domenico maria
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lunedì 7 ottobre 2013
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shakespeare e marilyn.
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"Noi siamo della materia di cui sono fatti i Sogni"(Prospero).Se ciò è vero(ed è un dolcissimo delirio l'immaginarlo),tanto più vale per questa creatura che, devastata da una infanzia e fanciullezza terremotata, già fin dalle primissime comparse emana luce e un magnetismo irresistibile. Candore e sensualità, fragilità e esibizionismo, il tutto a livello violentemente bipolare, estremo. Accettare di essere protagonista e rigenerare uno dei miti del ventesimo secolo, richiede forse, in pari misura, estremo coraggio e estrema umiltà. In parecchi momenti di questa pellicola ho avuto quasi la sensazione fisica, di respirare a pelle lo stato di incredulità ed estasi del giovane Colin Clark. "Ma è proprio vero che Marilyn Monroe, si confida, si sfoga, mi parla, mi ama!.
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"Noi siamo della materia di cui sono fatti i Sogni"(Prospero).Se ciò è vero(ed è un dolcissimo delirio l'immaginarlo),tanto più vale per questa creatura che, devastata da una infanzia e fanciullezza terremotata, già fin dalle primissime comparse emana luce e un magnetismo irresistibile. Candore e sensualità, fragilità e esibizionismo, il tutto a livello violentemente bipolare, estremo. Accettare di essere protagonista e rigenerare uno dei miti del ventesimo secolo, richiede forse, in pari misura, estremo coraggio e estrema umiltà. In parecchi momenti di questa pellicola ho avuto quasi la sensazione fisica, di respirare a pelle lo stato di incredulità ed estasi del giovane Colin Clark. "Ma è proprio vero che Marilyn Monroe, si confida, si sfoga, mi parla, mi ama!...mi devo prendere a pizzicotti...è proprio vero...sono davvero io che sto diventando l'amato della donna più bella del mondo?". Eddi Redmayne è superlativo a trasmettere questo stato di sospensione, di galleggiare nel sogno. Ma trovo squisita anche Emma Watson la "Sirenetta", forse un po' sfigata alla fine. Tra lei e il Mito c'è, ci deve essere un abisso. Contempla la voracità sentimentale della Diva, che, magari involontariamente, si nutre di cuori spezzati, nella continua rincorsa dietro a una figura maschile che non arriva mai, che delude sempre. Ma in questa "Sirenetta" trovo una deliziosa grazia intrigante e vispa. E nel ballo con Colin la mise la rende davvero deliziosa. La Dench Reinterpreta la parte della sulfurea e sarcastica Sybil Thorndike("c'è qualcosa nel dolore degli altri che non ci dispiace", cita da La Rochefoucauld),con simile sarcasmo, ancor più smaccatamente vicino a Marilyn. Il grande merito di Branagh, a parte la notevole reincarnazione nella parte del personaggio del Granduca di Carpazia, è, secondo me, soprattutto di illuminare i camerini, le tensioni dietro le quinte, gli isterismi dei vari istrioni, con estrema scioltezza e cinismo di alta densità. La Ormond suscita pena, quella per la scintillante Rossella, dopo 17 anni, stritolata dall'avanzare degli anni, dal declino artistico, e torturata dalle gelosia. Concordo, Michelle Williams meritava l'Oscar. Ciò che ha selezionato della personalità della Monroe, va giudicato in una ottica di sintesi, si parla di una settimana, e di un film di 90 minuti. Diciamolo così, I tratti essenziali della Creatura ci sono tutti, e la volontà di calarsi in quella epoca e in quella atmosfera regala veri momenti di "sdoppiamento", dove davvero sembra rievocato molto di più che un fantasma. Inutile scendere in dettagli. Solo un esempio: rivedendo la pellicola del 56,e la scena della prova di danza, L'incanto delle due Marilyn, produce miraggi, sono quasi sovrapponibili! Sarà forse vero che Colin Clark è stato l'unico a conoscere Norma Jean, mentre tutti hanno solo, sempre voluto inseguire, prendere e avere la Monroe?!Un breve appunto, finale, per i lanciatori di sterco, che ancora vogliono convincerci della mediocrità del valore di attrice. Non ricordo esattamente la data, certo tra il '60 e il '62, in un teatro Marilyn viene ascoltata in un saggio prova da una grandissima diva; si prova "Amleto". Marilyn prova Ofelia(Marilyn e Shakspeare!). Chi la ha scelta? Greta Garbo. E poi venne l'Estate del '62, la catastrofe di "Something got's to Give",...quella notte di mistero tra il 4 e il 5 Agosto...e l'immortalità.
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domenico maria
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martedì 5 agosto 2014
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scotoma
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"SCOTOMA". La mente vede quello che vuol vedere. Esattamente 52 anni dopo la morte della diva, oggi, 5 Agosto, La Rai trasmette la pellicola di Simon Curtis in Prima Tv. Sarà interessante vedere domani pomeriggio lo share di contatti per questa pellicola. Non desidero ripetere quello che ho scritto l'anno scorso. L'argomento mi ha sempre affascinato moltissimo; come del resto la misteriosa morte di John Kennedy, l'anno dopo. Questa Marilyn non è fragile? Non è insicura? Non percepisce di essere predestinata a una vita effimera pur se intensissima e ferocemente bipolare? Davvero in Michelle Williams non si vede la dicotomia tra la ragazzina dalla infanzia squassata Norma Jean, che continua a pulsare nell'intimo, e la immagine pubblica, universale, di Marilyn, il connubio apparentemente perfetto e indimenticabile di grazia, provocazione, trasgressione e candore? Davvero queste cose non si vedono nella interpretazione di Michelle Williams, che ha sfiorato l'oscar? Ma proprio davvero questo personaggio è viziato e piagnone? Le domande che fa a Colin non sono laceranti nella loro nudità? Le battute brevissime sui vecchi di Hollywood cui si è concessa, l'acuta analisi del matrimonio di convenienza con Arthur Miller, le considerazioni acutissime e il rapporto crudelmente competitivo con il mostro sacro Lawrence Olivier, sono tutte banalità e trionfo del luogo comune? E poi un cast armoniosissimo con tutte perfette interpretazioni, dalla comparsa al comprimario, fino alla superlativa prova di Kenneth Branagh.
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"SCOTOMA". La mente vede quello che vuol vedere. Esattamente 52 anni dopo la morte della diva, oggi, 5 Agosto, La Rai trasmette la pellicola di Simon Curtis in Prima Tv. Sarà interessante vedere domani pomeriggio lo share di contatti per questa pellicola. Non desidero ripetere quello che ho scritto l'anno scorso. L'argomento mi ha sempre affascinato moltissimo; come del resto la misteriosa morte di John Kennedy, l'anno dopo. Questa Marilyn non è fragile? Non è insicura? Non percepisce di essere predestinata a una vita effimera pur se intensissima e ferocemente bipolare? Davvero in Michelle Williams non si vede la dicotomia tra la ragazzina dalla infanzia squassata Norma Jean, che continua a pulsare nell'intimo, e la immagine pubblica, universale, di Marilyn, il connubio apparentemente perfetto e indimenticabile di grazia, provocazione, trasgressione e candore? Davvero queste cose non si vedono nella interpretazione di Michelle Williams, che ha sfiorato l'oscar? Ma proprio davvero questo personaggio è viziato e piagnone? Le domande che fa a Colin non sono laceranti nella loro nudità? Le battute brevissime sui vecchi di Hollywood cui si è concessa, l'acuta analisi del matrimonio di convenienza con Arthur Miller, le considerazioni acutissime e il rapporto crudelmente competitivo con il mostro sacro Lawrence Olivier, sono tutte banalità e trionfo del luogo comune? E poi un cast armoniosissimo con tutte perfette interpretazioni, dalla comparsa al comprimario, fino alla superlativa prova di Kenneth Branagh. Per cortesia posso chiedere di vedere questa pellicola, al di fuori delle tonnellate dei luoghi comuni? E leggere il piccolo ma fondamentale libro di Colin Clark, che davvero credo una microsintesi assolutamente veritiera almeno dei principali caratteri sia di Norma che di Marilyn, scritto da un testimone protagonista? E, a proposito di "Scotoma", Judy Dench incontrò, giovane, la Monroe; nella scena della "danza", dice davvero di aver avuto uno "scotoma", il costume bianco uguale, l'ambiente ricostruito, l'immedesimazione della Williams...e arriva lo "Scotoma". Perché Marilyn è luce, e questa della Williams è luce. Nell'originale del 56 Marilyn è più spiritata e lanciata: Questa del 2011 è un po' più pensierosa, meno scattante. Ma regala sempre luce. E quindi, ancora "Scotoma". Grazie Michelle: ma anche grazie a tutto il cast; un film delizioso e non di rado commovente. Alla faccia dei luoghi comuni.
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no_data
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lunedì 17 novembre 2014
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un discreto ritratto della vita di m. monroe.
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Scrive Dyer che "l'attrattiva di alcune star di Hollywood puo' essere quella di offrire una magica riconciliazione di opposti... Nel caso della Monroe lei ha la capacita' di essere conturbante e innocente". Ed e' proprio questa conci-liazione di opposti ad essere messa in luce in questo film sulla carriera di Marylin Monroe e di Laurence Olivier all'epoca, 1956, de "Il principe e la ballerina". Abbastanza efficace M. Williams nel rendere la spontaneita' dell'attrice unita ad una certa avvenenza, e rilevante l'interpretazione di K. Branagh nel ruolo di Olivier.
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dandy
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mercoledì 23 dicembre 2015
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questo,è "io e mariliyn".
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Adattando i diari del vero Colin Clarke,l'esordiente regista riesce più che discretamente a rendere giustizia alla bionda per eccellenza,l'icona sexy intramontabile dal passato tragico e dalla fine oscura.Gli ingredienti sono quelli giusti:ricostruzione eccellente,divertita descrizione del set cinematografico come nido si serpi ma anche idilliaco,maturazione di consapevolezza del protagonista del mondo e dell'amore(a quello per Marilyn si contrappone quello della costumista interpretata da Emma Watson).Michelle Williams rende in modo perfetto la personalità sfaccettata di Marilyn:i complessi nevrotici,la paura viscerale,l'incapacità di gestire il successo,il bisogno ossessivo di sentirsi protetta e approvata(da cui l'attaccamento all'acting coach Paula Strasberg),l'incontenibile sensualità ingenua e soprattutto la sofferanza per non essere considerata altro che un'oca bionda.
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Adattando i diari del vero Colin Clarke,l'esordiente regista riesce più che discretamente a rendere giustizia alla bionda per eccellenza,l'icona sexy intramontabile dal passato tragico e dalla fine oscura.Gli ingredienti sono quelli giusti:ricostruzione eccellente,divertita descrizione del set cinematografico come nido si serpi ma anche idilliaco,maturazione di consapevolezza del protagonista del mondo e dell'amore(a quello per Marilyn si contrappone quello della costumista interpretata da Emma Watson).Michelle Williams rende in modo perfetto la personalità sfaccettata di Marilyn:i complessi nevrotici,la paura viscerale,l'incapacità di gestire il successo,il bisogno ossessivo di sentirsi protetta e approvata(da cui l'attaccamento all'acting coach Paula Strasberg),l'incontenibile sensualità ingenua e soprattutto la sofferanza per non essere considerata altro che un'oca bionda.Il resto del cast,diciamo che è al suo servizo.Branagh è un Lawrence Olivier ben tratteggiato,esasperato dal comportamento di Marilyn ma ammirato dal talento che,a carissimo prezzo,riesc a cavarle.Judy Dench è una materna Sybil Thorndike,Julia Ormond una rassegnata e orgogliosa Vivien Leigh.Insomma un lavoretto piacevole e scorrevole,che però non racconta niente di nuovo o diverso su Marilyn Monroe.Da confrontare col successivo "Hitchcock".
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elgatoloco
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martedì 14 dicembre 2021
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biografico, con cenni storici
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"My Week with Marilyn"(Simon Curtis, da due diari di Colin Clark,, "The Prince, the Showgurl and me", a sua volta riferito al film interprretato dalla Monroe con Laurecne Oliivier e dall'altro "Tmy Week with Marilyn", sceneggiatura di Adrian Hodges, 2011)racconta la settimana di riprese in Gran Bretagna di Marilyn per il film"The Prince and the Showgirl", estate 1956). L'attrice, oppressa dalla sua paura di non essere all'alterzza del"Metodo"Stanislawskj-Strasberg, dell'identificazione dell'attote con il personaggio, dalle sue paure e fobie consuete, dall'incertezza amorosa, che la vede al suo terzo matrimonio con il commediografo Arthur Miller, sospettato di simpatie comuniste, nell'epoca maccartisia, negli States ma anche in GB, pur se là in forma minore, si innamora del giovanissimo Colin Clark, terzo assistente alla regia per il film ,salvo poi lasciarlo.
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"My Week with Marilyn"(Simon Curtis, da due diari di Colin Clark,, "The Prince, the Showgurl and me", a sua volta riferito al film interprretato dalla Monroe con Laurecne Oliivier e dall'altro "Tmy Week with Marilyn", sceneggiatura di Adrian Hodges, 2011)racconta la settimana di riprese in Gran Bretagna di Marilyn per il film"The Prince and the Showgirl", estate 1956). L'attrice, oppressa dalla sua paura di non essere all'alterzza del"Metodo"Stanislawskj-Strasberg, dell'identificazione dell'attote con il personaggio, dalle sue paure e fobie consuete, dall'incertezza amorosa, che la vede al suo terzo matrimonio con il commediografo Arthur Miller, sospettato di simpatie comuniste, nell'epoca maccartisia, negli States ma anche in GB, pur se là in forma minore, si innamora del giovanissimo Colin Clark, terzo assistente alla regia per il film ,salvo poi lasciarlo. "Folle passione"bravisisma, come tutte(o meglio quasi tutte) quelle dell'atrice, perennetmente insicura. Il film ha dalla sua il vantaggio di una documentazione impeccabile, ma anche il torto di "creare"una Marilyn troppo"a tutto tondo",nella sua insicurezza e nelle sue nevrosi(fino al tragico finale, anche se rimane in piedi, pur se molto debolmente, anche la tesi alternativa al suicidio, quella di un omicidio dettato da ragioni politiche, essendosi compromessa la Monroe, pur se involontariamente, con i"nemici dell'ordine USA"). Marilyn ingenua, bellissima, ma quasi in crisi per il suo"essere appariscente", quasi timida rispetto al suo fisico come alla sua recitazione, che qui viene descritto come, complessivamente, dettato da condizioni umorali, il che sembra avere, certamente un indubbio fondamento, un suo"ubi consistam". Il flirt con il ragazzo inglese, figlio di un grande storico dell'arte e poi scrittore e documentarista, viene considerato in sè, come un episodio sintomatico di tutta la vita dell'attrice, il che, forse, è"troppo", ma certo rende un angolo visuale importante sulla vita dell'attrice stessa. In un clima storicamente assolutamente fedele(tra le musiche cì'anche"Les feullles mortes"di Prevert-Kosma, nella versione inglese, inter cetera)bravisismo Kenneth >Branagh che rende Laurence Olivier(una scelta cui certamente teneva e riesce molto bene), Michelle Williams è un brava Marilyn, certo "immaginaria"in quaqlche misura, Eddie Redmayne rende con diligenza intelligente il ruolo di Colin Clark e gli/le altri/e inteprreti, tra cui EMma Watson sono di sicuro libello. El Gato
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rosye
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lunedì 11 giugno 2012
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film omaggio
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Il film, grazie ad una ottima Michelle Williams, ha il merito di ri-portare la luce unica di femminilità ammaliante,ammaliatrice e perciò spiazzante della Monroe, insieme al suo spaesamento, nel contesto cinematografico dell'epoca dominato da vecchie figure maschili. Lo stesso Olivier, al suo cospetto, si sente e si dichiara "vecchio". Non è un caso che Marilyn si attacca al giovane aiuto-regista, ricco di un tipo di sensibilità più femminile.Ne emerge una figura aerea e infantile, che attraverso di lui, cerca di recuperare momenti genuini di vita in contrasto con quello che la figura del marito soprattutto, il drammaturgo e intellettuale Arthur Miller, andava invece minando in lei. Il dissidio della Monroe tra cultura e natura non è nel film approfondito.
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Il film, grazie ad una ottima Michelle Williams, ha il merito di ri-portare la luce unica di femminilità ammaliante,ammaliatrice e perciò spiazzante della Monroe, insieme al suo spaesamento, nel contesto cinematografico dell'epoca dominato da vecchie figure maschili. Lo stesso Olivier, al suo cospetto, si sente e si dichiara "vecchio". Non è un caso che Marilyn si attacca al giovane aiuto-regista, ricco di un tipo di sensibilità più femminile.Ne emerge una figura aerea e infantile, che attraverso di lui, cerca di recuperare momenti genuini di vita in contrasto con quello che la figura del marito soprattutto, il drammaturgo e intellettuale Arthur Miller, andava invece minando in lei. Il dissidio della Monroe tra cultura e natura non è nel film approfondito.Ma non lo voleva neanche essere. Solo accenni di cronaca: l'insegnante di recitazione dalla quale dipendeva e il suo abbandonarsi a sedativi ed alcol.Un film malinconico e allusivo. Un ottimo, dalle battute esilanti e acide, Olivier/Branagh; una deferenza generale verso questo "miracolo della natura" chiudono il cerchio di questo omaggio alla parte fragile ma estremamente vitale della Monroe.Un film semplice..."innamorato".
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melania
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lunedì 11 giugno 2012
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tenero
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Un film tenero,coinvolgente. la fragilità psicologica della protagonista,la sua scarsa fiducia in se stessa,le sue ansie,le sue paure creano una grande partecipazione alla vita di marilyn.veramente brava michelle williams,notevole l'ambientazione.
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flyanto
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lunedì 4 giugno 2012
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quando marilyn monroe approdò in inghilterra
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Film in cui viene raccontato (probabilmente in maniera romanzata) il periodo trascorso dall'attrice Marilyn Monroe in Inghilterra (con relativa storia d'amore) in occasione delle riprese d "Il principe e la ballerina" accanto a Laurence Olivier. La pellicola non si distanzia molto da quello che potrebbe essere un semplice sceneggiato televisivo, ma quello che lo riscatta è senza dubbio la buona interpretazione della protagonista Michelle Williams (assai più bella della vera Marilyn Monroe) ed ovviamente di Kenneth Branagh nella parte del grande Lawrence Olivier e di Judy Dench.
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mocca
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lunedì 4 giugno 2012
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noioso
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Il film in totale noioso... non apporta niente di nuovo. Il personaggio di Marilyn molto schematico, le cose che sapevamo già (almeno chi si interessa un po' al cinema e alla letteratura). La storia di un giovane che si prende una cotta per lei è dipinta in modo basiliare e prevvedibile. Brava la Williams ma su di lei non avevo i dubbi.... Consigliato solo ai veri appassionati di MM...
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