giacomogabrielli
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sabato 3 marzo 2012
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alto ma non troppo. ***
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Sam Worthington vola da Pandora al parapetto di un grattacielo di Manhattan, in un film che ci riporta ad atmosfere alla 'Die Hard', dal gusto anni 90. Carina la storia, a mio parere un pretesto per far iniziare una serie di spettacolari inquadrature e coreografie tra i palazzi della grande mela. Il protagonista di Avatar se la cava, come anche il resto del cast. Jamie Bell, quello di Billy Elliot, sarebbe qui un buon attore, se non fosse per la ridicola sottostoria tra lui e la sua ragazza, che gli sceneggiatori del film gli hanno, non si sa perchè, attribuito. Nel cast anche Edward Burns, Elizabeth Banks ed un cattivo ed invecchiato Ed Harris. Un'opera che non manca di momenti ad alta tensione sparsi quasi in tutto il film.
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Sam Worthington vola da Pandora al parapetto di un grattacielo di Manhattan, in un film che ci riporta ad atmosfere alla 'Die Hard', dal gusto anni 90. Carina la storia, a mio parere un pretesto per far iniziare una serie di spettacolari inquadrature e coreografie tra i palazzi della grande mela. Il protagonista di Avatar se la cava, come anche il resto del cast. Jamie Bell, quello di Billy Elliot, sarebbe qui un buon attore, se non fosse per la ridicola sottostoria tra lui e la sua ragazza, che gli sceneggiatori del film gli hanno, non si sa perchè, attribuito. Nel cast anche Edward Burns, Elizabeth Banks ed un cattivo ed invecchiato Ed Harris. Un'opera che non manca di momenti ad alta tensione sparsi quasi in tutto il film. Bello il montaggio, che si alterna tra presente e flashback, e la scelta delle scenografie newyorkesi, che ricordano il claustrofobico 'In linea con l'assassino'. Il produttore è Lorenzo Di Bonaventura, quello dei 'Transformers' e di 'Red'. Ridicolo il titolo italiano. Brutto il doppiaggio. ALTO MA NON TROPPO ***
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ultimoboyscout
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lunedì 1 ottobre 2012
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l'uomo sul cornicione.
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Come in ogni thriller che si rispetti nulla è come sembra: che ci fa infatti l'ex poliziotto e galeotto Nick Cassidy sul cornicione di un albergo newyorchese a 78 metri d'altezza? he sia un aspirante suicida? Troppo semplice. Il debutto alla regia di Asger Leth è convincente e riesce a mantenere in equilibrio non solo il protagonista ma tutto il film. Il registanon ha mirato al filmone, ma ha cercato di intrecciare tutti gli elementi necessari per intrattenere e mantenere alta la suspense ma non il mistero, visto che viene svelato quasi subito che nel palazzo accanto si tenta il colpaccio. La tattica dell'uomo sul cornicione appare chiara ed efficacissima, così come lo è il ritmo, decisamente incalzante ma non folle, per un film che è tendenzialmente statico.
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Come in ogni thriller che si rispetti nulla è come sembra: che ci fa infatti l'ex poliziotto e galeotto Nick Cassidy sul cornicione di un albergo newyorchese a 78 metri d'altezza? he sia un aspirante suicida? Troppo semplice. Il debutto alla regia di Asger Leth è convincente e riesce a mantenere in equilibrio non solo il protagonista ma tutto il film. Il registanon ha mirato al filmone, ma ha cercato di intrecciare tutti gli elementi necessari per intrattenere e mantenere alta la suspense ma non il mistero, visto che viene svelato quasi subito che nel palazzo accanto si tenta il colpaccio. La tattica dell'uomo sul cornicione appare chiara ed efficacissima, così come lo è il ritmo, decisamente incalzante ma non folle, per un film che è tendenzialmente statico. Si tratta di un thriller che sconfina nello psicologico e nell'action anche se non in quello classico e puro, che ha il difetto principale di non solcare i tratti psicologici dei due protagonisti principali Nick e Lydai, di non approfondire il loro rapporto visto che hanno qualcosa in comune, sono entrambi delusi e profondamente segnati da eventi passati accaduti non per cause proprie e sono quindi in cerca di riscatto/vendetta. Come rimangono solo accennate tematiche sempre attuali come la critica alla politica economica statunitense e l'eccessiva invadenza dei media. Film che non aggiunge ma nemmeno toglie, che non rafforza le carriere dei più giovani attori ma segnala l'ex documentarista Leth come regista attento e dalla mano ferma, non un innovatore ma un ottimo rivisitatore capace di una sorprendente spettacolarità visiva, resa ancora più realistica dalla scelta di aver girato le scene "alte" e vertiginose dal vivo e direttamente su quello spazio angusto che è il cornicione, a ben vedere il vero e unico protagonista del film!
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amandagriss
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sabato 6 aprile 2013
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il cornicione? specchietto per le allodole
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Come può un poliziotto accusato e giudicato colpevole di corruzione,furto e ricettazione,condannato a più di 20anni di galera,i cui appelli sono tutti finiti in un nulla di fatto,continuare,ostinato,a gridare la sua innocenza,dimostrare di essere stato incastrato,riabilitarsi agli occhi dei suoi(maligni)colleghi,riconquistare la propria dignità di essere umano e riappropriarsi della propria libertà e vita?Semplice:starsene per una giornata buona sul cornicione di un hotel(oltre il 20°piano)della New York che conta,minacciare di buttarsi di sotto,richiamare a sé l'attenzione dei passanti,della stampa,della polizia,bloccare il traffico e interi isolati sulla strada dello shopping e farsi,così,finalmente(veramente)ascoltare da un negoziatore(una negoziatrice)avvezzo a 'dialogare' con aspiranti suicidi.
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Come può un poliziotto accusato e giudicato colpevole di corruzione,furto e ricettazione,condannato a più di 20anni di galera,i cui appelli sono tutti finiti in un nulla di fatto,continuare,ostinato,a gridare la sua innocenza,dimostrare di essere stato incastrato,riabilitarsi agli occhi dei suoi(maligni)colleghi,riconquistare la propria dignità di essere umano e riappropriarsi della propria libertà e vita?Semplice:starsene per una giornata buona sul cornicione di un hotel(oltre il 20°piano)della New York che conta,minacciare di buttarsi di sotto,richiamare a sé l'attenzione dei passanti,della stampa,della polizia,bloccare il traffico e interi isolati sulla strada dello shopping e farsi,così,finalmente(veramente)ascoltare da un negoziatore(una negoziatrice)avvezzo a 'dialogare' con aspiranti suicidi.Variante intelligente,creativa,moderna del più classico thriller poliziesco,dove l'eroe(il poliziotto),solo contro tutti,deve dimostrare ad ogni costo di non aver commesso il crimine per il quale ha perso tutto.Contaminando un assunto tradizionale,così tanto sfruttato(ed abusato)nel cinema,con il genere di rapina(heist movie)ne vien fuori un film,seppur assai lontano dall'essere imprevedibile,di certo godibile,teso e adrenalinico quanto basta,dove ci si ritrova spesso a trattenere il fiato insieme al protagonista e ai personaggi di contorno(l'atletico Sam‘Terminator/ Avatar’Worthington,Jamie‘Billie Elliott’Bell,la brava Elisabeth Banks,un kattivissimo Ed Harris e,in ruoli marginali,il bel Edward Burns e Kyra Sedgwick),dove tutti fanno la propria parte senza pretendere(per popolarità e curriculum)di prevalere sugli altri.Diretto con mano sicura,il film bilancia l'action spettacolare(in esterni ed interni)con la staticità delle parti dialogate e quella apparente delle scene(molte e ben riprese)sul cornicione,che riservano più di un sussulto.Tipica pellicola in cui la città di New York,nello specifico Manhattan,si fa protagonista, divenendo parte integrante se non fondamentale del racconto,contribuendo non poco(con le elevate altitudini raggiunte dai suoi grattacieli)a creare la giusta atmosfera di ansia e 'precarietà' e rendere più che mai credibile il vissuto del nostro.Similitudini -per lo spazio ridotto al minimo con annessa situazione di stallo- col più rigoroso e asciutto In linea con l'assassino (il cornicione come la cabina telefonica)e -per l’escamotage adottato- con il Die Hard che vede il cattivo Jeremy Irons sfiancare un Bruce Willis in modalità post-sbronza (lì una finta bomba qui il presunto volo da un cornicione).Spesso l'eccessiva dilatazione dei tempi frammenta il racconto,pregiudicandone la fluidità e la robustezza e smagliandone quella fitta rete di tensione comunque bene intessuta.Poco felice risulta l'uso dell'ironia(affidata ai duetti tra Jamie Bell e la sua partner,la bella Genesis Rodriguez),sciocca e priva di affondi efficaci,non all'altezza della sua prevista funzione di'camera di decompressione',anzi capace di creare irritanti tempi morti.Tuttavia 40 Carati resta un buon film di genere,non memorabile ma di quelli che,quando passano in televisione,si (ri)vedono volentieri.La sua punta di diamante? Ed Harris,senza dubbio alcuno,che,dopo A history of violence,consegna alla storia del cinema un'altra superba interpretazione del perfetto villain.
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filippo catani
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lunedì 10 dicembre 2012
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40 carati non è certo il valore del film
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New York. Un ex poliziotto riesce ad evadere dalla prigione dove è rinchiuso approfittando delle esequie del padre. L'uomo salirà allora sul cornicione di un hotel del centro per professare la propria innocenza relativa ad un'accusa per furto. A condurre il negoziato sarà una donna tragicamente segnata dal suicidio dell'ultimo uomo con cui ha negoziato.
Mettiamola così: cosa si può trovare nel mezzo di un film che comincia con una collisione ad alta velocità tra un treno e una macchina e si conclude con un uomo che si getta nel telone dei pompieri da venti metri di altezza (con tanto di rincorsa) uscendone senza mai un graffio? Praticamente il nulla più totale.
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New York. Un ex poliziotto riesce ad evadere dalla prigione dove è rinchiuso approfittando delle esequie del padre. L'uomo salirà allora sul cornicione di un hotel del centro per professare la propria innocenza relativa ad un'accusa per furto. A condurre il negoziato sarà una donna tragicamente segnata dal suicidio dell'ultimo uomo con cui ha negoziato.
Mettiamola così: cosa si può trovare nel mezzo di un film che comincia con una collisione ad alta velocità tra un treno e una macchina e si conclude con un uomo che si getta nel telone dei pompieri da venti metri di altezza (con tanto di rincorsa) uscendone senza mai un graffio? Praticamente il nulla più totale. E dire che sarebbe bastato molto poco; infatti si poteva benissimo costruire un film incentrato sulla negoziazione e sulle indagini per riaprire il caso. Nulla di inedito ma quantomeno poteva filare. Invece il film si inserisce nel filone dei film d'azione che, in quanto tali, devono per forza pagare il loro tributo alla spettacolarità a tutti i costi. Ora è chiaro che se si vuole costruire un film con i "machi" di turno (Statham & co.) questo ci può anche stare ma se no si può tranquillamente realizzare un film con una solida trama, credibile e con della bella azione. Quì invece ci troviamo davanti ad un ex poliziotto che salta cornicioni che sembra un incrocio tra Felix il gatto e Spiderman, i soliti poliziotti corrotti, il cattivone di turno (spiace che sia l'ottimo Ed Harris che non partecipava ad una pellicola di così bassa fattura dai tempi di The Rock) e una coppia di pseudo ladri che, con l'aiuto del manuale delle giovani marmotte, riescono a mettere ko un sistema di allarmi degno della FED. Peccato perchè si disperde anche il capitale di buoni interpreti che avevamo recentemente apprezzato, solo per dire dei due protagonisti, lui in Last Night e lei in The next three days. Insomma un chiaro esempio di come il titolo non rispecchi affatto il valore del film (titolo che come al solito subisce la solita traduzione fantasiosa dei distributori italiani).
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