giovanni
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domenica 19 aprile 2020
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originale, profondo, fatto bene
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Finalmente un film non fatto per il supermercato, cioè per piacere al grosso pubblico.
Non piacerà a tutti perché non è fatto per piacere.
E' originale, profondo, fatto bene... e fa pensare: Si può volere di più?
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gianleo67
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lunedì 26 dicembre 2016
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l'ospite segreto
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Donna single e indipendente, Irene si divide tra le continue trasferte negli hotels di lusso che recensisce per lavoro ed una vita affettiva distratta e frettolosa che la lega alla famiglia della sorella sposata e ad un ex compagno, ora amico inseparabile. La prematura e improvvisa scomparsa di una donna sola come lei, occasionalmente conosciuta durante un soggiorno berlinese, la faranno ricredere sulla falsa libertà della sua condizione di inviata giramondo e sulla fragilità esistenziale di chi non riesce a legarsi veramente a qualcun altro.
Commedia dolce-amara sulla solitudine della donna moderna, il film di Maria Sole Tognazzi, ricalca più o meno fedelmente le perniciose inclinazioni della maggior parte del cinema d'autore nostrano, sospeso tra la leggerezza di uno spunto in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore e le riflessioni en passant sulla ricerca di una improbabile felicità al di fuori dei consolidati schemi dell'affettività familiare.
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Donna single e indipendente, Irene si divide tra le continue trasferte negli hotels di lusso che recensisce per lavoro ed una vita affettiva distratta e frettolosa che la lega alla famiglia della sorella sposata e ad un ex compagno, ora amico inseparabile. La prematura e improvvisa scomparsa di una donna sola come lei, occasionalmente conosciuta durante un soggiorno berlinese, la faranno ricredere sulla falsa libertà della sua condizione di inviata giramondo e sulla fragilità esistenziale di chi non riesce a legarsi veramente a qualcun altro.
Commedia dolce-amara sulla solitudine della donna moderna, il film di Maria Sole Tognazzi, ricalca più o meno fedelmente le perniciose inclinazioni della maggior parte del cinema d'autore nostrano, sospeso tra la leggerezza di uno spunto in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore e le riflessioni en passant sulla ricerca di una improbabile felicità al di fuori dei consolidati schemi dell'affettività familiare. Se l'emulazione dei modelli americani riesce talvolta più facile che avvalersi di soluzioni veramente originali (Up in the Air), questa piece cinematografica della Tognazzi (scritta a sei mani insieme ai bravi Francesca Marciano e Ivan Cotroneo) alterna un pò schematicamente i siparietti delle sortite alberghiere di una commessa viaggiatrice in incognito chiamata a fare un lavoro un pò infame (La felicità è un sistema complesso) con l'accidentato percorso esistenziale di una donna in carriera cui un evento luttoso induce ad una inevitale riconsiderazione delle proprie priorità (Il mio domani), riportando toni e conclusioni alla specificità di un provincialismo culturale ove dialoghi e situazioni ricercano più il buonismo dell'effetto teatrale che la verosimiglianza di personaggi e sentimenti (le sorelle che si riconciliano grazie ad un corriere espresso, le potenziali rivali in amore colte da una improvvisa solidarietà femminile). Cucito addosso alla sorniona eleganza della bella Buy, è un film che riesce ad articolarsi nel continuo ping pong tra i vantaggi e gli svantaggi di scelte di vita diametralmente opposte, chiedendosi a più riprese se la ricerca della felicità sia il giusto compromesso tra condivisione e libertà oppure il frutto una formula magica che ciascuno potrà scoprire solamente vivendo. Ottimi comprimari l'amico del cuore del fruttivendolo Stefano Accorsi e la sorella con prole di una incasinata Fabrizia Sacchi, mentre assolutamente marginale la comparsata di un Giammarco Tognazzi che la sorella (quella vera) ha chiamato a guadagnarsi un immeritato cachet. Prodotto dall'indipendete BiancaFilm con il determinante contributo pubblico di RAI Cimena e l'immancabile sostegno ministeriale, ha il merito non secondario di una durata ragionevole. David e Ciak d'oro per Margherita Buy quale migliore attrice protagonista e Nastro d'Argento alla migliore commedia per Maria Sole Tognazzi.
Liberta' risali a ieri
ma ricordo a malapena
che eri tutti i miei pensieri
il mio pranzo e la mia cena...
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stefano capasso
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sabato 24 dicembre 2016
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la difficoltà delle relazioni
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Irene è una severa ispettrice della qualità degli alberghi. Passa la vita nelle stanze di hotel valutando, in segreto, tutti i servizi offerti dai gestori. E’ una donna molto sola, una sorella che vede ogni tante e il saltuario conforto del suo vecchio ex, ora diventato amico. Ma è convita che l’altra faccia di questa solitudine sia la libertà, alla quale tiene molto.
Durante un soggiorno a Berlino incontra una scrittrice con la quale instaurerà una intensa amicizia, e un fatto improvviso la porterà a rivedere le sue posizioni.
È un film senza sussulti questo diretto da Maria Sole Tognazzi che racconta di persone sole.
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Irene è una severa ispettrice della qualità degli alberghi. Passa la vita nelle stanze di hotel valutando, in segreto, tutti i servizi offerti dai gestori. E’ una donna molto sola, una sorella che vede ogni tante e il saltuario conforto del suo vecchio ex, ora diventato amico. Ma è convita che l’altra faccia di questa solitudine sia la libertà, alla quale tiene molto.
Durante un soggiorno a Berlino incontra una scrittrice con la quale instaurerà una intensa amicizia, e un fatto improvviso la porterà a rivedere le sue posizioni.
È un film senza sussulti questo diretto da Maria Sole Tognazzi che racconta di persone sole. Anche quelle che sono in coppia sono emotivamente sole, senza possibilità di avere un’intimità con altri essere umani. Il bisogno di sentirsi liberi, la paura di incontrare sofferenze inattese portano a scegliere la strada della solitudine emotiva e del giudizio. Una condizione che genera inquietudine e che necessariamente richiederà un cambiamento
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jamiloris
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domenica 28 agosto 2016
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niente di che
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goldenplace
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lunedì 28 settembre 2015
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viaggio sola... ma cos'è la vera solitudine ?
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Bel film, forse all'inizio leggermente lento, ma pieno di significati e con un finale che quantomeno
non puo non portare lo spettatore ad un intenso istante di riflessione.
piccolo istante che volando via con la stessa leggerezza con la quale la protagonista passa da un luogo
all'altro, potra forse renderci un po' piu saggi del viaggio precedente.
Personalmente lo raccomanderei.
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andrea alesci
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lunedì 11 maggio 2015
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dentro la solitaria limpidezza di un questionario
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C’è un ordinato senso di grazia e malinconia nelle scene che Maria Sole Tognazzi fa scorrere con garbo dinanzi al nostro sguardo interrogante. La levità del nuovo, appesa alle note che sanno di biancheria profumata di Gabriele Roberto, sin dal principio ci accompagna dentro il mondo di Irene (Margherita Buy), che vive nel segreto di un mestiere solitario, quello di ispettore di hotel.
Una vita a cinque stelle che trascorre nelle camere degli alberghi di lusso, scrutando le hall, valutando i camerieri, il servizio ai clienti, la pulizia, l’ordine, la cucina, le maniere. Una vita in giro per il mondo a confermare o meno lo status degli hotel migliori, archiviati tutti dentro al pc con la suprema meticolosità del catalogatore.
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C’è un ordinato senso di grazia e malinconia nelle scene che Maria Sole Tognazzi fa scorrere con garbo dinanzi al nostro sguardo interrogante. La levità del nuovo, appesa alle note che sanno di biancheria profumata di Gabriele Roberto, sin dal principio ci accompagna dentro il mondo di Irene (Margherita Buy), che vive nel segreto di un mestiere solitario, quello di ispettore di hotel.
Una vita a cinque stelle che trascorre nelle camere degli alberghi di lusso, scrutando le hall, valutando i camerieri, il servizio ai clienti, la pulizia, l’ordine, la cucina, le maniere. Una vita in giro per il mondo a confermare o meno lo status degli hotel migliori, archiviati tutti dentro al pc con la suprema meticolosità del catalogatore.
Una vita in giro, sempre pronta a valutare e giudicare l’operato altrui, metodicamente inquadrata entro lo spazio ordinato delle caselle da questionario. Eppure un’esistenza che si esaurisce nel lavoro, cancellando la possibilità di una vita famigliare; di quella famiglia che Irene ha sempre scansato e soltanto accarezza nei fugaci contatti con la realtà quotidiana della sorella Silvia (Fabrizia Sacchi), che ogni giorno si barcamena nella difficile arte di mamma di due vivaci bimbe e moglie di un marito musicista (Gianmarco Tognazzi) disorientato dai giochi virtuali; o di quella che avrebbe potuto costruire anni prima con Andrea (Stefano Accorsi), ex fidanzato, quindi amico fidato e unica morbida sponda per il fragile dondolio delle sue emozioni.
Una condizione che ogni giorno si fa più pesante per Irene, intrappolata fra le domande dei suoi questionari di valutazione come in una stanza le cui pareti si stringono sempre di più. Quasi senza respiro, finché non incontra una viaggiatrice solitaria come lei: nell’intimità di un bagno turco non sono soltanto i pori della pelle a dilatarsi, ma anche l’anima di Irene che si apre alla confidenza, a quella riservata dimensione che il suo rimbalzare continuo fra i privilegi degli alberghi le aveva nascosto.
Un incontro che si raddoppia al bancone del bar e che mestamente diventa momento catartico allorché l’indomani Irene viene a scoprire della morte nottetempo per infarto della donna. Ogni cosa muta in lei: si confida con Andrea, finisce nel suo letto, si ravvede, dà consigli alla nuova ragazza dello stesso Andrea di non lasciarselo scappare, infine ricompone tramite le onde del cellulare il dissapore avuto con la sorella Silvia.
E mentre la vediamo andare bagaglio in mano sul nastro trasportatore di un aeroporto, sappiamo che il chiarore della rivelazione ha reso la sua stanza solitaria più grande, rischiarata dalla luce della consapevolezza. E anche le ultime domande di un questionario lungo quanto il film hanno il respiro di chi ha capito finalmente la propria natura, di chi sa scegliere, di chi ora può affrontare il viaggio della vita: sia esso di ordinaria normalità o di aereo ondeggiare.
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lomax
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sabato 14 febbraio 2015
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si limita a galleggiare in superficie
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Pur tentando di affrontare le difficoltà di una vita solitaria, incastrata nei meccanismi di una società costruita su dei rigidi canoni, non riesce a convincermi. Ciò che meritava più attenzione e avrebbe dovuto essere approfondito è stato, invece, affrontato in modo molto sbrigativo, nell'intezione di non tradire i canoni classici della commedia. Si limita a galleggiare in superficie ricorrendo a molti cliché. Temi come la crisi di un rapporto coniugale che vede coinvolti la sorella ed il cognato, è stato solo accennato e mai approfondito. L'evento di una paternità inaspettata, e indesiderata, tenuto a margine, privilegiando una vicenda che aveva in realtà ben poco di interessante da raccontare.
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Pur tentando di affrontare le difficoltà di una vita solitaria, incastrata nei meccanismi di una società costruita su dei rigidi canoni, non riesce a convincermi. Ciò che meritava più attenzione e avrebbe dovuto essere approfondito è stato, invece, affrontato in modo molto sbrigativo, nell'intezione di non tradire i canoni classici della commedia. Si limita a galleggiare in superficie ricorrendo a molti cliché. Temi come la crisi di un rapporto coniugale che vede coinvolti la sorella ed il cognato, è stato solo accennato e mai approfondito. L'evento di una paternità inaspettata, e indesiderata, tenuto a margine, privilegiando una vicenda che aveva in realtà ben poco di interessante da raccontare. L'unico momento degno di nota è l'incontro con la scrittrice britannica, avvenuto nella sauna di un hotel di lusso, e la cui filosofia di vita è stato l'unico lampo in una narrazione scontata. e' un'opera incompiuta
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toniozzo
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venerdì 25 luglio 2014
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libera, ma sola!
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Purtroppo non ci sono i mezzi voti, se no un mezzo voto in più lo avrebbe meritato tutto! ma quattro stelle mi sembrava eccessivo.
Film volutatamente (o almeno spero) corto di durata, infatti vola via facilmente, il che non è un male alle volte, sopratutto se è ben diretto come questo, oltre ad avere una bella trama.
Sinceramente è il primo film che vedo di questa regista figlia d'arte, ergo sono andato un po' a scatola chiusa, anche se documentandomi ho visto che non ne ha fatto molti (questo era il suo terzo film).
Vedendo però scritturata la Buy, ho deciso di vederlo (difficilmente leggo le trame prima di vedere un film, per vari motivi).
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Purtroppo non ci sono i mezzi voti, se no un mezzo voto in più lo avrebbe meritato tutto! ma quattro stelle mi sembrava eccessivo.
Film volutatamente (o almeno spero) corto di durata, infatti vola via facilmente, il che non è un male alle volte, sopratutto se è ben diretto come questo, oltre ad avere una bella trama.
Sinceramente è il primo film che vedo di questa regista figlia d'arte, ergo sono andato un po' a scatola chiusa, anche se documentandomi ho visto che non ne ha fatto molti (questo era il suo terzo film).
Vedendo però scritturata la Buy, ho deciso di vederlo (difficilmente leggo le trame prima di vedere un film, per vari motivi). Non è un film facile da descrivere, come non è facile capire a che genere appartiene.
Non è una commedia, non è romantico o sentimentale, per certi versi non è manco un film d'autore o drammatico in pieno stile!
Anche se quest'ultimo forse è il genere che più si avvicina.
La trama è molto semplice e mai noiosa, il personaggio principale è Irene (Margherita Buy) che è una persona molto autoritaria e che pensa solo al suo lavoro, tralasciando tutto il resto.
Tra cui il rapporto con la sorella Silvia (uno dei temi principali della pellicola e ben interpretato da Fabrizia Sacchi).
All'inizio molto burrascoso, poi in netto miglioramento con il passare del tempo.
Breve e un po' in disparte (in confronto con le due sorelle) il personaggio che interpreta Stefano Accorsi.
Con questo non voglio dire che centra poco con le vicende, anzi.
Il punto chiave del film è verso il finale quando la protagonista si rende conto di come sta procedendo la sua vita (che poi è l'unico punto drammatico) e cerca di porre rimedio.
Purtroppo il fratello della regista, come spesso gli accade, ha un ruolo molto marginale (qui nella specifico quasi di comparsa) peccato perché lo reputo un bravo attore.
In definitiva è un film da vedere e che consiglio se si vuol passare 80 minuti "intelligenti".
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onufrio
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mercoledì 16 luglio 2014
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meglio soli..
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Ammetto di essermi presentato davanti allo schermo con un pò di scetticismo, ma sono bastati pochi minuti per cambiare idea, notando un film raffinato e ben fatto con una Margherita Buy in stato di grazia che conferma le proprie straordinarie capacità interpretative. Irene (Buy) è un'ispettrice di alberghi, vagabonda di lusso negli hotel a cinque stelle, pronta ad esaminare ogni minimo particolare per castigare questi ambiti alberghi; ma la vita privata è pressoché assente, la donna è single e fatica a mantenere i rapporti anche con l'unico legame, la sorella Silvia e famiglia. Un'incontro con una donna in quel di Berlino cambia le prospettive di Irene, facendola riflettere sulla propria vita e sul futuro.
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Ammetto di essermi presentato davanti allo schermo con un pò di scetticismo, ma sono bastati pochi minuti per cambiare idea, notando un film raffinato e ben fatto con una Margherita Buy in stato di grazia che conferma le proprie straordinarie capacità interpretative. Irene (Buy) è un'ispettrice di alberghi, vagabonda di lusso negli hotel a cinque stelle, pronta ad esaminare ogni minimo particolare per castigare questi ambiti alberghi; ma la vita privata è pressoché assente, la donna è single e fatica a mantenere i rapporti anche con l'unico legame, la sorella Silvia e famiglia. Un'incontro con una donna in quel di Berlino cambia le prospettive di Irene, facendola riflettere sulla propria vita e sul futuro.
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filippo catani
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giovedì 5 giugno 2014
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l'ospte inatteso: la noia
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Un'ispettrice alberghiera passa gran parte del suo tempo a ispezionare la qualità degli hotel di lusso. Nel tempo libero la donna è single e passa saltuariamente del tempo con la sorella e le nipoti e con il suo migliore amico con cui anni prima ha avuto una relazione.
Il film è stato un po' il caso cinematografico della stagione perchè, partito in sordina, grazie al passaparola ottenne un ottimo riscontro di pubblico e di critica. In realtà il vero ospite inatteso del film (il termine con cui si identifica l'ispettrice alberghiera) è la noia. La pellicola procede senza scossoni e anche le recitazioni ne risentono specialmente quella della Buy.
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Un'ispettrice alberghiera passa gran parte del suo tempo a ispezionare la qualità degli hotel di lusso. Nel tempo libero la donna è single e passa saltuariamente del tempo con la sorella e le nipoti e con il suo migliore amico con cui anni prima ha avuto una relazione.
Il film è stato un po' il caso cinematografico della stagione perchè, partito in sordina, grazie al passaparola ottenne un ottimo riscontro di pubblico e di critica. In realtà il vero ospite inatteso del film (il termine con cui si identifica l'ispettrice alberghiera) è la noia. La pellicola procede senza scossoni e anche le recitazioni ne risentono specialmente quella della Buy. Si spera in una sterzata nel finale o quantomeno in qualcosa di un pochino imprevedibile e anche quì si rimane parzialmente delusi. Buona la riflessione sulla solitudine e la mancanza di solidi rapporti umani ma effettivamente niente che non si fosse già visto o sentito. Insomma permettendoci una piccola licenza poetica diciamo che su questo film c'è stato molto rumore per (quasi) nulla.
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