little paul
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venerdì 3 aprile 2015
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i coniugi belier: la normalità di essere sordomuti
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I coniugi Belier avrebbero voluto che la loro figlia Paula fosse nata sorda,così come era la loro condizione; il concetto di normalità viene interpretato tenedo conto del proprio essere. Si rimane stupidi davanti alla vita così "anomala "che la famiglia Belier deve condurre. Due genitori sordomiti oltre al figlio maschio con la figlia maggiore perfettamente padrona dell'uso della parola,oltre a possedere un'ugola sublime. Nonostante ciò nulla è precluso alle loro ambizioni. La loro attività di allevatori è intensa così come la vendita dei loro prodotti. E anche i grandi sogni arrivano a compimento: UN sordomuto che partecipa ad una campagna elettorale al termine della quale diventa sindaco è il ribaltamento di un preconcetto che viene affibbiato agli individui ritenuti incapaci di esprimersi secondo i canoni della normalità.
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I coniugi Belier avrebbero voluto che la loro figlia Paula fosse nata sorda,così come era la loro condizione; il concetto di normalità viene interpretato tenedo conto del proprio essere. Si rimane stupidi davanti alla vita così "anomala "che la famiglia Belier deve condurre. Due genitori sordomiti oltre al figlio maschio con la figlia maggiore perfettamente padrona dell'uso della parola,oltre a possedere un'ugola sublime. Nonostante ciò nulla è precluso alle loro ambizioni. La loro attività di allevatori è intensa così come la vendita dei loro prodotti. E anche i grandi sogni arrivano a compimento: UN sordomuto che partecipa ad una campagna elettorale al termine della quale diventa sindaco è il ribaltamento di un preconcetto che viene affibbiato agli individui ritenuti incapaci di esprimersi secondo i canoni della normalità. Allora la narrazioni diventa la realizzazione dell'impossibile con Paula Belier che approderà alla migliore scuola di canto di Parigi sorretta da una famiglia i cui vincoli di solidarità e di affetto travalicano i confini del normale. Il film come dice lo spot pubblicitario ti fa stare bene, esprime tanti buoni sentimenti insieme a momenti di leggerezza e umorismo, ma i valori vincentii sono la grande forza nel voler raggiungere gli obiettivie e il vincolo affettivo che cementa la famiglia Belier.
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nanni
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martedì 7 aprile 2015
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la famiglia belier
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Un film alla ri-scoperta del linguaggio del corpo.
Quello troppe volte sacrificato sull’altare del sedicente efficientismo di una comunicazione solo verbale.
Quello, per intenderci, profondo e insostituibile, dove abbracci, annusamenti, carezze e sguardi profondi valgono più di tutte le parole del mondo.
A meno che (come scopriremo durante la commovete audizione di Paula) quelle stesse parole non siano cantate e recitate con la lingua dei segni.
Iniziamo così un piccolo viaggio nel fantastico mondo senza suoni della famiglia Belier.
Senza suoni ma denso di una comunicazione tutta fisicità e sensualità.
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Un film alla ri-scoperta del linguaggio del corpo.
Quello troppe volte sacrificato sull’altare del sedicente efficientismo di una comunicazione solo verbale.
Quello, per intenderci, profondo e insostituibile, dove abbracci, annusamenti, carezze e sguardi profondi valgono più di tutte le parole del mondo.
A meno che (come scopriremo durante la commovete audizione di Paula) quelle stesse parole non siano cantate e recitate con la lingua dei segni.
Iniziamo così un piccolo viaggio nel fantastico mondo senza suoni della famiglia Belier.
Senza suoni ma denso di una comunicazione tutta fisicità e sensualità.
I belier sono allevatori, sordomuti ma completamente autosufficienti, che vivono nella provincia francese con i loro due figli adolescenti che vanno a scuola e che li aiutano nel loro lavoro.
Tutto fila liscio fino a quando la bella Paula, unica “normodotata” della famiglia, scopre, quasi casualmente, di avere l’attitudine per il canto che potrebbe essere perfezionato in una prestigiosa scuola di Parigi, allontanandola però dalla famiglia……………………………………
Con un finale tutto fisicità, dove l’emozione tocca vette che le parole non potrebbero raggiungere….... mai, Eric Lartigau suggella il suo piccolo capolavoro.
Il film è stato campione d’incasso in Francia ed ……………… è un vero peccato perdere.
Ciao Nanni
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zarar
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venerdì 3 aprile 2015
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volare via dal nido, felicemente
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Siete in carenza di storie che riscaldano il cuore? Questo film fa per voi. In tempi grigi , è una piccola, ariosa favola consolatoria che sa di giovinezza, di aria pulita e di voglia di vivere. L’adolescente Paula, unica senziente e parlante nella sua felice famiglia di tutti sordomuti, vive nella cascina paterna nella bella campagna francese, frequenta il liceo, aiuta nell’azienda di famiglia ed è la brava mediatrice fra i suoi ed il resto del mondo. Così, quando scopre di avere il dono di una splendida voce, esita, e poi rifiuta di partecipare ad un concorso che potrebbe portarla in una prestigiosa scuola di Parigi, e questo per non abbandonare la famiglia.
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Siete in carenza di storie che riscaldano il cuore? Questo film fa per voi. In tempi grigi , è una piccola, ariosa favola consolatoria che sa di giovinezza, di aria pulita e di voglia di vivere. L’adolescente Paula, unica senziente e parlante nella sua felice famiglia di tutti sordomuti, vive nella cascina paterna nella bella campagna francese, frequenta il liceo, aiuta nell’azienda di famiglia ed è la brava mediatrice fra i suoi ed il resto del mondo. Così, quando scopre di avere il dono di una splendida voce, esita, e poi rifiuta di partecipare ad un concorso che potrebbe portarla in una prestigiosa scuola di Parigi, e questo per non abbandonare la famiglia. Dopo un po’ di turbolenze, alla fine saranno proprio i suoi genitori, che riusciranno – nonostante il loro handicap e le loro perplessità - a ‘sentire’ il suo canto, a spingerla a prendere il volo, a concorrere e a costruirsi il suo futuro sull’onda della musica (nel film il pop stramelodico e accattivante di Michel Sardou). Il lieto fine è assicurato per tutti i protagonisti. Il mondo di Paula è la proiezione affettuosamente scherzosa di un sogno: teenager responsabili attaccatissimi alla famiglia (!?!); diversamente abili che guardano con un po’ di compatimento i poveri “normali” (?!?) (irresistibile la madre di Paula che ricorda come alla nascita della bimba abbia deplorato che non fosse felicemente sorda anche lei!); ragazzi bravi a cui il futuro sorride (!?!); le difficoltà come una gran sceneggiata catartica che tutti recitano con gran spreco di parole e gesti, ma appunto una sceneggiata (!?!), che non può che sciogliersi felicemente… Tutto questo espresso filmicamente in una felice combinazione di luce, movimento, musica che asseconda l’emotività a passo di carica dei personaggi. Un po’ impacciato all’inizio, il ritmo prende quota in progress, facendo alla fine quasi il verso a vecchie comiche, ma senza un briciolo di caricatura. Questo ritmo (che ricorda quello di “Quattro matrimoni e un funerale”) assicura leggerezza anche nei momenti più tesi e assenza di retorica anche nell’orgia sentimentale della storia. Alla fine del film arcigni spettatori in sala sorridono con aria sognante: uno spettacolo nello spettacolo.
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edopisa
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sabato 4 aprile 2015
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i valori della famiglia ed i sogni di una ragazza
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La famiglia belier è stata una bella sorpresa in tutti i sensi, la storia è delicata ed originale, gli interpreti sono molto bravi ed i temi dell'handicap e dei sogni di una adolescente sono trattati con leggerezza e con il sorriso sulle labbra ma anche con la giusta intensità e profondità. Il film riesce a far sorridere lo spettatore ma anche farlo emozionare e a farlo riflettere riguardo alle problematiche della famiglia ed ai valori che esprime. L'elemento che riesce a far emergere il film e che non cade nel ridicolo è la contrapposizione tra una famiglia contadina composta da sordomuti e la figlia adolescente che non ha questo handicap ed è alle prese con i primi amori e con il sogno di volare a parigi per vincere una gara di canto.
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La famiglia belier è stata una bella sorpresa in tutti i sensi, la storia è delicata ed originale, gli interpreti sono molto bravi ed i temi dell'handicap e dei sogni di una adolescente sono trattati con leggerezza e con il sorriso sulle labbra ma anche con la giusta intensità e profondità. Il film riesce a far sorridere lo spettatore ma anche farlo emozionare e a farlo riflettere riguardo alle problematiche della famiglia ed ai valori che esprime. L'elemento che riesce a far emergere il film e che non cade nel ridicolo è la contrapposizione tra una famiglia contadina composta da sordomuti e la figlia adolescente che non ha questo handicap ed è alle prese con i primi amori e con il sogno di volare a parigi per vincere una gara di canto. Lo sviluppo della storia e la sua conclusione sono ben confezionati e riescono a far emozionare nella loro semplicità.
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zoom e controzoom
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lunedì 30 marzo 2015
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essere indispensabili
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Il difficile è riuscire a mettere insieme un problema reale, facendo sorridere senza sberleffi, facendo commuovere senza essere patetici. Il problema reale in questo film, è dato dalla consapevolezza della protagonista, di essere una parte indispensabile di una situazione. Detto fatto: lo scegliere di seguire la propria vita o tenersi il ruolo dove la vita ti ha fatto cadere, è cucito attorno ad una situazione realissima - una famiglia appesantita dalla menomazione del sordomuto - però...perfettà. La loro perfezione sta nell'amore reciproco, nella consapevolezza, nel senso dell'ironia, nel modo stesso di vivere, nell'anormalità, la realtà quotidiana, affettiva, lavorativa, sociale, tanto da correre dietro al sogno che anche un sordomuto può diventare sindaco.
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Il difficile è riuscire a mettere insieme un problema reale, facendo sorridere senza sberleffi, facendo commuovere senza essere patetici. Il problema reale in questo film, è dato dalla consapevolezza della protagonista, di essere una parte indispensabile di una situazione. Detto fatto: lo scegliere di seguire la propria vita o tenersi il ruolo dove la vita ti ha fatto cadere, è cucito attorno ad una situazione realissima - una famiglia appesantita dalla menomazione del sordomuto - però...perfettà. La loro perfezione sta nell'amore reciproco, nella consapevolezza, nel senso dell'ironia, nel modo stesso di vivere, nell'anormalità, la realtà quotidiana, affettiva, lavorativa, sociale, tanto da correre dietro al sogno che anche un sordomuto può diventare sindaco. Realizzato che è una bella e moderna favola, si possono misurare con quanto calibro sono state confezionate le varie situazioni che vanno tutte quante ad inserirsi nel contesto primario, costituito dalla famiglia. Il film è gradevolissimo e gli interpreti riescono sempre a restare nell'equilibrio senza sbavature: la madre nella sua esuberante vitalità, il padre nel suo affettuoso modo di essere desionista, il fratellino più giovane della protagonista, che si cimenta alla vita appena ne ha l'occasione. E' un film che inquadra più gli adulti piuttosto che l'adolescente alla quale cade addosso la s.fortuna di non essere come gli altri sordomuta. E' un bel intrico che insinua nella leggerezza dell'insieme delle problematiche reali, frasi che fanno pensare ai reali problemi della gente qualunque, senza orpelli patinati che proiettino condizionamenti soap fasulli e quelli sì banalizzanti o stomachevoli. La commozione non manca, ma è provocata dalla presa d'atto che certe situazioni esistono anche se sullo schermo sono molto soft, è una commozione col sorriso, per una volta tanto non ci si sente angosciati da un'esistenza che continua ad essere sempre peggiore e ci fa prendere atto che siamo in mano a dei delinquenti. La vita intesa come destino, è quel che è e possiamo cercare di prenderlo al meglio possibile anche se è doloroso.Molto tipicizzati fisicamente gli attori e bravi interpreti; l'unico.."bambolotto" è il ragazzetto innamorato di Paula, ma la sua parte marginale, nulla dà e nulla toglie all'insieme.
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flyanto
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mercoledì 8 aprile 2015
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quando lasciare il proprio nido turba e fa riflett
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Film in cui si racconta di una ragazza la quale possiede una voce eccezionale e che per questa sua dote innata viene di conseguenza scoperta dal professore di canto della scuola e vivamente incitata da lui a partecipare alle audizioni presso la Radio nazionale francese a Parigi. Nel corso delle giornate in cui ella si dedica col professore alla preparazione della voce in vista delle future audizioni, la ragazza cambierà pian piano idea non volendo lasciare la propria famiglia, peraltro tutta composta di persone sordo-mute, con cui ella ha un rapporto di profondo affetto e di totale aiuto e sostegno pratico nei lavori agricoli e nelle vendite al mercato locale. Ma alla fine sarà la famiglia stessa a spronarla e a riaccenderle giustamente la voglia di dedicarsi alla sua passione per il canto ed alla sua futura e certa carriera.
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Film in cui si racconta di una ragazza la quale possiede una voce eccezionale e che per questa sua dote innata viene di conseguenza scoperta dal professore di canto della scuola e vivamente incitata da lui a partecipare alle audizioni presso la Radio nazionale francese a Parigi. Nel corso delle giornate in cui ella si dedica col professore alla preparazione della voce in vista delle future audizioni, la ragazza cambierà pian piano idea non volendo lasciare la propria famiglia, peraltro tutta composta di persone sordo-mute, con cui ella ha un rapporto di profondo affetto e di totale aiuto e sostegno pratico nei lavori agricoli e nelle vendite al mercato locale. Ma alla fine sarà la famiglia stessa a spronarla e a riaccenderle giustamente la voglia di dedicarsi alla sua passione per il canto ed alla sua futura e certa carriera.
Questa commedia francese, molto fresca, delicata e sensibile, nonchè divertente ed ironica, affronta il delicato tema dei giovani se lasciare o meno e quando la propria famiglia al fine di seguire le proprie passioni ed il proprio futuro o se rimanere ancorati ad essa, almeno per ancora un certo periodo di tempo, e rimandare le difficoltà e le responsabilità della vita adulta più in là. In più, in questo determinato contesto, il cosiddetto "senso di colpa" per l'imminente abbandono viene provato ed evidenziato maggiormente in quanto la famiglia qui descritta, sebbene autosufficiente in tutto, o quasi, è però minata da un grave handicap fisico che richiederebbe invece la presenza costante di un aiuto materiale e non. E tutte le difficoltà e le paure inerenti a questa situazione ed al desiderio naturale dei giovani di rendersi indipendenti, seguendo i propri desideri nonchè aspettative, vengono in maniera chiara e lineare qui ben presentate in tutte le loro sfumature e sfaccettature rendendo così l'intera vicenda molto vera, realistica e pertanto del tutto accettabile e sopratutto quanto mai vicina e condivisibile a tantissime famiglie che con dei figli adolescenti o giovani devono prima o poi affrontare la stessa situazione e gli stessi dubbi e timori vissuti dalla famiglia del film alla richiesta di libertà e di indipendenza della loro prole ormai cresciuta.
Quanto mai riuscita, questa pellicola aiuta molto a riflettere sull'argomento, pur divertendo e commuovendo nello stesso tempo unita alla spontanea lode nei confronti di tutti gli attori partecipanti che risultano, nessuno escluso, bravi e simpatici, con una menzione speciale per la giovane ed ancora a noi sconosciuta Louane Emera la quale spicca per la sua naturalezza, la sua spontaneità ed ovviamente per la sua potente e bella voce con cui peraltro ha partecipato all'edizione francese televisiva di The Voice.
Certamente consigliabile.
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francesca meneghetti
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lunedì 13 aprile 2015
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la breve perfezione della rosa
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Ci sono molte ragioni per dedicare attenzione a questo film. La fama che lo precede (il successo in Francia) non delude le aspettative dello spettatore medio, che si gode lo spettacolo, si diverte, si commuove, ed esce sollevato (a differenza di quanto avviene con certe pellicole-macigno). Si possono certo trovare dei difetti (principalmente la tendenza alla caricatura), ma funzionali al lato comico e tali da non pregiudicare la riuscita. Che non è solo commerciale.
Così come non sarebbe esaustiva, qualora la si scoprisse perfettamente, la formula esatta delle commedie francesi, inarrivabili, che sanno calibrare pesi e leggerezze, riflessioni e sentimenti, commozioni e risate, ariosi paesaggi e ambientazioni d’interno.
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Ci sono molte ragioni per dedicare attenzione a questo film. La fama che lo precede (il successo in Francia) non delude le aspettative dello spettatore medio, che si gode lo spettacolo, si diverte, si commuove, ed esce sollevato (a differenza di quanto avviene con certe pellicole-macigno). Si possono certo trovare dei difetti (principalmente la tendenza alla caricatura), ma funzionali al lato comico e tali da non pregiudicare la riuscita. Che non è solo commerciale.
Così come non sarebbe esaustiva, qualora la si scoprisse perfettamente, la formula esatta delle commedie francesi, inarrivabili, che sanno calibrare pesi e leggerezze, riflessioni e sentimenti, commozioni e risate, ariosi paesaggi e ambientazioni d’interno.
Un valore aggiunto è senz’altro la colonna sonora, la quale sorprende maggiormente a posteriori quando si scopre ingenuamente, a posteriori, che la protagonista non è doppiata, ma anzi è una giovane, talentuosa, cantante francese, Louane Emera, concorrente di The voice nel 2013 (nonché e vincitrice del premio Cesar per la migliore interpretazione femminile). Ugualmente sono una scoperta le canzoni di Michel Sardou.
Poi ci sarebbero le molteplici chiavi di lettura degli aspetti tematici del film: la forza della famiglia tradizionale, solida e capace di trasmettere certezze, coerente con la difesa delle attività economiche di nicchia, ormai, legate alla natura (agricoltura, allevamento, attività casearia) e alla logica del km zero. Ma anche il tema della diversità e dell’handicap, con la differenza che il punto di vista prevalente è quello dei “diversi”, non esenti da pregiudizi nei confronti dei “normali”.
E poi il tema dell’adolescenza e del necessario distacco dalla famiglia, riassunto dalla canzone “Je vole” (Prendo il volo). A incarnarlo è appunto Louane, non solo bravissima come cantante, ma anche nei panni di una ragazza bellissima anche se un po’ goffa, insicura, come appare dalla sua postura dalle spalle incurvate. La sua è una parte splendida, anche per i risvolti educativi (previsti o no): è un messaggio positivo per tutte le teenager che vogliono distruggere il loro corpo riducendolo all’osso, perché la bellezza di un volto, di uno sguardo, di un tono di voce, per tacere del talento, dell’intelligenza, della sensibilità, sovrastano i criteri estetici della magrezza ossuta assunti come canone supremo di accettazione sociale.
Si finisce per provare molta tenerezza per questa ragazza perché si teme che i successi futuri, che senz’altro incomberanno su di lei, la possano rovinare. Si vorrebbe vederla incorniciata dalla fattoria dei genitori sordomuti del film, in calzoni e maglioni larghi o in tuta da lavoro, abbracciata al vitellino nero appena nato, cui sarebbe stato riservato, non senza ironia, il nome di Obama.
E si sa che non potrà essere così. Che questo è il suo momento di perfezione assoluta. Irripetibile, come quello di una rosa.
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magro
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lunedì 4 maggio 2015
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i francesi non ne sbagliano una
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Il cinema francese continua a sfornare bei film a basso budget. Questa volta abbiamo un soggetto geniale, una bella sceneggiatura 3-4 bravi attori e molto ben scelti nella loro caratterizzazione ha fatto Goal.
In fondo la storia della ragazza con aspirazioni artistiche che scappa di casa è un pò usurata, ma qui è solo una scusa per dare leggerezza e lieto fine al film.
Il soggetto vero è la disabilità, affrontata con leggerezza, comicità e serietà.
Straordinari i due coniugi Belier, dotati di una grande mimica, che recitano perfettamente senza mai parlare, ma trasmettendo comunque tutta la gamma delle emozioni.
Molto bello poi l'idea di contrapporre alla disabilità vocale/uditiva proprio il talento del canto, unendo in una sola famiglia elementi così ontologicamente distanti; fino al momento topico, quando per qualche minuto il regista fa entrare lo spettatore nel silenzio assoluto, facendo entrare quasi in 4D nel punto di vista dei due genitori.
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Il cinema francese continua a sfornare bei film a basso budget. Questa volta abbiamo un soggetto geniale, una bella sceneggiatura 3-4 bravi attori e molto ben scelti nella loro caratterizzazione ha fatto Goal.
In fondo la storia della ragazza con aspirazioni artistiche che scappa di casa è un pò usurata, ma qui è solo una scusa per dare leggerezza e lieto fine al film.
Il soggetto vero è la disabilità, affrontata con leggerezza, comicità e serietà.
Straordinari i due coniugi Belier, dotati di una grande mimica, che recitano perfettamente senza mai parlare, ma trasmettendo comunque tutta la gamma delle emozioni.
Molto bello poi l'idea di contrapporre alla disabilità vocale/uditiva proprio il talento del canto, unendo in una sola famiglia elementi così ontologicamente distanti; fino al momento topico, quando per qualche minuto il regista fa entrare lo spettatore nel silenzio assoluto, facendo entrare quasi in 4D nel punto di vista dei due genitori.
Film per grandi e adolescenti... e questo è un altro grande merito.
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enzo70
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martedì 19 maggio 2015
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una fantastica famiglia
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Il cinema francese mette a segno un altro bel colpo, con un film perfetto nella sua semplicità. I Belier sono una famiglia di agricoltura della Normandia, orgogliosi e volitivi, e che riescono ad andare oltre i limiti della disabilità della loro sordità. L’unica persona non colpita dalla malattia è la splendida Paula, una adolescente bionda che vive la sua giovinezza tra mucche da mungere, telefonate da fare con fornitori, banche, soci della cooperativa agricola, scuola ed amori. E come se non bastasse la ragazzina ha un dono, una voce incantevole che potrebbe farla volare oltre i confini della provincia cui sembra relegata dalla nascita e dai problemi della sua famiglia. Intorno un ragazzo bello e scontroso, un professore di musica che potrebbe meglio che Renzi non vede questo film o lo fa super preside ed una amica facile con i ragazzi.
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Il cinema francese mette a segno un altro bel colpo, con un film perfetto nella sua semplicità. I Belier sono una famiglia di agricoltura della Normandia, orgogliosi e volitivi, e che riescono ad andare oltre i limiti della disabilità della loro sordità. L’unica persona non colpita dalla malattia è la splendida Paula, una adolescente bionda che vive la sua giovinezza tra mucche da mungere, telefonate da fare con fornitori, banche, soci della cooperativa agricola, scuola ed amori. E come se non bastasse la ragazzina ha un dono, una voce incantevole che potrebbe farla volare oltre i confini della provincia cui sembra relegata dalla nascita e dai problemi della sua famiglia. Intorno un ragazzo bello e scontroso, un professore di musica che potrebbe meglio che Renzi non vede questo film o lo fa super preside ed una amica facile con i ragazzi. Ma la forza dei protagonisti, a parte Paula, interpretata da una splendida Louna Emera, è straripante, si ride, ci si diverte e si commuove. Pazienza se non è un capolavoro, non tutti i buchi servono a circondare ciambelle, vi assicuro che uscirete incantati dal cinema dopo aver avuto il piacere della compagnia di questa fantastica famiglia.
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luigi chierico
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sabato 9 luglio 2016
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semplicemente delizioso
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La deliziosa fanciulla Paula Bélier, la interpreta molto bene la bella Luane Emera, accoglie attorno a sé non solo la sua famiglia composta dal padre Rodolphe,dalla madre Gigi e da un fratello ma l’intero paese,e così,vedendo il film,anche di tutte le persone sensibili ai più alti sentimenti che fanno della Famiglia una solida e compatta compagine in grado di difendersi dalle cattiverie del mondo. Un film quindi per chi ama ancora la purezza dei sentimenti, dall’amore quale sentimento e non piacere della carne, per chi non abbandona ma “vola senza fumare e senza bere”. Non c’è uso di droga o di armi in quest’opera condotta ottimamente dall’attento regista Eric Lartigau, non ci sono grattaceli in cemento o strade insanguinate da folli corse in auto,c’è la strepitosa bellezza della natura.
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La deliziosa fanciulla Paula Bélier, la interpreta molto bene la bella Luane Emera, accoglie attorno a sé non solo la sua famiglia composta dal padre Rodolphe,dalla madre Gigi e da un fratello ma l’intero paese,e così,vedendo il film,anche di tutte le persone sensibili ai più alti sentimenti che fanno della Famiglia una solida e compatta compagine in grado di difendersi dalle cattiverie del mondo. Un film quindi per chi ama ancora la purezza dei sentimenti, dall’amore quale sentimento e non piacere della carne, per chi non abbandona ma “vola senza fumare e senza bere”. Non c’è uso di droga o di armi in quest’opera condotta ottimamente dall’attento regista Eric Lartigau, non ci sono grattaceli in cemento o strade insanguinate da folli corse in auto,c’è la strepitosa bellezza della natura. Si torna ad ammirare il fascino della vita in campagna con i sapori e caldi colori in cui anche le case hanno un colore vivace che conserva il calore degli affetti di chi ci abita;animali che pascolano là dove per le libere strade che portano alla scuola del paese si va in bici,accompagnatp da un paesaggio impagabile e cantando come fa la deliziosa Paula. La vita scorre in una casa e in un paese che sembrano irreali,tanto oggi è lontano il concetto e la visione della “Casa” e del “Paese”. Una straordinaria sceneggiatura,sebbene Rodolphe,Gigi ed il loro figlio più giovane siano muti e sordi,una serie di divertenti trovate e battute gesticolate o tradotte,o adattate,da Paula per chi ascolta o rivolge loro la parola, tutto spesso riportato a noi con buone didascalie. Paula presenta la mamma al mercato dicendo che divide con lei il lavoro:”Lei sorride,io parlo” e alla domanda:”Vi divertite?” risponde:”Come in famiglia”! Una stupenda scenografia che si avvale della bellezza delle cose semplici e non dello sfarzo dei film di Holliwood con case sempre principesche,enormi. Dimore così grandi in cui quasi sempre si disperdono gli affetti, che invece in casa Bèlier regnano sovrani. Paula,con dispiacere della sua mamma Gigi, non è nata sorda,lei parla e sente,è diversa da lei e dal marito Rodolphe che spera che questa sua figlia forse col tempo potrà diventare sordo-muta come loro. Un paradosso che dà voce al messaggio cercato dall’autore: chi sono i diversi?
Tanti altri noti film hanno avuto come protagonisti ciechi,sordi,muti, fra i tanti “Figli di un Dio minore” “Lezioni di piano”, pochi ne hanno fatto scopo essenziale come questo. Scopo è dimostrare come la diversità è normalità, tanto da non potersi sentire diversi da come si è ed accettare senza remore la convivenza con il resto del mondo al punto che candidarsi a sindaco è cosa assolutamente normale, mentre non sarebbe normale non accettare la candidatura e l’elezione a “Primo cittadino”. In questo panorama di sentimenti di calore umano, di affetti forti,profondi si vede scorgere una nube che può portare tempesta, la deliziosa Paula che fa da ponte tra la sua famiglia di sordo-muti ed il mondo intero, ha la passione del canto, fa una bella voce, è ma l’attaccamento alla famiglia che adora le impedisce di sognare. Ricordando la vicenda narrata nel film “Lo specchio della vita” in cui la figlia Sarah ripudia la madre Annie sino al punto di morte, vedendo e sentendo cantare Paula ai genitori:”Vi voglio bene,ma vado via,non fuggo,cercate di capire,volo non scappo,volo via, senza fumare,senza bere” a molti possono venire le lacrime agli occhi e lasciare che il destino si compia mentre iul treno si allontana.
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