Prima del Leone Diaz raccontava il ciclone Yolanda
di Roberto Nepoti La Repubblica
Benché sia un frequentatore abituale dei grandi Festival, i film del regista filippino Lav Diaz non sono mai arrivati in Italia. Con la fresca assegnazione del Leone d'Oro al suo The woman who left, però, le cose dovrebbero cambiare: e ne è un'avvisaglia l figli dell'uragano, distribuito da questa settimana in poche sale scelte ma anche visibile on demand, a un costo simbolico, su Vimeo. Va detto che chi lo vede non deve aspettarsi di restare nella sua zona di "comfort" cinematografico. Fotografato in bianco e nero, fatto di poche, lunghissime inquadrature per lo più fisse, il cinema di Diaz è un'unica interpellazione allo sguardo dello spettatore: puro cinema, o cinema allo stato puro. Il regista si sofferma alle latitudini devastate dal ciclone Yolanda, o Haiyan, nel 2013. Un paesaggio spettrale; ma abitato dai bambini, i veri protagonisti del documentario, che, all'opposto dell'occhio distratto dei reportage, li osserva mentre pescano, si tuffano, giocano e cercano "tesori" anche in mezzo alla distruzione.
Da La Repubblica, 15 settembre 2016
di Roberto Nepoti, 15 settembre 2016