tamburel
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lunedì 25 aprile 2022
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scadente
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Più efficace di un Tavor..
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carloalberto
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lunedì 21 febbraio 2022
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giustapposizione di generi
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Inizia come una black comedy, prosegue come una ghost story e termina, negli ultimi cinque minuti, come un horror, questo film, piuttosto noioso, di Timon West, la cui trama sembra il risultato di un maldestro assemblaggio dei classici topoi dei tre generi citati, in primis per la location che ricorda molto da vicino l’albergo di Shining, in cui si scorgono le cuciture grossolane che tengono insieme i tre plot, ognuno con la propria atmosfera ed il proprio stile, che si susseguono cronologicamente come se appartenessero a film differenti ed invece sono presentati come capitoli della stessa storia.
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Inizia come una black comedy, prosegue come una ghost story e termina, negli ultimi cinque minuti, come un horror, questo film, piuttosto noioso, di Timon West, la cui trama sembra il risultato di un maldestro assemblaggio dei classici topoi dei tre generi citati, in primis per la location che ricorda molto da vicino l’albergo di Shining, in cui si scorgono le cuciture grossolane che tengono insieme i tre plot, ognuno con la propria atmosfera ed il proprio stile, che si susseguono cronologicamente come se appartenessero a film differenti ed invece sono presentati come capitoli della stessa storia.Nonostante il ritmo molto lento, la mancanza di azione per i tre quarti del film, in cui non accade nulla, e l’ambientazione claustrofobica nel vecchio albergo prossimo alla dismissione,il film risulta guardabile grazie alla convincente interpretazione dei due sprovveduti ed ingenui portieri di albergo da parte di due attori non di primo piano, Sara Paxton e Pat Healy, che almeno riescono a far sorridere in qualche sequenza comica alla Scooby-Doo.
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g_andrini
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giovedì 10 novembre 2016
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piacevole
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E' un prodotto intelligente, quasi una commedia horror. Non avviene molto in senso stretto, ma si racconta bene. Gli effetti speciali sono buoni, anche se rari.
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gianleo67
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sabato 17 ottobre 2015
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questi fantasmi...in connecticut
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Rimasti da soli a presidiare la reception dello Yankee Pedlar Hotel, vecchio e storico albergo cittadino in procinto di chiudere, Claire e Luke sono anche appassionati ghost-hunters e passano le serate cercando di acquisire registrazioni EVP degli spiriti che si aggirerebbero nottetempo per gli antichi saloni e le stanze in disuso.
Quando si presentano gli ultimi ospiti, un'anziana attrice riciclatasi come guaritrice ed un ombroso vedovo dall'aria nostalgica e rassegnata, i fenomeni sembrano intensificarsi fino a precipitare nell'incubo ad occhi aperti di un assedio spettrale di cui la bella locandiera finirà per farne le spese.
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Rimasti da soli a presidiare la reception dello Yankee Pedlar Hotel, vecchio e storico albergo cittadino in procinto di chiudere, Claire e Luke sono anche appassionati ghost-hunters e passano le serate cercando di acquisire registrazioni EVP degli spiriti che si aggirerebbero nottetempo per gli antichi saloni e le stanze in disuso.
Quando si presentano gli ultimi ospiti, un'anziana attrice riciclatasi come guaritrice ed un ombroso vedovo dall'aria nostalgica e rassegnata, i fenomeni sembrano intensificarsi fino a precipitare nell'incubo ad occhi aperti di un assedio spettrale di cui la bella locandiera finirà per farne le spese.
Scritto, diretto e montato (come recita la coda dei titoli di testa) dall'enfant prodige del vintage horror Ti West, questa ghost-story in salsa Indie è un curioso esperimento di contaminazione cinefila che ammicca al plot telefonato della casa infestata (piani sequenza insinuanti che rimandano al mito Kubriciano dell'Overlook Hotel) quasi come pretesto per presentarci una stralunata galleria di personaggi marginali che si aggirano sul set come le fantasmatiche comparse di un genere cinematografico che credevamo ormai passato a miglior vita. Più sottile ed elegante di come l'apparente banalità della messa in scena e la spiazzante prevedibilità della storia vorrebbero far credere, il film di West è una thriller-comedy che si muove tra lo sberleffo della presa in giro e le atmosfere del giallo, insinuando il sospetto che anche lo spin-off di una (mancata?) serie televisiva può avere la dignità del lungometraggio, soprattutto quando si ha il coraggio di sostenere la sua improbabile e pretestuosa tesi fino alla fine e quando si arruolano attrici della levatura di Kelly McGillis che porta sullo schermo la parodia di una sè stessa ormai invecchiata, alcolizzata ed alle prese con un pendolino di cristallo che andrà inevitabilmente in mille pezzi. Sviscerare i meccanismi del genere resistendo alla tentazione di prenderesi sul serio infatti non è cosa facile e West sembra volercelo dire sin dall'inizio attraverso lo spassoso storyborad che campeggia nei titoli di testa come pure nella programmatica (e abbastanza inutile) suddivisione in capitoli, introducendo lo spettatore all'ambigua rappresentazione di fenomeni paranormali su cui aleggia la persistente ombra dello scetticismo e della presa in giro e sostenendo la tesi alquanto bizzarra che la banalità del male (e del terrore) possa nascondersi perfino nel tedioso menage di mosche da motel prossime al congedo. Insomma, non è vero ma ci credo, con tanto di oscura leggenda del fantasma di una sposa infelice imprigionata nell'eremo di una magione che la modernità ed il progresso stanno per trasformare in un parcheggio ed una locandiera (innkeeper) tanto carina quanto stralunata che sta per prenderne il posto. Deliziosa Sara Paxton dagli occhi sognanti ed il musetto buffo che illumina la scena con la leggerezza di chi non sa che direzione prendere nella vita ma intanto si diverte a cercare fantasmi, passando dal lenzuolo con cui si camuffa per sbeffeggiare il collega a quello che finirà per coprirne il cadavere. Presentato in anteprima al festival South by Southwest e premiato al Toronto After Dark Film Festival, non è stato molto apprezzato da pubblico e critica perchè, si sa, su certi argomenti è meglio non scherzarci troppo. Questi fantasmi...in Connecticut.
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dan84imola
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martedì 12 agosto 2014
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non compratelo, non scaricatelo, non guardatelo!
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Classica pizzata con amici a casa mia: tutti adulti appassionati di film di paura e poco prima del pasto, prelevo dallo scaffale del MediaWorld in chiusura il dvd "The Innkeepers" per € 12,99 (un furto!).
Non ho mai letto e sentito alcuna pubblicità, critica o commenti di conoscenti, e quindi decido di fidarmi di quanto molto ben presentato sulla cover: Eli Roth "uno dei migliori film horror mai visti", The New Yorker "terrificante", New York Magazine "da brividi". Leggo la breve trama: "certi ospiti non se ne vanno mai" e assieme agli altri decidiamo per questa maxivisione.
Qualcuno debole di stomaco stava già sussultando ancora prima che inserissi il dvd nel lettore, ed in quel preciso istante ho notato due piccoli indizi che sullo scaffale mi erano sfuggiti e che anticipavano la grande schifezza a cui stavamo andando in contro: 1 distribuito dal Rai Cinema, 2 film per tutti senza obbligo di censura.
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Classica pizzata con amici a casa mia: tutti adulti appassionati di film di paura e poco prima del pasto, prelevo dallo scaffale del MediaWorld in chiusura il dvd "The Innkeepers" per € 12,99 (un furto!).
Non ho mai letto e sentito alcuna pubblicità, critica o commenti di conoscenti, e quindi decido di fidarmi di quanto molto ben presentato sulla cover: Eli Roth "uno dei migliori film horror mai visti", The New Yorker "terrificante", New York Magazine "da brividi". Leggo la breve trama: "certi ospiti non se ne vanno mai" e assieme agli altri decidiamo per questa maxivisione.
Qualcuno debole di stomaco stava già sussultando ancora prima che inserissi il dvd nel lettore, ed in quel preciso istante ho notato due piccoli indizi che sullo scaffale mi erano sfuggiti e che anticipavano la grande schifezza a cui stavamo andando in contro: 1 distribuito dal Rai Cinema, 2 film per tutti senza obbligo di censura.
Parto dal presupposto che NON ho studiato belle arti, ne cinema, ne teatro MA sono un grande appassionato di film in genere, fotografia e animazione. In 30 anni mi sono fatto un bagaglio cinematografico non indifferente, anche se tanti classici li devo ancora spolverare. I film che DAVVERO personalmente non mi sono piaciuti e che sconsiglio, li conto sul palmo di una mano, poichè in quasi tutte le opere riesco sempre a trovare un qualcosa che mi mette in sintonia con il modo di vedere o di pensare del regista o del produttore. "The Innkeepers" vince il mio podio dei film più insulsi!
Ora, tornado proprio al film (e mi scuso con tutti i lettori di questa recensione per la lungaggine di questa introduzione) il set è alquanto inflazionato: case abbandonate, castelli, ville, boschi, ospedali e... alberghi posseduti sono di routine in questo genere, quindi è normale partire con un po' di pregiudizi. Ma lo sciapo tentativo del regista Ti West di riproporre una versione di un po' più aggiornata di "Shining" è scandaloso quanto raccapricciante sono gli scopiazzamenti palesi da Kubrick.
1- Storia: appena abbozzata, si parla di spiriti (forse 3) e un suicidio avvenuto un secolo fa.
2- Effetti speciali: assenti.
3- Violenza: assente.
4- Ritmo: la messa cantata in gregoriano il Mercoledì delle ceneri da 2h è più coinvolgente. Per i 3/4 il film è eccessivamente ironico e questo spezza i pochi momenti di tensione che si creano. Scene ad effetto: due banali fotogrammi in tutto il film. Non accade nulla: è un eufemismo. Horror: è una bestemmia.
5- Fotografia: insignificante e copiata spesso da "Shining": carta da parati increspata, tappeti con motivi rossi... le stesse ultime riprese ripropongono lo stesso finale del geniale Kubirck: foto d'epoca appesa al muro ed un lungo fermo immagine su una stanza vuota, in cui lo spettatore ancora una volta si aspetta un colpo di scena, un'immagine ad effetto.
6- Finale: assente, il regista forse gioca sulla soggettività dei protagonisti. Si allude forse che la protagonista fosse psicologicamente troppo emotiva e soffrisse di qualche disturbo mentale.
7- Attori: mai visti, e questo avrebbe potuto giocare a favore in tutto il mix se il film avesse avuto un verso in cui procedere in maniera coerente.
8- Sonoro: unica nota appena sufficiente. Ciò che non si vede, a volte si sente.
Vi supplico, non fate il mio stesso errore: evitatelo anche solo se lo sentite nominare, predereste 1h40' del vostro tempo libero. Se guardate il trailer, avete già visto tutto il film: nulla di più, e nulla di meno!
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[+] delusione
(di irishman)
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