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domenica 12 aprile 2020
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nullità che giudicano
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Una delle tante nullità del mondo che per sentirsi qualcuno deve sminuire l’opera di altri, che non sa costruire niente ed è invidiosa di chi sa farlo.
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mercoledì 9 ottobre 2019
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comunque:
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non mi è arrivata l'e mail di conferma al mio primo commento. Oltre quanto già detto risponderei anche che, a mio parere, l"accusa" di antropomorfismo mi sembra inappropriata in quanto, nel film, vengono esaminate, parallelamente alle vicende del cavallo, anche quelle relative ai rapporti tra gli uomini che, nelle varie vicende, hanno accompagnato il cavallo: dai bei gesti di sensibile comprensione dell'ufficiale che lo acquista del dolore del ragazzo e dalla sua cura nel cercare di rassicurarlo, spingendosi anche a scrivergli per rassicurarlo della salute dell'animale, e, in generale, della bella comprensione da parte di tutti verso l'animale e la sua intelligenza sensibile; è bello vedere nel film il sentimento comune di amore verso un animale che, pur se usato come una "macchina per fare la guerra",viene comunque compreso da alcuni umani sensibili alla conoscenza dei cavalli, cosa che accomuna tutti i vari "gestori" dell'animale nei vari episodi.
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non mi è arrivata l'e mail di conferma al mio primo commento. Oltre quanto già detto risponderei anche che, a mio parere, l"accusa" di antropomorfismo mi sembra inappropriata in quanto, nel film, vengono esaminate, parallelamente alle vicende del cavallo, anche quelle relative ai rapporti tra gli uomini che, nelle varie vicende, hanno accompagnato il cavallo: dai bei gesti di sensibile comprensione dell'ufficiale che lo acquista del dolore del ragazzo e dalla sua cura nel cercare di rassicurarlo, spingendosi anche a scrivergli per rassicurarlo della salute dell'animale, e, in generale, della bella comprensione da parte di tutti verso l'animale e la sua intelligenza sensibile; è bello vedere nel film il sentimento comune di amore verso un animale che, pur se usato come una "macchina per fare la guerra",viene comunque compreso da alcuni umani sensibili alla conoscenza dei cavalli, cosa che accomuna tutti i vari "gestori" dell'animale nei vari episodi. Fino al bellissimo "interrompere la guerra" da ambo le parti per due soldati "avversi"ma ambedue talmente rispettosi e comprensivi del valore della vita di un cavallo, che, accomunati da tale passione, dimenticano la guerra e, rischiando la vita, si prodigano insieme per la salvezza dell'animale; arrivando a darsi la mano in un gesto che li accomuna nella comune pietà e passione, superando il volere di chi vorrebbe si odiassero. La passione per la vita, e la vita di un cavallo, fa loro superare l'odio imposto dai rispettivi governi. Questa cosa è bellissima e mi fa sembrare che nel film non ci sia antropomorfismo ma, anzi, oltre al valore dato all'animale in se stesso, si mostra anche quello che a Lei sembra mancare nel film laddove scrive: " ... è incapace di colmare spazi e personaggi di un valore metaforico...". Nel film, accomunati dalla passione per i cavalli, si creano scene di vera ed alta rappresentazione di solidarietà tra gli uomini. Il messaggio, anche metaforico, che mi sembra di cogliere è quello della ingiustizia della guerra, sia che "obblighi" uomini (accomunati dalla stessa passione per i cavalli) ad uccidersi tra loro, sia che obblighi uomini rispettosi e amanti dei cavalli "ad usarli", loro malgrado, per la guerra e, sia, soprattutto, perché si obbliga un animale, un cavallo, a soffrire (anche gli animali soffrono) per un qualcosa che non riguarda loro ma l'uomo. La guerra è degli uomini, mi sembra di sentirmi dire, perché coinvolgerci un cavallo (e il suo "proprietario")?
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domenica 6 ottobre 2019
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scommettiamo...
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Scommettiamo che Lei non ha mai avuto animali? Laddove Lei scrive "... animale antropomorfo della Disney, la cui disinvolta omologazione con quello che noi siamo, dimostra una volta di più la rimozione della diversità di cui la bestia è naturalmente portatrice...",lo dimostra; come lo dimostrano molti etologi che, non trovando (per loro incapacità? ciò che non sai provare non esiste?) la validità scientifica del modo di pensare e sentire dell'animale, negano ad esso la, PURE, non dimostrata possibilità che "ogni" animale, in fondo, come l'anomale uomo, sia in grado di provare e sentire emozioni universali per ogni creatura. Certo, neanche questo è dimostrato; perlomeno per chi non abbia condiviso per anni la sua vita con un animale.
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Scommettiamo che Lei non ha mai avuto animali? Laddove Lei scrive "... animale antropomorfo della Disney, la cui disinvolta omologazione con quello che noi siamo, dimostra una volta di più la rimozione della diversità di cui la bestia è naturalmente portatrice...",lo dimostra; come lo dimostrano molti etologi che, non trovando (per loro incapacità? ciò che non sai provare non esiste?) la validità scientifica del modo di pensare e sentire dell'animale, negano ad esso la, PURE, non dimostrata possibilità che "ogni" animale, in fondo, come l'anomale uomo, sia in grado di provare e sentire emozioni universali per ogni creatura. Certo, neanche questo è dimostrato; perlomeno per chi non abbia condiviso per anni la sua vita con un animale. In questo caso è talmente chiaro, che tra animale uomo e animale altro, o animale e altro animale, si crei un rapporto basato sui suddetti valori universali per ogni essere vivente, che l'empirismo, la prova sul campo, da la prova difficilmente riscontrabile scientificamente. Visto sotto questo punto di vista, senza cercare "un valore metaforico" il film assume un aspetto diverso. Giuseppe Casagrande.
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giovedì 3 ottobre 2019
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struggente
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Film bellissimo . Commento insignificante. Meglio cambiare mestiere
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giulius2
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lunedì 13 novembre 2017
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bellissimo
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Film avvincente, stupendo
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tatiana micaela truffa
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mercoledì 11 gennaio 2017
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preparate i fazzoletti...
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Ieri sera, ho girato su rete4 consapevole semplicemente di vedere un film che narrava l'amicizia fra un uomo ed un cavallo. Non mi aspettavo niente di che...io amo gli animali, e mi sarei accontentata di guardare distrattamente qualche scena, come mio solito; io amo il cinema, ma guardo molto raramente la tv.
Invece, scena dopo scena, mi sono ritrovata davanti ad un capolavoro di emozioni!
La grande amicizia fra Joy, un cavallo speciale ne suo semplice essere cavallo, ed il giovane Ted, che l'ha tenaciamente domato; ma Joy saprà intessere rapporti speciali anche con una ragazzina orfana, che vive con il nonno, e con il soldato che l'ha portato in guerra.
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Ieri sera, ho girato su rete4 consapevole semplicemente di vedere un film che narrava l'amicizia fra un uomo ed un cavallo. Non mi aspettavo niente di che...io amo gli animali, e mi sarei accontentata di guardare distrattamente qualche scena, come mio solito; io amo il cinema, ma guardo molto raramente la tv.
Invece, scena dopo scena, mi sono ritrovata davanti ad un capolavoro di emozioni!
La grande amicizia fra Joy, un cavallo speciale ne suo semplice essere cavallo, ed il giovane Ted, che l'ha tenaciamente domato; ma Joy saprà intessere rapporti speciali anche con una ragazzina orfana, che vive con il nonno, e con il soldato che l'ha portato in guerra... Con un altro "cavallo speciale" lì conosciuto...
Tutto ciò, è il pretesto per narrare la bestialità della guerra, e l'umanità, che spesso si riesce a ritrovare proprio grazie agli animali.
La scena forse più toccante, è quando Joy resta imprigionato nel fio spinato, nella terra di nessuno...in mezzo alle due trincee nemiche. Ed i soldati si mostrano ciò che sono: uomini sventuratamente costretti, da chi, sopra di loro lucra, a combattere gli uni contro gli altri, a seconda della divisa che indossano.
Un film che commuove, allarga il cuore, e fa riflettere.
Complimenti al regista, Steven Spielberg, ed all'intero cast di attori, benché privo di nomi altisonanti; ricorda un po' la Nazionale di calcio: quando, per una serie di sventure, i titolari sono assenti, ecco che i panchinari salgono alla ribalta e, con impegno e passione straordinaria, dimostrano di meritarsi più che mai un ruolo di prim'ordine sotto ai riflettori.
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hollywoodiano
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mercoledì 9 settembre 2015
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fantastico a tutti gli effetti
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Ovviamente parlerò di quella che è la mia opinione.
Il film è stato bellissimo per quanto riguarda la scenografia: le ambientazioni hanno rapito il cuore. E la fotografia, è magica quanto lo è la storia. Ho letto alcune recensioni di persone che non hanno accolto il film perchè troppo semplice o banale, non meritando la candidatura all'Oscar per la categoria MIGLIOR FILM. Io ripeto semplicemente, che non bisogna guardare una pellicola sempre dal punto di vista critico, ma principalmente da quello umano, che vale tanto soprattutto in generi di film come questo. Non meraviglia se poi può sembrare banale: non si fa altro che vedere il lato negativo! Se hanno candidato il film a sei premi Oscar, incluso MIGLIOR FILM, ci sarà un motivo, e significa che coloro che assegnano i premi hanno saputo vedere più lontano di molte persone comuni che non sanno apprezzare.
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Ovviamente parlerò di quella che è la mia opinione.
Il film è stato bellissimo per quanto riguarda la scenografia: le ambientazioni hanno rapito il cuore. E la fotografia, è magica quanto lo è la storia. Ho letto alcune recensioni di persone che non hanno accolto il film perchè troppo semplice o banale, non meritando la candidatura all'Oscar per la categoria MIGLIOR FILM. Io ripeto semplicemente, che non bisogna guardare una pellicola sempre dal punto di vista critico, ma principalmente da quello umano, che vale tanto soprattutto in generi di film come questo. Non meraviglia se poi può sembrare banale: non si fa altro che vedere il lato negativo! Se hanno candidato il film a sei premi Oscar, incluso MIGLIOR FILM, ci sarà un motivo, e significa che coloro che assegnano i premi hanno saputo vedere più lontano di molte persone comuni che non sanno apprezzare.
Personalmente ritengo che il film è si semplice, ma non superficiale. E' si pieno di sottotrame, ma non melenso; è semplicemente riuscito a dare potere espressivo al cavallo e a trasformarlo in una sorta di mezzo miracoloso per unire gli uomini nella riconciliazione e nella complicità, facendogli riuscire persino di regalare un momento di tregua alla guerra, - cosa poco verosimile, ma per questo motivo fa sognare!.
E quale rappresentazione migliore del mezzo miracoloso sarebbe stata meglio di un animale candido e maestoso come il cavallo, simbolo della corsa verso la libertà e della fiera leggerezza?
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maggie69
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sabato 24 gennaio 2015
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salvo solo i cavalli
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Belli solo i due cavalli. Tutto il resto ridicolo...
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domenico rizzi
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lunedì 21 aprile 2014
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dalla parte dei cavalli
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"Il livello di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali". E' una frase del Mahatma Gandhi, che Steven Spielberg deve aver fatto sua da un po' di tempo a questa parte. Non è la prima volta che il cinema - soprattutto quello western: "Solo sotto le stelle", "Gli spostati", "Il cavaliere elettrico", "Stringi i denti a vai", "Io, grande cacciatore" - innalza il quadrupede a protagonista delle sue storie (fra gli ultimi, ricordiamo "Hidalgo. Oceano di fuoco")ma questa volta lo fa con un trasporto di grande umanità, capace di unire nei sentimenti, sebbene per pochi minuti, anche un soldato britannico e un prussiano durante la Grande Guerra. La storia è talmente semplice da rasentare la banalità - un ragazzo inglese del Devon che alleva un cavallo, finito poi "arruolato" per esigenze di guerra e protagonista di molte peripezie, fino al fatale, incredibile ritrovamento del suo antico padrone nel 1918.
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"Il livello di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali". E' una frase del Mahatma Gandhi, che Steven Spielberg deve aver fatto sua da un po' di tempo a questa parte. Non è la prima volta che il cinema - soprattutto quello western: "Solo sotto le stelle", "Gli spostati", "Il cavaliere elettrico", "Stringi i denti a vai", "Io, grande cacciatore" - innalza il quadrupede a protagonista delle sue storie (fra gli ultimi, ricordiamo "Hidalgo. Oceano di fuoco")ma questa volta lo fa con un trasporto di grande umanità, capace di unire nei sentimenti, sebbene per pochi minuti, anche un soldato britannico e un prussiano durante la Grande Guerra. La storia è talmente semplice da rasentare la banalità - un ragazzo inglese del Devon che alleva un cavallo, finito poi "arruolato" per esigenze di guerra e protagonista di molte peripezie, fino al fatale, incredibile ritrovamento del suo antico padrone nel 1918. Toccante la scena in cui un ufficiale ordina l'abbattimento dell'animale per le troppe ferite che ha riportato fuggendo dalla trincea tedesca, recedendo poi dal suo intento; struggente la scena del ritorno a casa di cavallo e cavaliere, le cui sagome si stagliano sullo sfondo di un tramonto dorato. Fra gli orrori dell'estenuante conflitto di trincea, contraddistinto da bombardamenti e suicidi assalti alla baionetta, emerge la pacata presenza di un essere a quattro zampe che ha fatto felice per pochi giorni una ragazza orfana di entrambi i genitori e restituito ad un'umanità abbruttita dalla guerra il senso di una vita normale, facendo riaffiorare quel senso di fratellanza che le armi hanno tentato invano di mettere a tacere. Il film di Spielberg è stato destinatario di 6 nomination all'Oscar, senza ottenere nemmeno una delle ambite statuette. Tuttavia, sorvolando sulle decisioni non sempre condivisibili delle giurie, quella del grande regista è una vittoria indiscutibile, perchè ci restituisce l'immagine dell'uomo come è realmente, quando lo spettro della discordia e della mattanza si allontana. E ad ispirare i suoi comportamenti più edificanti sono a volte proprio gli animali come Joey.
Domenico Rizzi, scrittore.
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petercinefilodoc
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domenica 20 aprile 2014
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sono d'accordo
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D'accordissmo. Una regia di una piattezza sconcertante
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