jeeno
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lunedì 14 ottobre 2013
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incredibile e commovente
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Incredibile e commovente. Sono i due aggettivi più usati da coloro che hanno recensito questo-film-documentario su un cantautore di cui tanti, me compreso, pur essendo un appassionato di musica e di musica americana in particolare, non sapevano nulla. Incredibile e commovente è la storia di questo cantante di talento che non riesce a farsi apprezzare nella sua nazione nella quale la musica ha un grande seguito ma nella quale, proprio perchè i musicisti sono tanti, molti di loro si perdono per strada. E (Sixto? Jesus?)Rodriguez si perde letteralmente per le strade dove vive la "sua" gente, i colletti blu, i disoccupati, i poveri che vivono di espedienti. Incredibile e commovente è il modo in cui Rodriguez diventa famoso fuori della sua nazione.
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Incredibile e commovente. Sono i due aggettivi più usati da coloro che hanno recensito questo-film-documentario su un cantautore di cui tanti, me compreso, pur essendo un appassionato di musica e di musica americana in particolare, non sapevano nulla. Incredibile e commovente è la storia di questo cantante di talento che non riesce a farsi apprezzare nella sua nazione nella quale la musica ha un grande seguito ma nella quale, proprio perchè i musicisti sono tanti, molti di loro si perdono per strada. E (Sixto? Jesus?)Rodriguez si perde letteralmente per le strade dove vive la "sua" gente, i colletti blu, i disoccupati, i poveri che vivono di espedienti. Incredibile e commovente è il modo in cui Rodriguez diventa famoso fuori della sua nazione. Uno dei suoi dischi, che negli States aveva venduto copie per pochi intimi, casualmente arriva in Sudafrica per opera di una ragazza americana e lì avviene il "miracolo": in decenni nei quali non c'era ancora la rete, il disco passa di mano in mano, viene registrato su cassetta e in poco tempo le canzoni di Rodriguez, che parlano di dignità, libertà, giustizia sociale diventano popolari tra i giovani, neri e bianchi, che combattono l'apartheid in Sudafrica. Quelle canzoni diventano così popolari da ispirare musicisti e band locali e da diventare veri e propri inni del movimento anti-apartheid, nonostante le forme di censura attivate dal regime. Incredibile e commovente è il fatto che quella massa di giovani non sappia nulla del loro mito, se sia vivo e se vivo cosa faccia, dove sia. Si diffondono voci di un suo suicidio durante un concerto: qualcuno sostiene che si sia sparato, altri che si sia dato fuoco. E invece ... Incredibile e commovente è la tenacia con cui alcuni suoi fans sudafricani cercano di scoprire cosa sia successo al loro cantante preferito, che nella loro patria è più famoso di Dylan, Presley e dei Rolling Stones. E quando Rodriguez, dopo vent'anni, viene a sapere della sua fama in Sudafrica e riesce ad avere i giusti riconoscimenti che meritava, la sua vita non cambia: è contento perchè ha dimostrato a se stesso e agli altri che i sogni possono realizzarsi, ma la sua vita è lì, nel suo quartiere degradato, nelle strade della sua città, con i suoi compagni muratori, carpentieri, disoccupati con i quali ha diviso lavoro, non-lavoro, speranze, bevute, sogni. Rodriguez sembra dirci che il sogno di liberazione è davvero gratificante solo se è collettivo. Incredibile e commovente!
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riccardo tavani
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venerdì 10 gennaio 2014
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alla ricerca del profeta perduto
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Dove è scritto “genere: Documentario” sostituite con “classe: Capolavoro”. La vittoria dell'Oscar e del Bafta, il prestigioso premio dell'Accademia Cine Tv Britannica, entrambi come “Miglior Documentario 2013”, sono un riconoscimento mai tanto giusto e mai tanto riduttivo allo stesso tempo. Una pellicola va riconosciuta per la qualità della sua storia e della sua forma artistica, indipendentemente dal fatto che sia una fiction o un documentario. Anzi, andrebbe sempre ricordato che la vera precipua caratteristica del cinema è più nella presa diretta con la realtà che nella finzione narrativa, essendo quest'ultima di evidente derivazione letteraria e teatrale, ovvero di media comunicativi antichi che non rappresentano in sé la specifica modernità del cinema. Il titolo originale del film è Searching for Sugar Man, ovvero “Alla ricerca di Sugar Man”, e mai titolo fu più azzeccato nel riecheggiare il titolo della grande opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”. La ricerca del poeta, del profeta, del musicista cantante perduto di cui narra questo film è davvero una ricerca che riguarda in maniera sconvolgente il senso del tempo, soprattutto inteso come senso della memoria, del destino e del reciproco riconoscersi, restituirsi la voce e rendersi piena giustizia. Una giustizia che si presenta nella forma di una caparbietà del destino che si mantiene salda nel sottosuolo delle coscienze e della storia umana, intese entrambe come scenario dell'esistenza nel quale si succedono eventi, popoli e individui e si smarrisce progressivamente la memoria di essi. La vicenda vera del poeta cantante smarrito Sixto Rodriguez nel farsi film, pellicola cinematografica, opera d'arte per lo schermo, non fa che manifestare la sua vera, profonda natura di film che in se stessa già da sempre essa è, al pari di molte altre misconosciute, trascurate, obliate od occultate vicende di umana storia, cronaca e quotidianità. Anzi, potremmo dire che quella di Sixto è l'emblema stesso dell'essere ogni singola, perduta vicenda esistenziale già avvolta e salva dentro il film, la bobina cinematografica di ciò che chiamiamo “tempo”. La lontananza degli eventi nella bobina spazio-temporale e anche la loro sconnessione è solo apparentemente. Sugar Man ci racconta come quei fatti freddi e remoti all'improvviso si riavvolgano e trovino finalmente nella pellicola una trama logica ma calda, proprio a partire da quegli ex ragazzi senza voce poetica e politica ai quali Rodriguez ne aveva data una. Ora sono essi a ridarla al vecchio Sixto, rimasto tutta la vita a fare anche i lavori più umili nelle viscere di una grande città industriale americana, ma sempre fedele al suo pensiero e al suo stile. “Grazie di avermi tenuto in vita”, sussurra nel microfono prima di riattaccare a suonare e cantare la sua “Sugar Man”, con la sua voce e le sue profonde inflessioni immutate, come se tutto quel tempo perduto non fosse davvero mai passato. Un film da non perdere in nessun modo, perché niente come quell'ora e mezza seduti davanti allo schermo il tempo ce lo fa ritrovare.
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marcloud
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mercoledì 2 settembre 2020
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alla ricerca di sixto rodriguez
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Una delle storie più assurde della musica contemporanea portata magistralmente all'attenzione del grande pubblico, grazie a questo documentario, meritatamente premio Oscar. La leggenda di Rodriguez morto inascoltato e poi "risorto" sotto le luci di una Detroit in perenne crisi economica. Profeta del suo tempo, adorato in Sud Africa e simbolo della lotta contro il potere "bianco". Una storia vera, stupenda e affascinante.
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gianleo67
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martedì 2 luglio 2013
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sugar man è tornato!
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Storia vera (e incredibile) del cantautore folk americano, nato a Detroit ma di origini messicane, Sixto (Jesus) Rodriguez che pubblica due soli album (Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971)) di scarso o nessun successo in patria ma che anno avuto una straordinaria e misconosciuta risonanza e diffusione nel Sud Africa delle lotte anti Apartheid dove, complici le tematiche sociali e la poetica libertaria dei suoi brani, fu ispirazione per la controcultura musicale Afrikaans che si batteva per i diritti civili.
Solo dopo circa 40 anni ed a totale insaputa dello stesso autore , che nel frattempo si divide tra il duro lavoro di carpentiere e gli esiti deludenti di un appasionato impegno politico, il certosino lavoro di ricerca di due giornalisti musicali, non solo smentisce le leggende che lo volevano suicida durante un concerto andato male ma riesce a rintracciarlo grazie ad un sito web ed a condurlo (insieme alle figlie ormai adulte) in Sud Africa dove folle immense lo acclamano durante uno strabiliante Tour nel 1998.
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Storia vera (e incredibile) del cantautore folk americano, nato a Detroit ma di origini messicane, Sixto (Jesus) Rodriguez che pubblica due soli album (Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971)) di scarso o nessun successo in patria ma che anno avuto una straordinaria e misconosciuta risonanza e diffusione nel Sud Africa delle lotte anti Apartheid dove, complici le tematiche sociali e la poetica libertaria dei suoi brani, fu ispirazione per la controcultura musicale Afrikaans che si batteva per i diritti civili.
Solo dopo circa 40 anni ed a totale insaputa dello stesso autore , che nel frattempo si divide tra il duro lavoro di carpentiere e gli esiti deludenti di un appasionato impegno politico, il certosino lavoro di ricerca di due giornalisti musicali, non solo smentisce le leggende che lo volevano suicida durante un concerto andato male ma riesce a rintracciarlo grazie ad un sito web ed a condurlo (insieme alle figlie ormai adulte) in Sud Africa dove folle immense lo acclamano durante uno strabiliante Tour nel 1998. Dopo questa seconda chance la sua indole mite ed il suo carattere schivo lo porteranno a ritirarsi a Detroit dove conduce la sua consueta vita di modesto operaio.
Un motto tristemente profetico recita 'Nemo Profeta in Patria' e questo sembra essere proprio il senso della parabola umana e professionale di un artista vero, un affascinante e negletto poeta dei bassifondi che, dalle nebbie dei quartieri degradati di una metropoli operaia del Nord America, tocca i vertici di un'arte sublime e profonda e che solo il tempo ed il fertile terreno della rivoluzione civile e culturale di un popolo agli antipodi riuscirà a riscattare dal beffardo oblio cui lo avevano relegato gli impassibili meccanismi di un'industria musicale sensibile solo al controverso fascino dei grandi numeri e dello show biz. Appassionante e appassionata ricostruzione di questa vicenda esemplare e incredibile, il documentario del regista svedese Malik Bendjelloul si snoda lungo un percorso di conoscenza che mette a nudo gli straordinari meccanismi con cui l'evoluzione e la sinergia dei processi di comunicazione della modernità consentono la diffusione delle idee e delle informazioni, un insondabile percorso di retroazione su base decennale che dalla tradizione orale di consuetudini ordinarie e consolidate (sembra che qualcuno introduca gli album di Rodriguez in Sudafrica e ne diffonda copie pirata ad amici e conoscenti) passa alla distribuzione di un prodotto attraverso tre etichette indipendenti del paese (vendendo qualcosa come mezzo milione di copie) e che dallo spunto (tra il letterario ed il sociologico) delle note di copertina dell'album si arrivi al giornalista che utilizzi le potenzialità del web per chiudere il cerchio di una biografia avvolta dalle nebbie della leggenda e del mistero. Tuttavia il film di Bendjelloul sembra essere parte integrante (nonchè ultimo tassello) di questo processo di diffusione dell'informazione, attraverso l'incredibile risonanza mediatica che lo ha portato al più ambito riconoscimento cinematografico, vincendo l'Oscar 2013 come miglior documentario e rappresentando così il perfetto compendio e la straordinaria sintesi di quella che appare come l'ultima Leggenda orale della modernità, l'Odissea di una parabola umana dove le idee immortali ed universali di un misconosciuto genio della lower-class attraversando l'oceano e le correnti del tempo contribuendo al riscatto sociale e umano di un popolo oppresso e schiavo a cui lo stesso autore sente di appartenere nell'epilogo del suo provvidenziale ritorno a casa. Dimostrazione di come il destino giochi a palla con la vita della gente e della sostanziale divergenza tra la mitizzazione e la mistificazione operata dai mezzi di informazione e la insondabile cifra del reale con un risvolto di sorprendente (pirandelliana) inversione rispetto alle aspettative di un ordinario senso comune. Sugar man è tornato!
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