stronziocobalto
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sabato 11 febbraio 2012
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un film assolutamente da non perdere !
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ALTRO CHE SEI NOMINATION AGLI OSCAR; MERITA SICURAMENTE DI PIU'; A MIO PARERE E' UNO DEI FILM MEGLIO RIUSCITI A SPIELBERG.
Privo di scene cruente, perciò adatto a tutta la famiglia,il film racconta di un cavallo e delle vicissitudini che dovette affrontare durante la prima guerra mondiale.
Il suo destino era il conflitto, sebbene lo detestasse,ma non furono in pochi ad affezionarsi a lui: tutti avrebbero voluto tenerlo e viverci assieme, ma quella dannata guerra lo impediva sempre.
Un cavallo quasi umanizzato, un guerriero forte e inarrendevole,miracolato lo si chiamava,imperituro, che il destino voleva tornasse a casa, nel Devon, dal suo primo padrone, dal suo amico.
I paesaggi sono meravigliosi e ben scelti, le musiche pure.
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ALTRO CHE SEI NOMINATION AGLI OSCAR; MERITA SICURAMENTE DI PIU'; A MIO PARERE E' UNO DEI FILM MEGLIO RIUSCITI A SPIELBERG.
Privo di scene cruente, perciò adatto a tutta la famiglia,il film racconta di un cavallo e delle vicissitudini che dovette affrontare durante la prima guerra mondiale.
Il suo destino era il conflitto, sebbene lo detestasse,ma non furono in pochi ad affezionarsi a lui: tutti avrebbero voluto tenerlo e viverci assieme, ma quella dannata guerra lo impediva sempre.
Un cavallo quasi umanizzato, un guerriero forte e inarrendevole,miracolato lo si chiamava,imperituro, che il destino voleva tornasse a casa, nel Devon, dal suo primo padrone, dal suo amico.
I paesaggi sono meravigliosi e ben scelti, le musiche pure.
Ricco di colpi di scena, è molto toccante nel finale, quando, ad un passo dalla morte, ad un passo dalla fine,cavallo e ragazzo, dopo aver affrontato mille peripezie nella stessa guerra, separati, si ritrovano e tornano a casa,sotto il tramonto, là dove tutto era cominciato.
GUARDATELO E POI DITEMI SE MENTIVO !
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[+] visto e sai che ti dico......
(di raoninja)
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giacomogabrielli
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mercoledì 7 marzo 2012
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steven, steven... **
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La dura recensione in anteprima di MyMovies speravo fosse una delle tante sottovalutazioni di certi film da parte della critica... e invece no. Stavolta purtroppo c'ha preso: Spielberg ha cannato in pieno. Dov'è il regista che ha fatto del suo cinema una religione, che sovrapponendo una bicicletta alla luna ha fatto la storia, che ha sempre saputo anticipare i gusti del pubblico, sfornando, sempre in tempo così da battere tutti, capolavori che hanno accompagnato generazioni intere? 'War Horse' mi ha spiazzato. Spielberg era, è e rimarrà il mio dio, anche se penso che questo non è niente di più che un film della domenica pomeriggio, da oratorio.
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La dura recensione in anteprima di MyMovies speravo fosse una delle tante sottovalutazioni di certi film da parte della critica... e invece no. Stavolta purtroppo c'ha preso: Spielberg ha cannato in pieno. Dov'è il regista che ha fatto del suo cinema una religione, che sovrapponendo una bicicletta alla luna ha fatto la storia, che ha sempre saputo anticipare i gusti del pubblico, sfornando, sempre in tempo così da battere tutti, capolavori che hanno accompagnato generazioni intere? 'War Horse' mi ha spiazzato. Spielberg era, è e rimarrà il mio dio, anche se penso che questo non è niente di più che un film della domenica pomeriggio, da oratorio. Un autentico tarocco. uno scherzo che le recenti poche idee del Maestro ci hanno fatto. Una storia potenzialmente super-strappalacrime, originale e grandiosa. E invece no, Steven si è abbandonato ad un qualcosa di melenso, interpretato da attori brutti e in parte incapaci. Assurde certe situazioni, come la scena dei due soldati che liberano il cavallo nella trincea. Delusione ai massimi livelli per la sceneggiatura nel suo complesso, che contiene troppi personaggi ai quali non c'è il tempo di affezionarsi. Il cavallo c'è praticamente solo all'inizio e alla fine e nel mentre partono tutte storielle che non servono a niente se non a rendere tremendamente lungo e noioso il film. Peccato, perchè da uno sceneggiatore della portata di Richard Curtis ci si aspettava un capolavoro, quale non è. La fotografia di Kaminski è sin troppo ricercata, vista la leggerezza del film. Palesi sono gli omaggi ai film degli albori; apprezzato e chiaro, per esempio, il finale alla 'Via Col Vento'. Lasciando perdere la penosa edizione italiana, realizzata in modo ridicolo, la recitazione si può ritenere fin troppo teatrale, come anche le scenografie. Scioccanti quei pochi secondi in cui la pioggia digitale si muove insieme all'inquadratura e quelle specie di soggettive dell'aratro. Infine, si salvano le musiche del buon Williams, che a tratti risollevano il film dallo squallore che lo domina, i costumi, l'interpretazione di Emily Watson e il trailer. Un'opera si che fa piangere, ma dalla tristezza per come è stata realizzata... della serie: il quarto 'Indiana Jones' in confronto è un filmone. STEVEN, STEVEN... **
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[+] steven steven
(di robben)
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(di petercinefilodoc)
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ik a ji o
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martedì 28 agosto 2012
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in una sola parola...... emozionante...
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in un periodo cinematografico dove si tenta (e spesso non si riesce) a rendere un film particolare grazie ad effetti speciali stratosferici, abissi del dolore, storie piu' drammatiche dell'olocausto e del diluvio universale, ritmi del film lenti o velocissimi, il piu' grande regista del pianeta (almeno per me) ci propone un film che nella sua trama semplice, scontata per il finale, ma sempre avvincente per vari colpi di scena, riesce a fare quello che un film deve fare..... riesce ad emozionare... ricordo pochi film che abbiamo offerto cosi' tanti e varieganti spunti allo spettatore per farlo commuovere sino a provare quel nodo in gola che trasforma l'immagine visive in emozioni interne.
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in un periodo cinematografico dove si tenta (e spesso non si riesce) a rendere un film particolare grazie ad effetti speciali stratosferici, abissi del dolore, storie piu' drammatiche dell'olocausto e del diluvio universale, ritmi del film lenti o velocissimi, il piu' grande regista del pianeta (almeno per me) ci propone un film che nella sua trama semplice, scontata per il finale, ma sempre avvincente per vari colpi di scena, riesce a fare quello che un film deve fare..... riesce ad emozionare... ricordo pochi film che abbiamo offerto cosi' tanti e varieganti spunti allo spettatore per farlo commuovere sino a provare quel nodo in gola che trasforma l'immagine visive in emozioni interne. Se questo è capitato ad uno cinico come me significa che il film di carisma ne ha davvero tantissimo. Lo consiglio vivamente a tutti coloro non l'hanno visto.
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chaoki21
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sabato 25 febbraio 2012
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il cavallo della speranza
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francamente non capisco xke qualcuno sia così accanito contro questo film, che non ha la presunzione di presentarsi come un film storico-realistico-documentaristico,ma si presenta come favola adatta a persone di tutte le età. lo si vede dalla fotografia, dai colori, dalle luci e anche dal modo di parlare e fare di alcuni personaggi. a me francamente è piaciuto perchè va a toccare i sentimenti, l'affetto per un animale e il legame con il suo amico-padrone. a me piacciono gli animali del resto, perchè quando stabiliscono un legame con le persone, lo fanno in maniera autentica, perchè non sanno mentire, a differenza nostra.
Belle le scene di guerra di trincea,anche se spielberg, sempre per non rovinare troppo questo status di favola del film, non ha voluto essere troppo crudo nelle immagini.
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francamente non capisco xke qualcuno sia così accanito contro questo film, che non ha la presunzione di presentarsi come un film storico-realistico-documentaristico,ma si presenta come favola adatta a persone di tutte le età. lo si vede dalla fotografia, dai colori, dalle luci e anche dal modo di parlare e fare di alcuni personaggi. a me francamente è piaciuto perchè va a toccare i sentimenti, l'affetto per un animale e il legame con il suo amico-padrone. a me piacciono gli animali del resto, perchè quando stabiliscono un legame con le persone, lo fanno in maniera autentica, perchè non sanno mentire, a differenza nostra.
Belle le scene di guerra di trincea,anche se spielberg, sempre per non rovinare troppo questo status di favola del film, non ha voluto essere troppo crudo nelle immagini.
Spielberg inotre ha voluto mostrare come anche durante il conflitto, possa esserci ancora umanità tra i combattenti, quando inglesi e tedeschi mossi dalla pietà collaborano per liberare il cavallo dal filo spinato. Mi ricorda un episodio realmente accaduto durante la guerra fredda, nell'età reaganiana, in cui americani e sovietici , collaborarano tra i ghiacci per liberare 2 balene rimaste intrappolate..
Bella anche la colonna sonora.
Ripeto: buon film secondo me :)
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(di moghi)
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domenico rizzi
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lunedì 21 aprile 2014
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dalla parte dei cavalli
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"Il livello di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali". E' una frase del Mahatma Gandhi, che Steven Spielberg deve aver fatto sua da un po' di tempo a questa parte. Non è la prima volta che il cinema - soprattutto quello western: "Solo sotto le stelle", "Gli spostati", "Il cavaliere elettrico", "Stringi i denti a vai", "Io, grande cacciatore" - innalza il quadrupede a protagonista delle sue storie (fra gli ultimi, ricordiamo "Hidalgo. Oceano di fuoco")ma questa volta lo fa con un trasporto di grande umanità, capace di unire nei sentimenti, sebbene per pochi minuti, anche un soldato britannico e un prussiano durante la Grande Guerra. La storia è talmente semplice da rasentare la banalità - un ragazzo inglese del Devon che alleva un cavallo, finito poi "arruolato" per esigenze di guerra e protagonista di molte peripezie, fino al fatale, incredibile ritrovamento del suo antico padrone nel 1918.
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"Il livello di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali". E' una frase del Mahatma Gandhi, che Steven Spielberg deve aver fatto sua da un po' di tempo a questa parte. Non è la prima volta che il cinema - soprattutto quello western: "Solo sotto le stelle", "Gli spostati", "Il cavaliere elettrico", "Stringi i denti a vai", "Io, grande cacciatore" - innalza il quadrupede a protagonista delle sue storie (fra gli ultimi, ricordiamo "Hidalgo. Oceano di fuoco")ma questa volta lo fa con un trasporto di grande umanità, capace di unire nei sentimenti, sebbene per pochi minuti, anche un soldato britannico e un prussiano durante la Grande Guerra. La storia è talmente semplice da rasentare la banalità - un ragazzo inglese del Devon che alleva un cavallo, finito poi "arruolato" per esigenze di guerra e protagonista di molte peripezie, fino al fatale, incredibile ritrovamento del suo antico padrone nel 1918. Toccante la scena in cui un ufficiale ordina l'abbattimento dell'animale per le troppe ferite che ha riportato fuggendo dalla trincea tedesca, recedendo poi dal suo intento; struggente la scena del ritorno a casa di cavallo e cavaliere, le cui sagome si stagliano sullo sfondo di un tramonto dorato. Fra gli orrori dell'estenuante conflitto di trincea, contraddistinto da bombardamenti e suicidi assalti alla baionetta, emerge la pacata presenza di un essere a quattro zampe che ha fatto felice per pochi giorni una ragazza orfana di entrambi i genitori e restituito ad un'umanità abbruttita dalla guerra il senso di una vita normale, facendo riaffiorare quel senso di fratellanza che le armi hanno tentato invano di mettere a tacere. Il film di Spielberg è stato destinatario di 6 nomination all'Oscar, senza ottenere nemmeno una delle ambite statuette. Tuttavia, sorvolando sulle decisioni non sempre condivisibili delle giurie, quella del grande regista è una vittoria indiscutibile, perchè ci restituisce l'immagine dell'uomo come è realmente, quando lo spettro della discordia e della mattanza si allontana. E ad ispirare i suoi comportamenti più edificanti sono a volte proprio gli animali come Joey.
Domenico Rizzi, scrittore.
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tatiana micaela truffa
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mercoledì 11 gennaio 2017
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preparate i fazzoletti...
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Ieri sera, ho girato su rete4 consapevole semplicemente di vedere un film che narrava l'amicizia fra un uomo ed un cavallo. Non mi aspettavo niente di che...io amo gli animali, e mi sarei accontentata di guardare distrattamente qualche scena, come mio solito; io amo il cinema, ma guardo molto raramente la tv.
Invece, scena dopo scena, mi sono ritrovata davanti ad un capolavoro di emozioni!
La grande amicizia fra Joy, un cavallo speciale ne suo semplice essere cavallo, ed il giovane Ted, che l'ha tenaciamente domato; ma Joy saprà intessere rapporti speciali anche con una ragazzina orfana, che vive con il nonno, e con il soldato che l'ha portato in guerra.
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Ieri sera, ho girato su rete4 consapevole semplicemente di vedere un film che narrava l'amicizia fra un uomo ed un cavallo. Non mi aspettavo niente di che...io amo gli animali, e mi sarei accontentata di guardare distrattamente qualche scena, come mio solito; io amo il cinema, ma guardo molto raramente la tv.
Invece, scena dopo scena, mi sono ritrovata davanti ad un capolavoro di emozioni!
La grande amicizia fra Joy, un cavallo speciale ne suo semplice essere cavallo, ed il giovane Ted, che l'ha tenaciamente domato; ma Joy saprà intessere rapporti speciali anche con una ragazzina orfana, che vive con il nonno, e con il soldato che l'ha portato in guerra... Con un altro "cavallo speciale" lì conosciuto...
Tutto ciò, è il pretesto per narrare la bestialità della guerra, e l'umanità, che spesso si riesce a ritrovare proprio grazie agli animali.
La scena forse più toccante, è quando Joy resta imprigionato nel fio spinato, nella terra di nessuno...in mezzo alle due trincee nemiche. Ed i soldati si mostrano ciò che sono: uomini sventuratamente costretti, da chi, sopra di loro lucra, a combattere gli uni contro gli altri, a seconda della divisa che indossano.
Un film che commuove, allarga il cuore, e fa riflettere.
Complimenti al regista, Steven Spielberg, ed all'intero cast di attori, benché privo di nomi altisonanti; ricorda un po' la Nazionale di calcio: quando, per una serie di sventure, i titolari sono assenti, ecco che i panchinari salgono alla ribalta e, con impegno e passione straordinaria, dimostrano di meritarsi più che mai un ruolo di prim'ordine sotto ai riflettori.
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nfl 26
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domenica 19 febbraio 2012
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il mondo secondo spielberg!
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Una famiglia di contadini compra un cavallo,molto veloce, forte ma troppo costoso. I debiti aumentano ed il padrone della terra, sulla quale la famiglia Narracott lavora, esige i debiti pagati con gli interessi. Intanto il cavallo stringe un grande e profondo rapporto con il giovane Albert Narracott; da quest'ultimo sarà chiamato con il nome di Joey! Mentre l'amiciazia tra i due cresce, i debiti aumentano e l'unica speranza è rappresentata dalla prima guerra mondiale, la quale è scoppiata da poco. All'insaputa di Albert, suo padre vende alla cavalleria inglese il cavallo Joey. Il film è la continua ricerca di questo cavallo da parte del giovane Albert, il quale aveva trovato nell'animale, un grande e fedele amico! Questa ricerca attraverserà ogni paese, ogni campo di battaglia ed ogni combattente.
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Una famiglia di contadini compra un cavallo,molto veloce, forte ma troppo costoso. I debiti aumentano ed il padrone della terra, sulla quale la famiglia Narracott lavora, esige i debiti pagati con gli interessi. Intanto il cavallo stringe un grande e profondo rapporto con il giovane Albert Narracott; da quest'ultimo sarà chiamato con il nome di Joey! Mentre l'amiciazia tra i due cresce, i debiti aumentano e l'unica speranza è rappresentata dalla prima guerra mondiale, la quale è scoppiata da poco. All'insaputa di Albert, suo padre vende alla cavalleria inglese il cavallo Joey. Il film è la continua ricerca di questo cavallo da parte del giovane Albert, il quale aveva trovato nell'animale, un grande e fedele amico! Questa ricerca attraverserà ogni paese, ogni campo di battaglia ed ogni combattente. Spielberg mostra come vorrebbe fosse fatto il mondo. Un mondo senza odio, senza pregiudizi e pieno di speranza e giustizia. Un mondo che purtroppo è nell'immaginario di tutti noi e non nella reltà! Questo forse è uno dei più grandi difetti della pellicola; dimentichiamoci di passati film come Schindler's List, Munich ! Esagerate le sei candidature agli oscar. Comunque War Horse è un film che si lascia vedere tranquillamente; alla fin fine Spielberg è sempre Spielberg. Ottime inquadrature, il livello di recitazione è elevato e puramente inlgese. Un film che è visto dallo stesso Spielberg come un momentaneo distacco dai blockbuster ma la mentalità che regna in essi influenza il regista anche qui, con una bella dose di superficialità.
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hollywoodiano
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mercoledì 9 settembre 2015
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fantastico a tutti gli effetti
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Ovviamente parlerò di quella che è la mia opinione.
Il film è stato bellissimo per quanto riguarda la scenografia: le ambientazioni hanno rapito il cuore. E la fotografia, è magica quanto lo è la storia. Ho letto alcune recensioni di persone che non hanno accolto il film perchè troppo semplice o banale, non meritando la candidatura all'Oscar per la categoria MIGLIOR FILM. Io ripeto semplicemente, che non bisogna guardare una pellicola sempre dal punto di vista critico, ma principalmente da quello umano, che vale tanto soprattutto in generi di film come questo. Non meraviglia se poi può sembrare banale: non si fa altro che vedere il lato negativo! Se hanno candidato il film a sei premi Oscar, incluso MIGLIOR FILM, ci sarà un motivo, e significa che coloro che assegnano i premi hanno saputo vedere più lontano di molte persone comuni che non sanno apprezzare.
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Ovviamente parlerò di quella che è la mia opinione.
Il film è stato bellissimo per quanto riguarda la scenografia: le ambientazioni hanno rapito il cuore. E la fotografia, è magica quanto lo è la storia. Ho letto alcune recensioni di persone che non hanno accolto il film perchè troppo semplice o banale, non meritando la candidatura all'Oscar per la categoria MIGLIOR FILM. Io ripeto semplicemente, che non bisogna guardare una pellicola sempre dal punto di vista critico, ma principalmente da quello umano, che vale tanto soprattutto in generi di film come questo. Non meraviglia se poi può sembrare banale: non si fa altro che vedere il lato negativo! Se hanno candidato il film a sei premi Oscar, incluso MIGLIOR FILM, ci sarà un motivo, e significa che coloro che assegnano i premi hanno saputo vedere più lontano di molte persone comuni che non sanno apprezzare.
Personalmente ritengo che il film è si semplice, ma non superficiale. E' si pieno di sottotrame, ma non melenso; è semplicemente riuscito a dare potere espressivo al cavallo e a trasformarlo in una sorta di mezzo miracoloso per unire gli uomini nella riconciliazione e nella complicità, facendogli riuscire persino di regalare un momento di tregua alla guerra, - cosa poco verosimile, ma per questo motivo fa sognare!.
E quale rappresentazione migliore del mezzo miracoloso sarebbe stata meglio di un animale candido e maestoso come il cavallo, simbolo della corsa verso la libertà e della fiera leggerezza?
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gabriella
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mercoledì 29 maggio 2013
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torna a casa joey
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Steven Spielberg torna a indossare i calzoni corti, e si mette in sella a un purosangue per una cavalcata di più di due ore attraverso il grande conflitto mondiale, solo che stavolta i calzoni gli stanno un tantino stretti e finiscono per sdrucirsi in più punti, evidenziando i punti deboli presenti in questo lavoro che mantiene un certo ritmo e un respiro avventuroso ( del resto Spielberg conosce il suo mestiere), però condensa troppe emozioni che si disperdono via via.
Joey è un puledro acquistato da un agricoltore per cercare di dare un aiuto alla famiglia, costretto poi a venderlo a un ufficiale dell’esercito inglese, a causa di una tempesta che rovina il raccolto, separandolo così dal figlio Albert il quale aveva instaurato con l’animale un rapporto solido e significativo.
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Steven Spielberg torna a indossare i calzoni corti, e si mette in sella a un purosangue per una cavalcata di più di due ore attraverso il grande conflitto mondiale, solo che stavolta i calzoni gli stanno un tantino stretti e finiscono per sdrucirsi in più punti, evidenziando i punti deboli presenti in questo lavoro che mantiene un certo ritmo e un respiro avventuroso ( del resto Spielberg conosce il suo mestiere), però condensa troppe emozioni che si disperdono via via.
Joey è un puledro acquistato da un agricoltore per cercare di dare un aiuto alla famiglia, costretto poi a venderlo a un ufficiale dell’esercito inglese, a causa di una tempesta che rovina il raccolto, separandolo così dal figlio Albert il quale aveva instaurato con l’animale un rapporto solido e significativo.
Inizia così l’odissea del purosangue che si trova a passare da un padrone all’altro a seconda delle necessità e quella di Albert che spera solo di ricongiungersi al suo compagno di tante avventure, un po’ come il collie scozzese dello Yorkshire venduto dal proprietario rimasto senza un lavoro , con immenso dolore del suo padroncino al quale era legatissimo.
Così, mentre la guerra incombe , e le assurdità dell’uomo prendono forma nell’inutilità di una carneficina ingiustificata, esce il cuore dell’uomo che si rende conto che sull’altro fronte c’è un altro uomo uguale, con gli stessi sentimenti e le stesse paure, quando Joey rimane impigliato nel filo spinato, la fraternizzazione con il nemico diventa una necessità, una specie di “Joeux Noelle” tra inglesi e tedeschi. Qui esce chiaramente la visione pacifista del regista, solo che la tira per le lunghe, la scena finisce per mancare di spessore, poi quella della bambina e il nonno, tenera finchè si vuole, però sembra la versione francese di Heidy. In Spielberg palpita un cuore ragazzino, lo sappiamo, però non è accettabile che il tutto si riduca a un compitino diligente e basta, ottiene la sufficienza perché il lavoro non presenta grossolani errori, ma nemmeno brilla d’iniziativa e di originalità, troppo poco per un filmaker del suo calibro, il ricongiungimento finale tra il cavallo e il suo padrone appare scontato, anche se augurabile, si esce dalla sala francamente un po’ delusi e poco convinti, di sicuro a me non è venuta nessuna voglia di rivederlo e questo ha il suo peso.
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justcurious
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venerdì 24 febbraio 2012
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classe da gran regista
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War Horse è l'ennesima lezione di classe di Steven Spielberg, la dimostrazione di come il talento del narratore salvi dalla diffusa banalità del raccontare. Il film, tratto da un romanzo di Micheal Morpurgo - già oggetto di una riduzione teatrale -, racconta le vicissitudini di Joey, mezzopurosangue che continuamente sballottato da una disgrazia umana all'altra - spesso peggiore della prima - nello scenario della prima guerra mondiale poi.
I vari passaggi di "proprietà" consentono una panoramica delle diverse sorti intrecciate da una guerra, una carrellata che evidenzia come l'amicizia sia la base di ogni sostegno dinanzi alle avversità - tema del film.
Siamo davanti alla trasposizione per famiglie di un libro per ragazzi, ma la resa tecnica dell'opera - dalla semplice costruzione delle inquadrature alla gestione dei "fuorivista", dai colori di una incredibile fotografia al giusto dosaggio di un epico tema musicale - può giustificare qualche entusiasmo.
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War Horse è l'ennesima lezione di classe di Steven Spielberg, la dimostrazione di come il talento del narratore salvi dalla diffusa banalità del raccontare. Il film, tratto da un romanzo di Micheal Morpurgo - già oggetto di una riduzione teatrale -, racconta le vicissitudini di Joey, mezzopurosangue che continuamente sballottato da una disgrazia umana all'altra - spesso peggiore della prima - nello scenario della prima guerra mondiale poi.
I vari passaggi di "proprietà" consentono una panoramica delle diverse sorti intrecciate da una guerra, una carrellata che evidenzia come l'amicizia sia la base di ogni sostegno dinanzi alle avversità - tema del film.
Siamo davanti alla trasposizione per famiglie di un libro per ragazzi, ma la resa tecnica dell'opera - dalla semplice costruzione delle inquadrature alla gestione dei "fuorivista", dai colori di una incredibile fotografia al giusto dosaggio di un epico tema musicale - può giustificare qualche entusiasmo. Non c'è una pecca nella recitazione, ogni personaggio risulta coerente e ben innestato nel racconto. Chiaramente c'è qualche forzatura nello script - il soccorso tra le trincee in tregua, e forse il finale -, ma il tocco emozionale che però le accompagna conclude la disputa con un bel "chissenefrega!".
Infine, l'ultima sequenza - che ricorda un po' la scena della madre de "Salvate il Soldato Ryan" -, poggiata interamente sul contrasto di luce al tramonto, è forse il gioiellino del film.
Consigliato, specie per un pubblico giovane.
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