framont
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domenica 6 novembre 2016
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…la storia di una scelta comune…
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3 Novembre.
Uci Cinemas Casoria.
Ore 20.00
Aspettavo con ansia e curiosità questo film, un film importante che spinge lo spettatore ad aprire la mente e a mettersi nei panni di queste 11 donne, 11 menti diverse, forti e deboli al tempo stesso, in guerra e complici, separate e unite.
11 storie di vita differenti da raccontare che ci portano a decifrare l'importanza del posto di lavoro per ogni una delle lavoratrici.
Tema attualissimo in un paese dove ormai il precariato è sinonimo di normalità sempre se possiamo ancora parlare di precariato visto che i disoccupati sono il triplo dei precari.
Impossibile non immedesimarsi, inevitabile chiedersi:
"Se tale proposta fosse fatta a me come reagirei?
Partirei in quarta con estrema irruenza senza voler ne ragionare ne confrontarmi con le altre come Angela?
Continuerei a far finta di nulla come Hira?
Analizzerei ogni punto con minuzia come Marianna?
Addosserei la colpa del problema alle "pecore salvate dal pastore" come Greta?
Avvertirei solo uno stato di confusione come Alice?"
"7 minuti" è fondamentalmente la storia di una scelta comune, di tutti, nessun foglio bianco, o è si o è no.
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3 Novembre.
Uci Cinemas Casoria.
Ore 20.00
Aspettavo con ansia e curiosità questo film, un film importante che spinge lo spettatore ad aprire la mente e a mettersi nei panni di queste 11 donne, 11 menti diverse, forti e deboli al tempo stesso, in guerra e complici, separate e unite.
11 storie di vita differenti da raccontare che ci portano a decifrare l'importanza del posto di lavoro per ogni una delle lavoratrici.
Tema attualissimo in un paese dove ormai il precariato è sinonimo di normalità sempre se possiamo ancora parlare di precariato visto che i disoccupati sono il triplo dei precari.
Impossibile non immedesimarsi, inevitabile chiedersi:
"Se tale proposta fosse fatta a me come reagirei?
Partirei in quarta con estrema irruenza senza voler ne ragionare ne confrontarmi con le altre come Angela?
Continuerei a far finta di nulla come Hira?
Analizzerei ogni punto con minuzia come Marianna?
Addosserei la colpa del problema alle "pecore salvate dal pastore" come Greta?
Avvertirei solo uno stato di confusione come Alice?"
"7 minuti" è fondamentalmente la storia di una scelta comune, di tutti, nessun foglio bianco, o è si o è no.
A decidere ci aiuteranno le parole, i diverbi, le considerazioni, i dubbi, le litigate accese, le paure, gli schieramenti delle protagoniste.
Una lotta verbale e interiore tra il concetto di sottomissione, diritto, dovere e dignità.
Una standing ovation a queste 11 grandi ATTRICI, assurdo dire chi è più brava di un'altra, loro la grande forza di questa pellicola.
Ovviamente invito TUTTI ad andare al cinema, soprattutto ai più giovani.
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kimkiduk
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sabato 5 novembre 2016
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12 ... anzi parecchio meno
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La storia è di un lavoro teatrale e quindi non di Placido ma il film fa acqua quasi ovunque. L'idea è una storia vera ma in Francia (luogo dell'accaduto) tutti questi stereotipi non ci possono essere stati.
La donna di colore, la rumena e l'albanese alla ricerca del lavoro a tutti i costi, che pur di lavorare lavorerebbero gratis svendendo il lavoro di tutti. La ragazza in cinta con madre presente (una non male Fiorella Mannoia). L'ex operaia ora impiegata vittima di infortunio sul lavoro. L'anziana operaia che lavora con l'artrosi. Ma soprattutto la napoletana come sempre becera, menefreghista e poco sociale, peggio degli extracomunitari.
Un tema importante quello della lotta per il posto di lavoro rivolto almeno a salvare il rispetto e l'onore, ma qui il linguaggio che dovrebbe arrivare al pubblico non arriva, geme e rantola.
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La storia è di un lavoro teatrale e quindi non di Placido ma il film fa acqua quasi ovunque. L'idea è una storia vera ma in Francia (luogo dell'accaduto) tutti questi stereotipi non ci possono essere stati.
La donna di colore, la rumena e l'albanese alla ricerca del lavoro a tutti i costi, che pur di lavorare lavorerebbero gratis svendendo il lavoro di tutti. La ragazza in cinta con madre presente (una non male Fiorella Mannoia). L'ex operaia ora impiegata vittima di infortunio sul lavoro. L'anziana operaia che lavora con l'artrosi. Ma soprattutto la napoletana come sempre becera, menefreghista e poco sociale, peggio degli extracomunitari.
Un tema importante quello della lotta per il posto di lavoro rivolto almeno a salvare il rispetto e l'onore, ma qui il linguaggio che dovrebbe arrivare al pubblico non arriva, geme e rantola. Dentro la fabbrica la scena si svolge con dialoghi che dovrebbero o far arrabbiare o far piangere e che invece rischiano di far chiudere gli occhi. Quello che dovrebbe essere un dialogo tra operaie incazzate diventa uno scontro sociale tra extracomunitari, italani e donne isteriche. Fuori gli altri operai sembrano "alla festa di beneficenza di Lornano" ed i giornalisti quelli della televisione locale appena assunti a vaucher. Purtroppo quando il film è italiano e si propone per impegno civile e civico, si va a finire sempre o quasi nella fiction e nella banalità.
Il tentativo buono è quello di rappresentare il film sulla falsariga di La parola ai giurati e di 12 ma qui sicuramente non si arriva nemmeno a 10.
Spesso nemmeno si capisce il perchè del cambiamento di voto. Chi non ha visto i citati film li guardi e capirà le differenze.
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[+] la solita critica del critico
(di santodio )
[ - ] la solita critica del critico
[+] troppo severo
(di maria)
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ambo48
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sabato 22 ottobre 2016
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un film coinvolgente con ottime interpretazioni
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Ho trovato il film molto coinvolgente ed emozionante, in un pathos continuo, nell’ottima trasposizione dal testo teatrale. Ho molto apprezzato l’interpretazione delle diverse attrici che rappresentano con grande abilita’ problemi allo stesso tempo personali e generali
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