alex62
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mercoledì 14 settembre 2016
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in gabbia!
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La premiatissima famiglia Gyllenhaal (Jake e la straordinaria sorella, Maggie) ci hanno regalato grandi emozioni al cinema, in questi ultimi anni. Maggie rimane indimenticabile nel ruolo di un'autolesionista nello splendido film Secretary (2002), una ragazza distrutta che finalmente sembra prendere in mano le redini della sua non-vita, grazie all'incontro con un sadomasochista. Storia imperdibile!
Il protagonista di questa storia è il fratello (non da meno come attore), irrobustito all'improvviso dal film Disney Prince of Persia (che trasformò completamente il suo aspetto perennamente allampanato, spettinato, caracollante e ingobbito).
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La premiatissima famiglia Gyllenhaal (Jake e la straordinaria sorella, Maggie) ci hanno regalato grandi emozioni al cinema, in questi ultimi anni. Maggie rimane indimenticabile nel ruolo di un'autolesionista nello splendido film Secretary (2002), una ragazza distrutta che finalmente sembra prendere in mano le redini della sua non-vita, grazie all'incontro con un sadomasochista. Storia imperdibile!
Il protagonista di questa storia è il fratello (non da meno come attore), irrobustito all'improvviso dal film Disney Prince of Persia (che trasformò completamente il suo aspetto perennamente allampanato, spettinato, caracollante e ingobbito). Comunque gli è rimasta quell'allure da lunatico che si addice perfettamente al protagonista di questo film.
È una bella storia, scritta bene, con una piccola dose d'ironia e senza autocompiacimento.
C'è una coppia, all'apparenza felicemente sposata, ma in realtà tenuta in piedi da un mercimonio piuttosto esplicito: lei è stata il Pigmalione di un ragazzo senz'arte né parte, Davis, che si è prestato a lasciarsi plasmare dal suocero (il padre di Julia), per arrembare una carriera, fredda e spietata di grandi successi economici.
Julia muore per un incidente stradale e Davis si ritrova solo in quella meravigliosa prigione dorata che la moglie gli aveva costruito intorno. Deve finalmente fare i conti con la realtà: quella vita che gli sembrava felice, non era la sua; aveva accettato di entrarci per compiacere lei, perché in realtà lui non sapeva nulla di se stesso e non si conosceva affatto. Per questo si è lasciato plasmare a piacimento dalla famiglia di Julia.
Ecco il tema: incontriamo un uomo che è fermo all'adolescenza, che ha lasciato in frigorifero la cosa più importante, la sua identità. E poi c'è un ragazzo, Phil, che sta appena scoprendo di essere “diverso” e non ha ancora deciso se fingere di non esserlo («di fingere di essere attratto dalle ragazze per un po', per poi cambiare città e vita dopo i 18 anni» - come gli consiglia Davis) oppure di affrontare il dolore che l'essere fedeli alla propria identità comporta sempre…
Questi due ricercatori d'identità s'incontrano nel modo più incredibile e nasce una bellissima amicizia fra Davis, la madre di Phil, Karen Moreno (Naomy Watts) e Phil.
Davis aiuta Phil o viceversa?
Chissà… nell'itinerario di distruzione delle strutture che la società costruisce intorno ai “diversi” - in fondo è l'unico modo per uscirne, da queste prigioni, distruggerle! - i due ragazzi si spalleggeranno fino alla resa dei conti finale.
Phil amava Julia? Probabilmente no: avevano costituito una società di mutuo soccorso e per il profitto di entrambi; era un rapporto di natura economica. Ma con Phil e con sua madre, Karen, sarà diverso: nessun mercimonio. Solo la dura e spietata verità. Nessuna cautela, nessuna ipocrisia. È l'unico modo per costruire un vero rapporto con l'altro.
Quando siamo disperati e sembra che non ci sia alcuna via d'uscita, la vita ci viene incontro, facendoci incontrare qualcuno di cui abbiamo assolutamente bisogno. Con il quale arrancare fuori dal tunnel dell'oscurità e ritrovarsi in un bosco pieno di vita.
…o sulla giostra che Julia amava, quella coi cavalli a dondolo, sulla spiaggia.
Dopo la demolizione, occorre ripartire, non ancora ricostruire, perché per questo occorrerà tempo e amore.
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gianleo67
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lunedì 14 novembre 2016
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la giostra e..il carrozzone
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Alla morte della moglie, in seguito all'incidente d'auto cui è sopravvissuto, il trader finanziario Davis Mitchell reagisce in maniera sconcertante, iniziando una demolizione fisica ed emotiva di un presente fatto di una vita agiata, una casa di lusso ed un lavoro facile e remunerativo che lo lega ancora al suocero e datore di lavoro. La sua lenta risalita inizia grazie al rapporto epistolare con l'addetta alle relazioni con il cliente di una compagnia di macchinette distributrici con le quali l'uomo lamenta di aver avuto un'esperienza insoddisfacente...
Detta così la trama di questo dramma grottesco e poetico sembra tutto un programma, rivolgendo i classici contenuti della elaborazione del lutto nal puro pretesto per una esibizione border line del solito one man show interpretato dal pur bravo ed in parte Jake (Donnie Darko) Gyllenhaal.
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Alla morte della moglie, in seguito all'incidente d'auto cui è sopravvissuto, il trader finanziario Davis Mitchell reagisce in maniera sconcertante, iniziando una demolizione fisica ed emotiva di un presente fatto di una vita agiata, una casa di lusso ed un lavoro facile e remunerativo che lo lega ancora al suocero e datore di lavoro. La sua lenta risalita inizia grazie al rapporto epistolare con l'addetta alle relazioni con il cliente di una compagnia di macchinette distributrici con le quali l'uomo lamenta di aver avuto un'esperienza insoddisfacente...
Detta così la trama di questo dramma grottesco e poetico sembra tutto un programma, rivolgendo i classici contenuti della elaborazione del lutto nal puro pretesto per una esibizione border line del solito one man show interpretato dal pur bravo ed in parte Jake (Donnie Darko) Gyllenhaal.
In realtà è l'ennesima incursione del canadese Jean-Marc Vallée (dopo gente come Cronemberg, Egoyan e Villeneuve ci stiamo facendo un'idea sulle sinistre influenze climatiche della regione geografica di provenineza) nel difficile cammino di ricostruzione dell'identità di chi, prima ancora di aver perso il coniuge (Wild - 2014) sembra aver smarrito il senso di una esistenza grigia e di cui si fatica a rintracciare i sentimenti sepolti al di sotto delle convenzioni della vita borghese e di una posizione sociale che pretende di dirci chi siamo veramente. Mentre la bionda Witherspoon abbandona baracca e burattini (lei il marito c'è l'ha vivo, ma l'ha mollato) per iniziare il suo personale Camino de Santiago tra le foreste del Pacific Crest Trail, l'ombroso protagonista di questo film opera da un lato una demolizione fisica e psichica delle sovrastrutture che gli impediscono di superare il vuoto emotivo di un prematura e tragica separazione coniugale e dall'altro cerca di ricostruirne il senso nella trama di un avvicinamento sentimentale agito attraverso una pretestuosa ed accidentale corrispondenza epistolare: Il caso e la necessità che come sempre rappresentano l'imponderabile dualismo di un destino umano votato all'inevitabile scopertà del sè. Costruito attraverso un senso del grottesco che destruttura le classiche coordinate del melodramma sentimentale (The Disappearance of Eleanor Rigby) ed il flusso di coscienza di un voice over furbescamente interrotto dalle bizzarre esplosioni di una riscoperta sentimentale con motivo musicale annesso (bellissime La Bohème di Aznavour, Touch Me, I'm Going to Scream Pt. 2 di Jim James e Crazy on You delle Heart), il film di Jean-Marc Vallée rischia di girare a vuoto come il suo stralunato protagonista, ma riscopre il suo senso in un finale che accelera sul pedale degli eventi drammatici (il doppio pestaggio dell'uomo e del ragazzino) per virare inaspettatamente verso l'eterea leggerezza di un sogno d'infanzia, una giostra dei sentimenti che si fa perdono sincero e incondizionato atto d'amore: per la consorte defunta, per la bellezza della vita, per l'insostituibile valore del presente. Insomma il rischio di una Insonnia d'amore alla Norah Ephron sembra fortunatamente scongiurato da un montaggio sapiente, da una colonna sonora superlativa e dall'ottima direzione degli attori: l'intensa e matura madre single della Watts e la folgorante prestanza scenica del guitto irsuto ed accattivante di Jake Gyllenhaal. Affascinante, benchè prevalentemente fantasmatica, la presenza della bellissima Hether Lind.
Presentato al Toronto International Film Festival 2015, si aggiudica il premio del Pubblico al South by Southwest Film Festival 2016.
"Bella la vita dicevi tu
e t' ha imbroglio e t' ha fottuto proprio tu
con le regine, con i suoi re
il carrozzone va avanti da sé."
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flyanto
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lunedì 19 settembre 2016
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l'elaborazione del tutto particolare di un lutto
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L'elaborazione di un lutto è sempre un fatto personale che ognuno affronta in maniera propria e con anche la propria tempistica. Ed è ciò che viene rappresentato nella pellicola "Demolition - Amare e Vivere" in cui il protagonista (Jake Gyllenhaal), un giovane banchiere di successo, rimane improvvisamente vedovo dopo la morte della consorte in seguito ad un incidente automobilistico. Al fine di far fronte all'immenso dolore (che però all'inizio non ammette sia se stesso che agli altri) egli incomincia a trascorrere le sue giornate scrivendo delle lettere di reclami alla ditta di un distributore automatico di merendine mal funzionante, venendo così in contatto con la responsabile della clientela: una giovane donna (Naomi Watts) divorziata e madre di un ragazzo adolescente con problemi d'identità sessuale.
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L'elaborazione di un lutto è sempre un fatto personale che ognuno affronta in maniera propria e con anche la propria tempistica. Ed è ciò che viene rappresentato nella pellicola "Demolition - Amare e Vivere" in cui il protagonista (Jake Gyllenhaal), un giovane banchiere di successo, rimane improvvisamente vedovo dopo la morte della consorte in seguito ad un incidente automobilistico. Al fine di far fronte all'immenso dolore (che però all'inizio non ammette sia se stesso che agli altri) egli incomincia a trascorrere le sue giornate scrivendo delle lettere di reclami alla ditta di un distributore automatico di merendine mal funzionante, venendo così in contatto con la responsabile della clientela: una giovane donna (Naomi Watts) divorziata e madre di un ragazzo adolescente con problemi d'identità sessuale. Nel corso delle giornate i due, nel più o meno stesso stato d'animo inquieto sia pure per motivazioni differenti, iniziano a frequentarsi traendo entrambi un poco di sollievo l'uno dall'altra. L'uomo, cambiando radicalmente stile di vita ed abbandonando il proprio lavoro, la donna riuscendo alla fine a comprendere ed avvicinarsi al disagio esistenziale del proprio figlio. Per entrambi, si aprirà così un nuovo capitolo della propria vita.
Jean-Marc Vallée firma questa pellicola rappresentando il modo, peraltro del tutto particolare, in cui un individuo riesce ad affrontare e vivere il tempo susseguente alla terribile, nonchè improvvisa, morte di una persona cara ed ancora giovane e vi riesce molto bene rendendo ottimamente (sebbene un poco estrema) l'idea della disperazione che coglie colui che ne è affetto. Il protagonista, infatti, riesce a trovare sollievo demolendo tutto (da cui il titolo) sia materialmente (casa e mobili) che psicologicamente (lavoro e legami di parentela) per riuscire a "rinascere" ed affrontare una nuova vita. Un modo sicuramente differente di affrontare e cercare di sconfiggere la morte da quello rappresentato dallo stesso Vallée, per esempio, nel suo precedente "Dallas Buyers Club", ma pur sempre accettabile nonostante, ripeto, qualche riserva sull'estremo metodo.
Jake Gyllenhaal interpreta in maniera efficace la sua disperazione che, all'inizio può sembrare addirittura strafottenza e menefreghismo puro, Naomi Watts, sebbene in un ruolo di minor rilievo, risulta ben calata nella propria parte di madre un poco inadatta a relazionarsi col figlio.
Insomma, nel complesso un film discreto e, pertanto, vedibile.
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biancaspa
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domenica 18 settembre 2016
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elaborazione
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Film che dovrebbero vedere tutti quelli che hanno perso una persona cara e quelli che gli sono vicini. Perchè analizza le reazioni a lutto magistralmente. La fase iniziale di schok che anestetizza e non fa provare dolore e gela il sangue e il cuore, i meccanismi di difesa che si mobilitano immediatamente, la sublimazione, lo spostamento: il protagonista sposta la sua attenzione sul reclamo alla ditta per distributori automatici, scrive una lettera proprio mentre tutti celebrano la morte di sua moglie, perchè la prima fase dell'elaborazione del lutto è la negazione come Freud insegna. Poi c'è la rabbia, la consapevolezza che arriva con i ricordi, con la memoria e la ricerca la mancanza di chi non c'è piu, la distruzione fisica materiale e metaforica, la nevessità di distruggere ció che ci provoca dolore, per poi ricostruire qualcosa di sano.
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Film che dovrebbero vedere tutti quelli che hanno perso una persona cara e quelli che gli sono vicini. Perchè analizza le reazioni a lutto magistralmente. La fase iniziale di schok che anestetizza e non fa provare dolore e gela il sangue e il cuore, i meccanismi di difesa che si mobilitano immediatamente, la sublimazione, lo spostamento: il protagonista sposta la sua attenzione sul reclamo alla ditta per distributori automatici, scrive una lettera proprio mentre tutti celebrano la morte di sua moglie, perchè la prima fase dell'elaborazione del lutto è la negazione come Freud insegna. Poi c'è la rabbia, la consapevolezza che arriva con i ricordi, con la memoria e la ricerca la mancanza di chi non c'è piu, la distruzione fisica materiale e metaforica, la nevessità di distruggere ció che ci provoca dolore, per poi ricostruire qualcosa di sano. Poi la disperazione, l'empatia, l'annichilimento, la solitudine. Film ottimo, ottima regia e l'interpretazione. Merita 5 stelle
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sickboy
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mercoledì 21 settembre 2016
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demolition man
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Un lutto improvviso irrompe nella vita di Davis, investitore bancario di successo, quando perde la moglie in un incidente stradale. Reagirà in maniera del tutto insolita all'evento, spostando la sua attenzione su un distributore automatico malfunzionante, iniziando una fitta corrispondenza con la ditta produttrice e venendo così in contatto con Karen, responsabile del servizio clienti, la quale un giorno prenderà la decisione di incontrarlo...
Se un atteggiamento di alienazione, come conseguente reazione ad un lutto improvviso e violento, avesse riguardato solo il protagonista, allora il discorso poteva pure reggere. Ma quando ci si ritrova di fronte ad una pellicola dove non vi è nemmeno un personaggio che abbia una qualche reazione vagamente normale, allora si richiede davvero un po’ troppo allo spettatore, il quale, suo malgrado, viene messo davanti ad una carrellata di personaggi e situazioni altamente improbabili, in quella che pare un’alienazione collettiva.
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Un lutto improvviso irrompe nella vita di Davis, investitore bancario di successo, quando perde la moglie in un incidente stradale. Reagirà in maniera del tutto insolita all'evento, spostando la sua attenzione su un distributore automatico malfunzionante, iniziando una fitta corrispondenza con la ditta produttrice e venendo così in contatto con Karen, responsabile del servizio clienti, la quale un giorno prenderà la decisione di incontrarlo...
Se un atteggiamento di alienazione, come conseguente reazione ad un lutto improvviso e violento, avesse riguardato solo il protagonista, allora il discorso poteva pure reggere. Ma quando ci si ritrova di fronte ad una pellicola dove non vi è nemmeno un personaggio che abbia una qualche reazione vagamente normale, allora si richiede davvero un po’ troppo allo spettatore, il quale, suo malgrado, viene messo davanti ad una carrellata di personaggi e situazioni altamente improbabili, in quella che pare un’alienazione collettiva. E il ridicolo involontario (o forse volontario?) è servito. Di cosa vorrebbe convincerci il regista Vallée con questo film, non si sa La spocchia con cui il regista mette in scena un’opera così imbarazzante,è irritante. La forte sensazione avuta, durante e dopo la visione, è quella di un film senza identità, un ibrido indecifrabile, che non si capisce dove voglia andare a parare, dal momento che nella sua assurda sceneggiatura è capace di auto annientarsi anche in quelle già deboli tesi con cui si propone, (demolire per ricostruire – somatizzazione di un lutto ) a cui non è in grado di fornire alcuno sbocco convincente.Probabilmente le intenzioni erano quelle di raccontare in maniera alternativa certe tematiche esistenziali, ma il progetto è fallito. Sono in pochissimi a potersi permettere tale ambizione e il canadese Vallée ha voluto fare il passo più lungo della gamba. Il suo film trasuda solo imbarazzante pretenziosità. Cosa ci facciano due attori come Gyllenhaal e la Watts in questo guazzabuglio, resta un mistero.
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