selfecce
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giovedì 3 aprile 2014
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missione difficile, ma riuscita
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Era senza dubbio una missione ardua quella intrapresa già nel 2010 da Sarah Maestri: realizzare la trasposizione cinematografica dell'ultimo grande romanzo bestseller di Piero Chiara a non aver subìto una simile sorte. Ardua in quanto già tre volte i detentori dei diritti sull'opera avevano negato un simile permesso, ardua in quanto gli antesignani di questa pellicola rispondono ai nomi di Risi, Lattuada, Tognazzi... Ardua vieppiù per il complesso intreccio narrativo dell'opera, sempre in bilico tra commedia e tragedia, tanto da lasciare al lettore il giudizio finale in merito.
Il regista Giulio Base (che torna alla grande al cinema dopo 15 anni), i produttori, gli sceneggiatori e tutto il cast artistico e tecnico si sono accostati al progetto con serietà ed umiltà.
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Era senza dubbio una missione ardua quella intrapresa già nel 2010 da Sarah Maestri: realizzare la trasposizione cinematografica dell'ultimo grande romanzo bestseller di Piero Chiara a non aver subìto una simile sorte. Ardua in quanto già tre volte i detentori dei diritti sull'opera avevano negato un simile permesso, ardua in quanto gli antesignani di questa pellicola rispondono ai nomi di Risi, Lattuada, Tognazzi... Ardua vieppiù per il complesso intreccio narrativo dell'opera, sempre in bilico tra commedia e tragedia, tanto da lasciare al lettore il giudizio finale in merito.
Il regista Giulio Base (che torna alla grande al cinema dopo 15 anni), i produttori, gli sceneggiatori e tutto il cast artistico e tecnico si sono accostati al progetto con serietà ed umiltà. Il risultato è un film estremamente godibile, con un Francesco Pannofino smorfioso, strillone e a dir poco "suino", eccellente caricatura dell'uomo di potere lercio, cafone e spregiudicato, cui anche le cronache attuali ci hanno tristemente abituato. Attorno a lui si muovono precisi come un orologio svizzero gli altri interpreti, come Sarah Maestri, che ci propone una Evelina molto silente, ma comunque capace di una grande espressività (notevole in tal senso la prima scena di passione con il suo amante), che le fa "bucare lo schermo" al pari dell'ingombrante protagonista. A completare l'oliato cliché "lui-lei-l'altro" è Mattia Zaccaro Garau, strepitoso interprete del vicepretore Landriani: egli si rivela quale personaggio più vitale della vicenda, che si tramuta da serio dipendente a spregiudicato arrivista, anche più spietato di chi gli ha dato un lavoro e una posizione riverita.
Azzeccata la ricostruzione storica che traspare dalla scenografia (che già ha dalla sua l'incomparabile bellezza della costa lombarda del Verbano e delle belle ville di Varese centro), la quale dimostra un lavoro maniacale di "cancellazione" del moderno; a voler essere pignoli, in quest'ambito qualche nota stonata si può ravvisare, ma in vero si tratta di bazzecole di poco conto. Raffinatissima la direzione della fotografia di Fabio Zamarion, che si conferma fuoriclasse nella sua categoria, così come la scelta delle musiche, equilibrata tra motivetti inediti più o meno scanzonati e brani di opere liriche dedicate all'amore, che sfumano dal tenue al "chiassosissimo" quando occorre incorniciare i momenti topici del film (menzione speciale, in tal senso, alla prostituta-mezzosoprano Adele Cossi).
Bensì la vera carica vitale del lungometraggio viene dal territorio: del set abbiamo già parlato, ma la menzione d'onore la meritano le persone: le centinaia di comparse e ruoli minori (a chi?) "pescate" direttamente dal territorio del Varesotto/Insubria (tra cui spiccano la luinese Eliana Miglio - intrigantissima Contessa -, Max Cavallari - ingegner Pepere Lopez -, le due "guest star" svizzere Yor Milano - il dottor Nascimbeni - e Flavio Sala - l'attore Adolfo - e le due comari che, come le Muse, aprono e chiudono l'intreccio narrativo). Sono loro ad aver "riempito" più di tutti la scena, palesando peraltro una attitudine alla recitazione che chissà... potrebbe essere un prodromo per il futuro: per brevità, cito qui il solo esempio dell'altezzoso Gerarca fascista e della sua famiglia, al 100% composta da "figurazioni popolari".
In conclusione, un film che forse non raggiunge appieno l'arguzia e l'acume di Piero Chiara, ma che certamente lascerà soddisfatti gli eventuali spettatori. Da vedere e far vedere.
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mpazz
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sabato 5 aprile 2014
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piacevole commedia sexy
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Francesco Pannofino ha egregiamente interpretato uno dei personaggi più complessi di Piero Chiara, il pretore tappo, ciccione e seducente che sta in quel di Cuvio (a tal riguardo, buona l'idea di trasferire il set nell'amena Luino). Azzeccata anche la scelta del resto del cast: Sarah Maestri dimostra di meritare una fama ben superiore a quella che ha, Mattia Zaccaro Garau (che ho scoperto di recente essere pure poeta... e pure bravo) ha davanti a sé una luminosa carriera, Eliana Miglio si ripropone da gran diva al pubblico delle sale. Significativo anche l'apporto di Debora Caprioglio, convincente "as" Tecla, e di suo "marito" Carlo Gabardini (smagrito dai tempi di Camera Café), un ilare e buzzicone avvocato Memeo.
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Francesco Pannofino ha egregiamente interpretato uno dei personaggi più complessi di Piero Chiara, il pretore tappo, ciccione e seducente che sta in quel di Cuvio (a tal riguardo, buona l'idea di trasferire il set nell'amena Luino). Azzeccata anche la scelta del resto del cast: Sarah Maestri dimostra di meritare una fama ben superiore a quella che ha, Mattia Zaccaro Garau (che ho scoperto di recente essere pure poeta... e pure bravo) ha davanti a sé una luminosa carriera, Eliana Miglio si ripropone da gran diva al pubblico delle sale. Significativo anche l'apporto di Debora Caprioglio, convincente "as" Tecla, e di suo "marito" Carlo Gabardini (smagrito dai tempi di Camera Café), un ilare e buzzicone avvocato Memeo. Dissacrante q.b. il pestaggio davanti alla bara di Evelina... e da ultimo, brava Carlina Torta nel ruolo della balia amorosa.
Pellicola che mi sento di raccomandare caldamente
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eugenio la mesa
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sabato 5 aprile 2014
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film ben riuscito, molto attuale
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Il film, tratto dal romanzo best seller di Piero Chiara, enfatizza dei personaggi degli anni '30 i cui vizi sono presenti anche nella società in cui viviamo (e non solo nella provincia in cui è ambientato, ma anche nelle grandi città), dall'abuso di potere, al tradimento, la lussuria, i pettegolezzi, il carrierismo, l'ingratitudine, e cosi' via.
Mi è molto piaciuto, anche considerando che è stato girato nei luoghi di Piero Chiara e utilizzando 450 comparse del posto che hanno lavorato volontariamente, alcuni anche prestanto oggetti, vestiti, auto d'epoca, in modo da semplificare il ricostruire l'ambientazione anni '30.
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Il film, tratto dal romanzo best seller di Piero Chiara, enfatizza dei personaggi degli anni '30 i cui vizi sono presenti anche nella società in cui viviamo (e non solo nella provincia in cui è ambientato, ma anche nelle grandi città), dall'abuso di potere, al tradimento, la lussuria, i pettegolezzi, il carrierismo, l'ingratitudine, e cosi' via.
Mi è molto piaciuto, anche considerando che è stato girato nei luoghi di Piero Chiara e utilizzando 450 comparse del posto che hanno lavorato volontariamente, alcuni anche prestanto oggetti, vestiti, auto d'epoca, in modo da semplificare il ricostruire l'ambientazione anni '30.
Trovo bravissimo Pannofino nel ruolo appositamente caricaturale del guitto che abusa del suo potere scimiottando anche Mussolini, oltre che Mattia Zàccaro Garau che interpreta un personaggio che cambia completamente atteggiamento durante il film, man mano che fa carriera.
E un plauso speciale alla luinese Sarah Maestri (concittadina quindi di Piero Chiara), protagonista nei panni della moglie del Pretore, che ha fortissimamente voluto la realizzazione di questo film che ha anche co-prodotto, riuscendo fra l'altro ad avere dagli eredi di Piero Chiara i diritti del film (che da 35 anni non venivano dati a nessuno, nonostante varie persone ci avessero provato), oltre che la ristampa del romanzo da parte di Mondadori; interessante vedere come il personaggio da lei interpretato cambia completamente, sembrano quasi 2 persone diverse.
Bellissimi poi i luoghi.
Consiglio di andarlo a vedere.
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vecchiaciabatta
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venerdì 4 aprile 2014
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piero chiara ne sarebbe felice
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Non sono tipo da commenti sui forum, ma per il caso specifico transigo ben volentieri, essendo io un divoratore dei romanzi del Chiara. Il film mi è piaciuto davvero tanto: ho trovato equilibrata la scelta dello humour e rispettoso l'adattamento della trama. Sarei scattato in piedi ad applaudire al grido di "Pozza sterile" del pretore Pannofino, che fisicamente risponde alla perfezione all'idea che mi ero fatto del "pattavuncia" Augusto Vanghetta. Accanto a lui una Sarah Maestri intensa e riflessiva e un azzeccato Zaccaro Garau in salsa "dottor Jekyll e mister Hyde". Belle le ambientazioni (ho passato tante vacanze a Luino, mi fa sempre piacere rivedere la "costa fiorita"). Magari la regia poteva essere a tratti più "briosa" come Chiara lo fu con la penna, ma tutto sommato ha svolto egregiamente il suo lavoro.
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Non sono tipo da commenti sui forum, ma per il caso specifico transigo ben volentieri, essendo io un divoratore dei romanzi del Chiara. Il film mi è piaciuto davvero tanto: ho trovato equilibrata la scelta dello humour e rispettoso l'adattamento della trama. Sarei scattato in piedi ad applaudire al grido di "Pozza sterile" del pretore Pannofino, che fisicamente risponde alla perfezione all'idea che mi ero fatto del "pattavuncia" Augusto Vanghetta. Accanto a lui una Sarah Maestri intensa e riflessiva e un azzeccato Zaccaro Garau in salsa "dottor Jekyll e mister Hyde". Belle le ambientazioni (ho passato tante vacanze a Luino, mi fa sempre piacere rivedere la "costa fiorita"). Magari la regia poteva essere a tratti più "briosa" come Chiara lo fu con la penna, ma tutto sommato ha svolto egregiamente il suo lavoro. 5 stelle di testa e di cuore!
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torbole
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venerdì 4 aprile 2014
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un film piacevole e ben fatto
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Sì, è vero, come altri hanno notato: Pannofino eccede un po'...non ha inflessioni dialettali (ma perché dovrebbe?)...ma nell'insieme tutto si tiene bene. Commedia non priva di profondità, che si guarda molto volentieri, e con un giovane comprimario attore sconosciuto scelto davvero bene: adatto alla parte, che si cala nel ruolo come un consumato professionista...insomma proprio bravo. Musiche e scene belle. Un'ottima commedia, da vedere.
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selfecce
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giovedì 17 aprile 2014
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rivederlo giova
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mi sono rivisto il film nella quiete di una sala semivuota. Se da un lato di delude un po', ciò ti consente di apprezzare finanche le minime sfumature della pellicola. E devo concludere che nessun personaggio si salva dalla scure della civiltà, nemmeno la tenera Sarah Maestri, che la fa pagare ferocemente al marito che tanto le ha messo le corna. Non parliamo del Landriani, rivoltante trasformista e arrivista che - dopo essere arrivato - trascura l'amore. Il Vanghetta nell'ultima parte fa alti e bassi: seppur ubriaco, porta la moglie moribonda all'ospedale, salvo poi ironizzare sul figliolo "povero orfanino".
A latere, peccato che si sia lasciato così poco spazio a Carlo Gabardini, perfetto avvocato incapace che vince grazie alle corna che il pretore gli mette.
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mi sono rivisto il film nella quiete di una sala semivuota. Se da un lato di delude un po', ciò ti consente di apprezzare finanche le minime sfumature della pellicola. E devo concludere che nessun personaggio si salva dalla scure della civiltà, nemmeno la tenera Sarah Maestri, che la fa pagare ferocemente al marito che tanto le ha messo le corna. Non parliamo del Landriani, rivoltante trasformista e arrivista che - dopo essere arrivato - trascura l'amore. Il Vanghetta nell'ultima parte fa alti e bassi: seppur ubriaco, porta la moglie moribonda all'ospedale, salvo poi ironizzare sul figliolo "povero orfanino".
A latere, peccato che si sia lasciato così poco spazio a Carlo Gabardini, perfetto avvocato incapace che vince grazie alle corna che il pretore gli mette.
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ultimoboyscout
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venerdì 30 gennaio 2015
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una storia tutta luinese.
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Il film è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Piero Chiara, pubblicato da Mondadori nel 1973. Lo stesso Chiara aveva lavorato ad una trasposizione cinematografica ma non venne trovato nessuno disposto a realizzarla. Solo nel 2013, nell'anno del centenario della nascita dello scrittore, grazie all'intervento della luinese Sarah Maestri, concittadina di Chiara, si è trovato l'accordo per la produzione. Regia e sceneggiatura sono affidate a Giulio Base, i protagonisti sono la stessa Maestri e Francesco Pannofino, ovvero la moglie trascurata e il pretore fedifrago. La vicenda si svolge proprio a Luino, sulle sponde del Lago Maggiore, negli anni Trenta, nel pieno del periodo Fascista. Augusto Vanghetta è il potente pretore che non ha certo l'aspetto del seduttore e dello sciupafemmine ma sfrutta alla grande la sua professione per concretizzare l'amplesso.
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Il film è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Piero Chiara, pubblicato da Mondadori nel 1973. Lo stesso Chiara aveva lavorato ad una trasposizione cinematografica ma non venne trovato nessuno disposto a realizzarla. Solo nel 2013, nell'anno del centenario della nascita dello scrittore, grazie all'intervento della luinese Sarah Maestri, concittadina di Chiara, si è trovato l'accordo per la produzione. Regia e sceneggiatura sono affidate a Giulio Base, i protagonisti sono la stessa Maestri e Francesco Pannofino, ovvero la moglie trascurata e il pretore fedifrago. La vicenda si svolge proprio a Luino, sulle sponde del Lago Maggiore, negli anni Trenta, nel pieno del periodo Fascista. Augusto Vanghetta è il potente pretore che non ha certo l'aspetto del seduttore e dello sciupafemmine ma sfrutta alla grande la sua professione per concretizzare l'amplesso. Nel frattempo, legami familiari, insuccessi in qualità di scrittore di commedie teatrali e la presenza del proprio assistente Mario, faranno scivolare il pretore in una parabola discendente vorticosa. Pannofino è bravo, forse non ha ancora raggiunto i gradi del protagonista (lo è assolutamente, invece, come doppiatore) e nella sua interpretazione risulta decisamente pesante, fin troppo trash in un film in cui il grottesco la fa da padrone. Si tratta di una farsa in stile anni '70, una commediola sexy in cui ad essere belli sono solo i paesaggi ma che, persino quelli, sembrano trovarsi li per caso e fini a se stessi. Si respira per tutto il film un'aria di grande pressappochismo e di sagra paesana incredibilmente (e volutamente) macchiettistica.
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