vepra81
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domenica 22 aprile 2018
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una buca vera
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film interessante che racconta una verità sociale. Ottime le musiche che accompagnano la storia. Gran cast di attori anche se i miei complimenti vanno ad Internazionale che segue sempre i personaggi. Bel film..
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onufrio
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lunedì 21 marzo 2016
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a mali estremi..
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Ritratto di una parte dell'Italia, l'italietta delle truffe allo Stato, dell'interesse al denaro e dell'opportunismo, il tutto raccontato con toni leggiadri, a tratti sonnolenti, con il duo Castellitto-Papaleo e la presenza femminile di Valeria Bruni Tedeschi, il tutto nato dall'incontro con un cane dal nome "Internazionale". Un racconto curioso per un finale gradevole.
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enzo70
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domenica 25 ottobre 2015
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un film intelligente e gradevole
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Armando, interpretato da Papaleo, è l’icona del fatalismo all’italiano; uscito di prigione per un reato che non ha commesso si trova ad affrontare una società che lo ripudia, dalla madre, che convive con un rumeno interessato alla pensione, alla sorella che non lo vuole vedere perché è un assassino. Oscar, Sergio Castellitto, è un avvocato specializzato in piccole truffe, risarcimenti danni farlocchi, misantropo e meschino. In mezzo Circuito, un cane abbandanato che viene adottato da Armando, come se non avesse abbastanza guai. Oscar intravede nella storia di Armando l’occasione per un risarcimento milionario, trent’anni di ingiusta detenzione sono un’occasione che non si può lasciar stare ed inizia una causa per ottenere una nuova sentenza.
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Armando, interpretato da Papaleo, è l’icona del fatalismo all’italiano; uscito di prigione per un reato che non ha commesso si trova ad affrontare una società che lo ripudia, dalla madre, che convive con un rumeno interessato alla pensione, alla sorella che non lo vuole vedere perché è un assassino. Oscar, Sergio Castellitto, è un avvocato specializzato in piccole truffe, risarcimenti danni farlocchi, misantropo e meschino. In mezzo Circuito, un cane abbandanato che viene adottato da Armando, come se non avesse abbastanza guai. Oscar intravede nella storia di Armando l’occasione per un risarcimento milionario, trent’anni di ingiusta detenzione sono un’occasione che non si può lasciar stare ed inizia una causa per ottenere una nuova sentenza. Qui finisce la mia storia perché per il resto bisogna andare a vedere questo film, gradevole e ben diretto e che si avvale di due ottimi attori. Ne vale davvero la pena.
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fabio57
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giovedì 15 ottobre 2015
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spreco di grandi attori
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Peccato sprecare grandi attori come Papaleo e Castellitto, per un film sgangherato, senza grandi idee e con una sceneggiatura raffazzonata.Troppo surreale e grottesco.
Ciprì è un regista strano,a volte geniale a volte imbarazzante.
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lucasfilm
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giovedì 8 ottobre 2015
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il cinema italiano che amo
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Un film originale e ben diretto, grandi gli attori, una storia non troppo complessa godibile e scorrevole...bellissima la fotografia.interpretazione di castellitto e papaleo straordinaria. Anche se si inseriscono degli elementi di un italia che funziona male é si potrebbe dire giá vista....é originale come il regista l inserisce nel film. Il italiano che amo vedere.
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ragthai
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giovedì 12 marzo 2015
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classico film di cipri'
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Se il cinema italiano eà questo siamo messi male.
Per fortuna qualcosa di meglio c'e' anche in Italia.
Fim noioso e senza verve.
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liuk!
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lunedì 16 febbraio 2015
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mi aspettavo di ridere e invece..
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Una commedia con Papaleo e Castellitto aveva le potenzialitá per essere veramente comica e divertente, purtroppo la Buca non lo é.
Trattasi di favoletta a tinte satiriche sulla solita Italia piena di azzeccagarbugli, procedure penali errate, falsi medici etc etc. Niente di nuovo.
Discreta l'ambientazione anni '50/'60, buona la fotografia, ma nulla piú.
Una pellicola che si puó tranquillamente non prendere in considerazione.
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fausta rosa
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giovedì 16 ottobre 2014
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la buca di daniele ciprì: teatro a cinema
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La buca di Daniele Ciprì : teatro a cinema
Non credevo di trovarmi a cinema : i personaggi recitavano, e alla grande, sottolineando con il tono della voce marcato ed esasperato l’uno, Oscar, pacato ed estraniato l’altro, Armando, o mite e accomodante l’altra, Carmen, i loro caratteri e muovendosi come sul palcoscenico di un teatro più che su un set cinematografico.
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La buca di Daniele Ciprì : teatro a cinema
Non credevo di trovarmi a cinema : i personaggi recitavano, e alla grande, sottolineando con il tono della voce marcato ed esasperato l’uno, Oscar, pacato ed estraniato l’altro, Armando, o mite e accomodante l’altra, Carmen, i loro caratteri e muovendosi come sul palcoscenico di un teatro più che su un set cinematografico.
Ancora una volta Danieli Cipri realizza un’opera non convenzionale, fuori da ogni clichè, originale e intelligente dalla sceneggiatura alla grafica, perfino dei titoli di apertura e di coda. Inusuale l’abbinata Papaleo – Castellitto, l’ambientazione, la costruzione della storia, l’estremizzazione della caricatura dei personaggi.
Il tono grottesco, a volte surreale, le atmosfere retrò, l’impronta vintage, al di fuori di una precisa collocazione temporale, perché le situazioni sono di ogni tempo( è connaturata all’uomo italico la tendenza alla frode, all’inganno), il colore dall’ipo all’ipercromatismo fanno di questo film una sorta di narrazione riflessiva sulla realtà attuale, a tratti cinica e ineluttabile.
Le musiche di Pino Donaggio, splendide, sottolineano, accompagnano, intensificano le atmosfere, narrano esse stesse
I personaggi: Oscar, Sergio Castellitto, un avvocato fallito che vive di espedienti illegali e che suscita una sorta di repulsione per la spregiudicatezza esasperata con cui affronta e regola la sua vita, arrabbiato con il mondo intero. Armando, Rocco Papaleo, un innocente condannato ingiustamente a 30 anni di reclusione (tre gli sono stati condonati), che in maniera esasperata in senso inverso accetta la sua condizione e si lascia irretire dall’avvocato con cui occasionalmente si incontra. Il cane Internazionale, che segue Armando senza mai abbandonarlo, mentre tutti, parenti e amici, si sono dimenticati o cercano di liberarsi di lui.
Carmen, legata un tempo a Oscar, personaggio mite e dolce, umano e affettuoso, statico ma capace di intervenire con lucidità per sbloccare le situazioni.
Un film decisamente interessante e complesso, drammatico con qualche nota comica che si smorza in amaro commento, una storia che infastidisce in alcuni tratti, ma raffinata per il modo con cui è scritta e rappresentata
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 4 ottobre 2014
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ottima fotografia e grandi protagonisti, ma....
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Il tempo e il luogo sono imprecisati: l’ambientazione sembra quella degli anni sessanta, il luogo sembra l’Inghilterra, ma si tratta solo di supposizioni perché il regista Daniele Ciprì (E’ stato il figlio, il ritorno di Cagliostro) non ci fa capire in quale parte del mondo siamo, né in quale epoca anche se la visione di auto e pulman quasi anteguerra, i telefoni fissi e l’arredamento di una volta lasciano trasparire che non siamo certamente ai giorni nostri.
Il film è strutturato sulla falsariga di una fiaba-racconto e la trama non è certo di quelle esaltanti, anzi si trascina a tratti eccessivamente lenta. Una scelta effettuata apposta per descrivere alcune meschinità ed ingiustizie umane dei personaggi che la compongono.
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Il tempo e il luogo sono imprecisati: l’ambientazione sembra quella degli anni sessanta, il luogo sembra l’Inghilterra, ma si tratta solo di supposizioni perché il regista Daniele Ciprì (E’ stato il figlio, il ritorno di Cagliostro) non ci fa capire in quale parte del mondo siamo, né in quale epoca anche se la visione di auto e pulman quasi anteguerra, i telefoni fissi e l’arredamento di una volta lasciano trasparire che non siamo certamente ai giorni nostri.
Il film è strutturato sulla falsariga di una fiaba-racconto e la trama non è certo di quelle esaltanti, anzi si trascina a tratti eccessivamente lenta. Una scelta effettuata apposta per descrivere alcune meschinità ed ingiustizie umane dei personaggi che la compongono.
Il film si regge quasi esclusivamente sulla grande interpretazione dei due personaggi principali: Sergio Castellitto e Rocco Papaleo, coadiuvati da un’ottima Valeria Bruni tedeschi che a tratti sembra ripetere il personaggio che le ha valso il premio David di Donatello come migliore attrice ne “Il capitale umano”.
Un plauso particolare va alla fotografia: le scene con i colori sbiaditi o alcuni di particolare effetto, da sole meritano il prezzo del biglietto.
Sono però i due interpreti maschile a reggere tutto il film, una coppia di grandi interpreti grazie ai quali il film, seppur a tratti fiacco, appare qualcosa di singolare e diverso da quelli che siamo abituati a vedere sul grande schermo.
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flyanto
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giovedì 2 ottobre 2014
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n qualche modo i soldi bisogna recuperarli
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Film in cui si racconta di un uomo (Rocco Papaleo) che esce di galera dopo aver scontato ingiustamente circa 30 anni di prigione perchè accusato di un omicidio, in realtà mai da lui commesso. Incontratosi per caso con un avvocato falito ed alquanto imbroglione (Sergio Castellitto) si fa da questi convincere a riaprire il caso e portarlo ad un nuovo processo al fine di ottenere una cospicua somma di denaro come risarcimento della sua ingiusta condanna. Il compito all' inizio non sarà facile ma, dopo numerose traversie, i due protagonisti riusciranno nel proprio intento non senza grossi colpi di scena.
Questa pellicola di Daniele Ciprì, per quanto non sia un capolavoro, risulta essere però molto divertente e piacevole.
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Film in cui si racconta di un uomo (Rocco Papaleo) che esce di galera dopo aver scontato ingiustamente circa 30 anni di prigione perchè accusato di un omicidio, in realtà mai da lui commesso. Incontratosi per caso con un avvocato falito ed alquanto imbroglione (Sergio Castellitto) si fa da questi convincere a riaprire il caso e portarlo ad un nuovo processo al fine di ottenere una cospicua somma di denaro come risarcimento della sua ingiusta condanna. Il compito all' inizio non sarà facile ma, dopo numerose traversie, i due protagonisti riusciranno nel proprio intento non senza grossi colpi di scena.
Questa pellicola di Daniele Ciprì, per quanto non sia un capolavoro, risulta essere però molto divertente e piacevole. Più che la trama in sè è molto interessante la serie di gags e di battute, peraltro ben calibrate, che arricchiscono i dialoghi e che rapiscono
l' attenzione dello spettatore, costituendo in pratica il pilastro del film. Insomma, la realtà che qui Ciprì descrive, e peraltro in maniera molto efficace, è quella di una certa parte dell'Italia di oggi che vive arrangiandosi e ricorrendo a mezzucci ed imbrogli al fine di sbarcare il lunario.
E' anche abbastanza ovvio che il successo di quest'opera poggia tutto sui due interpreti principali, Sergio Castellitto e Rocco Papaleo, con una menzione speciale per Castellitto che, da attore fuori classe quale è, ha saputo dare un ritratto quanto mai credibile e più che soddisfacente del suo personaggio "macchietta" di avvocato praticamente fallito, imbroglione e pure burbero e misantropo. Si distinguono positivamente anche Valeria Bruni Tedeschi nella parte di un' amica e seppure relegata al ruolo di contorno di un'amica e Jacopo Cullin in quella di uno stralunato testimone, seppure purtroppo siano stati entrambi relegati a dei ruoli secondari.
Insomma, per trascorrere circa 90 minuti in tutta spensieratezza
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