
Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Valeria Allievi |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 aprile 2014
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo sessant'anni di attività, nel 1979, lo sfruttamento delle miniere di magnetite di Cogne (Aosta) viene interrotto perché giudicato antieconomico. La manutenzione degli impianti e delle gallerie è tuttavia mantenuta fino al 2010 quando la Fintecna SPA, società gestrice, presenta una rinuncia alla concessione mineraria con conseguente smantellamento definitivo. Sebbene non costituisca più un giacimento sfruttabile, il sito rappresenta la storia stessa del piccolo paese di montagna, un simbolo importante che nessuno dei suoi abitanti vorrebbe vedere scomparire: a questo scopo, comincia la mobilitazione popolare per opporsi alla decisione della Regione.
Posta a 2500 metri di altezza, Colonna, questo il nome della miniera, guarda verso le abitazioni di quelle persone che sono riuscite a costruirsi un futuro dignitoso proprio attraverso il pesante lavoro svolto all'interno delle sue gallerie. Dagli anni Dieci alla fine dei Settanta, chiarisce bene il documentario di Valeria Allievi, questo luogo intriso di fatiche e ricordi ha riscritto e scandito la personalità stessa di Cogne, sommando l'identità operaia a quella alpina tipica della sua cultura. Subito, fin dai primi minuti, a balzare all'attenzione è il tema fondamentale delle radici, l'importanza di tenere sempre ben presente la storia, non fosse altro per onorare chi ha lavorato al fine di consegnare un futuro migliore ai propri figli; sui titoli di coda, una frase riassume perfettamente il punto di vista principale del lavoro della Allievi: «Un filo sottile congiunge le generazioni che, pur non incontrandosi, si toccano grazie al fluire di quel patrimonio chiamato memoria».
Attraverso interviste ad anziani che lavorarono nella miniera, raccolte di firme, fotografie, ricerche di oggetti che ne tengono vivo il ricordo, preghiere e scongiuri, Questa miniera appare comunque troppo indeciso tra due strade: smuovere le acque al fine di spingere verso una riqualificazione intelligente del sito oppure trascendere il particolare dell'oggetto di interesse e riflettere sulla memoria in senso più generale. Nonostante l'eccessiva lunghezza e alcuni momenti lirici troppo forzati, si tratta tuttavia di un lavoro ben realizzato in cui è evidente lo sguardo affilato di una regista interessata all'argomento in prima persona. Prodotto dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d'Aosta.