linus2k
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venerdì 7 giugno 2013
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una favola troppo affollata
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C'era una volta una principessa bella e ricca che sogna di incontrare il suo principe azzurro ad un ballo ed una maga glielo confermò.
C'era una volta un cenerentolo timido, impacciato e balbuziente, che incontra per caso la sua principessa e a mezzanotte deve scappare e perde la scarpa.
C'era una volta una regina schiava del suo specchio e del botox, una fata madrina premurosa ma fragile ed insicura, un padre apparentemente sicuro di sé e dotato di un certo cinismo, ma in realtà impaurito e schiavo di irrazionali paure..
e poi il lupo cattivo, l'amica confidente, il padre, l'amico, la matrigna, le sorellastre, e l'ex marito della zia e poi.
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C'era una volta una principessa bella e ricca che sogna di incontrare il suo principe azzurro ad un ballo ed una maga glielo confermò.
C'era una volta un cenerentolo timido, impacciato e balbuziente, che incontra per caso la sua principessa e a mezzanotte deve scappare e perde la scarpa.
C'era una volta una regina schiava del suo specchio e del botox, una fata madrina premurosa ma fragile ed insicura, un padre apparentemente sicuro di sé e dotato di un certo cinismo, ma in realtà impaurito e schiavo di irrazionali paure..
e poi il lupo cattivo, l'amica confidente, il padre, l'amico, la matrigna, le sorellastre, e l'ex marito della zia e poi... e poi...
e poi probabilmente in "Quando meno te lo aspetti" i personaggi sono tanti, troppi per permettere un corretto ed esaustivo evolvere di ogni figura e riuscire a non lasciare un amarissimo senso di incompletezza finale.
Chiariamo, "Quando meno te lo aspetti", ultimo film della brava Agnès Jaoui, bravissima attrice e regista di "Il gusto degli altri", ha una serie importante di intuizioni, immagini, dialoghi interessantissimi.
Attraverso il continuo parallelismo con le favole, una regia che strizza l'occhio al cinema di Resnais, la Jaoui sicuramente dimostra divertita attenzione ed intelligente ironia sui rapporti umani, sul legame tra desiderio e realtà, tra sogno, aspirazione quasi infantile ed il quotidiano, che non è necessariamente è portatore di delusioni, semplicemente è diverso.
Ed il film diverte, appassiona nel gioco citazionistico non banale, nelle vicende di molti dei suoi personaggi (in primis quelli interpretati dalla stessa Jaoui e da un sempre bravissimo Jean-Pierre Bacri).
Il problema del film è fondamentalmente la sensazione finale di non essere stato completamente risolto, di aver concluso in maniera magari anche arguta come messaggio, ma troppo frettolosa e che diverse situazioni e personaggi anche di rilievo siano stati trascurati o non approfonditi come ci si aspetterebbe.
Le tante intuizioni avrebbero potuto essere scremate in funzione di una storia che dà la sensazione di un fiume in piena, pronto a esondare ma che si esaurisce in un rivolo nel giro di pochi minuti.
...e stavolta il "vissero tutti felici e contenti" lascia davvero troppo amaro in bocca per riuscire a promuovere del tutto il film.
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[+] una favola troppo meccanica
(di antonio montefalcone)
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zanze61
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sabato 15 giugno 2013
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ognuno col suo viaggio, ognuno diverso
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Come diceva Sigmund Freud, la vita è l’arte del compromesso. Così Marianne, fata di professione, imbranata cronica, riuscirà forse a superare i suoi complessi nella guida per salvare l’amata nipote Laura, e con un po’ di buona volontà a riappacificarsi coll’ex marito, facendo fronte comune davanti a un’insegnante monolitica nelle sue rigide certezze.
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Come diceva Sigmund Freud, la vita è l’arte del compromesso. Così Marianne, fata di professione, imbranata cronica, riuscirà forse a superare i suoi complessi nella guida per salvare l’amata nipote Laura, e con un po’ di buona volontà a riappacificarsi coll’ex marito, facendo fronte comune davanti a un’insegnante monolitica nelle sue rigide certezze. Così Pierre (l’impagabile Bacri!), sull’orlo di una crisi di nervi per l’invasione dei suoi spazi da parte della chiassosa prole della sua compagna in attesa di trasloco e ancor più per l’avvicinarsi del fatidico 14 marzo, data prevista per il suo decesso e improvvidamente rivelatagli da una cartomante (un riuscito tocco alla Woody Allen), saprà tentare mosse di riavvicinamento col proprio figlio e farsi così mansueto da assistere di propria volontà al saggio teatrale delle esuberanti marmocchie che gli hanno appena invaso la casa... Queste e tante altre storie che si intrecciano con grande scioltezza: ognuno alle prese coi suoi guai, a dibattersi e a cercare una via d’uscita, sempre e comunque provvisoria e traballante, tentando di decifrare la realtà e i suoi segni; d’altronde, la vita non è anche una lunga favola che raccontiamo a noi stessi, sognando l’amore con la A maiuscola come la giovane protagonista Laura (ma oltre al Principe qui c’è anche il Lupo), sperando che una Fata buona ci assista e che alla fine della rappresentazione tutto si appiani e che il pubblico ci applauda? Qualche volta capita davvero, come al giovane Sandro, fortunato in amicizia, in arte e in amore, ma non nel modo previsto, appunto “quando meno te lo aspetti”! Anche se non al livello di Il gusto degli altri e Così fan tutti, il nuovo film di Agnès Jaoui riprende piacevolmente il discorso sulle complicazioni della vita, insinuando nella ricchissima trama gustosi inserti favolistici e giocando su un cast di attori in eccellente sintonia. Come nei due film precedenti, il sipario si chiude su uno spettacolo teatrale, gioco nel gioco del cinema, in cui si tirano le somme (provvisorie, naturalmente!) della storia, con la regista in veste di fata, dea ex machina nella finzione del teatro così come nella realtà del cinema.
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flyanto
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lunedì 10 giugno 2013
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le fobie ed i sogni di tutte le età
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Commedia in cui vengono descritti alcuni spaccati di vita quotidiana di vari personaggi alle prese con le proprie fobie, i propri sogni e le proprie aspirazioni. Pertanto c'è la giovane donna che è alla ricerca del suo "principe azzurro" che poi, dopo aver creduto di averlo trovato, abbandonerà per un uomo più affascinante ma alquanto inaffidabile, infrangendo così per sempre i propri ideali romantici, c'è l'uomo di mezz'età che ha paura della morte a lui predetta come certa da un'imbrogliona veggente, c'è la donna di mezz'età che vive un'esistenza abbastanza fallimentare sia professionalmente come attrice che come donna, ormai separata dal marito, c'è quella che invece ha paura di invecchiare e ricorre ad ogni mezzo per apparire più giovane, ecc.
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Commedia in cui vengono descritti alcuni spaccati di vita quotidiana di vari personaggi alle prese con le proprie fobie, i propri sogni e le proprie aspirazioni. Pertanto c'è la giovane donna che è alla ricerca del suo "principe azzurro" che poi, dopo aver creduto di averlo trovato, abbandonerà per un uomo più affascinante ma alquanto inaffidabile, infrangendo così per sempre i propri ideali romantici, c'è l'uomo di mezz'età che ha paura della morte a lui predetta come certa da un'imbrogliona veggente, c'è la donna di mezz'età che vive un'esistenza abbastanza fallimentare sia professionalmente come attrice che come donna, ormai separata dal marito, c'è quella che invece ha paura di invecchiare e ricorre ad ogni mezzo per apparire più giovane, ecc....insomma un variegato e quanto mai realistico campionario di umanità. Le vite di tutti questi personaggi nel corso della narrazione si intersecano e si allontanano in una divertente e delicata girandola che riflette perfettamente le debolezze, le fobie, nonchè i lati positivi e le virtù degli esseri umani e la loro difficoltà a relazionarsi gli uni con gli altri. Ed è proprio con questo intento che la regista ed anche protagonista Agnès Jaoui ha dato corpo alla realizzazione del suo film costruendolo con un ritmo spumeggiante grazie al'impiego di innumerevoli battute spiritose e salaci che ricordano alla lontana quelle che si riscontrano nei films di Woody Allen. L'atmosfera in generale è scherzosa e lieve, quasi a voler dire di prendere la vita così come viene, accettando di buon grado e soprattutto con ironia ed, a volte, pure con rassegnazione quello che di bello o brutto possa capitare. Insomma, una commedia, sia pure nella sua leggerezza, molto ben fatta grazie soprattutto ai suoi equilibri ed al suo sottile sarcasmo che, del resto, si sono già riscontrati nella precedente pellicola "Il gusto degli altri" della stessa regista e con in gran parte gli stessi attori (sia lei stessa che il suo bravissimo nella vita reale consorte Jean-Pierre Bacri). Un film sicuramente da non perdere per un divertimento intelligente e nello stesso tempo spensierato.
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trammina93
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lunedì 15 settembre 2014
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film totalmente insipido
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E' un film lento e noioso. Già dall'inizio non mi ha attirato molto ma a metà film non ero coinvolta per niente, volevo che il film finisse al più presto e non l'ho lasciato a metà solo perchè ero curiosa di sapere come andasse a finire, non amo lasciare a metà i film. Ci sono troppi personaggi e nel tentativo di creare vari tipi di personaggi particolari si è finiti per abbozzare sootanto alcuni e quelli trattati più profondamente sono stati deludenti. Protagonisti sono due ragazzi, Laura e Sandro. Il film si apre con un sogno di lei in cui incontra il prinicipe azzurro, Sandro, ai piedi di una statua. Varie volte sarà ricorrente la tematica del sogno.
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E' un film lento e noioso. Già dall'inizio non mi ha attirato molto ma a metà film non ero coinvolta per niente, volevo che il film finisse al più presto e non l'ho lasciato a metà solo perchè ero curiosa di sapere come andasse a finire, non amo lasciare a metà i film. Ci sono troppi personaggi e nel tentativo di creare vari tipi di personaggi particolari si è finiti per abbozzare sootanto alcuni e quelli trattati più profondamente sono stati deludenti. Protagonisti sono due ragazzi, Laura e Sandro. Il film si apre con un sogno di lei in cui incontra il prinicipe azzurro, Sandro, ai piedi di una statua. Varie volte sarà ricorrente la tematica del sogno. evidentemente alla regista piaceva essere Freud per un giorno e questi riferimenti onirici avranno esaltato i critici che gli hanno dato tre stelle e mezzo, perchè i critici sempre amano la psicologia in mezzo ai film ma noi comuni mortali queste cose non le percepiamo e non ce ne può fregar di meno. Anche la modalità fiabesca sarà presente in tutto il film perchè è un modo per la regista per rovesciare dei clichè e usare sarcasmo simulando il caro Woody Allen, peccato non lo faccia con la sua maestria e che non faccia ridere neanche un quinto di quanto lo faccia Woody. Così dunque Laura e Sandro si incontrano davvero ad una festa e lei lo vede davanti alla statua come nel sogno, ballano ma lui deve andar via a mezzanotte e scappa lasciando una scarpa (una delle poche scene in cui ho sorriso). I due si rincontreranno e nascerà una storia d'amore. Dopo un pò finirà perchè lei andando nel bosco troverà il lupo cattivo di cui si innamorerà, un tale Maxime, tipo antipatico e scontroso che tratta male tutti, in primis lei quando si frequenteranno, eppure ritenuto tipo affascinante per cui lei perderà la testa. Ovviamente anche tra loro finirà e lei ricorrerà a mix di alcol e pasticche per il suo mal d'amore. Dopo quasi due ore di film in cui ci siamo sorbiti queste due storie d'amore finite male, Sandro capisce che il suo vero amore è la sua migliore amica che suona con lui che si era capita dal principio innamorata di lui. Allora perchè non farli mettere insieme dal principio o farli vedere di più insieme? Lei si vedeva pochissimo nel film. Inoltre altri personaggi del film sono i rispettivi genitori dei ragazzi. Quelli di lui sono divorziati. Ha un padre con cui non ha un ottimo rapporto perchè il padre non riesce ad esprimere il suo affetto ed è cinico. Lui è il personaggio migliore, le scene migliori vedono lui come protagonista, esilaranti i suoi discorsi sulla morte ai bambini oppure le sue guide con la zia di Laura. Inoltre si finge razionale ma è un gran superstizioso che ha paura di morire il 15 marzo da quando una veggente gli ha detto che tale giorno sarebbe morto. Vive con una donna che si è trasferita per un periodo da lui coi suoi bambini che lui non sa gestire bene. I genitori di Laura sono anche particolari, lui uomo d'affari e la madre una sessantenne che ricorrendo alla chirurgia ne dimostra a stento trenta. La zia di Laura la si vede al lavoro impegnata in una recita scolastica da fata e nella vita privata a dover imparare a vivere da sola dopo un divorzio, gestendo una figlia che l'ha presa male dandosi al cristianesimo e con disturbi psicosomatici e dovrà anche imparare a guidare da sola. Perla carina del finale il "Vissero tutti felici e contenti e si tradirono molto". Insomma è un film che parla di storie messe così a caso, i dialoghi sono inutili e fini a se stessi e dopo aver visto due ore di film, scopri che non portano a niente.
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enzo70
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giovedì 12 maggio 2016
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un film non riuscito
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Nonostante le buone recensioni della critica, questo film che si muove sempre in una dimensione surreale tra la favola e l’incubo, le speranze e la paura mi ha sostanzialmente deluso. Infatti, nonostante un ottimo progetto culturale, tipico del cinema francese di alto livello, la trama spesso gira intorno a se stesso, perdendo una linearità del percorso che avrebbe migliorato la qualità complessiva del film. Tra un ragazzo impacciato ed innamorato il cui padre aspetta l’ora della morte ormai imminente preannunciata da una veggente molti anni prima; ed ancora un uomo dal particolare fascino nell’irretire le ragazzine con una attrice che cerca di inscenare una rappresentazione per i più piccini.
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Nonostante le buone recensioni della critica, questo film che si muove sempre in una dimensione surreale tra la favola e l’incubo, le speranze e la paura mi ha sostanzialmente deluso. Infatti, nonostante un ottimo progetto culturale, tipico del cinema francese di alto livello, la trama spesso gira intorno a se stesso, perdendo una linearità del percorso che avrebbe migliorato la qualità complessiva del film. Tra un ragazzo impacciato ed innamorato il cui padre aspetta l’ora della morte ormai imminente preannunciata da una veggente molti anni prima; ed ancora un uomo dal particolare fascino nell’irretire le ragazzine con una attrice che cerca di inscenare una rappresentazione per i più piccini. Queste storie si intrecciano in una ricerca del tempo perso o da perdere in una dimensione sicuramente umana, ma alla fine il film non decolla mai, come detto, indugia su stesso, senza riuscire a dare un senso all’intero lavoro.
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