ennio
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mercoledì 6 dicembre 2017
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deludente, girato in modalità telenovela
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Una branca della filmografia italiana recente ha abbracciato un genere che al solo udirlo fa accapponare la pelle: l'imitazione delle telenovele televisive. In questo film ho apprezzato il bambino protagonista e la sua figura umana e patetica, l'idea vincente era incentrare il flilm tutto su di lui. Il resto fa acqua da tutte le parti, aggiunto per fare numero. E' incomprensibile la creazione di personaggi laterali alla storia del bambino e che interagiscono con dialoghi e situazioni che ricordano le odiate telenovele televisive, di cui ogni appassionato cinefilo vorrebbe dimenticare l'esistenza. Tra l'altro in tutto il film non si vedono quasi mai spazi aperti, se non quando il bambino gioca a pallone e corre in bici.
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Una branca della filmografia italiana recente ha abbracciato un genere che al solo udirlo fa accapponare la pelle: l'imitazione delle telenovele televisive. In questo film ho apprezzato il bambino protagonista e la sua figura umana e patetica, l'idea vincente era incentrare il flilm tutto su di lui. Il resto fa acqua da tutte le parti, aggiunto per fare numero. E' incomprensibile la creazione di personaggi laterali alla storia del bambino e che interagiscono con dialoghi e situazioni che ricordano le odiate telenovele televisive, di cui ogni appassionato cinefilo vorrebbe dimenticare l'esistenza. Tra l'altro in tutto il film non si vedono quasi mai spazi aperti, se non quando il bambino gioca a pallone e corre in bici. Il resto è tutto ambientato tra le quattro mura canoniche delle telenovele, così come da telenovela sono le recitazioni dei personaggi secondari. Un'occasione persa per un'idea valida, esplorare i tumulti della prima adolescenza di un bambino normalmente impacciato.
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g_andrini
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venerdì 22 aprile 2016
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buon film
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Non è solo per giovani, e regala emozioni. Il finale è piacevole, dal mio punto di vista positivo. P.S. La mia squadra preferita è proprio il Brasile!
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rampante
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domenica 21 febbraio 2016
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un piccolo, grande don chisciotte
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Banana è un adolescente buffo e sensibile che sogna il Brasile e una vita all'attacco, cresce tra i palazzoni di periferia accanto a genitori stanchi e una sorella depressa ma è un ragazzino idealista e crede che la felicità sia fantasia, coraggio e cuore ed è disposto a lottare anche senza speranze per tentare conquistare la più carina della scuola.
Commedia tragicomica che si segnala per l'originalità, l'accattivante la personalità del ragazzo, la freschezza di dialogo
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rampante
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domenica 21 febbraio 2016
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un piccolo, grande don chisciotte
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Banana è un adolescente buffo e sensibile che sogna il Brasile e una vita all'attacco, cresce tra i palazzoni di periferia accanto a genitori stanchi e una sorella depressa ma è un ragazzino idealista e crede che la felicità sia fantasia, coraggio e cuore ed è disposto a lottare anche senza speranze per tentare conquistare la più carina della scuola.
Commedia tragicomica che si segnala per l'originalità, l'accattivante la personalità del ragazzo, la freschezza di dialogo
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hanami
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mercoledì 6 gennaio 2016
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banana il non rinunciatario
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banana che non rinuncia a sognare è un bel film . fresco e poetico , ottimi gli attori una sorpresa inaspettata.
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liuk!
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martedì 30 giugno 2015
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intelligente
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Commedia agrodolce caratterizzata da un personaggio apparentemente semplice ma altresì molto profondo: il Banana è un bambino positivo inserito nello squallore morale della periferia romana. Complessivamente un buon prodotto indipendente. Ne consiglio la visione.
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maggie69
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sabato 6 giugno 2015
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mooooooooolto carino!!!!
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Il "tema" é pura poesia e la divisione tra sognatori-combattenti, sognatori-disillusi e distaccati dalla realtá é forse anche troppo forte. Film bellussimo. Forse i ragazzini non sono così... ma che importa?
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eugenio
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venerdì 29 maggio 2015
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banana l'agrodolce
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Ci sono film che anche se non hollywoodiani dal cast stellare, colpiscono per l’immediatezza e maturità. Ci sono film che partendo da budget ridotti, evidenziano in modo ironico la società di oggi dal punto di vista (solo apparentemente basso) di ragazzini. Ci sono film, infine, per i quali più che la storia in sé contano le emozioni, quelle che ogni spettatore al cinema cerca, quelle per cui uno spettacolo val la pena di essere visto malgrado sia proiettato in cinema periferici e lontani.
E’ il caso di Banana. Non un film sulla frutta, non un elogio della coltura glucosica, quanto un affezionato e dolcemente anarchico ritratto di una ribellione giovanile, tra scuola, bullismo, amori nel cuore di quei “migliori anni della nostra vita” che Zero ci ha cantato.
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Ci sono film che anche se non hollywoodiani dal cast stellare, colpiscono per l’immediatezza e maturità. Ci sono film che partendo da budget ridotti, evidenziano in modo ironico la società di oggi dal punto di vista (solo apparentemente basso) di ragazzini. Ci sono film, infine, per i quali più che la storia in sé contano le emozioni, quelle che ogni spettatore al cinema cerca, quelle per cui uno spettacolo val la pena di essere visto malgrado sia proiettato in cinema periferici e lontani.
E’ il caso di Banana. Non un film sulla frutta, non un elogio della coltura glucosica, quanto un affezionato e dolcemente anarchico ritratto di una ribellione giovanile, tra scuola, bullismo, amori nel cuore di quei “migliori anni della nostra vita” che Zero ci ha cantato.
Giovanni è un ragazzino patito del calcio brasiliano di cui condivide l’ardore della passione, del coraggio dell’attacco, convinto che nella vita si debba a tutti i costi cercare la felicità. Portiere della squadra della scuola, soprannominato Banana per la sua incapacità di tirare in porta, per la sua passione per i colori brasiliani, giallo verdi emblema di un coraggio di cui si sente portatore, si innamora di Jessica, ragazzina più grande di lui e ripetente che il goffo ragazzino cerca di salvare da una bocciatura certa secondo i dettami del calcio brasiliano da lui adorato: lotta,sacrificio e impegno.
Ma Banana vive nel complicato mondo italiano che il regista, esordiente, Jublin, non ci nasconde di tratteggiare a tratti con intenti grotteschi, dove l’ardore del sogno, della conquista, della determinazione, cozza con il “De profundis” della realtà umiliante che uccide i cervelli fini costringendoli a emigrare e nel caso migliore, a “ritagliargli” delle posizioni assai inferiori alle proprie capacità.
La sorella Emma bilaureata disposta a rinunciare ad un futuro di archeologa ricercatrice all’estero per stare vicino a un fidanzato "fallito bipolare”, gli insegnanti di Banana come quella di lettere, annoiata, stanca, refrattaria all’emotività e alle scusanti degli alunni che ripete il suo rito di fiera “colonna” (di nome e di fatto) austeramente assuefatta a riflessi di una bellezza morente e persino i genitori oramai quasi avvolti da un velo di mancata comunicazione ne sono i più vivi rappresentanti.
Banananon è un film piacevole, non è una candida commediola italiana dove “dai che ce la fai” vince sull’odore di bocciatura o sulle disgrazie della vita ma non è neanche imperniato sul pessimismo cosmico leopardiano di uno studente inviso da tutti e ingabbiato nel suo ideale mondo interiore. E’ un affresco, a tratti amaro, a tratti tragicomico dei vizi dell’Italia di oggi abbandonata e stravolta dal cinismo (quello della prof. Colonna è esemplare) e vessata dalla romanticheria maschile che nasconde vette di sentimentalismo utopico nella figura del giovane protagonista convinto che si possa riuscire, perchè no, dare una mano a chi si vuole bene senza ottenere nulla in cambio (nemmeno il pacchiano scotto sessuale adombrato da Jessica).
Le musiche di Nicola Piovani scorrono lungo le strade spaesate che Banana percorre in bicicletta adattandosi magicamente al puro mondo in cui il protagonista crede (come se dovesse scartare tutti con facilità da fuoriclasse e segnare il suo personale gol in porta), crudelmente oppresso dai mali di ogni società capitalistica: il denaro (incarnato dall’amico per interesse che è disposto a vendere qualunque cosa, persino a ricevere succo di limone negli occhi incatenato alla Prometeo per far ridere i compagni), la raccomandazione e il male che su tutti regna sovrano: l’indifferenza.
C’è una speranza in fondo. Che quel tiro calciato da Banana oltre il muro della superficialità possa avere effetto almeno una volta, almeno su una persona. Quello di ricevere in cambio un pallone integro dai proprietari dell’altra parte. A volte i sogni si avverano. Come schegge impazzite.
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lollolello3397
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martedì 20 gennaio 2015
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banana un film infelice.
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Molti potrebbero pensare che "banana" possa essere il solito film che tratta il tema dell'adolescenza in maniera banale e ripetitiva.
A mio parere, anche se ci sarebbero tutti i presupposti per poterlo credere, non è così.
Inzialmente tutto fa pensare il contrario, abbiamo il solito ragazzo inammorato della solita ragazza con i soliti problemi con la scuola, con se stessa e con un mondo.
Un mondo che viene visto da lei, come dagli altri personaggi, in maniera del tutto negativa, triste e privo di felicità.
Con il proseguire del film tutto fa pensare che le cose in qualche modo possano migliorare e che i vari personaggi possano trovare la tanto agoniata felicità.
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Molti potrebbero pensare che "banana" possa essere il solito film che tratta il tema dell'adolescenza in maniera banale e ripetitiva.
A mio parere, anche se ci sarebbero tutti i presupposti per poterlo credere, non è così.
Inzialmente tutto fa pensare il contrario, abbiamo il solito ragazzo inammorato della solita ragazza con i soliti problemi con la scuola, con se stessa e con un mondo.
Un mondo che viene visto da lei, come dagli altri personaggi, in maniera del tutto negativa, triste e privo di felicità.
Con il proseguire del film tutto fa pensare che le cose in qualche modo possano migliorare e che i vari personaggi possano trovare la tanto agoniata felicità...
Non dirò quale è il finale per non rovinare la sorpresa a nessuno, bensì posso dire che non mi sarei mai aspettato che finisse così.
Infatti solo all'ultimo si può arrivare a capire l'unico vero messaggio del film che abbiamo avuto sempre davanti agli occhi dall' inzio alla fine della pellicola.
Credo davvero che "banana" sia un film più che discreto tuttavia trovo che i dialoghi siano un po' banali e spinti ad evidenziare con molteplici parolacce ed imprecazioni che si stia trattando appunto di ragazzi.
lollolello
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mauro
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lunedì 19 gennaio 2015
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banana il rinunciatario
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Troopo semplice fare una lettura eroica del personaggio e dell'opera. Banana è esso stesso un rinunciatario, perchè rinuncia a prendere coscienza delle proprie qualità e dei propri limiti, e quindi a vivere veramente dentro le proprie possibilità: lanciarsi a caso senza avere ponderato le proprie azioni, non significa essere degli eroi, significa essere dei cretini. In fin dei conti non è meglio di tanti altri, ha sogni diversi e decisamente un modo molto singolare d'agire, del resto non è per niente un puro ad un certo punto non ci mette molto a giocare sporco. Anche lui aiuta jessica solo con uno scopo, si propone per aiutarla quando essos tesso fa schifo a scuola è ridicolo, soffre e non si rende conto che la causa del suo male sia lui, la sorella cerca di spiegarglielo, ma lui non vede il suo aspetto fisico, considera la possibilità che veramente lei lo possa considerare un ragazzo col quale andare oltre l'amicizia, a quell'età poi! Emma che la fa tanto lunga per andare a fare l'animatrice, senza rendersi conto che nella vita ci sia anche da lavorare ad un certo punto! Oppure ci vogliono gli attributi ed andare all'estero cominciando tutto da 0, mettendosi in gioco! Lei si rammarica di non avere sufficiente coraggio, altro che storie.
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Troopo semplice fare una lettura eroica del personaggio e dell'opera. Banana è esso stesso un rinunciatario, perchè rinuncia a prendere coscienza delle proprie qualità e dei propri limiti, e quindi a vivere veramente dentro le proprie possibilità: lanciarsi a caso senza avere ponderato le proprie azioni, non significa essere degli eroi, significa essere dei cretini. In fin dei conti non è meglio di tanti altri, ha sogni diversi e decisamente un modo molto singolare d'agire, del resto non è per niente un puro ad un certo punto non ci mette molto a giocare sporco. Anche lui aiuta jessica solo con uno scopo, si propone per aiutarla quando essos tesso fa schifo a scuola è ridicolo, soffre e non si rende conto che la causa del suo male sia lui, la sorella cerca di spiegarglielo, ma lui non vede il suo aspetto fisico, considera la possibilità che veramente lei lo possa considerare un ragazzo col quale andare oltre l'amicizia, a quell'età poi! Emma che la fa tanto lunga per andare a fare l'animatrice, senza rendersi conto che nella vita ci sia anche da lavorare ad un certo punto! Oppure ci vogliono gli attributi ed andare all'estero cominciando tutto da 0, mettendosi in gioco! Lei si rammarica di non avere sufficiente coraggio, altro che storie.
L'ex di Emma, la madre il padre di lei sono persone che alla fine hanno fatto una scelta ed io credo anche ponderata a lungo, sulla base della loro personalità e quindi dentro ai propri limiti, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. Il preside in fondo che fa? Cerca d'aiutare la professoressa o è semplicemente innamorato di lei? I brasiliani giocano così perchè in attacco col pallone fanno ciò che vogliono e per raggiungee quell'abilità hanno sudato sangue, oltre ad avere le qualità, ma dirò di più si sono ridimensionati molto anche loro in questo senso, oggi anche in difesa valgono molto di più di un tempo. Ma se sei Banana tu non puoi giocare alla brasiliana e non c'entra niente che tu lo desideri, non c'è niente che puoi fare per andare contro a quello che sei e se vuoi migliorare devi partire dalle picole cose, lanciarsi palla al piede a tutto campo a testa bassa, ti farà solo schiantare contro ad un muro. La vita non fa schifo se impari a godere di ciò che sei e ciò che hai e gli altri non fanno schifo se hai l'umiltà di capire quanto tu sia uguale a loro. Film molto bello, ma di eroico non vedo tanto, Banana non può essere un esempio positivo per nessuno, se si parla realmente di ciò che la vita sia. Quanta gente vorrebbe il mondo fatto su misura per lei? Tantissima ed infatti sta male tutta la vita per niente.
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(di maggie69)
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