kevin de law
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lunedì 19 maggio 2014
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cioccolatino con retrogusto amaro
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L'idea era grandiosa, la grafica eccezionale (altro che Roland Emmerich!) e le tematiche meravigliose... Eppure, al termine del film, ho provato una sensazione di amarezza. La trama era fiacca, gli attori non proprio bravi e il re dei mostri perlopiù assente. Un vero peccato, perché un film così potenzialmente squisito meritava di più. Spero davvero che il già annunciato sequel gli renda giustizia!
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nuragix
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lunedì 19 maggio 2014
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film penoso
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Film di rara bruttezza e sgradevole. Dovrebbero risarcire il biglietto a quanti sono stati turlupinati da una pubblicità estremamente fuorviante.
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giorgia81
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lunedì 19 maggio 2014
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da vedere
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non sono un'esperta dei dettagli tecnici e non ho mai visto gli altri film.
mi piace il cinema e consiglio di vedere questo film.
una cosa che non mi aspettavo e che, alla fine di tutto, Godzilla è buono! non lo vogliono neanche uccidere, solo lo seguono... e io che mi aspettavo che tutto il film girasse intorno agli umani che devono cercare il modo di distruggerlo!!!
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the_diaz_tribe
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lunedì 19 maggio 2014
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la banalità non è sempre dei blockbuster
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Accade sempre questo quando si ha a che fare con un enorme quantitativo di roba da gestire e assemblare coerentemente: si rischia di mettere forzatamente tutto insieme, per poi scoprire di non avere prodotto niente di significativo. Questo rischio attanaglia anche il cinema, soprattutto quando si parla di un tema come l’antropocentrismo che costruisce un’idea di uomo che può permettersi di sfruttare la natura a suo piacimento e di un qualcosa che ristabilisca l’equilibrio naturale.
Quest’anno è il sessantesimo anniversario dalla nascita cinematografica (1954) di Godzilla, il gigantesco mostro (tecnicamente kaijū, dalla fantascienza giapponese) diventato iconico, creato dal regista Ishirō Honda.
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Accade sempre questo quando si ha a che fare con un enorme quantitativo di roba da gestire e assemblare coerentemente: si rischia di mettere forzatamente tutto insieme, per poi scoprire di non avere prodotto niente di significativo. Questo rischio attanaglia anche il cinema, soprattutto quando si parla di un tema come l’antropocentrismo che costruisce un’idea di uomo che può permettersi di sfruttare la natura a suo piacimento e di un qualcosa che ristabilisca l’equilibrio naturale.
Quest’anno è il sessantesimo anniversario dalla nascita cinematografica (1954) di Godzilla, il gigantesco mostro (tecnicamente kaijū, dalla fantascienza giapponese) diventato iconico, creato dal regista Ishirō Honda. Da questa prima apparizione le opere cinematografiche (ma anche fumettistiche e televisive) su Godzilla sono continuate fino all’uscita nelle sale dell’ultimo remake americano (raggiungendo quota trentadue), diretto da Gareth Edwards, che riprende omaggiando il filone mitico dell’originale giapponese – al contrario di quello che precedentemente aveva prodotto nel 1998 Roland Emmerich, un mostro solamente distruttivo, simile a un’iguana, invece che a un dinosauro.
Gareth Edwards, giunto al suo secondo lavoro, dopo il primo sci-fi Monsters del 2010, riesce a dare nuove vesti al suo Godzilla, uscendone in modo molto dignitoso, viste le aspettative che si erano create nel corso degli anni, film dopo film, sul kaijū.
Dopo i titoli di apertura – con tavole di studi su L’origine delle specie di Darwin, dei documenti, articoli e filmati di repertorio sui disastri nucleari degli anni ’40 e ‘50 fatti passare dal governo americano come test nucleari, e utilizzati in realtà per abbattere il lucertolone gigante proveniente dal Pacifico – la storia si apre nel 1999, quando vengono riscoperti nelle Filippine le crisalidi di due mostri preistorici e dei fossili di un Godzillasaurus. Vicino a Tokio, una centrale nucleare rimane coinvolta in un terremoto in cui perde la vita la moglie (il premio Oscar Juliette Binoche) dello scienziato Joe Brody, il quale, senza darsi pace, indagherà e sosterrà che ad aver causato il disastro non sia stato un evento naturale, ma qualcosa di ben più minaccioso. Quindici anni dopo, infatti, il fisico Joe Brody, interpretato in modo estremamente drammatico da Bryan Cranston (volto iconico della serie tv Breaking Bad), continua a sostenere le sue tesi complottistiche coinvolgendo poi nella storia anche suo figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson, protagonista di Kick-Ass), ormai tenente ed esperto artificiere.
Non sempre Hollywood crea facili blockbuster “tutto fumo (leggasi effetti speciali, spettacolo puro) e niente arrosto” (leggasi emozioni con tanto di morale), anzi: ci sono molti aspetti – di lettura anche politica – come l’uomo vs la natura, quello delle conseguenze del nucleare, le colpe delle generazioni precedenti che si ripercuotono su quelle future (simboleggiate dai volti dei bambini che guardano gli eventi); questi sono tutti temi che l’attento regista è riuscito a trattare bene, in modo originale e non superficiale, nonostante il pericolo intrinseco dei titoli di questo genere di cadere nell’ampollosità.
Gareth Edwards, aiutandosi con una fotografia dai toni cupi e plumbei, con scenografie di città abbandonate alla distruzione, con polvere e detriti ovunque, riesce a tenere la tensione sempre percepibile, soprattutto grazie all’apparizione centellinata (e mai abusata) della creatura che ora ha raggiunto una straordinaria altezza: 110 metri, tenendo ora lo scettro della più alta mai apparsa nella storia del cinema.
Tra i personaggi principali, viene sfruttata la figura del professore di Ken Watanabe (L’ultimo samurai, Inception), che si potrebbe definire, con le sue continue espressioni attonite, il connettore e catalizzatore dell’impotenza dell’umanità di fronte alla feroce distruzione provocata dalle creature – nemiche storiche di Godzilla – uscite dalle crisalidi, che, più di Godzilla stesso, irromperanno nella scena.
Il simbolo dell’inquieta minaccia della vendetta di Madre Natura si incarna così in Godzilla, che è incontrastabile creatura che ristabilisce l’ordine naturale. Ci dimostra anche la nostra piccolezza rispetto alle cose più grandi di noi, che ci lascia soli con le conseguenze delle nostre colpe.
La presenza di pochi scontri, ben distribuiti e incisivi, riesce così a divenire preziosa (senza eccitare retoricamente) e a dipanare una narrazione che rimane sempre realistica nei toni e che si incarna abbastanza bene nei rapporti genuini tra i personaggi.
La pecca principale ed evidente del film è cercare di condensare un emozionante e semplice happy ending che trasmetta gioia e speranza nella redenzione, ma che molto stona con lo stile del resto del film.
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veritasxxx
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lunedì 19 maggio 2014
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il risveglio del dinosauro più ecologico del mondo
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Ecco "Gò-gillà", come pronunciato dallo scenziato giapponese che assiste al risveglio del dinosauro più ecologico del mondo: non sporca, non inquina, esce dal mare, distrugge i cattivi e poi ritorna a cuccia senza calpestare neanche un'automobile per sbaglio. Il punto è...perchè lo fa? Forse perchè preferisce un pianeta abitato da esseri insignificanti che utilizzano l'energia atomica per i loro bisogni piuttosto che avere altre mostruose creature con cui competere, che ne potrebbero mettere al pericolo la sopravvivenza? Il film non offre risposte, ma nelle sue due ore e passa di durata ci offre un buon esempio di azione in computer graphic.
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Ecco "Gò-gillà", come pronunciato dallo scenziato giapponese che assiste al risveglio del dinosauro più ecologico del mondo: non sporca, non inquina, esce dal mare, distrugge i cattivi e poi ritorna a cuccia senza calpestare neanche un'automobile per sbaglio. Il punto è...perchè lo fa? Forse perchè preferisce un pianeta abitato da esseri insignificanti che utilizzano l'energia atomica per i loro bisogni piuttosto che avere altre mostruose creature con cui competere, che ne potrebbero mettere al pericolo la sopravvivenza? Il film non offre risposte, ma nelle sue due ore e passa di durata ci offre un buon esempio di azione in computer graphic. Il problema di questi film è sempre lo stesso: finchè uno li vede in 3d sul grande schermo il tempo passa e non ci si fanno troppe domande sulla qualità della storia, ma appena usciti dalla sala sembra di essere scesi dalla giostra con mamma che dice "ora andiamo a casa che devi fare i compiti!". Purtroppo, con Godzilla 2014 la sensazione è che oltre alle belle immagini non ci sia niente altro per lo spettatore.
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melvin ii
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lunedì 19 maggio 2014
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il re dei mostri è tornato
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Il biglietto d’acquistare per “Godzilla” è 3)Di pomeriggio
“Godzilla” un film del 2014 diretto da Gareth Edwards, con Aaron Taylor-Johnson, Juilette Binoche, Bryan Cranston, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Sally Hawkins, David Strathairn.
Da bambino non avevo paura del buio, i film horror erano il mio piano quotidiano e adoravo i mostri. Pur non essendo un grande fan di Godzilla, mi piaceva l’idea del mostro che ogni tanto si risvegliava dal sonno e decideva di farsi “una passeggiata” nel mondo. “Godzilla” è associato all’incuria e abuso dell’uomo nell’usare l’energia nucleare
Anche se è un prodotto tipicamente commerciarle, spesso il nostro amico mostro è stato usato come bandiera contro il nucleare dalla sinistra ambientalista e degli ecologisti tout court.
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Il biglietto d’acquistare per “Godzilla” è 3)Di pomeriggio
“Godzilla” un film del 2014 diretto da Gareth Edwards, con Aaron Taylor-Johnson, Juilette Binoche, Bryan Cranston, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Sally Hawkins, David Strathairn.
Da bambino non avevo paura del buio, i film horror erano il mio piano quotidiano e adoravo i mostri. Pur non essendo un grande fan di Godzilla, mi piaceva l’idea del mostro che ogni tanto si risvegliava dal sonno e decideva di farsi “una passeggiata” nel mondo. “Godzilla” è associato all’incuria e abuso dell’uomo nell’usare l’energia nucleare
Anche se è un prodotto tipicamente commerciarle, spesso il nostro amico mostro è stato usato come bandiera contro il nucleare dalla sinistra ambientalista e degli ecologisti tout court.
“Godzilla” quest’anno ha compiuto 60 anni e non poteva non esserci un nuovo film in suo onore.
Dopo il film flop Roland Emmerich, del 1998 che aveva deluso i milioni di fan, c’era tanta attesa mista a diffidenza per il film di Edwards.
Il film ambientato tra il Giappone e gli Stati Uniti parte nel lontano 1999 quando un misterioso gruppo M.O.N.A.R.C.H guidato dagli scienziati Ichiro Serizawa(Watanabe) e Dottoressa Wates(Hawkins) scopre nelle Filippine delle inquietanti crisalidi aperti di creature preistoriche. Contemporaneamente a Tokyo si verifica un gravissimo incidente in una centrale nucleare diretta da Joseph Brody(Cranston), dove morirà l’amata moglie Sandra(Binoche).
Quindici anni dopo Brody scopre, prima di morire, che l’incidente nucleare non fu naturale e come il governo giapponese ha cercato di studiare e nascondere il MUTO(creatura preistorica) che si nutre d’energia nucleare e che è incontrollabile.
Ben presto si scopre l’esistenza di due MUTI che cominciano a devastare le varie città provocando il risveglio di Godzilla, antico predatore , portando così sulla scena ben tre mostri.
L’uomo assiste così impotente alla lotta spettacolare e cruenta tra le tre creature. Emblematica è la frase di Watanabe “« L'arroganza dell'uomo è pensare che la natura sia sotto il nostro controllo e non il contrario. » e poi rivolto ai militari “Facciamoli combattere”.
Questo “Godzilla” è sicuramente più fedele alla tradizione e allo spirito del suo creatore.
Godzilla è un mostro, ma nello stesso tempo l’unico in grado di poter salvare il mondo, anche se lo fa per il suo interesse. Il film è ricco di effetti speciali e ha una bella fotografia, ma nonostante tutto ha un ritmo lento e quasi noioso. Non c’è simbiosi tra i due piani di racconto (gli uomini e i mostri). La sceneggiatura non riesce a creare pathos ed emozioni fino in fondo. Risulta prevedibile e scontata. I dialoghi sono poveri e retorici.
Le scene di battaglia tra i mostri sono ben costruite e sicuramente coinvolgono lo spettatore.
Da menzionare la scena dei soldati che si lanciano con i paracaduti in mezzo ai mostri nell’oscurità della notte, davvero suggestiva.
La regia convince abbastanza pur non avendo a disposizione una sceneggiatura valida. Ha sicuramente il merito d’aver ridato lustro all’immagine di Godzilla riportandolo agli antichi fasti con delle belle sequenze.
Il cast è anonimo e si limita a timbrare il cartellino, senza scaldare lo spettatore.
Il finale “aperto” piace perché omaggia il vincitore della battaglia e conferma quanto l’uomo sia ben poca cosa rispetto alla potenza della Natura.
“Godzilla 2014” è un discreto film dove manca l’eroe tradizionale, ma lo spettatore alla fine si rende conto che i veri mostri sono altri.
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no_data
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lunedì 19 maggio 2014
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non si poteva fare un godzilla peggiore di questo
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Difficile esprimere il disagio e l'imbarazzo nel vedere scene non curate e con dei dialoghi degni di un cartone animato di ultima categoria. Dopo tanti remake di Godzilla speravo quantomeno di vedere un discreto film di fantascienza. Niente di tutto ciò. Ho come la sensazione che chi ha scritto la sceneggiatura non ha perso nemmeno un minuto nel curare i dettagli. Bruttissimo film con dialoghi banali al limite della demenzialità. Storia incomprensibile e regia schizzofrenica. Si passa dal genere comico al drammatico al sentimentale al fantascentifico senza nessun nesso. Non mi capacito di come si possa distribuire nelle sale un film così mal riuscito.
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nino pell.
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domenica 18 maggio 2014
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straordinari effetti ma discreto nel complesso
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Consueto e prevedibile filmone hollywoodiano a base di mastodontici effetti speciali a discapito di un livello interpretativo quasi totalmente inespressivo, fatta eccezione per i primi 20 minuti in cui, purtroppo, gli attori di maggior livello scompaiono presto dalla scena in quanto vittime dell'apocalisse di mostri. Chiarisco che il film di per se non delude, ma nel complesso, non decolla sotto il profilo dell'intensità, risultando anzi nel finale amorfo e asettico, sebbene, paradossalmente ne risulta essere molto genuina la narrazione degli avvenimenti. C'è comunque da evidenziare sicuramente una maggiore dignità relativamente al contesto della trama e dei vari temi affrontati rispetto a certi precedenti scialbi remake del genere.
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nuragix
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domenica 18 maggio 2014
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semplicemente basito
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Film davvero poco gradevole, scadente. Un'eccellente trovata pubblicitaria e nulla più. Profondamente deluso. In certi casi dovrebbe essere prevista la restituzione del costo del biglietto
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thegamer23
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domenica 18 maggio 2014
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noi lo chiamiamo gojira
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Lo avevamo lasciato intrappolato sul Brooklyn Bridge di New York, sotto forma di iguana troppo cresciuta, colpito a morte da un paio di razzi dopo un'estenuante caccia al pesce.
Lo ritroviamo vivo e vegeto 16 anni dopo, in un vero e proprio reboot affidato alle promettenti mani di Gareth Edwards, autore di quel piccolo gioiello low-budget che e' "Monsters".
Un compito difficile per il regista britannico, chiamato ad attualizzare una figura, quella di Godzilla, caduta quasi nel dimenticatoio dopo l'ultima fatica di Roland Emmerich, targata 1998. Forte dell'esperienza maturata con il sorprendente "Monsters", Gareth Edwards decide di affrontare la titanica impresa propendendo per l'approccio meno scontato: due ore di mazzate e distruzione senza soluzione di continuita'?
Macche', Edwards si prende tutto il tempo necessario per spianare la strada all'arrivo del re dei kajiu, introducendo nella prima parte le inquietanti fisionomie (riuscitissime) dei suoi due grandi antagonisti, due giganteschi M.
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Lo avevamo lasciato intrappolato sul Brooklyn Bridge di New York, sotto forma di iguana troppo cresciuta, colpito a morte da un paio di razzi dopo un'estenuante caccia al pesce.
Lo ritroviamo vivo e vegeto 16 anni dopo, in un vero e proprio reboot affidato alle promettenti mani di Gareth Edwards, autore di quel piccolo gioiello low-budget che e' "Monsters".
Un compito difficile per il regista britannico, chiamato ad attualizzare una figura, quella di Godzilla, caduta quasi nel dimenticatoio dopo l'ultima fatica di Roland Emmerich, targata 1998. Forte dell'esperienza maturata con il sorprendente "Monsters", Gareth Edwards decide di affrontare la titanica impresa propendendo per l'approccio meno scontato: due ore di mazzate e distruzione senza soluzione di continuita'?
Macche', Edwards si prende tutto il tempo necessario per spianare la strada all'arrivo del re dei kajiu, introducendo nella prima parte le inquietanti fisionomie (riuscitissime) dei suoi due grandi antagonisti, due giganteschi M.U.T.O (massive unidentified terrestial organism), assetati di radiazioni quanto portatori di morte e distruzione al loro inarrestabile passaggio.
Come ci ricorda il buon Ken Watanabe, pero', "La natura ha un ordine. Un modo per riportare l'equilibrio. Noi lo chiamiamo...Gojira".
Ed ecco che fa il suo ingresso in scena lui, Godzilla, finalmente divino nella sua magnificenza. Edwards lo svela piano piano, quasi giocando con lo spettatore, interrompendo l'azione poco prima del momento piu' atteso, quello dello scontro fisico coi MUTO.
Un'attesa sofferta, inframezzata da vicende umane non particolarmente riuscite (fatta eccezione per la breve quanto intensa interpretazione di un grande Brian Cranston) ma mai fastidiose,
E la resa dei conti, a lungo attesa, esplode con fragorosa violenza nell'ultima mezz'ora di film. Godzilla si materialliza in tutta la sua maestosita': il suo ruggito devastante prelude ad un combattimento mozzafiato quanto violento contro i due temibili MUTO.
Il tutto supportato da una CGI perfettamente bilanciata ed un sound semplicemente eccezionale.
Resta un po' di amaro in bocca per vicende umane banali quanto poco coinvolgenti, con due protagonisti sotto-tono (Taylor Johnson poco convincente, cosi' come la sua controparte Olsen ) ed
una serie di situazioni a stampo militare poco credibili.
Ma quando l'azione si sposta su di loro, i maestorsi kajiu, la perplessita' si trasforma in interesse, l'interesse in stupore, lo stupore in esaltazione.
Godzilla e' tornato davvero, Gareth Edwards ha centrato l'obiettivo.
4\5
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