dandy
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domenica 20 agosto 2017
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da recuperare.
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Soderberg è riuscito a girare questo film solo grazie alla HBO,dopo che tutta Hollywood aveva rifiutato di produrglielo perchè lo riteneva "troppo gay".....(dopo "I segreti di Brokeback Mountain..."avrebbe affermato il regista).Ed è stato anche snobbato da critica,Oscar e pubblico.Ci sarebbe da scrivere un libro su tutto ciò,o magari girare un documentario su come ancora oggi nella suddetta mecca del cinema(e fuori) non ci sono stati troppi progressi rispetto a 70-80 anni fa riguardo la sessualità di qualsiasi tipo....Dalle memorie di Scott Thorson,un biophic sfavillante e dolente,come le esibizioni di Liberace(mostrate pochissimo) e il suo rapporto con l'amante.
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Soderberg è riuscito a girare questo film solo grazie alla HBO,dopo che tutta Hollywood aveva rifiutato di produrglielo perchè lo riteneva "troppo gay".....(dopo "I segreti di Brokeback Mountain..."avrebbe affermato il regista).Ed è stato anche snobbato da critica,Oscar e pubblico.Ci sarebbe da scrivere un libro su tutto ciò,o magari girare un documentario su come ancora oggi nella suddetta mecca del cinema(e fuori) non ci sono stati troppi progressi rispetto a 70-80 anni fa riguardo la sessualità di qualsiasi tipo....Dalle memorie di Scott Thorson,un biophic sfavillante e dolente,come le esibizioni di Liberace(mostrate pochissimo) e il suo rapporto con l'amante.A tratti sembra prendere spunto da "Boogie Night" di Anderson,ma in questo caso nella Hollywood più sfarzosa anzichè nei bassifondi.Una Hollywood di facciata,dove l'immagine è l'unica cosa che conta,e i sentimenti proibiti devono restare rigorosamente chiusi tra le mura domestiche,lussuosa gabbia dorata dove il desiderio di libertà impossibile altrove finisce per opprimere l'amore tra i protagonisti,ma non a cancellarlo del tutto.Douglas e Damon recitano perfettamente evitando gli stereotipi,a loro agio anche in diverse scene di nudo.Efficace la descrizione dell'ambiente attorno a Liberace(che non avrebbe mai confessato la propria omosessualità),fatto di figure senz'anima(l'agente,il chirurgo,la madre interpretata da Debbie Reynolds),di regole oppressive e di manipolazione,in netto contrasto con le luci sfavillanti del palco,e del candeliere di Boemia sempre presente sul pianoforte del protagonista.Un film di tutto rispetto,da vedere per chi si ritiene cinefilo.
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gabriella
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giovedì 29 settembre 2016
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tra commedia e dramma
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Ogni tanto nel deserto televisivo viene proposto qualcosa di decente, ieri sera è stata la volta di questo film, concepito appunto per la televisione. Nonostante la firma di Steven Sodenbergh, che solitamente mi lascia perplessa, non essendo un regista nelle mie corde, stavolta devo dire che è stata una gradevole sorpresa , benchè non tutto sia perfetto. Wladziu Valentino Liberace( interpretato da un Michel Douglas in una delle sue migliori performance) è stato un celebre pianista tra gli anni 50 e gli anni 80, compositore tra l'altro di numerose colonne sonore , personaggio decisamente eccentrico e stravagante, le sue esibizioni erano a dir poco barocche e ridondanti, aveva l'abitudine di piazzare un candelabro sul pianoforte, il suo fare carismatico faceva impazzire le donne.
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Ogni tanto nel deserto televisivo viene proposto qualcosa di decente, ieri sera è stata la volta di questo film, concepito appunto per la televisione. Nonostante la firma di Steven Sodenbergh, che solitamente mi lascia perplessa, non essendo un regista nelle mie corde, stavolta devo dire che è stata una gradevole sorpresa , benchè non tutto sia perfetto. Wladziu Valentino Liberace( interpretato da un Michel Douglas in una delle sue migliori performance) è stato un celebre pianista tra gli anni 50 e gli anni 80, compositore tra l'altro di numerose colonne sonore , personaggio decisamente eccentrico e stravagante, le sue esibizioni erano a dir poco barocche e ridondanti, aveva l'abitudine di piazzare un candelabro sul pianoforte, il suo fare carismatico faceva impazzire le donne. Ma dietro la facciata pubblica , Lee ( così era chiamato dagli amici), nascondeva quella che al tempo era considerato un vero tabù, ovvero la sua omesessualità. Negli anni 70, epoca in cui l'artista si avvicinava ai 60 anni, s'invaghisce di un sedicenne Scott Thorson ( Matt Damon), i due hanno un'intensa relazione costellata da una grande passione ma anche di battibecchi, gelosie e discussioni. Scott entra a far parte di u mondo dorato, vestiti sgargianti, gioielli vistosi, cappotti di pelliccia e auto dorate, si fa travolgere dal lusso e dalla bella vita , diventa da ciò che inizialmente sembrerebbe un dominatore , data la giovane età, da dominato. Lee è cappriccioso, volubile, tremendamente narcisista, pretende che il giovane diventi il suo specchio riflesso, lo manipola, lo gestisce a suo piacimento, fino a trasformarlo in un essere simile a lui, attraverso la chirurgia estetica, un circolo vizioso che porta la relazione al logoramento. Il voler reinventare il giovane amante, mi ha fatto venire in mente un film francese del 2001 , diretto da Bernard Rapp " Un affare di gusto", in cui un ricco industriale assume un cameriere affinchè gli faccia da assaggiatore personale, ma lo scopo principale è quello di creare un clone di sè stesso, per potersi appunto riconoscere, compiaciuto nell'altro, quindi lo usa, lo gestisce a suo piacimento, fino ad annullarne completamente la sua personalità, soggiogandolo in un gioco perverso e spietato. Nel film di Sodenbergh, viene privilegiata la complessa storia d'amore tra i due protagonisti, anzichè lo showman forse il più pagato all'epoca, con il risultato di una prima parte divertente ( ricorda un pò il vizietto, certe scene), e una seconda parte che un tantino si sgretola forse per l'eccessiva lunghezza, ma che sa rendere bene l'immagine di un uomo costretto a mentire sulla sua natura perchè il prezzo da pagare sarebbe stato insopportabile, e che se rivelato avrebbe sicuramente posto fine alla sua carriera. I due interpreti sono assolutamente credibili, in un ruolo certamente non facile , anche per il carattere dei personaggi che , diciamolo non suscitano la commozione e la tenerezza di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal di "Brokeback mountain", ma che proprio per la loro fragiltà cammuffata tra lustrini e pailette e parrucche con ciuffi improbabili, si intravede , dietro il sipario, una sofferenza privata, lontana dai riflettori e dai fans.
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g_andrini
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giovedì 9 giugno 2016
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elegante
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E' un buon film, con attori in buona vena. La scenografia è ben riuscita, con sfarzo non indifferente. Piacevole dall'inizio alla fine.
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oscar77
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domenica 15 marzo 2015
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film riuscito a metà
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mi aspettavo di più da questa pellicola, a mio parere manca la componente hollywoodiana, avrebbero dovuto inserire molte più scene con gli show di Liberace, invece la storia è incentrata sopratutto sulla relazione con Scott e il film è a senso unico.magistrale la recitazione generale, probabilmente la migliore interpretazione di Douglas, da Oscar!
peccato...
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enzo70
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giovedì 29 gennaio 2015
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douglas e demon stratosferici
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Soderbergh racconta la storia di Liberace affidandosi al genio di Michael Douglas e Matt Damon. Il film è un incredibile dialogo tra questi due grandissimi attori che trovano, rispettivamente, in un anziano artista omosessuale e nel suo giovane amante i ruoli. Una storia d’amore fuori dagli schemi, una coppia omosessuale, era ancora inusuale negli States degli anni sessanta tanto da indurre Liberace a non confessare mai i suoi orientamenti sessuali, nonostante gli evidenti atteggiamenti. Molti richiami, a mio avviso, al vizietto, capolavoro italo francese che ha, a modo suo, fatto la storia del cinema; ed il tema dell’omosessualità e della normalità del rapporto di coppia che, infatti, esplode dopo gli eccessi iniziali, viene perfettamente trattato da Soderbergh.
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Soderbergh racconta la storia di Liberace affidandosi al genio di Michael Douglas e Matt Damon. Il film è un incredibile dialogo tra questi due grandissimi attori che trovano, rispettivamente, in un anziano artista omosessuale e nel suo giovane amante i ruoli. Una storia d’amore fuori dagli schemi, una coppia omosessuale, era ancora inusuale negli States degli anni sessanta tanto da indurre Liberace a non confessare mai i suoi orientamenti sessuali, nonostante gli evidenti atteggiamenti. Molti richiami, a mio avviso, al vizietto, capolavoro italo francese che ha, a modo suo, fatto la storia del cinema; ed il tema dell’omosessualità e della normalità del rapporto di coppia che, infatti, esplode dopo gli eccessi iniziali, viene perfettamente trattato da Soderbergh. Come detto Damon e Douglas riescono a rendere perfettamente in due parti difficili per le quali è richiesto mestiere e capacità artistiche; ma non a caso parliamo di due grandissimi attori.
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stefano bruzzone
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mercoledì 10 dicembre 2014
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dimenticabile
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Ennesima produzione HBO che non incontra i miei gusti. Film lento e noioso troppo centrato sul rapporto, anche sessuale, tra i due protagonisti perdendo così di vista la figura di Liberace personaggio forse più noto per la sua eccentricità che per la musica. Recitazione da sit com nonostante il cast sia di alto livello,tutti molto bravi nel recitare un ruolo non facile,e il regista di tutto rispetto. Si fa guardare ma si fa anche dimenticare in fretta.
Voto: 6
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paolo salvaro
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venerdì 18 aprile 2014
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divertente messa in scena amorosa
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L'ottimo regista Steven Soderbergh conferma la sua verve artistica con questo film incentrato sulla relazione omosessuale tra Liberace e Scott Thorson, ben interpretati da Michael Douglas e Matt Damon. Mentre ne La vita di Adele ed in Milk , oltre che in altre opere cinematografiche che trattano questa stessa tematica, a primeggiare erano soprattutto le difficoltà con le quali la coppia protagonista si trovava ad avere a che fare, con a fare da sfondo quasi sempre un'atmosfera cupa e malinconica, nel film di Soderbergh a primeggiare sono l'allegria e la spensieratezza. Chiaro che anche qui i dissidi vengono affrontati ed esaminati nelle loro più svariate sfacettature, ma in un modo molto più leggero e suadente.
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L'ottimo regista Steven Soderbergh conferma la sua verve artistica con questo film incentrato sulla relazione omosessuale tra Liberace e Scott Thorson, ben interpretati da Michael Douglas e Matt Damon. Mentre ne La vita di Adele ed in Milk , oltre che in altre opere cinematografiche che trattano questa stessa tematica, a primeggiare erano soprattutto le difficoltà con le quali la coppia protagonista si trovava ad avere a che fare, con a fare da sfondo quasi sempre un'atmosfera cupa e malinconica, nel film di Soderbergh a primeggiare sono l'allegria e la spensieratezza. Chiaro che anche qui i dissidi vengono affrontati ed esaminati nelle loro più svariate sfacettature, ma in un modo molto più leggero e suadente. Non sono la struttura centrale dell'opera bensì solo una delle conseguenze che la loro relazione e che le relazioni della maggior parte degli esseri umani comportano. Non conoscevo, devo essere sincero, il personaggio in sè e non sapevo nulla nemmeno della sua sapientemente occultata omosessualità, un occultamento reso necessario da quello che era l'ambiente dello spettacolo e della televisione in generale negli anni '70 e '80. Al giorno d'oggi fare coming out nello stesso ambiente è invece quasi sinonimo di immediata notorietà ed attenzione particolare. Fin dal titolo emerge chiaramente che Soderbergh con questo film ha voluto in particolare puntare l'indice sulla doppia esistenza vissuta da Liberace : eterosessuale donnaiolo nella vita pubblica ed omosessuale libertino in quella privata, riuscendo a destreggiarsi con particolare abilità sia nell'una che nell'altra ed anzi facendo di questo abile doppiogioco il segreto del suo successo, tenendolo nascosto dietro i candelabri che a lui tanto piacciono.
Buon film, animato da una colonna sonora incalzante. Consigliato.
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paola58
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domenica 12 gennaio 2014
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l'annullamento di se stessi
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salve a tutti,
sono nuova del sito.Alla prima recensione.
La mia non vuole assolutamente essere una rece tecnica, lungi da me.
Ho trovato questo film molto ben interpretato da due maschiacci del cinema.
L'ostentanzione di Liberace certo era patologica.
Interessante aver affrontato nel film la similitudine del raporto gay a quello etero.
Gli stessi errori.
L'annullamento della propria personalità e l'isolamento portano inesorabilmente alla fine del rapporto.
Rapporto che fin dall'inizio rivelava l'inizio della fine.
Sempre falso l'amore della grande star, più spontaneo quello del giovane Thorton
che crede di aver finalmente trovato una famiglia.Proprio su questo fa leva la malafede di Liberace, capriccioso e vero pederasta incallito.
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salve a tutti,
sono nuova del sito.Alla prima recensione.
La mia non vuole assolutamente essere una rece tecnica, lungi da me.
Ho trovato questo film molto ben interpretato da due maschiacci del cinema.
L'ostentanzione di Liberace certo era patologica.
Interessante aver affrontato nel film la similitudine del raporto gay a quello etero.
Gli stessi errori.
L'annullamento della propria personalità e l'isolamento portano inesorabilmente alla fine del rapporto.
Rapporto che fin dall'inizio rivelava l'inizio della fine.
Sempre falso l'amore della grande star, più spontaneo quello del giovane Thorton
che crede di aver finalmente trovato una famiglia.Proprio su questo fa leva la malafede di Liberace, capriccioso e vero pederasta incallito.
La spada di Damocle che infierisce sulle perversioni sessuali, così almeno era stata interpretata dalla gente.La peste del secolo, lo scorso secolo. ha terrorizzato tutti e colpisce proprio la grande star, lo showman che poteva fare bello e cattivo tempo con i giovani desiderosi di successo.
concludo dicendo che forse non ho trovato questo film bellissimo, ma comunque da cedere, da consigliare per il messaggio.
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[+] si, ma ....
(di paolo salvaro)
[ - ] si, ma ....
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catcarlo
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giovedì 9 gennaio 2014
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dietro i candelabri
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Regista dalla carriera saltabeccante, Soderbergh si lascia volentieri andare ad azzardi che non sempre è ben capace di padroneggiare. In questo caso, però, la sfida può dirsi vinta: non era certo semplice mettere in immagini la sceneggiatura di Richard LaGravenese tratta dalle memorie di Scott Thorson sul rapporto tra quest’ultimo e Liberace, a partire dalle idee preconcette che possono azzoppare una progetto simile. Pur in un periodo di outing diffusi (e qualche anno dopo ‘I segreti di Brokeback Mountain’), nessuno negli Stati Uniti ha voluto produrre il film tranne la rete via cavo HBO – e difatti imdb lo cataloga come ‘TV Movie’ – con la conseguenza che la distribuzione in sala è stata riservata al resto del mondo: benché l’argomento non sia certo dei più edificanti – una persona famosa, ricca e anziana che ne soggioga, dal punto di vista sentimentale e psicologico, una con molti anni di meno per poi mettere al suo posto carne più fresca – vien difficile pensare che problemi analoghi si sarebbero palesati in caso di personaggi di sesso differente.
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Regista dalla carriera saltabeccante, Soderbergh si lascia volentieri andare ad azzardi che non sempre è ben capace di padroneggiare. In questo caso, però, la sfida può dirsi vinta: non era certo semplice mettere in immagini la sceneggiatura di Richard LaGravenese tratta dalle memorie di Scott Thorson sul rapporto tra quest’ultimo e Liberace, a partire dalle idee preconcette che possono azzoppare una progetto simile. Pur in un periodo di outing diffusi (e qualche anno dopo ‘I segreti di Brokeback Mountain’), nessuno negli Stati Uniti ha voluto produrre il film tranne la rete via cavo HBO – e difatti imdb lo cataloga come ‘TV Movie’ – con la conseguenza che la distribuzione in sala è stata riservata al resto del mondo: benché l’argomento non sia certo dei più edificanti – una persona famosa, ricca e anziana che ne soggioga, dal punto di vista sentimentale e psicologico, una con molti anni di meno per poi mettere al suo posto carne più fresca – vien difficile pensare che problemi analoghi si sarebbero palesati in caso di personaggi di sesso differente. All’inizio degli anni settanta, Wladziu/Walter Liberace è un pianista e intrattenitore di successo che si esibisce tra scenografie scintillanti (inclusi i candelabri sul pianoforte) e vestiti sfarzosi: forte di una carriera che ormai dura da trentacinque anni, ha accumulato milioni, case che offrono ogni lusso e una piccola corte che si occupa dei suoi affari. E’ omosessuale, ma lo nega (ha vinto anche un processo in merito): quando incontra il giovane Thorson, se ne invaghisce, molla il suo protetto del momento e inizia una relazione lunga sette anni costituita di passione e anche amore (almeno all’inizio), ma nella quale il più forte finisce per sopraffare l’altro – il ragazzo accetta anche una plastica facciale per assomigliare al Liberace giovane. Tutto finisce nel peggiore dei modi – davanti al giudice per una causa che lascia Scott con un pugno di mosche – ma il legame, per quanto attenuato, sembra non spezzarsi mai. Il loro è un rapporto pieno di zone oscure e di cose non dette, ma stupirebbe la sincerità in un mondo come quello in cui vivono: i palchi pacchiani su cui Scott, vestito da autista, accompagna Liberace per esibizioni davanti a folle di donne adoranti, le ville luccicanti ed esagerate del pianista, l’alcool e la droga a fiumi, una fauna umana pericolosa, tra l’avido e l’inquietante. Il film inizia su un tono più leggero, quasi di commedia, e si va incupendo con il passare dei minuti fino ad assestarsi su un registro drammatico: la transizione, però, non riesce appieno, pregiudicando così la riuscita complessiva con una seconda parte che non riesce a mantenere la brillantezza della prima per colpa di qualche ridondanza e indecisione di troppo. Si tratta di difetti che vengono comunque compensati dall’accurata ricostruzione d’epoca – dal punto di vista visivo, ma anche dello spirito – e, soprattutto, da una notevolissima prova degli attori. E’ doveroso citare almeno Rob Lowe, sotto il faticosissimo trucco del chirurgo estetico dotor Startz, Dan Aykroyd, in pratica irriconoscibile nei panni di Seymour Heller, e Debbie Reynolds che interpreta la madre di Liberace, Frances, ma chi eccelle dalla cintola in su sono i due interpreti principali, capaci di immedesimarsi nei due non facili ruoli sempre in primo piano con una bravura davvero sorprendente. Impossibile scegliere tra un Michael Douglas, forse al suo apice, che impersona un Liberace all’epoca dei fatti ben più giovane di lui e Matt Damon che riesce a vestire i panni di un ragazzo con la metà dei suoi anni senza che lo spettatore se ne accorga: sono loro il vero punto di forza di una pellicola che, pur non perfetta, val comunque la pena di essere vista (senza pregiudizi).
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yrock
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sabato 28 dicembre 2013
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un film drammaticamente realistico
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Il film in questione, tratta la relazione tra i due protagonisti senza filtri (se non per la cesura), che finalmente mostra una coppia gay, che non faccia sembrare gli omosessuali asessuati o viceversa dei pervertiti. é la storia d'amore che potrebbe capitare (ed è capitata) a molte persone: una relazione segreta e due vite condizionate fino all'estremo dal mondo dello spettacolo. Il lusso fa arrivare le persone a fare cose terribili; la scena del cambiamento di volto di Matt Demon è resa in modo soft ma, in realtà, è raccapricciante.Un altro punto importante viene fissato, l'impossibilità legale e sociale, dell'equiparazione tra coppie eterosessuali ed omosessuali; un ragazzo che vive come il marito di un altro uomo che non avrebbe avuto diritto a nulla,se il suo partner non fosse stato ricco.
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Il film in questione, tratta la relazione tra i due protagonisti senza filtri (se non per la cesura), che finalmente mostra una coppia gay, che non faccia sembrare gli omosessuali asessuati o viceversa dei pervertiti. é la storia d'amore che potrebbe capitare (ed è capitata) a molte persone: una relazione segreta e due vite condizionate fino all'estremo dal mondo dello spettacolo. Il lusso fa arrivare le persone a fare cose terribili; la scena del cambiamento di volto di Matt Demon è resa in modo soft ma, in realtà, è raccapricciante.Un altro punto importante viene fissato, l'impossibilità legale e sociale, dell'equiparazione tra coppie eterosessuali ed omosessuali; un ragazzo che vive come il marito di un altro uomo che non avrebbe avuto diritto a nulla,se il suo partner non fosse stato ricco. La gelosia, le liti, l'amore e l'affetto manifestati in questo film sono quelli di una coppia qualunque rendendo così giustizia, almeno morale, alla discriminazione che vi era al livello legale. Douglas è eccezionale, così lento,mieloso e falso, mentre Damon nelle scene drammatiche cattura la nostra attenzione nelle altre, è bravo a rendere il personaggio assegnatogli: un bel giocattolo che quando è passato di moda non piace più (ma rimane sempre nel cuore). I personaggi di contorno sono del tutto marginali.
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