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rampante
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mercoledì 2 marzo 2016
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una signora
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Un pezzo di storia che nessuno deve dimenticare
E' la storia vera di un'anziana signora ebrea nata a Vienna nel 1916, diventata cittadina USA nel 1945 e morta all'età di 95 anni nel 2011.
Maria Altmann a cinquant'anni intraprende, con l'aiuto di un giovane avvocato di origine ebreo-austriaca e di un giovane giornalista di Vienna, una sfida con il governo della repubblica austriaca per rientrare in possesso di alcuni dipinti del grande Gustav Klint.
Maria rivuole il ritratto di sua zia Adele trafugato dai nazisti nel 1938 insieme ad altri preziosi oggetti, come migliaia di altre opere.
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Un pezzo di storia che nessuno deve dimenticare
E' la storia vera di un'anziana signora ebrea nata a Vienna nel 1916, diventata cittadina USA nel 1945 e morta all'età di 95 anni nel 2011.
Maria Altmann a cinquant'anni intraprende, con l'aiuto di un giovane avvocato di origine ebreo-austriaca e di un giovane giornalista di Vienna, una sfida con il governo della repubblica austriaca per rientrare in possesso di alcuni dipinti del grande Gustav Klint.
Maria rivuole il ritratto di sua zia Adele trafugato dai nazisti nel 1938 insieme ad altri preziosi oggetti, come migliaia di altre opere.
L' Altmann intraprende questa dura battaglia legale perchè l'Austria "democratica" restituisca il quadro di zia Adele dipinto da Klint ai suoi legittimi eredi, cioè a lei che si era salvata fuggendo in America, e non per lucro ma per principio.
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no_data
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sabato 23 gennaio 2016
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non si assumono droghe prima di vedere un film
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Evidentemente il vostro recensore ha visto un altro film o la sua visione è stata alterata dall'etteffo di qualche strana sostanza, perchè questa pellicola, piu che discreta, non ha nulla a che fare con "Philomena".
Film godibile in cui si ricostruisce l'epoca storica del nazismo in Austria, la vicenda drammatica della protagonista e la vita americana degli anni 90 .....la sua recensione denota una superficialità infinita
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pier delmonte
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domenica 15 novembre 2015
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insomma
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INTANTO UN FILM SULL’OLOCAUSTO VA VISTO A PRESCINDERE, IN QUESTO CASO LE PECCHE SONO LA RECITAZIONE, POCO INCISIVA, LA STORIA DELLA RESTITUZIONE, NON AVVINCENTE, LA REGIA, BLANDA NELLE SEQUENZE E NEL MONTAGGIO E COMUNQUE NELL’INSIEME UNA PELLICOLA CHE SI PUO’ DIMENTICARE IN FRETTA.
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elpiezo
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lunedì 26 ottobre 2015
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intelligente!!!!!
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Un celebre quadro di Klimt sequestrato dai nazisti è conteso dalla legittima proprietaria ben quarant'anni dopo la fine della guerra. La vera storia di Maria Altamann è narrata con estrema delicatezza, facendo leva sui sentimenti umani più genuini dell'anziana signora, interpretata dall'ottima Helen Mirren. Una battaglia legale sullo sfondo di una splendida Vienna, tenuta costantemente in bilico da continui flash back tra il mondo di oggi (in realtà il 1998) ed i cupi anni dell'occupazione nazista.
Non solo un'intricata battaglia legale ma un vero proprio inno alla dignità umana, all'orgoglio di una donna che in una lontana aula di un tribunale austriaco ritrova quella parte di essa che la guerra le aveva deturpato, concedendosi il giusto riscatto dopo decenni di opprimenti ricordi.
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barone di firenze
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lunedì 26 ottobre 2015
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helen meraviglia
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Le storie vere si raccontano da se, quindi capire se si è stati fedeli alla storia originale e questo non lo sò. Quindi, si passa alla parte esclusivamente tecnica Fotografia ottima, scenografia che nei flash back fa rivedere una vienna pre nazista in maniera magistrale, che dire di Helen Mirren la amo quindi non sono lucido, ma posso dire grande, grande, grande. Mi ha colpito favorevolmente anche il canadese Ryan Reynolds che impersona l'americano medio di origini europee in maniera egregia. Anche lo spagnolo Daniel Bruhl anche una parte più piccola è stato fedele alla storia, già l'avevo ammirato quando interpretò Niki Lauda. Brave le ragazze l'americana Katie Holmes e l'altra Tatiana Maslany di cui non conosco la nazionalità, infine tutti i comprimari e comparse, tutti giusti al posto giusto, bravo Simon Curtis il che rafforza l'idea che in questi ultimo trent'anni gli inglesi attori è registi non sbagliano un colpo.
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Le storie vere si raccontano da se, quindi capire se si è stati fedeli alla storia originale e questo non lo sò. Quindi, si passa alla parte esclusivamente tecnica Fotografia ottima, scenografia che nei flash back fa rivedere una vienna pre nazista in maniera magistrale, che dire di Helen Mirren la amo quindi non sono lucido, ma posso dire grande, grande, grande. Mi ha colpito favorevolmente anche il canadese Ryan Reynolds che impersona l'americano medio di origini europee in maniera egregia. Anche lo spagnolo Daniel Bruhl anche una parte più piccola è stato fedele alla storia, già l'avevo ammirato quando interpretò Niki Lauda. Brave le ragazze l'americana Katie Holmes e l'altra Tatiana Maslany di cui non conosco la nazionalità, infine tutti i comprimari e comparse, tutti giusti al posto giusto, bravo Simon Curtis il che rafforza l'idea che in questi ultimo trent'anni gli inglesi attori è registi non sbagliano un colpo. da vedere.
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flyanto
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venerdì 23 ottobre 2015
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la lunga battaglia legale per il famoso dipinto di
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Rifacendosi al famoso quadro di Gustav Klimt , "Woman in Gold" racconta la vera storia di Maria Altmann , ebrea emigrata dall'Austria negli Stati Uniti al tempo della Seconda Guerra Mondiale, la quale intraprese una lunga e difficile battaglia legale contro il governo austriaco al fine di reimpossessarsi del suddetto quadro appartenente in origine alla propria famiglia e confiscato, insieme ad altri innumerevoli capolavori artistici dall'esercito tedesco. Appoggiandosi ad un avvocato, figlio di un'amica di famiglia, giovane ed affatto famoso egli porterà avanti la propria lotta riuscendo a vincere la causa e riuscendo a trasferire il quadro a New York, presso la Fondazione Lauder, dove ancora oggi risiede e può essere ammirato.
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Rifacendosi al famoso quadro di Gustav Klimt , "Woman in Gold" racconta la vera storia di Maria Altmann , ebrea emigrata dall'Austria negli Stati Uniti al tempo della Seconda Guerra Mondiale, la quale intraprese una lunga e difficile battaglia legale contro il governo austriaco al fine di reimpossessarsi del suddetto quadro appartenente in origine alla propria famiglia e confiscato, insieme ad altri innumerevoli capolavori artistici dall'esercito tedesco. Appoggiandosi ad un avvocato, figlio di un'amica di famiglia, giovane ed affatto famoso egli porterà avanti la propria lotta riuscendo a vincere la causa e riuscendo a trasferire il quadro a New York, presso la Fondazione Lauder, dove ancora oggi risiede e può essere ammirato.
Il film, per quanto tratti un fatto ed una controversia realmente avvenuti e pertanto informi lo spettatore sul destino che ebbe il meraviglioso e famoso dipinto di Klimt, ritraente appunto un'affascinante donna in uno sfondo tutto d'oro, non presenta alcunchè di particolare e di avvincente, avvicinandosi nel suo andamento più ad uno sceneggiato televisivo che ad una pellicola dal ritmo incalzante e dotata di un approfondimento psicologico maggiore. L'intera e lunga battaglia legale, la finale e positiva risoluzione vengono rappresentate in maniera assai semplicistica al punto da apparire quasi poco aderenti alla realtà e pertanto molto romanzate e tutto ciò nell'insieme svilisce di molto il risultato e la resa dell'opera cinematografica stessa. Anche un'ottima attrice quale Helen Mirren, che interpreta la protagonista Maria Altmann, appare senza alcun dubbio sprecata per un ruolo in cui ella viene presentata solo come un'anziana signora capricciosa, determinata e a tratti assai ingenua. Ryan Reynolds, essendo sinora di per sè un attore piuttosto mediocre, risulta invece perfetto ad interpretare la parte dell'avvocato inesperto ed agli inizi della propria carriera. Gli altri attori, quali, per esempio Katie Holmes, Daniel Bruhl, ecc., rimangono tutti relegati in una posizione di contorno non distinguendosi affatto e venendo così presto dimenticati.
La resa avrebbe potuto sicuramente risultare migliore: un vero peccato!
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giuliog02
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giovedì 22 ottobre 2015
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" nessuno dimentichi "
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Bel film. Molto ben girato, con un'ambientazione perfetta e una notevolissima attrice ( Helen Mirren ) nella parte del protagonista principale. Anche se - mi piace pensare - il quadro ( la persona ritratta e tutto ciò che vi è correlato sul piano sentimentale, artistico, familiare ) come il vero protagonista. Il centro di interesse, una specie di fulcro, da cui scaturiscono sentimenti, passioni, brame, azioni individuali e di stato. Il riproporne la visione alcune volte nello svolgersi della narrazione è, forse, voluto dal regista ( Simon Curtis ) proprio in questo senso. E' una storia con più fili che si intersecano.
Nella trama si intrecciano storia, aspetti intimi e intimistici, cultura, musica, arte, buone maniere borghesi
e rudi inciviltà naziste, ma, anche e soprattutto, caratteri e volontà dei personaggi.
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Bel film. Molto ben girato, con un'ambientazione perfetta e una notevolissima attrice ( Helen Mirren ) nella parte del protagonista principale. Anche se - mi piace pensare - il quadro ( la persona ritratta e tutto ciò che vi è correlato sul piano sentimentale, artistico, familiare ) come il vero protagonista. Il centro di interesse, una specie di fulcro, da cui scaturiscono sentimenti, passioni, brame, azioni individuali e di stato. Il riproporne la visione alcune volte nello svolgersi della narrazione è, forse, voluto dal regista ( Simon Curtis ) proprio in questo senso. E' una storia con più fili che si intersecano.
Nella trama si intrecciano storia, aspetti intimi e intimistici, cultura, musica, arte, buone maniere borghesi
e rudi inciviltà naziste, ma, anche e soprattutto, caratteri e volontà dei personaggi. Interessante la contrapposizione, a distanza di due generazioni, tra ambienti di livello e loro stile di vita, modo di comportarsi,
di pensare, di esprimersi, valori e principi di riferimento.
Così come si evidenzia la differenza nell'arredamento, nella sua concezione e valore artistico, nella pur ovvia diversità di epoca e di situazione ambientale. Eccellente la sceneggiatura, perfetta la riproduzione di ambienti dell'epoca e molto ben eseguiti i flash back. Mi hanno ricordato i segni premonitori colti da Zweig in " Il mondo di ieri ". Ben descritta la figura del giovane giornalista austriaco che agisce per porre rimedio alle colpe del padre, dell'Austria di allora e del modus operandi dei funzionari del governo attuale.
Ho notato che alcune recensioni, apparse nei giorni scorsi, non danno conto del reale spessore del film, che, tratto da una storia vera, non può consentire al regista di lasciarsi andare a improvvisazioni. La storia in sé stessa è viva, partecipata, talvolta angosciante e talaltra che consente di tirare un sospiro di sollievo. Film da vedere per non perdere un frammento importante di storia e la cointessuta vicenda di un mirabile dipinto e della famiglia che lo possedeva, e alla fine ne rientra in possesso. Buona visione.
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maumauroma
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mercoledì 21 ottobre 2015
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woman in gold
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Tratto da una storia vera,il film racconta la vicenda di Maria Altmann,ebrea austriaca,discendente da una facoltosa famiglia viennese,rifugiatasi negli Stati Uniti durante l'occupazione nazista dell'Austria nella seconda guerra mondiale.Nel 1998 la signora Altmann intento' una complessa azione giudiziaria contro il governo austriaco al fine di farsi restituire il famoso dipinto,opera di Gustav Klimt,che ritraeva la giovane zia Adele,morta giovanissima esposto in una Galleria di Vienna,e alla fine riusci',grazie all'aiuto di un giovane ma ambizioso avvocato,a vincere la causa e a riportare il dipinto in America. Film di genere,ma ben costruito che funziona soprattutto nelle scene ambientate durante l'occupazione nazista a Vienna,un po' meno nella lunga descrizione del processo,piuttosto accademica e a volte noiosa.
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Tratto da una storia vera,il film racconta la vicenda di Maria Altmann,ebrea austriaca,discendente da una facoltosa famiglia viennese,rifugiatasi negli Stati Uniti durante l'occupazione nazista dell'Austria nella seconda guerra mondiale.Nel 1998 la signora Altmann intento' una complessa azione giudiziaria contro il governo austriaco al fine di farsi restituire il famoso dipinto,opera di Gustav Klimt,che ritraeva la giovane zia Adele,morta giovanissima esposto in una Galleria di Vienna,e alla fine riusci',grazie all'aiuto di un giovane ma ambizioso avvocato,a vincere la causa e a riportare il dipinto in America. Film di genere,ma ben costruito che funziona soprattutto nelle scene ambientate durante l'occupazione nazista a Vienna,un po' meno nella lunga descrizione del processo,piuttosto accademica e a volte noiosa. Buona la prova degli attori,un po'di maniera la regia. Peccato per le frequenti incongruenze nel doppiaggio,che rischiano di far apparire grottesche situazioni estremamente tragiche.
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amos5
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lunedì 19 ottobre 2015
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da non perdere assolutamente
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Una storia vera riportata sullo schermo in modo magistrale . Uno dei piu bei film visti in questi ultimi anni.
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luigi chierico
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lunedì 19 ottobre 2015
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una storia vera
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Un film che avrebbe potuto essere un ottimo per tutto se soltanto fosse stata fatta giustizia non solo al quadro bellissimo di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer,zia di Maria Altmann,ma all’intera sua famiglia. Maria Altmann, egregiamente interpreta tata da Helen Mirren,regina inglese del cinema(vedi The queen del 2006),vincerà la sua lunga battaglia proprio invocando che fosse fatta giustizia all’Austria.
La trama del film si riduce in poche parole: una disputa giuridica per riprendere un quadro dipinto nel 1907 e sottratto nel 1938,durante il periodo dell’annessione dell’Austria alla Germania. La vicenda avrebbe avuto maggior interesse se pi spesso trasferita nel tempo e nello spazio.
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Un film che avrebbe potuto essere un ottimo per tutto se soltanto fosse stata fatta giustizia non solo al quadro bellissimo di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer,zia di Maria Altmann,ma all’intera sua famiglia. Maria Altmann, egregiamente interpreta tata da Helen Mirren,regina inglese del cinema(vedi The queen del 2006),vincerà la sua lunga battaglia proprio invocando che fosse fatta giustizia all’Austria.
La trama del film si riduce in poche parole: una disputa giuridica per riprendere un quadro dipinto nel 1907 e sottratto nel 1938,durante il periodo dell’annessione dell’Austria alla Germania. La vicenda avrebbe avuto maggior interesse se pi spesso trasferita nel tempo e nello spazio. Forse è vero quel che dice Maria:”I giovani dimenticano”. Si è visto tanto sulla persecuzione degli ebrei,ma per questa storia vera il regista Simon Curtis non doveva perdere l’occasione per riproporla nella sua crudezza affinché gli spettatori si potessero immedesimare e sentirsi essi stessi derubati e legittimati ad agire come Maria Altmann.La scena dell’invasione nella casa di Adele in cui si assiste alla sottrazione dei beni della famiglia ebrea è troppo fugace per lasciare il segno e lo sdegno negli spettatori. Peraltro la ricchezza di questa famiglia non la si giustifica se non nelle parole “quando siamo venuti qui eravamo poveri,ma abbiamo lavorato sodo per diventare quelli che siamo”. I tanti componenti delle famiglie di Maria e di Adele che non sono riusciti ad espatriare hanno subito sorti diverse e c’è chi ha conosciuto le atrocità dei campi di sterminio.
E’ questa terribile realtà che fa pretendere a Maria il diritto di riavere ciò che fu indebitamente sottratto con la violenza alla sua famigli per il mutato stato che ha portato i ricchi e padroni ad essere invece privati di tutto.
Helen Mirren, Ryan Reynolds, rispettivamente Maria e l’avv.Randol Schoenberg attraverso mille difficoltà conducono benissimo la loro battaglia tra burocrazia e leggi, tra arroganza e pretesi diritti, ed il finale di Maria Altmann non è un una difesa a far valere un suo sacrosanto diritto quanto un’accusa,ma una vera e propria invettiva contro coloro che nel nome dell’Austria si sono e continuano a ricoprirsi di una vergognosa persecuzione che non conosce termine. Un finale che soddisfa anche il pubblico che per circa 2 ore ha sostenuto Maria in un’impresa che sembrava impossibile. Peccato che neanche nel finale il regista abbia cercato di salvarsi, nascondendo, le conclusione di una bellissima storica vicenda,in coda al film, quando oramai il pubblico volge le spalle allo schermo. Apprezzabilissima la fotografia,le tante magnifiche riprese dall’alto di Los Angeles di Vienna ed ancora su Washington.Dalle feste in casa di Adele alle aule di Tribunale e Corte Suprema,a quelle nella piazza di Vienna dove ha sede l’incontro legale,al cui centro si erge la statua di Athena,dea di una Giustizia tante volte calpestata,allora come oggi; se la dea ancora nell’Olimpo di quanti giudici avrebbe fatto Giustizia e trasformati in serpenti da porre sul suo elmo.
Felice l’idea di far rivivere il presente col passato, non come ricordo ma come cosa reale,un far tornare in vita fantasmi di persone e luoghi tanto cari e mai dimenticati. In definitiva è un film che va sedimentato prima di poterlo correttamente qualificare. Per gli amanti dell’arte basta aver avuto la possibilità di ammirare lo splendido quadro di Gustav Klimt per farlo qualificare ottimo.
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