Nelle sale cinematografiche i trailers di molti film (una volta venivano chiamati “provini”) vengono presentati con voce roboante come tratti “da una storia vera” e vengono spesso interpretati da attrici brave e bellocce ed attori bravi, senza neanche un foruncolo sul naso, tali che (quasi) ogni uomo può desiderare di identificarsi e immedesimarsi in loro. Le opere di Lav Diaz, approdato alla notorietà in Italia grazie al Leone d’oro vinto al festival di Venezia 2016, vengono ripescate da intelligenti distributori, come questo formidabile Figli dell’uragano/Parte prima, che qualcuno definirebbe con il brutto neologismo“docufilm”.
Eppure la pellicola di Diaz è proprio una storia vera; i suoi attori sono le persone che hanno vissuto e vivono nelle Filippine, proprio nei luoghi dove si è abbattuto un uragano terribile nel 2013 che ha provocato migliaia di morti.
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Nelle sale cinematografiche i trailers di molti film (una volta venivano chiamati “provini”) vengono presentati con voce roboante come tratti “da una storia vera” e vengono spesso interpretati da attrici brave e bellocce ed attori bravi, senza neanche un foruncolo sul naso, tali che (quasi) ogni uomo può desiderare di identificarsi e immedesimarsi in loro. Le opere di Lav Diaz, approdato alla notorietà in Italia grazie al Leone d’oro vinto al festival di Venezia 2016, vengono ripescate da intelligenti distributori, come questo formidabile Figli dell’uragano/Parte prima, che qualcuno definirebbe con il brutto neologismo“docufilm”.
Eppure la pellicola di Diaz è proprio una storia vera; i suoi attori sono le persone che hanno vissuto e vivono nelle Filippine, proprio nei luoghi dove si è abbattuto un uragano terribile nel 2013 che ha provocato migliaia di morti. Scene a fuoco fisso presentano in lunghi tempi reali le strade inondate dalla pioggia come fossero fiumi in piena. Quando finisce la furia degli elementi, gli adolescenti cercano di ripescare dalle acque con i rami di un albero oggetti utilizzabili per le loro misere abitazioni o rottami di ferro da vendere ai rigattieri, mentre bambini giocano a pallacanestro uno contro uno in una stradina in mezzo alle baracche, in un campetto che vorrebbe essere, ma non è, come quelli regolari di Manhattan. I paesaggi urbani sono desolati, dominati da grosse navi arenate: Cao de oro, Eva Jocelyn e David incombono ancora sulle strade dove hanno provocato morte quando l’uragano le ha spinte lì; ora si prestano come riparo dalla pioggia o come trampolini per tuffi nell’acqua dai ragazzi del posto, a riprova della grande capacità che i giovani hanno di utilizzare per divertimento anche manufatti che hanno portato lutti e distruzione; un tristissimo cane zoppo si aggira tra i rifiuti mentre i bambini si inventano giochi improbabili sull’acqua che defluisce. Una moto carica studenti di ogni età come fosse un minibus scolastico. Lo scrosciare della pioggia di un clima monsonico sempre più alterato ed arrabbiato si alterna al suo cessare: col cielo rasserenato si percepiscono in sottofondo filastrocche cantate dai bambini più piccoli. Un film densissimo, con una fotografia in bianco e nero stupenda; il dialogo è ridotto all’osso perché le immagini parlano da sole. Un solo lungo piano sequenza con camera in mano: un ragazzino recupera acqua piovana caricandola in pesanti taniche da portare a casa, con grande fatica e molte soste; là donne e bambine la utilizzano per lavare e confezionare in una piccola azienda domestica cibi forse da inviare altrove per la vendita. Questa è la vita oggi nel luogo devastato, come quella di Lampedusa rappresentata nel bellissimo Fuocoammare di Rosi, fresco candidato all’Oscar per l’Italia, o quella dei pescatori delle Eolie nell’indimenticabile La terra trema di Visconti. Altro che “docufilm”: come le pellicole della meravigliosa stagione del neorealismo italiano degli anni ’40 e ’50 questo è Cinema, con un racconto che suggerisce timidi segni di speranza. Perché, nonostante tutto, la vita continua anche se è difficile vivere lì, come afferma risoluto un adolescente del posto.
Cercatelo nelle sale d’essai se non lo proiettano altrove: è un appuntamento da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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