cbsanto
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lunedì 13 agosto 2012
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da un po ' mi piacciono i film francesi
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Approccio sempre con un po' di timore ai film francesi, invece da qualche anno incappo in belle pellicole.
Il ritmo dei dialoghi è incalzante, i colpi di scena continui, tutto in una stanza ma assolutamente mai noioso, segno che con una buona sceneggiatura ed un buon cast di attori non c'è bisogno di grandi investimenti in effetti speciali.
Lo consiglio sicuramente per una bella serata leggera e divertente, ma non superficiale
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(di kimkiduk)
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michela siccardi
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lunedì 15 ottobre 2012
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equivoci per cena
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“Cena tra amici”: lo scenario che dal titolo sembrerebbe prospettarsi è all’insegna della banalità, una comune cena tra amici di vecchia data, presumibilmente all’insegna di un’ipocrisia cresciuta col passare degli anni dei matrimoni e dei figli, con conversazioni obbedienti alle convenzionalità e che sveleranno contorti intrichi alla Centovetrine. Fortunatamente non è così.
Il film, interamente ambientato in un salotto parigino, non scade mai nell’assurdità, nella volgarità, in una semplicistica banalità o in una qualsivoglia forzatura. Comodamente seduti tra la tavola imbandita e il divano imbottito, vengono scardinati i luoghi comuni del nostro presente storico: il ricco ed egocentrico uomo di destra, elegante agente immobiliare tutto preso dalla sua facoltosa apparenza e dunque “ovviamente” ignorante e a digiuno di cultura, e l’intellettuale orgogliosamente di sinistra, saggista e storico, professore alla Sorbona e dunque, scontatamente, dalle ampie vedute e con un’aperta mentalità.
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“Cena tra amici”: lo scenario che dal titolo sembrerebbe prospettarsi è all’insegna della banalità, una comune cena tra amici di vecchia data, presumibilmente all’insegna di un’ipocrisia cresciuta col passare degli anni dei matrimoni e dei figli, con conversazioni obbedienti alle convenzionalità e che sveleranno contorti intrichi alla Centovetrine. Fortunatamente non è così.
Il film, interamente ambientato in un salotto parigino, non scade mai nell’assurdità, nella volgarità, in una semplicistica banalità o in una qualsivoglia forzatura. Comodamente seduti tra la tavola imbandita e il divano imbottito, vengono scardinati i luoghi comuni del nostro presente storico: il ricco ed egocentrico uomo di destra, elegante agente immobiliare tutto preso dalla sua facoltosa apparenza e dunque “ovviamente” ignorante e a digiuno di cultura, e l’intellettuale orgogliosamente di sinistra, saggista e storico, professore alla Sorbona e dunque, scontatamente, dalle ampie vedute e con un’aperta mentalità.
Dalla risposta alla più comune delle domande che si possa rivolgere ad un futuro papà (“avete già scelto un nome?") prende avvio un prelibatissimo "squadernamento" dei clichè politici e sociali presenti nella società contemporanea. Sarà proprio il nome proposto a dare inizio ad un appassionante scontro dialettico che porterà alla decostruzione, finanche alla reductio ad absurdum, di tali clichè, stereotipi e schemi pervasivamente –e immotivatamente- vigenti nella società.
A scontrarsi non sono due uomini ma i loro rispettivi paraocchi, i luoghi comuni legati alla sfera socio-politica che questi incarnano, clichè di cui siamo vittime e attori nella nostra vita di tutti i giorni e che ci si palesano ora in tutta la loro ridicola assurdità e assenza di valido fondamento. In questa divertentissima partita dove la palla non è mai ferma i passaggi-dialoghi procedono ad un ritmo sorprendente ed incessante, lo scambio di battute è veloce e incalzante ma perdersi è impossibile: si pende dalle labbra di chi parla. Il film mette in luce l’incredibile forza delle parole, dei nomi, il loro potere di evocazione e di attrazione. Un nome non è mai solo un nome perché ha dietro di sé un’etimologia, un’origine, una storia. Le parole hanno una portata, un significato per gli altri, soprattutto hanno conseguenze reali. La pellicola ci ricorda che la parola è atto, che il linguaggio è azione.
Dal “nome” e dal “non-detto”, protagonisti assoluti della cena e ospiti a vicenda non escludentesi, nasce l’Equivoco, la serie di equivoci da cui il film trarrà sostanzioso nutrimento.
ps davvero peccato per la pessima e fuorviante “traduzione” del titolo in italiano che potrebbe aver precluso la visione del film ad una fetta di pubblico che l'avrebbe apprezzato...
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aldot
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martedì 7 agosto 2012
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per una serata al cinema con amici
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Un film scorrevole, brillante e con un buon ritmo drammaturgico. Situazioni certo non originali e canovaccio basato sul vecchio e abusato stratagemma dell'equivoco. Ma ho trovato interessante le dinamiche scatenate e i profili psicologici dei personaggi.
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jon sugar
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domenica 13 gennaio 2013
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la nuova rivoluzione francese: quella del cinema
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Veramente bellissimo. Come è già stato detto, la Francia sta superando i mitici USA, almeno in campo di commedie: sa far ridere senza arrivare alla volgarità, con anche un pizzico di malizia, con semplicità e originalità. Questo film dimostra come con cinque attori e nemmeno un effetto speciale si possa portare avanti quasi un'ora e tre quarti, con sorprese e risate sincere e mai forzate, battute divertenti e rivelazioni equivocabili esilaranti. Cast limitato ma ampiamente sufficiente e che rende bene l'idea degli amiconi che si ritrovano a cena. Buona riuscita di un film tratto da uno spettacolo teatrale, esperimento non sempre portato a termine con successo. Lunga vita alla comicità alla francese, una piacevole rivelazione degli ultimi anni.
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Veramente bellissimo. Come è già stato detto, la Francia sta superando i mitici USA, almeno in campo di commedie: sa far ridere senza arrivare alla volgarità, con anche un pizzico di malizia, con semplicità e originalità. Questo film dimostra come con cinque attori e nemmeno un effetto speciale si possa portare avanti quasi un'ora e tre quarti, con sorprese e risate sincere e mai forzate, battute divertenti e rivelazioni equivocabili esilaranti. Cast limitato ma ampiamente sufficiente e che rende bene l'idea degli amiconi che si ritrovano a cena. Buona riuscita di un film tratto da uno spettacolo teatrale, esperimento non sempre portato a termine con successo. Lunga vita alla comicità alla francese, una piacevole rivelazione degli ultimi anni.
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derriev
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lunedì 16 luglio 2012
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una cena che potrebbe essere... l'ultima
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A cavallo tra commedia e farsa, "Cena tra amici" si contraddistingue con introduzione e finali troppo ammiccanti e comunque gratuiti, inutili, con presentazioni dei personaggi, volutamente sopra le righe.
Per il resto chi ha visto "Carnegie" di Polansky troverà una certa analogia, ma anche significative differenze.
La similutidine è il gruppo ristretto di protagonisti e l'ambientazione sostanzialmente univoca, nonché la trama: una lenta ed imprevedibile escalation di violenze verbali e scontri dialettici.
Ma in realtà i due film mirano a bersagli diversi.
In "Carnegie" il tema è l'etichetta ed il protocollo imposto dalla civiltà tra estranei: le buone maniere, il rispetto delle leggi, la tolleranza: il centro del bersaglio è "la società".
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A cavallo tra commedia e farsa, "Cena tra amici" si contraddistingue con introduzione e finali troppo ammiccanti e comunque gratuiti, inutili, con presentazioni dei personaggi, volutamente sopra le righe.
Per il resto chi ha visto "Carnegie" di Polansky troverà una certa analogia, ma anche significative differenze.
La similutidine è il gruppo ristretto di protagonisti e l'ambientazione sostanzialmente univoca, nonché la trama: una lenta ed imprevedibile escalation di violenze verbali e scontri dialettici.
Ma in realtà i due film mirano a bersagli diversi.
In "Carnegie" il tema è l'etichetta ed il protocollo imposto dalla civiltà tra estranei: le buone maniere, il rispetto delle leggi, la tolleranza: il centro del bersaglio è "la società".
In "Cena tra amici" il tema è rivolto ad i rapporti tra consanguinei, di fatto o perché assimilati: il centro è "la famiglia".
E qui, tra cognati, genitori, figli, mariti e mogli e amici di famiglia, serpeggiano incomprensioni, malumori, ipocrisie, falsità, rancori... tutti latenti e pronti a deflagare magari in momenti di debolezza.
La trama forza la mano e fa scoppiare in sequenza una serie di liti e ripicche... é forzato, certo, ma perfettamente verosimile.
Ed è questa verosimiglianza l'arma a doppio taglio del film: da un lato lo eleva a fedele specchio di una media famiglia alto borghese; dall'altro, nell'impianto meccanico del film con rivelazioni devastanti "a catena",un po' lo svilisce rendendolo grottesco.
"Cena tra amici" è un film che va compreso: è troppo forzato per essere "vero", ma riesce ad essere verosimile.
E come tale si può permettere di condensare in un'ora e mezza un possibile catalogo di bassezze e fragilità dell'animo umano.
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[+] amicizia a prova di verità?
(di clara1944)
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donni romani
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venerdì 12 ottobre 2012
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amici - nemici in una stanza
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L'impianto dichiaratamente teatrale - un salotto borghese dove i personaggi interagiscono tra loro - rende la commedia francese di de La Patellière e Delaporte un film perfetto e limitato ad un tempo. Perfetto perchè i dialoghi sono limatissimi, le battute millimetriche e gli scambi fra i membri di questo piccolo clan familiare sembrano una coreografia tanto sono ben orchestrati, ma limitato perchè l'ambiente circoscritto impedisce uno sviluppo più arioso e costringe la recitazione in spazi, non solo fisicamente, angusti.
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L'impianto dichiaratamente teatrale - un salotto borghese dove i personaggi interagiscono tra loro - rende la commedia francese di de La Patellière e Delaporte un film perfetto e limitato ad un tempo. Perfetto perchè i dialoghi sono limatissimi, le battute millimetriche e gli scambi fra i membri di questo piccolo clan familiare sembrano una coreografia tanto sono ben orchestrati, ma limitato perchè l'ambiente circoscritto impedisce uno sviluppo più arioso e costringe la recitazione in spazi, non solo fisicamente, angusti. Una coppia di insegnanti, Elizabeth e Pierre, intellettuale lui, più rassegnata alla banalità della vita lei, riceve per cena il fratello di lei Vincent, agente immobiliare di successo, la moglie di lui Anne e un amico di vecchia data Claude, suonatore di trombone in un'orchestra. I dialoghi iniziano in tono leggero, gli argomenti sono i più vari e l'affetto fra tutti loro palese. Ma basta un piccolo scherzo orchestrato da Vincent - far credere agli altri che il nome del bimbo che Anne aspetta sarà niente meno che Adolphe - pronunciato alla francese vabbè, ma pur sempre evocativo di orrori inaccettabili - per scatenare una discussione che scivola rapidamente su episodi personali, su antiche ripicche e gelosie fino ad allora taciute. Gli spunti sono quelli più classici, fra equivoci, permalosità e piccole vendette, ma la partitura ha tempi giusti per non oltrepassare mai il limite del gradevole, del divertente, dell'elegante. Gli interpreti sono completamente a proprio agio nei caratteri che mettono in scena e danno vita a gustosissimi battibecchi in cui i primi a divertirsi sono proprio loro. La scorrevolezza del film e i tanti sorrisi che strappa non devono però far passare in secondo piano la sottile analisi sociologica di un microcosmo familiare (o amicale che sia) perchè è ben curata e sa perfettamente sottolineare quelli che sono i punti deboli di ogni membro in relazione agli altri, creando uno spaccato sincero e veritiero di ogni famiglia. I toni possono sembrare a volte fin troppo esasperati per incentrarsi su argomenti apparentemente banali ma è proprio questa la preziosità del messaggio, dietro ogni dettaglio si nasconde un abisso, e nella nevrosi quotidiana basta un niente per far uscire frustrazioni, delusioni e insoddisfazioni. Salvo poi riabbracciarsi e ritrovarsi come è giusto che sia negli affetti veri, capaci di sbranarsi per un nonnulla e poi volersi più bene di prima. Come tutti i mariti e le mogli del mondo ben sanno. Una citazione merita il preambolo affidato alla voce fuori campo di Vincent, uno fra i più divertenti degli ultimi tempi.
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archipic
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venerdì 9 novembre 2012
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una poderosa cena tragicomica
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Poderosa messa in scena di una cena familiare in un normalissimo appartamento intellettual-borghese parigino. Ottimamente scritto (si nota l'origine teatrale della sceneggiatura), il film è un susseguirsi di situazioni verbali che, con pause ed accelerazioni improvvise, descrive come i componenti di un nucelo familiare possono vedere crepare le loro convinzioni e i loro giudizi sugli altri rendendoli pubblici anche senza volerlo veramente. Splendidamente congegnata, la sceneggiatura è come se fosse regolata da un metronomo che sapientemente scansiona il ritmo del film e dei dialoghi facendo in modo da eliminare qualsiasi pausa o punto morto. Molto ben supportata dalla recitazione degli interpreti, con una menzione particolare per Patrick Bruel, davvero bravissimo e con una mimica facciale strepitosa.
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Poderosa messa in scena di una cena familiare in un normalissimo appartamento intellettual-borghese parigino. Ottimamente scritto (si nota l'origine teatrale della sceneggiatura), il film è un susseguirsi di situazioni verbali che, con pause ed accelerazioni improvvise, descrive come i componenti di un nucelo familiare possono vedere crepare le loro convinzioni e i loro giudizi sugli altri rendendoli pubblici anche senza volerlo veramente. Splendidamente congegnata, la sceneggiatura è come se fosse regolata da un metronomo che sapientemente scansiona il ritmo del film e dei dialoghi facendo in modo da eliminare qualsiasi pausa o punto morto. Molto ben supportata dalla recitazione degli interpreti, con una menzione particolare per Patrick Bruel, davvero bravissimo e con una mimica facciale strepitosa. Regia che muove molto bene i personaggi all'interno dell'appartamento dove si svolge tutto il film e che evita qualsiasi effetto claustrofobico. Si lascia seguire dall'inizio alla fine, divertendo molto e, nel contempo, facendo riflettere sui rapporti interpersonali che possono esistere anche a dispetto di giudizi poco lusinghieri che possiamo covare per gli altri. Da vedere.
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rita branca
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giovedì 18 luglio 2013
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un frizzante tuffo nella commedia umana
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Cena tra amici, film (2012) di Alexandre de La Patellièree Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec.
Piacevolissimo film degno della miglior cinematografia francese, scoppiettante nei dialoghi ricchi di irresistibile humour che hanno luogo nel corso della cena offerta da una coppia di docenti con figli. Gli ospiti sono un vecchio amico scapolo, il fratello di lei e sua moglie in attesa del primo figlio.
L’immagine che si percepisce subito è quella di una combriccola di personaggi gioiosi che non solo si amano ma che si divertono da morire nella reciproca compagnia, che godono di una reciproca confidenza tale da potersi permettere di esprimere giudizi sulle scelte degli altri rischiando, senza tema, di essere inopportuni.
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Cena tra amici, film (2012) di Alexandre de La Patellièree Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec.
Piacevolissimo film degno della miglior cinematografia francese, scoppiettante nei dialoghi ricchi di irresistibile humour che hanno luogo nel corso della cena offerta da una coppia di docenti con figli. Gli ospiti sono un vecchio amico scapolo, il fratello di lei e sua moglie in attesa del primo figlio.
L’immagine che si percepisce subito è quella di una combriccola di personaggi gioiosi che non solo si amano ma che si divertono da morire nella reciproca compagnia, che godono di una reciproca confidenza tale da potersi permettere di esprimere giudizi sulle scelte degli altri rischiando, senza tema, di essere inopportuni.
Tale atmosfera goliardica è però di tanto in tanto spinta a tal punto da creare tensioni che sembrano rompere l’incanto di rapporti perfetti e desiderabili e che mettono a nudo qualche miseria umana.
Lo spettatore è trascinato nel vortice delle vivaci conversazioni, giochi verbali e di ruolo, desiderando fortemente di essere uno degli ospiti, non solo per gustare i cibi preparati con grande cura e le prelibate bevande, ma per entrare nel vivo della commedia umana, dove, come si sa, gli elementi tragici si tramutano facilmente in comici e viceversa.
Ammirevole la prova di bravura di tutti i protagonisti, molti i colpi di scena.
Da non mancare assolutamente.
Rita Branca
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gabriella
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venerdì 15 marzo 2013
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una cenetta tète a tète
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Come insegnava Oscar Wilde, il nome è importante in una persona, non solo perché ci identifica, ma anche per il suo significato, specie se esprime una positività e un’interiorità ricca e profonda.
Ma ci sono nomi off limits, intoccabili, proprio perché a pronunciarli sono riconducibili a eventi drammatici e imbarazzanti; chi mai darebbe il nome di Caino o Edipo al proprio figlio?.
Ed è nello scherzo, architettato da Vincent, futuro padre invitato a cena dalla sorella Elizabeth e dal cognato, assieme a un amico comune che si svolge questa gustosissima commedia francese. Nell’attesa dell’arrivo della moglie di Vincent che è come al solito in ritardo, si discute sulla scelta del nome destinato al nascituro scatenando una discussione, dapprima sull’inopportunità del “ prenom” fino a prendere di mira ogni convitato sulle proprie debolezze, le piccole manie, i difetti caratteriali, nascono battibecchi, rimproveri, rivalse, ricordi d’infanzia usurpati, scaturiscono sospetti e insinuazioni, confessioni e rivelazioni inaspettate, prese di posizioni politiche tra i due cognati, uno, il padrone di casa, orgogliosamente di sinistra, anche se nonostante l’aria stropicciata e bohemin è molto meno anticonformista di quel che vuol apparire ( come marito e come padre), e il cognato, uomo di successo di destra, sfacciatamente griffato e abbronzato che ostenta spavalderia e sicurezza.
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Come insegnava Oscar Wilde, il nome è importante in una persona, non solo perché ci identifica, ma anche per il suo significato, specie se esprime una positività e un’interiorità ricca e profonda.
Ma ci sono nomi off limits, intoccabili, proprio perché a pronunciarli sono riconducibili a eventi drammatici e imbarazzanti; chi mai darebbe il nome di Caino o Edipo al proprio figlio?.
Ed è nello scherzo, architettato da Vincent, futuro padre invitato a cena dalla sorella Elizabeth e dal cognato, assieme a un amico comune che si svolge questa gustosissima commedia francese. Nell’attesa dell’arrivo della moglie di Vincent che è come al solito in ritardo, si discute sulla scelta del nome destinato al nascituro scatenando una discussione, dapprima sull’inopportunità del “ prenom” fino a prendere di mira ogni convitato sulle proprie debolezze, le piccole manie, i difetti caratteriali, nascono battibecchi, rimproveri, rivalse, ricordi d’infanzia usurpati, scaturiscono sospetti e insinuazioni, confessioni e rivelazioni inaspettate, prese di posizioni politiche tra i due cognati, uno, il padrone di casa, orgogliosamente di sinistra, anche se nonostante l’aria stropicciata e bohemin è molto meno anticonformista di quel che vuol apparire ( come marito e come padre), e il cognato, uomo di successo di destra, sfacciatamente griffato e abbronzato che ostenta spavalderia e sicurezza. La discussione è frizzante , spiritosa e divertente e la commedia non dimostra affatto di soffrire della claustrofobia dello spazio di una stanza. Viene naturale associare il film di Le Patellier a “Carnage” anche se nel film di Polansky i protagonisti sono degli estranei tra di loro e rimarranno tali, qui invece i personaggi sono parenti più che amici e il loro legame non viene messo in discussione, trattasi di schermaglie, in fondo, anche se lo sfogo finale di Elizabeth è una bella lavata di capo per ogni singolo invitato, poi la nascita dell’erede rimetterà tutto a posto.
Consigliatissimo.
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ultimoboyscout
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venerdì 15 maggio 2015
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il nome della discordia.
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Vincent viene invitato a cena dalla sorella Elizabeth e dal marito di lei. Cena alla quale partecipa anche un amico comune, Claude, un musicista.In attesa dell'arrivo di Anne, moglie di Vincent, ritardataria cronica, la serata sembra scorrere via liscia ma improvvisa scoppia la bagarre a causa del nome scelto per il primogenito in arrivo di Vincent e Anne. La tranquilla cena in famiglia si trasforma in una battaglia senza esclusione di colpi. Film tragicomico tratto da uno spettacolo teatrale, un po' commedia e un po' farsa, in cui la scelta di un nome scatena equivoci e liti furibonde a non finire. Giunto da noi dopo i successi di "Quasi amici", "Gli infedeli" e "Piccole bugie tra amici", è passato quasi inosservato eppure funziona bene, ha ritmo e humour, dialoghi veloci e battute brillanti, mai volgari e dalla risata contagiosa oltre ad un cast adatto e all'altezza.
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Vincent viene invitato a cena dalla sorella Elizabeth e dal marito di lei. Cena alla quale partecipa anche un amico comune, Claude, un musicista.In attesa dell'arrivo di Anne, moglie di Vincent, ritardataria cronica, la serata sembra scorrere via liscia ma improvvisa scoppia la bagarre a causa del nome scelto per il primogenito in arrivo di Vincent e Anne. La tranquilla cena in famiglia si trasforma in una battaglia senza esclusione di colpi. Film tragicomico tratto da uno spettacolo teatrale, un po' commedia e un po' farsa, in cui la scelta di un nome scatena equivoci e liti furibonde a non finire. Giunto da noi dopo i successi di "Quasi amici", "Gli infedeli" e "Piccole bugie tra amici", è passato quasi inosservato eppure funziona bene, ha ritmo e humour, dialoghi veloci e battute brillanti, mai volgari e dalla risata contagiosa oltre ad un cast adatto e all'altezza. A tratti rallenta, specie nei momenti in cui si sofferma sulle diverse idee politiche dei protagonisti, ma tutto ciò è fisiologico in un film che gioca proprio sulle diversità di pensiero dei suoi personaggi. Film mai banale, che fa anche riflettere sui rapporti interpersonali tra parenti e amici intimi, in cui i registi De La Patelliere e Delaportesono bravissimi nel trasporre il loro "Le prenom", dando vita ad un'opera tagliente ed esilarante al tempo stesso. La cena passa in secondo piano tramutandosi presto in un campo di battaglia in cui non ci si risparmia nulla, un massacro dialettico secondo lo schema classico della reazione a catena che innesca tensioni inesplose e sopite per anni e porta allo scoperto ostilità tenute nascoste o credute rimosse. La commedia parte da una domanda semplice semplice per arrivare a sottolineare grandi differenze ma soprattutto grandi, grandissime ipocrisie. Il tema è sicuramente impegnativo ma gli autori sono stati bravi ad alleggerirlo, rendendolo travolgente e trasformando il set cinematografico in un vero e proprio palco di teatro. La conversazione è la vera forza della pellicola, sorretta dall'ottima definizione delle varie personalità e dai continui botta e risposta accompagnati da un perfetto quanto frenetico montaggio. Impossibile non pensare a "Carnage" di Polanski: ambientazione simile, solo che lì, ad incontrarsi, erano sconosciuti, qui i protagonisti si conoscono da sempre e la riflessione parte proprio da questo, col passato che torna prepotentemente a galla rischiando di rovinare in maniera irreparabile i rapporti.
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