kayako
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mercoledì 18 dicembre 2013
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innovativo, buono...ma già visto e niente di che
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Chernobyl Diaries lancia dei ragazzi in una gita senza ritorno in una cittadina vicino Chernobyl infestata da mutanti scappati da un laboratorio. In sé l'idea è originale e innovativa, con la trasformazione dei classici zombies cannibali nati da una strana malattia, in persone vive e vegete colpite dalle radiazioni nucleari e per questo deformi e impazzite. Molto buona anche la tensione e la suspance che il film ri regala. Ma purtroppo tutti i punti positivi, vengono stroncati da una perdita di tempo nel descrivere il perché i nostri protagonisti sono in viaggio e nella descrizione di questi, portando cosí le scene che tutti attendono (non solo di uccisioni, ma anche di tensione) a più della metà del film: cosí facendo, l'emozione sopra citata si riduce notevolmente e le uccisioni avvengono in fretta e non vengono neanche riprese, si vede solo una persona che viene inghiottita da una folla di mutanti di cui conosciamo poco l'aspetto.
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Chernobyl Diaries lancia dei ragazzi in una gita senza ritorno in una cittadina vicino Chernobyl infestata da mutanti scappati da un laboratorio. In sé l'idea è originale e innovativa, con la trasformazione dei classici zombies cannibali nati da una strana malattia, in persone vive e vegete colpite dalle radiazioni nucleari e per questo deformi e impazzite. Molto buona anche la tensione e la suspance che il film ri regala. Ma purtroppo tutti i punti positivi, vengono stroncati da una perdita di tempo nel descrivere il perché i nostri protagonisti sono in viaggio e nella descrizione di questi, portando cosí le scene che tutti attendono (non solo di uccisioni, ma anche di tensione) a più della metà del film: cosí facendo, l'emozione sopra citata si riduce notevolmente e le uccisioni avvengono in fretta e non vengono neanche riprese, si vede solo una persona che viene inghiottita da una folla di mutanti di cui conosciamo poco l'aspetto. In conclusione, sembra tutto banale e già visto, ma ben costruito
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pessimoelemento
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domenica 15 settembre 2013
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dalle stelle alle stalle
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Vedo dagli altri commenti che più o meno tutti abbiamo colto il vero difetto di questa pellicola. Il film parte benissimo. Nonostante il canovaccio sia ormai trito e ritrito, ambientazione, personaggi e regia sono perfetti. Con l'arrivo nel villaggio contaminato e l'esplorazione nei palazzi fatiscenti la tensione viene dosata alla perfezione, in un implacabile crescendo che sfocia poi nel terrore quando i giovani protagonisti si ritrovano prigionieri all'interno del furgone mentre fuori una minaccia indefinita si fa via via sempre più palpabile. Tutto secondo un copione, come già detto, prevedibile, ma tutto ben fatto, senza una sbavatura. Poi l'orrore si mostra definitivamente e si attiva il gioco del gatto e del topo, ma è qui che secondo me il film perde slancio.
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Vedo dagli altri commenti che più o meno tutti abbiamo colto il vero difetto di questa pellicola. Il film parte benissimo. Nonostante il canovaccio sia ormai trito e ritrito, ambientazione, personaggi e regia sono perfetti. Con l'arrivo nel villaggio contaminato e l'esplorazione nei palazzi fatiscenti la tensione viene dosata alla perfezione, in un implacabile crescendo che sfocia poi nel terrore quando i giovani protagonisti si ritrovano prigionieri all'interno del furgone mentre fuori una minaccia indefinita si fa via via sempre più palpabile. Tutto secondo un copione, come già detto, prevedibile, ma tutto ben fatto, senza una sbavatura. Poi l'orrore si mostra definitivamente e si attiva il gioco del gatto e del topo, ma è qui che secondo me il film perde slancio. La prevedibilità diventa la norma e la tensione, che dovrebbe raggiungere il climax, cala invece di botto, proprio sulle scene più crude e movimentate. La spiegazione del mistero finale poi è deludente, era meglio non spiegare un bel niente e lasciare fare all'immaginazione dello spettatore. Insomma dopo un decollo ed un primo tempo coi fiocchi The Chernobyl Diaries precipita improvvisamente nel banale e a volte anche nel ridicolo, proprio sul finale. Peccato.
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nick castle
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sabato 3 agosto 2013
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occasione mancata
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Chernobyl Diaries è un film, un prodotto meglio dire, frutto di un filone oggi giorno sfruttato fino all'osso, un film che inevitabilmente si porta dietro i segni di una stanchezza del genere a cui appartiente. Ma sotto una coltre di ripetitività, di stereotipi, di cose già viste, di un copia incolla cinematografico con tanto di sfumino photoshoppiano, che trae in inganno anche i più attenti, c'è qualcosa, c'è un ambiente, una situazione, una psicologia sociale, che poteva dare tanto. Il film proposto così com'è, con quel canovaccio di trama che ha e quella regia da iPhone, può risultare con buona volontà, passabile, ciò che invece non passa e non passerà mai è il perdere l'occasione di fare un buon film.
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Chernobyl Diaries è un film, un prodotto meglio dire, frutto di un filone oggi giorno sfruttato fino all'osso, un film che inevitabilmente si porta dietro i segni di una stanchezza del genere a cui appartiente. Ma sotto una coltre di ripetitività, di stereotipi, di cose già viste, di un copia incolla cinematografico con tanto di sfumino photoshoppiano, che trae in inganno anche i più attenti, c'è qualcosa, c'è un ambiente, una situazione, una psicologia sociale, che poteva dare tanto. Il film proposto così com'è, con quel canovaccio di trama che ha e quella regia da iPhone, può risultare con buona volontà, passabile, ciò che invece non passa e non passerà mai è il perdere l'occasione di fare un buon film. Perchè davanti a film falliti dal primo minuto non c'è risentimento nel bollarli come delle porcate e chiuderla lì, ma davanti a un Chernobyl Diaries la questione cambia, ci scontriamo con un ambientazione che dà un decimo di quello che potrebbe veramente dare, ci scontriamo con scene che così come sono la loro massima aspirazione è puntare tutto sullo spavento da nanosecondo, da quell'unisono sonoro che ci coglie sempre di sorpresa e ci fa sobbalzare sul momento, ma che passato quello rimane il nulla, dove invece con una maggiore presa di coscienza da parte del regista la questione poteva cambiare radicalmente introducendo una messa in scena più studiata, giocando con le luci e coi tempi narrativi. Per poi, tutto questo, portarci al finale, di ignobile semplicità ma di grande rivelazione, purtroppo anche quà appena accennata, chi sono quegli uomini? I mutati sono pazienti? Fanno esperimenti su di loro? Cercano di curarli? Li hanno creati loro? Da quanto va avanti questo? Non è facile avere un buona idea oggi, Oren Peli l'ha avuta, come la ebbe con Paranormal Activity, ma a differenza di questo nel suo primo film, la seppe sfruttare al meglio, quella esile storia divenne immensa se vista dagli occhi della telecamera, quà più che sfruttarla al meglio, sembra che si sia impegnato a maltrattarla per renderla il più possibile banale e scontata. In epoca di multimedialità, giusto per concludere, bisogna poi rassegnarsi per certi versi ad assistere a un estetica da puro videogioco survival horror, perchè è davvero fine la linea che separa un film del genere da un videogioco come Silent Hill: Homecoming, per impostazione scenica, meccanismo del terrore e della sopravvivenza dei protagonisti, cosa che poi per certi versi può essere un vantaggio se saputa macinare come si conviene.
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usicilianu
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lunedì 27 maggio 2013
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ottime premesse... deludente tutto il resto!
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Un gruppo di giovani turisti decidono di cambiare i loro programmi e optano per il 'turismo estremo'. La meta è Pripjat, una città 'fantasma' situata nei pressi di Chernobyl. Giunti a destinazione si ritroveranno ad affrontare le conseguenze, celate al mondo, delle radiazioni atomiche.
L'inizio sembra essere molto promettente, pur non avendo chissà quali pretese di originalità. Lo spettatore si farà coinvolgere dalle atmosfere cupe, tipiche delle ambientazioni nord-europee (vedi Hostel) e da un susseguirsi di 'vedo e non vedo' che sembrano preannunciare una storia altrettanto avvincente e adrenalinica. Tuttavia, quando le luci del giorno lasciano il posto al buio della notte, portano via con sé i colpi di scena e la speranza di assistere a qualcosa di nuovo.
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Un gruppo di giovani turisti decidono di cambiare i loro programmi e optano per il 'turismo estremo'. La meta è Pripjat, una città 'fantasma' situata nei pressi di Chernobyl. Giunti a destinazione si ritroveranno ad affrontare le conseguenze, celate al mondo, delle radiazioni atomiche.
L'inizio sembra essere molto promettente, pur non avendo chissà quali pretese di originalità. Lo spettatore si farà coinvolgere dalle atmosfere cupe, tipiche delle ambientazioni nord-europee (vedi Hostel) e da un susseguirsi di 'vedo e non vedo' che sembrano preannunciare una storia altrettanto avvincente e adrenalinica. Tuttavia, quando le luci del giorno lasciano il posto al buio della notte, portano via con sé i colpi di scena e la speranza di assistere a qualcosa di nuovo.
Il film sarà un frenetico fuggi-fuggi da creature semi-umane prive di qualsiasi personalità e senza una chiara collocazione storica. La trama non fa alcun riferimento ai fatti realmente accaduti a Chernobyl, ma se ne serve soltanto per fornire al film quell'avvio che potrebbe incuriosire gli appassionati del genere mockumentary. Brad Parker va sicuramente premiato per il coraggio di aver messo in scena una trama già trita e ritrita. Tuttavia, nonostante gli sforzi, probabilmente non è riuscito nel suo intento. Si tratta semplicemente di una versione alternativa di 'Le colline hanno gli occhi', in cui i soliti mutanti cattivi danno la caccia, senza nessun motivo particolare, ai malcapitati. Tra l'altro, anche in questo caso i mutanti sono affetti per qualche ragione da cannibalismo. La suspense è carente, lo splatter è inesistente, le urla scarseggiano, la trama è piatta e il finale è abbastanza scontato. 90 minuti di piacevoli ovvietà che lo spettatore più fiducioso dimenticherà ben presto.
Un horror che merita comunque di essere visto, ma che non può certo soddisfare le esigenze del pubblico più ferrato.
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ultimoboyscout
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lunedì 11 marzo 2013
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la natura ha ripreso il sopravvento.
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Il regista è Bradley Parker, specialista di visual effect pressochè sconosciuto e al debutto dietro la macchina da presa. Sconosciuti o quasi sono gli interpreti. L'unico nome che può suscitare interesse è quello di Oren Peli, il papà di "Paranormal activity" che qui scrive e produce, mentre l'elemento che desta maggior attenzione è il paesaggio, lo sfondo della storia, ovvero la cittadina di Pripyat, un tempo abitata dagli operai della centrale di Chernobyl e abbandonata a seguiro del disastro nucleare. Il modello è quello dei film a eliminazione, si parla di un gruppetto di sei sprovveduti turisti e della loro esperta guida che rimangono bloccati nella spettrale città dove scopriranno, a loro spese, che non sono soli.
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Il regista è Bradley Parker, specialista di visual effect pressochè sconosciuto e al debutto dietro la macchina da presa. Sconosciuti o quasi sono gli interpreti. L'unico nome che può suscitare interesse è quello di Oren Peli, il papà di "Paranormal activity" che qui scrive e produce, mentre l'elemento che desta maggior attenzione è il paesaggio, lo sfondo della storia, ovvero la cittadina di Pripyat, un tempo abitata dagli operai della centrale di Chernobyl e abbandonata a seguiro del disastro nucleare. Il modello è quello dei film a eliminazione, si parla di un gruppetto di sei sprovveduti turisti e della loro esperta guida che rimangono bloccati nella spettrale città dove scopriranno, a loro spese, che non sono soli. Il concetto di turismo estremo viene di nuovo approfondito dopo i vari "Hostel" e "Turistas" in uno dei luoghi che ha visto una delle peggiori tragedie della modernità. Oltre al terrore visibile, il film genera soprattutto quello psicologico, che spesso e volentieri è persino peggiore del primo, creato dai momenti di attesa che precedono l'evento che ci si aspetta, terrore sottolineato anche dal suono fuoricampo. Certo, esteticamente e narrativamente la pellicola lascia molto a desiderare (per non dire peggio), i personaggi non sono affatto delineati e non rimangono nemmeno un pò simpatici agli spettatori, mettiamoci pure che i "cattivi" non hanno capo ne coda e che quei pseudo ragazzini che appaiono e scompaiono sono del tutto fuoti luogo, ecco fatto che il disastro (e non mi riferisco a quello nucleare) è servito. Forse Peli sperava di ripetere il successone del suo "Paranormal activity" ma, cinematograficamente parlando, il reattore numero 4 stavolta ha fatto cilecca!
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vera94
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giovedì 7 marzo 2013
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sembrava un bel film
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Dalla trama e dal trailer ho pensato "finalmente un nuovo film horror" e invece era il solito pacco di film horror americano, di certo non rientra nella categoria di quelli che ti vai a rivedere... L'ansia e lo stato di "paura" c'è ma fino a un certo punto, secondo me è fatto troppo male perchè è una bella trama ma fatto così non funziona. Lo consiglio solo a chi non ha niente da fare, ma proprio niente.
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vivi29
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sabato 2 febbraio 2013
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o.o
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lo considero un film senza un preciso scopo e significato!!nn lo consiglio troppo banale
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time_traveler
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lunedì 21 gennaio 2013
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90 minuti di assoluto nulla
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Un gruppo di giovani americani in viaggio in Europa decidono di visitare l'area vicina a Chernobyl, la cittadina ucraina devastata dalla fuga radioattiva. Con la promessa di vedere quei luoghi rimasti come erano il giorno dell'abbandono, Yuri, ex forze speciali ucraine, fa da guida al gruppo, in quello che definisce "tour estremo". Mentre sono in procinto di ripartire, i giovani e la loro guida si vedono bloccati perché il loro furgone è stato manomesso e non è in grado di ripartire. Da lì in poi si renderanno conto che intorno a loro c'è ancora qualcuno. Solita pellicola, solita trama, solite riprese, soliti antagonisti invulnerabili al piombo e, questa volta, anche alle radiazioni.
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Un gruppo di giovani americani in viaggio in Europa decidono di visitare l'area vicina a Chernobyl, la cittadina ucraina devastata dalla fuga radioattiva. Con la promessa di vedere quei luoghi rimasti come erano il giorno dell'abbandono, Yuri, ex forze speciali ucraine, fa da guida al gruppo, in quello che definisce "tour estremo". Mentre sono in procinto di ripartire, i giovani e la loro guida si vedono bloccati perché il loro furgone è stato manomesso e non è in grado di ripartire. Da lì in poi si renderanno conto che intorno a loro c'è ancora qualcuno. Solita pellicola, solita trama, solite riprese, soliti antagonisti invulnerabili al piombo e, questa volta, anche alle radiazioni. La solita mattanza, che comincia come di rito, nel fitto buio della notte inoltrata, che raggiunge l'apice quando i sopravvissuti sono 2 o 3. Insomma, nulla di buono, se non l'idea. Mutanti, morti brutali e cannibalismo. Questo racconta Chernobyl diaries. Anzi ci prova.E lo fa senza mostrare mai gli assalitori mutanti. Assoluto disastro. Stomachevole.
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diegoilterra
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lunedì 3 dicembre 2012
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ennesimo mockumentary horror?
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Un gruppo di ragazzi statunitensi, dopo un tour invidiabile dell’Europa, decide di visitare anche Prypiat, Ucraina, città fantasma abbandonata nel 1986 a seguito del disastro nucleare che ha colpito la centrale e messo in ginocchio tutto il continente (e non solo). Con loro si uniranno anche una coppietta australiana, e guidati da un esperto del luogo, Uri, un ex soldato delle forze armate ucraine, a bordo di un Van mimetico e in stile A-team , intraprenderanno il viaggio all’ interno della piccola cittadina, che un tempo ospitava tutti i lavoratori e le famiglie di coloro che lavoravano nella Centrale Nucleare di Chernobyl. Tutto scorre per il meglio o quasi, quando però il furgone non sarà più in grado di ripartire la situazione precipiterà, portando nel gruppo sconforto, terrore e morte.
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Un gruppo di ragazzi statunitensi, dopo un tour invidiabile dell’Europa, decide di visitare anche Prypiat, Ucraina, città fantasma abbandonata nel 1986 a seguito del disastro nucleare che ha colpito la centrale e messo in ginocchio tutto il continente (e non solo). Con loro si uniranno anche una coppietta australiana, e guidati da un esperto del luogo, Uri, un ex soldato delle forze armate ucraine, a bordo di un Van mimetico e in stile A-team , intraprenderanno il viaggio all’ interno della piccola cittadina, che un tempo ospitava tutti i lavoratori e le famiglie di coloro che lavoravano nella Centrale Nucleare di Chernobyl. Tutto scorre per il meglio o quasi, quando però il furgone non sarà più in grado di ripartire la situazione precipiterà, portando nel gruppo sconforto, terrore e morte.
L’ultima opera scritta e prodotta dalla vecchia volpe, Oren Peli, ideatore e regista di Paranormal Activity, non è un Found Footage (o Mockumentary che dir si voglia), ed è questo forse il suo limite maggiore. Infatti ciò che manca in questa pellicola diretta da un esordiente, Bradley Parker, è quella tensione e quel ritmo che caratterizzava le precedenti opere di Oren Peli. Nonostante ciò il film funziona abbastanza bene, grazie soprattutto alle ambientazioni originali, tetre, desolate e claustrofobiche sullo sfondo di una Chernobyl che per anni ha terrorrizzato il mondo intero, a causa della tragedia avvenuta quasi 30 anni fa. Purtroppo gli attori come spesso accade nei film dal budget limitato (nell’ horror soprattutto) sono odiosi e poco credibili e tutto il cast del film ne è la prova. Ciò che più irrita da parte dei personaggi (quindi in questo caso la colpa è della sceneggiatura) è che a nessuno viene in mente di prendere un bastone, una cazzo di barra di ferro arrugginita, un pietrone da spaccare in testa ai mutanti, che di fatto sono lenti come zombie e quindi particolarmente facili da evitare ed eventualmente uccidere (apparte il fidanzatino australiano che afferra la tipica chiave per cambiare le ruote alla macchina, senza però mai utilizzarla davvero).
Insomma se siete estimatori di Oren Peli o dell’horror in generale potete guardarlo senza problemi, altrimenti evitatelo.
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purplerain
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domenica 25 novembre 2012
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diario di un'avventura!
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Siamo di fronte ad un film che non offre niente di nuovo, ma la premessa che va fatta è che non è da buttare e che tutto sommato si può vedere! Siamo di fronte al massimo degli stereotipi: ragazzi che vanno a trovare amici, in questo caso la visita ad un fratello, uno serio l'altro incallito play boy che ha intenzione di provarci con l'amica dell'amuca da poco mollata dal fidanzato e bla bla bla!! Diciamo la verità: all'inizio gli ingredienti sono simili se non uguali a molti altri film del genere, ma ciò che lo eleva è almeno la mancanza delle più classiche scene di sesso, e questo è già qualcosa!!! Ciò che poi il regista ci presenta è l'avventura di questi ragazzi, in una scenografia ab
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Siamo di fronte ad un film che non offre niente di nuovo, ma la premessa che va fatta è che non è da buttare e che tutto sommato si può vedere! Siamo di fronte al massimo degli stereotipi: ragazzi che vanno a trovare amici, in questo caso la visita ad un fratello, uno serio l'altro incallito play boy che ha intenzione di provarci con l'amica dell'amuca da poco mollata dal fidanzato e bla bla bla!! Diciamo la verità: all'inizio gli ingredienti sono simili se non uguali a molti altri film del genere, ma ciò che lo eleva è almeno la mancanza delle più classiche scene di sesso, e questo è già qualcosa!!! Ciò che poi il regista ci presenta è l'avventura di questi ragazzi, in una scenografia abbastanza ben curata nei paesaggi di una città fantasma ma sempre con alcuni classici come il tipo che infila la mano in acqua e finge di essere catturato!! Ciò che lascia perplessi è come si possano incontrare cani spellacchiati e un orso ben curato, seppur di passaggio, e che poco si degna di curarsi della presenza dei turisti, pessci dai denti affilati come pirana ma senza che nessuno sappia come abbiano sviluppato certi denti e poi esseri che vengono fuori dal nulla e che sembrano moltiplicarsi con l'aumentare dei chilometri percorsi dai malcapitati!! Per carità in po' di tensione si sente crescere ma niente è sviluppato pienamente!! C'è un autobus pieno di fori, uno degli attori capisce che sono fori d'uscita, (bravo!! ma lavora alla scientifica?), e nessuno cerca di capire perchè? Sarebbe stato simpatico soffermarsi a capire come mai c'erano così tante auto, alcune delle quali sembravano in buono stato, in un posto che sarebbe ormai dovuto essere deserto o che comunque avrebbe dovuto presentare carcasse e non auto intere!! Insomma gli ingredienti c'erano, me nessuno di questi è stato sviluppato per intero, lasciando un po' tutto a metà con un finale un po' frettoloso e rischioso (se la famiglia della ragazza avesse saputo che lei era a Chernobyl?) che forse prelude ad un sequiel, staremo a vedere!! Ma gari qualcuno proverà a cercare gli scomparsi!! Comunque "Chernobyl diaries non resterà negli annali dei capolavori del genere ma neanche è un disastro, la tensione non è ai massimi livelli ma si può vedere!!
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