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jonnylogan lunedì 11 marzo 2024
poche ore all''alba Valutazione 3 stelle su cinque
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Un thriller sindacale basato sull'opera teatrale omonima, firmata dallo scrittore Stefano Massini, a sua volta creata sulle ceneri della reale lotta delle operaie di un’azienda francese in difesa dei propri diritti. Questa la parte nevralgica della pellicola diretta da Michele Placido, presente nel ruolo di un ex proprietario di azienda dal fare molto paternalista, e assistito in fase di sceneggiatura dallo stesso Massini e dal regista Toni Trupia. 
 
Impossibile non citare ciascun membro del cast a iniziare da una combattiva Bianca (Ottavia Piccolo), operaia afflitta da acciacchi e con trent’anni di lavoro e aneddoti sindacali sulle spalle, tutti pronti per essere narrati alle più giovani e inesperte colleghe, fra le quali s’intravedono vari stereotipi umani ben delineati da ogni attrice. [+]

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ninoraffa martedì 23 gennaio 2018
dignità contro paura Valutazione 3 stelle su cinque
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 Il controllo di uno stabilimento tessile passa a un gruppo francese e trecento operaie temono la chiusura o licenziamenti di massa. La nuova proprietà propone invece la riduzione di appena 7 minuti di pausa pranzo. Le undici rappresentanti del consiglio di fabbrica dovranno accettare quest'unica piccola condizione, apparentemente quasi indolore, oppure opporsi in nome di un principio, rischiando danni molto maggiori. Cedere un millimetro oggi, significherà cedere domani e cedere sempre, percorrendo all’indietro la strada dei diritti e della dignità: trent’anni fa la pausa pranzo era di 45 minuti, adesso 15 che si vorrebbero ridurre a 8. [+]

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robertotonini mercoledì 22 novembre 2017
ho compreso si e no il 30% di cosa è stato detto Valutazione 0 stelle su cinque
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 Più che un critico sono uno che dorme male, a spezzoni, e specie la notte guardo film. Non sopporto Thriller, Cappa e Spada, Fantascienza e Azione. Per il resto guardo quasi tutto. Amo la commedia italiana, certi film francesi, i film di Mel Brooks e Tarantino, con moderazione Pedro Almodovar. Ovviamente anche i grandi italiani come De Sica, Monicelli, Germi, Olmi, fratelli Taviani, Sergio Leone.
Certi film italiani non riesco a capirli e quindi ad apprezzare. Come questo 7 minuti. Il cast è senz’altro interessante. La storia mi sembra raccontata un po’ sopra le righe, ma sono considerazioni personali che lasciano forse il tempo che trovano. Quello che veramente mi ha disturbato è che riuscivo a comprendere si e no il 30% di quello che veniva detto. [+]

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marce84 giovedì 9 novembre 2017
un inno la coraggio Valutazione 4 stelle su cinque
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Un’azienda tessile cambia proprietà e passa da una gestione familiare a una proprietà francese.
I nuovi proprietari garantiscono che nulla verrà modificato per le lavoratrici, se non una sensibile riduzione della pausa pranzo, i 7 minuti del titolo.
Un gruppo di donne, scelte come consiglio di fabbrica deve prendere una decisione importante per il loro futuro e per quello della fabbrica. Cedere al ricatto della proprietà o difendere i propri diritti? Cedere alla paura di perdere tutto o mantenere la propria dignità?
Splendida opera di Michele Placido che mette in scena il mondo operaio al giorno d'oggi, fra precarietà, contrasti, egoismi personali e individualismi. [+]

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valterchiappa martedì 6 giugno 2017
l'importanza di riflettere Valutazione 3 stelle su cinque
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Una storica industria tessile viene rilevata da una multinazionale francese. Le operaie tremano per il loro futuro. Un consiglio di fabbrica composto da 11 donne è chiamato a valutare la proposta della nuova proprietà, che arriva, sorprendente. L’attività continua, il posto di lavoro è salvo, tranne una richiesta, così irrisoria da sembrare uno scherzo: rinunciare a 7 minuti della pausa pranzo. La firma sembra una formalità. Ma Bianca, la rappresentante più anziana (Ottavia Piccolo) invita le colleghe a riflettere attentamente.
Cosa siamo disposti a fare per lavorare? Intorno a questa domanda ruota tutta la vicenda di “7 minuti”, consumata nello svolgersi drammatico di una discussione a porte chiuse. [+]

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eugenio martedì 6 dicembre 2016
la guerra dei poveri Valutazione 3 stelle su cinque
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La base è teatrale, il soggetto pure. Stefano Massini, drammaturgo e consulente artistico del Piccolo teatro di Milano aveva scritto due anni fa una piecè di grande impatto emotivo, ispirandosi a una storia vera accaduta in Francia. 7 minuti questo era il titolo, il contesto era quello della salvaguardia della propria dignità di essere umano, dei biechi giochi di poteri delle multinazionali pronti a tutto pur di risparmiare sui dipendenti lasciando cadere sotto la generica voce di “ricollocazione”. Ma se questa parola, spada di Damocle di ogni lavoratore privato, alberga prepotentemente nei tempi bui della nostra società influenzando il nostro futuro , d’altra parte la paura che “entra nelle nostre vite" che ci fa agire d’istinto, deve essere affrontata con il giusto orgoglio di essere umano senza accettare rinunce, pur che piccole siano. [+]

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riccardo tavani venerdì 25 novembre 2016
se sette minuti vi sembran pochi Valutazione 3 stelle su cinque
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Undici donne, undici operaie, chiuse in uno spogliatoio, dentro una fabbrica vuota, deserta, attorno a un tavolo, tra gli armadietti metallici. Devono decidere della loro condizione ma – soprattutto – di quella delle loro compagne e compagni di lavoro che sono di fuori con cartelli e striscioni ai cancelli
 
L’azienda tessile dei Fratelli Varrazzi (uno dei quali interpretato dallo stesso Placido) sta cedendo il pacchetto di maggioranza azionaria a una multinazionale francese. Da Parigi giunge, con il primo volo della mattina, Madame Rochette per stipulare l’atto formale di accordo con la vecchia proprietà. Questo dovrà essere poi approvato dal Consiglio di Fabbrica e quindi ratificato dal resto del personale. [+]

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zarar lunedì 21 novembre 2016
che saranno mai sette minuti? Valutazione 3 stelle su cinque
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Film fortemente a tesi, che getta uno sguardo lucido sul mondo del lavoro oggi: la grave crisi dell’Occidente industrializzato è pagata in primo luogo dal lavoratore. E’ lui la vittima della disoccupazione, della delocalizzazione, di una perdita strisciante dei diritti guadagnati in più di un secolo di lotta operaia, della progressiva erosione della sua forza contrattuale. Come dice la vecchia sindacalista Bianca: grazie per avermi fatto capire che ormai non c’è più niente, solo la lotta brutale del singolo per la propria sopravvivenza, alla mercé di qualsiasi ricatto. Perché in quello che era una volta il rapporto sindacale e sembra oggi poco più che vuota ritualità, il lavoratore non appare più in grado di esprimere una sua forza ‘di classe’: troppa miseria, troppa concorrenza, troppa paura. [+]

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travis bickle 2 mercoledì 16 novembre 2016
ideali vs pane Valutazione 3 stelle su cinque
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7 minuti è un film drammatico dove 11 operaio decidono per il loro destino e per quello delle loro colleghe. Lo svolgimento della trama nel primo tempo non mi ha convinto molto. Le attrici sono state tutte bravissime. Il debutto della Mannoia è stato ottimo. La Capotondi, che vedo per la prima volta in un ruolo drammatico, mi ha colpito positivamente. Ambra Angiolini diventa sempre più brava. Maria Nazionale è stata perfetta. In ultimo ci sono due attrici che non conoscevo: la Poèsy è stata fantastica e la Timoteo è stata eccezionale con una interpretazione di una tale intensità che se fosse stato un film americano gli avrebbero dato l'oscar.

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maurizio d'anna martedì 15 novembre 2016
libertà è partecipazione... Valutazione 4 stelle su cinque
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Un grande film... grazie ad un Michele affatto Placido, anzi energico nel grattar via la ruggine dalle lotte di classe. Il risultato è uno spaccato di una realtà che si sviluppa sostanzialmente davanti ad un tavolo della pausa lavoro di una fabbrica in crisi. Un tavolo attorno al quale ruotano 11 vite, 11 profili di donna forgiati a colpi di martello, dentro una stanza che, come un Vaso di Pandora scoperchiato dalla paura del licenziamento, diventa Teatro sociale. Ecco allora che 11 donne si trasformano in 11 monadi impazzite: emergono rabbia, disagio, frustrazione, fragilità, disperazione, emarginazione ma anche la forza, la volontà, il coraggio dell'autodeterminazione al cospetto di un destino che le vuole succubi o sconfitte. [+]

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