frustrazioni, in conflitto contro tutto e contro tutti,, una sorella minore in perenne crisi esistenziale, una cognata debole, inerme e rassegnata. [+]

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no_data mercoledì 28 dicembre 2016
come uno starnuto trattenuto Valutazione 4 stelle su cinque
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E' solo la fine del mondo, di Xavier Dolan, è un film sui punti di sospensione troppo lunghi, sui ritorni fuori tempo massimo, sui temporali incombenti e borbottanti che poi non riescono a scaricarsi per la vergogna di se o per la pena degli altri, sull'incomunicabilità 2.0, sull'imbarazzo verso il figliuol prodigo, e sul rancore e il disagio che tale inadeguatezza provoca, è il malessere che lascia uno starnuto trattenuto... è un film di Xavier Dolan che non lascia indifferenti e che scava le apparenze come solo lui sa fare.

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mattia li puma giovedì 8 dicembre 2016
silenzi, sguardi e rimpianti Valutazione 4 stelle su cinque
54%
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Xavier Dolan torna al cinema con un film dal titolo apparentemente preoccupante e catastrofico; prima che inizi il film si potrebbe pensare,leggendo il titolo, a chissà quale tragedia, ma non ci sono morti, non ci sono disastri naturali, non ci sono battaglie nè guerre, c'è il nucleo sociale più semplice dell'umanità: la famiglia.
Il giovane Dolan, con la sua bravura dietro la macchian da presa, inquadra una famiglia di basso rango e bastano solo pochi sguardi perchè gli spettatori capiscano quanta rabbia e sofferenza ci sia dietro ogni membro della famiglia ognuno con un dolore, ognuno con un rimpianto: dalla figlia (Suzanne) alla madre (Martine) rimasta vedova ,fino al fratello maggiore(Antoine) che potrebbe sembrare quello forte, insensibile e duro. [+]

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robert eroica venerdì 9 dicembre 2016
ma non e’ la fine del cinema Valutazione 1 stelle su cinque
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Come annunciare la propria morte ? E’ questo l’interrogativo che porta avanti “E’solo la fine del mondo” del canadese ventisettenne Xavier Dolan che ha vinto il Gran Premio della Giuria all’ultima edizione del festival di Cannes. Il protagonista Louis (Ulliel), un autore teatrale di un certo successo, appena trentaquattrenne, torna dopo un’assenza di dodici anni, nella famiglia di origine. Il gravoso compito che lo attende è quello di rendere noto a tutti il suo passo d’addio (una malattia terminale, anche se non viene svelata). Lo attendono la madre (Baye), vedova, che vive assieme alla figlia piu’ piccola e più fragile (Seydoux) perché le è mancata troppo presto la figura paterna. Tra loro, per l’occasione si trova anche il fratello più anziano (Cassel) uomo violento e ottuso con la moglie Catherine (Cotillard) di cui viene presto a galla il lato più compassionevole. [+]

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stefano capasso giovedì 15 dicembre 2016
il dolore degli incompresi Valutazione 1 stelle su cinque
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Louis è un giovane drammaturgo che ha raggiunto il successo lontano da casa, dove non torna da 12 anni. Sta morendo e per questa ragione ha deciso di tornare a trovare la sua famiglia, coltivando un vago sentimento di riscatto.
Ma l’incontro si rivelerà più complesso del previsto; la famiglia, ricomposta per l’occasione, torna ad essere il luogo di antichi e irrisolti conflitti, dove regna assoluta l’incapacità comunicare.
Xavier Dolan affronta il tema familiare focalizzando l’attenzione sui sentimenti di incomprensione e di inadeguatezza che caratterizzano tutti i personaggi. E per rendere partecipe lo spettatore, letteralmente lo molesta usando il linguaggio dell’esasperazione, lasciandolo costantemente senza riferimenti e confuso, incapace di comprendere come i personaggi sullo schermo. [+]

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angelo umana giovedì 29 dicembre 2016
famiglie che scoppiano Valutazione 4 stelle su cinque
67%
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 E’ risaputo - questo film sembra dimostrarlo ulteriormente – e forse empiricamente dimostrato che “la famiglia è il posto peggiore dove nascere”, e poi … lo disse Sigmund Freud. Chissà che non sia soprattutto il posto peggiore dove crescere, visto che appena nati si viene destinati di premure e consolati dell’esser nato (così Leopardi); nel crescere invece si innestano dinamiche particolari tra i membri della famiglia, ognuno col suo temperamento genetico e i suoi modi di reagire e rapportarsi.
 
Un ottimo film, particolare e di valore: Xavier Dolan ne è  regista sceneggiatore produttore e autore del montaggio, un lavoro davvero rimarchevole. [+]

[+] il passeggero louis (di angelo umana)
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astromelia domenica 26 marzo 2017
disturbante Valutazione 2 stelle su cinque
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a tratti imbarazzante anche per lo spettatore,trovo questo film troppo enfatizzato,il personaggio di cassel è oltremodo oltraggioso per sè come attore che non fa nulla per rendersi simpatico,sia per l'enfasi con cui recita ,non c'era bisogno di un accanimento così senza senso,alcune scene troppo lunghe inutilmente,ma se andassimo ad analizzare il perchè una persona morente torna a casa sapendo che sgangherata famiglia ha lasciato,invece che annunciare la sua condizione in altro modo ci convinciamo che è solo lo svolgersi dei fatti e la curiosità del "ora lo dirà" che tiene lo spettatore seduto fino alla fine,anche se ci si convince che ulliel desisterà da questa impresa improbabile. [+]

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folignoli lunedì 26 dicembre 2016
la cicatrice sul viso di gaspard ulliel Valutazione 3 stelle su cinque
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Il teatro al cinema non funziona. Ma gli attori bravissimi riescono nell'impresa di renderlo piacevole. Troppi dialoghi, troppe inquadrature ravvicinate in primo (o primissimo) piano, non riescono a far emergere la vera natura degli attori a cui si vorrebbe osservare il corpo. Il corpo parla e se questo non si riesce a vedere quasi mai, il film diventa mozzato. Tutto il contrario del teatro in cui la mimica corporea è fondamentale. Qui invece si recita col viso e il simbolo del film secondo me è la cicatrice del bellissimo Gaspard Ulliel, questa volta in un ruolo taciturno ed introverso, ma a cui la MDP regala forza espressiva grazie alla sua cicatrice in volto. Credevo fosse una piega del viso, della bocca, invece in questo film ho capito che si tratta di una cicatrice, quasi un solco che non deturpa il volto del giovane Hannibal. [+]

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andrea alesci venerdì 27 gennaio 2017
il doloroso scarto dell’indicibile Valutazione 4 stelle su cinque
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Tornare è sempre la parte più difficile. Ma dire, dire ciò che non vorremmo sentire, quella è la parte davvero difficile. Lo sa Louis Knipper (Gaspard Ulliel) e lo sappiamo noi, dacché le regole sono chiare dal principio. Da quando le immagini sbilenche di un giovane col cappellino in testa ci portano verso la meta di un ritorno calcolato dal 27enne Xavier Dolan.
 
È solo la fine del mondo, d’altra parte. Nulla di più che questa storia, mutuata dall’omonima pièce teatrale di Jean-Luc Lagarce. Una storia normale, ce lo dice già l’avverbio del titolo, salvo smarrirci subito dopo con il resto della frase. [+]

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