giuseppetoro
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mercoledì 27 gennaio 2016
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bel film..
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Film bello da vedere e seguire...l'amore tra un bambino ed un orsetto polare..che dovra abbandonare..
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lomax
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martedì 28 aprile 2015
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troppo banale e scontato
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Eccezion fatta per la splendida ambientazione, con riprese documentaristiche a cui che giustamente viene dato largo spazio, per il resto il film è scontato e prevedibile. Privo di emozione, privo di quella sofferenza che un'avventura simile dovrebbe assolutamente avere per risultare credibile. Nel complesso risulta piuttosto noioso
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bruno leonardini
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mercoledì 18 marzo 2015
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bel film
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Quando si raccontano storie diverse, che non siano le solite commedie o horror per fare cassa, il giudizio non può che essere positivo. Già gli scenari fantastici di questo film, valgono la sufficienza. Poi la storia è senz'altro avvincente, gli attori recitano bene e nel finale, per chi è particolarmente sensibili, può scapparci qualche lacrima. La neve, il ghiccio come simbolo di una realtà lontana dalla nostra, dove i rifornimenti, i viveri, arrivano raramente e bisogna imparare ad amministrare le proprie scorte. La natura è la vera protagonista, una natura severa ma che protegge coloro che la rispettano. Un insegnamento per tutti coloro che nel mondo occidentale, la devastano.
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folignoli
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sabato 29 novembre 2014
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scrivo la prima recensione io
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Nessuno ha visto questo film? Non mi stupisco; gli italiani preferiscono i soliti filmetti banali.
Mi onoro ad essere io a scrivere la prima recensione.
Film spettacolare non certo per la storia, che è abbastanza semplice, quanto per i paesaggi mozzafiato. Girare un film in mezzo al ghiaccio a meno trenta gradi non credo sia facile. Molte scene saranno state ricreate in studio col computer, ma la maggior parte di esse sono state veramente girate in mezzo al ghiaccio. E se penso a tutti i nostri filmetti italiani, girati comodamente in studio, le solite commediette sempre uguali con Raul Bova, con Aldo Giovanni e Giacomo… o che ne so… Ficarra e Picone, Ambra Angiolini, Christian De Sica, con i soliti registi che vanno tanto di moda, Brizi, Miniero, che girano sempre i soliti film sciocchini, su intrecci amorosi e robetta simile… beh se penso a loro, considero IL MIO AMICO NANUK un autentico capolavoro in grado di fare emozionare veramente.
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Nessuno ha visto questo film? Non mi stupisco; gli italiani preferiscono i soliti filmetti banali.
Mi onoro ad essere io a scrivere la prima recensione.
Film spettacolare non certo per la storia, che è abbastanza semplice, quanto per i paesaggi mozzafiato. Girare un film in mezzo al ghiaccio a meno trenta gradi non credo sia facile. Molte scene saranno state ricreate in studio col computer, ma la maggior parte di esse sono state veramente girate in mezzo al ghiaccio. E se penso a tutti i nostri filmetti italiani, girati comodamente in studio, le solite commediette sempre uguali con Raul Bova, con Aldo Giovanni e Giacomo… o che ne so… Ficarra e Picone, Ambra Angiolini, Christian De Sica, con i soliti registi che vanno tanto di moda, Brizi, Miniero, che girano sempre i soliti film sciocchini, su intrecci amorosi e robetta simile… beh se penso a loro, considero IL MIO AMICO NANUK un autentico capolavoro in grado di fare emozionare veramente. Un insegnamento reale su ciò che è la vita a quelle latitudini, dove non esiste inquinamento e dove si caccia per mangiare. Dove l’onestà è la prima cosa. Dove non esistono fabbriche che inquinano solo per profitto, dove non ci sono politici mestieranti che fanno il gioco dei padroni, dove la sincerità della popolazione è ancora autentica. Il cinema deve raccontare. È questo il suo compito principale. Deve raccontare ciò che non si conosce, deve indagare l’animo umano, sia esso un cinema sociale, che di intrattenimento. I film del passato, pur essendo commedie adatte al pubblico, facevano riflettere. Avevano quel retrogusto amaro della vita, che li hanno resi eterni. I filmetti di oggi sono solo prodotti atti ad attrarre denaro. Senza una morale, senza un insegnamento. Il mio amico Nanuk invece insegna. Insegna molto.
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wwiwa
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sabato 15 novembre 2014
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che meraviglia
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Mi è piaciuto davvero tanto sia x gli spettacolari paesaggi artici che x la storia dell'amicizia tra il cucciolo d'orso e il ragazzino
Consigliato
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silvia pagani
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mercoledì 12 novembre 2014
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sembra bello
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Sembra che il film sia bello un saluto Gian Luca
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silvia pagani
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mercoledì 12 novembre 2014
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sembra bello
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Da quello che ho visto il film dovrebbe essere bello Ciao Silvia
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vincenzo ambriola
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domenica 2 novembre 2014
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un cucciolo d'orso per crescere
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Luke è un ragazzino che vive nella regione artica del Canada. Un giorno un'orsa e il suo cucciolo entrano nel garage. L'orsa è catturata e rispedita a nord del villaggio, il cucciolo viene trovato da Luke che decide di riportarlo dalla madre. Inizia un'avventura tra ghiacci, animali artici, tempeste improvvise e violente. Il tema della crescita e della scoperta di se stessi è ben affrontato in questo film diretto da una coppia straordinaria di registi, Brando Quilici e Roger Spottiswoode. La collocazione in un mondo estremo, dove una piccola distrazione può costare la vita, non impedisce l'emergere di temi universali, legati all'adolescenza e ai drammi familiari, rendendo la storia leggibile anche in contesti più ordinari.
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Luke è un ragazzino che vive nella regione artica del Canada. Un giorno un'orsa e il suo cucciolo entrano nel garage. L'orsa è catturata e rispedita a nord del villaggio, il cucciolo viene trovato da Luke che decide di riportarlo dalla madre. Inizia un'avventura tra ghiacci, animali artici, tempeste improvvise e violente. Il tema della crescita e della scoperta di se stessi è ben affrontato in questo film diretto da una coppia straordinaria di registi, Brando Quilici e Roger Spottiswoode. La collocazione in un mondo estremo, dove una piccola distrazione può costare la vita, non impedisce l'emergere di temi universali, legati all'adolescenza e ai drammi familiari, rendendo la storia leggibile anche in contesti più ordinari. Bellissime le riprese della natura, semplici, eleganti ed espressive. Una menzione a parte per il cucciolo d'orso, un animale estremamente pericoloso la cui presenza sul set ha richiesto un impressionante lavoro preparatorio, raccontato nella postfazione dell'omonimo romanzo di Quilici.
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(di silvia pagani)
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