Titolo originale | Kkeut-kka-ji-gan-da |
Anno | 2014 |
Genere | Azione, Thriller |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Seong-Hun Kim |
Attori | Lee Sun-kyun, Jin-woong Cho, Shin Jung-Keun, Jang In-Sub, Jeong Man-sik Kim Dong-Young (II), Dong-mi Shin, Jeong-geun Sin, Joo Suk-tae, Heo Jung-eun, Park Bo-Gum, Kim Bo-Kyung, Choi Eun-seok, Kim Geu-rim, Lee Geun-hoo (II), Kim Gun-ho, Baek Gwang-Doo, Ha-seok Jo, Kim Hae-gon, Lee Hee-seok, Hyeon-geol Lee, Hyun-woo Seo, Jae-won Lee, Lee Ji-hoon (II), Baek Jong-hwan, Lee Joon-hyuk, Ju-bong Gi, Byun Jung-Hye, Kim Jung-woo, Kim Kang-hyeon, Kim Kyung-bum, Nam Kyung-eub, Jang Nam-boo, Sang-hee Lee, Kim Seung-hun, Lee Seung-Joon, Ahn Soo-ho, Yoo Soon-woong, Woo-hyeok Jeong, Yoo-ram Bae, Young-kyu Song. |
Tag | Da vedere 2014 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 4 settembre 2020
Un detective messo sotto pressione. Il film ha ottenuto 3 candidature a Asian Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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In meno di 24 ore al detective Go Geon-soo capita ogni disgrazia possibile: la moglie divorzia, la madre muore e un'indagine degli Affari Interni si concentra su di lui e sui suoi colleghi. Guidando a tutta velocità per dirigersi al funerale della madre, Geon-soo investe un passante e lo uccide, ma anziché denunciare l'accaduto, nasconde il cadavere nel bagagliaio. Le conseguenze di questo gesto porteranno a una sequenza di eventi incredibili.
Guardando tanto al cinema d'azione della Hollywood anni Settanta, quello di Senza un attimo di tregua e di Chi ucciderà Charlie Varrick?, che alla Hong Kong di Ringo Lam e Wilson Yip, Kim Seong-hun confeziona il perfetto B-movie per gli anni Dieci. Quando tutto è stato raccontato, nulla è in grado di stupire ancora ed esserne consapevoli è il primo passo per partire con il piede giusto. Una tabula rasa delle ambizioni e dei tentativi di scavare nella psicologia dei personaggi, che restano volutamente sagome bidimensionali. A contare è solo l'entertainment dello spettatore, sottoposto a un crescendo irresistibile di sollecitazioni, e una sceneggiatura a cui è impossibile trovare un difetto, una scelta gratuita o un pleonasmo.
L'unica, minima, riflessione sotto testo che la macchina della suspense di Kim Seong-hun strappa al ritmo irrefrenabile dello storytelling è la critica feroce nei confronti delle forze dell'ordine e delle gerarchie sociali in genere, al solito speculari nel mondo del crimine e in quello della legge, ridotti a un unicum indistinguibile. Come se il bullismo e la prevaricazione che popolano diversi racconti di formazione sudcoreani non potessero che condurre inevitabilmente a un simile approdo. Una società degli uomini in cui l'individuo assomiglia a una fiera in gabbia, obbligato ad astuzie e opportunismi sempre più immorali, senza fermarsi neppure di fronte all'apertura della bara della propria madre per ottenere la salvezza. O, per meglio dire, l'avanzamento al prossimo livello di un videogioco da incubo, orchestrato da un sadico demiurgo. Un action-thriller di rara efficacia - con un villain memorabile quanto inarrestabile e la sensazione permanente di prevedere ciò che succederà senza che questo impedisca di pregustarlo - ancora una volta proveniente dalla cinematografia sudcoreana, che in tempi recenti al genere ha donato opere immortali. Tanto efficace da far perdonare persino gli immancabili finali e controfinali a sorpresa (se ne contano cinque), funzionali anziché gratuiti. Plauso della critica in ognuno dei molti festival da cui è transitato.