therao
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mercoledì 23 aprile 2014
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si può vivere anche senza americanate
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La cosa che più mi dà sui nervi delle americanate come questo film è che, quando qualcuno propone di vederli, lo fa sempre adducendo che “ogni tanto, vedere un film un po’ stupido ci sta”. Ci sono due cose che mi preme specificare a riguardo. 1) A quel che mi risulta, oggi siamo letteralmente sommersi dalla spazzatura, quindi “ogni tanto” un cavolo. La metà dei film che vengono prodotti e distribuiti seriamente sono americanate (date un’occhiata alla programmazione di qualsiasi multisala). Per non parlare del trash in TV e in radio. 2) L’alternativa all’americanata non è “La corazzata Potemkin”. Si può optare per un film leggero, e non c’è niente di male se lo si fa il più delle volte, ma è davvero necessario finire a guardare immondizia?
Questi film d’azione hanno la stessa funzione dei film pornografici: appagare certe fantasie.
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La cosa che più mi dà sui nervi delle americanate come questo film è che, quando qualcuno propone di vederli, lo fa sempre adducendo che “ogni tanto, vedere un film un po’ stupido ci sta”. Ci sono due cose che mi preme specificare a riguardo. 1) A quel che mi risulta, oggi siamo letteralmente sommersi dalla spazzatura, quindi “ogni tanto” un cavolo. La metà dei film che vengono prodotti e distribuiti seriamente sono americanate (date un’occhiata alla programmazione di qualsiasi multisala). Per non parlare del trash in TV e in radio. 2) L’alternativa all’americanata non è “La corazzata Potemkin”. Si può optare per un film leggero, e non c’è niente di male se lo si fa il più delle volte, ma è davvero necessario finire a guardare immondizia?
Questi film d’azione hanno la stessa funzione dei film pornografici: appagare certe fantasie. Non c’è niente di male. Ma, come i film pornografici, non sta scritto da nessuna parte che non debbano avere una trama, dei buoni attori e una regia decente. Anzi, i film davvero leggeri, quelli che ti riempiono di energia e ti fanno divertire, sono quelli ben fatti. Gli altri sono dei polpettoni noiosissimi buoni solo a essere mandati giù a forza di pop-corn e Coca-Cola.
È il caso di “Death Race 2”, un film che si regge sulla trama più striminzita che abbia mai visto (e nonostante questo riesce persino ad avere dei buchi): detenuti in un carcere vengono costretti a lottare fino alla morte per realizzare un programma trashissimo ideato da una gnocca priva di moralità, e un giorno qualcuno ha l’idea di farli combattere a bordo di automobili piene di armi. Le premesse sembrano buone, ma le aspettative vengono presto deluse.
“Death Race 2” ha dei personaggi epici? Assolutamente no. Il protagonista è il tipico personaggio magrolino ma ben piazzato di etnia caucasica che si vede sempre in questi film, gli altri sono anonimi tipacci. Scene d’azione mozzafiato? Non direi. Tutte cose viste e riviste. Momenti particolarmente eccitanti dal punto di vista sessuale? Ma neanche un po’. Esclamazioni memorabili di quelle che fanno tanto amare questi film, tipo “Io non ho violato la legge! Io sono la legge!”? Neanche l’ombra.
La serie “Death Race” prende il via dal remake di un film del 1975. Gli ho dato un’occhiata e devo dire che mi sembra molto meglio.
A partire dalle premesse, assai più originali (in quel film la corsa non era una versione darkona di “Crash Team Racing”, ma una gara a chi spiaccicava più passanti, meglio se donne, bambini e anziani). Ma sono decisamente meglio anche i personaggi (per quanto esageratamente carnevaleschi nel design, visti oggi), i dialoghi (“Se non sei qui per offrirmi il tuo corpo” dice a un certo punto un corridore a una sua fan “non capisco il motivo della tua visita”), le scene di violenza (inquietante il modo in cui due personaggi gioiscono all’idea di investire un gruppo di bambini e un neonato in una scena) e Mary Woronov e Roberta Collins che si ringhiano contro coperte solo da due striminziti asciugamani sono decisamente più sexy di Tanit Phoenix che sbatte le sopracciglia.
Insomma, incredibile ma vero, questo film riesce a essere meno originale, meno splatter e meno vivace di un film del 1975 (1975! Andava ancora in onda “Carosello” all’epoca!). Forse perché all’epoca si richiedeva una certa qualità anche ai pop-corn movie e a nessuno sarebbe venuto in mente di dire “Ma sì, dai, è un film d’azione, possiamo anche farlo male.”.
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cenox
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venerdì 28 giugno 2013
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il prequel di 1 buon film non è sempre 1 buon film
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Death race, con protagonista Statham era sicuramente un'altra cosa, e qui si è voluto raccontare la storia di Frankenstein, il pilota carcerato che arrivava sempre alla vittoria, fino al suo tragico decesso, di cui poi Statham prenderà il posto facendolo rivivere. Ma il fatto è che pur spendendo per effetti speciali e qualche attore famoso, non si è fatto un vero prequel, ma si è rifatto in pratica il film originale cambiando l'attore. Mi spiego meglio: è ovvio che dei punti in comune tra le due storie ci devono essere visto che son uno la continuazione dell'altro, ma non è possibile che le storie siano così terribilmente uguali!! Uguali sì ma con enormi differenze in peggio per quanto riguarda il protagonista e la
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Death race, con protagonista Statham era sicuramente un'altra cosa, e qui si è voluto raccontare la storia di Frankenstein, il pilota carcerato che arrivava sempre alla vittoria, fino al suo tragico decesso, di cui poi Statham prenderà il posto facendolo rivivere. Ma il fatto è che pur spendendo per effetti speciali e qualche attore famoso, non si è fatto un vero prequel, ma si è rifatto in pratica il film originale cambiando l'attore. Mi spiego meglio: è ovvio che dei punti in comune tra le due storie ci devono essere visto che son uno la continuazione dell'altro, ma non è possibile che le storie siano così terribilmente uguali!! Uguali sì ma con enormi differenze in peggio per quanto riguarda il protagonista e la fantasia!
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andrea3456
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domenica 20 febbraio 2011
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insomma
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troppo simile al primo e con violenza gratuita.
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ultimoboyscout
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venerdì 18 febbraio 2011
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il mio nome è frankenstein!
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Il rischio dei sequel è quello di fare paragoni con il precedente, paragoni che diventano quasi d'obbligo quando poi i film non convinvono del tutto come questo. Niente a che vedere con il primo infatti, nonostante il clichè sia lo stesso, nonostante diversi punti in comune e nonostante azione e velocità siano alte. Luke Goss non è Statham (e mai lo sarà aggiungo) non ne ha il carisma, il fascino e la faccia ma se la cava meno peggio del previsto, Rhames e Bean (che spreco!) sono i cattivi per eccellenza di Hollywood piacciono e fanno il loro con mestiere e poi Trejo, lo adoro, davvero l'uomo giusto al posto giusto enon me l'aspettavo. Insomma perde molto in originalità e scade spessissimo nel prevedibile.
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Il rischio dei sequel è quello di fare paragoni con il precedente, paragoni che diventano quasi d'obbligo quando poi i film non convinvono del tutto come questo. Niente a che vedere con il primo infatti, nonostante il clichè sia lo stesso, nonostante diversi punti in comune e nonostante azione e velocità siano alte. Luke Goss non è Statham (e mai lo sarà aggiungo) non ne ha il carisma, il fascino e la faccia ma se la cava meno peggio del previsto, Rhames e Bean (che spreco!) sono i cattivi per eccellenza di Hollywood piacciono e fanno il loro con mestiere e poi Trejo, lo adoro, davvero l'uomo giusto al posto giusto enon me l'aspettavo. Insomma perde molto in originalità e scade spessissimo nel prevedibile. Il colpo di scena arriva più avanti: quando si scopre che non si tratta di un sequel ma di un prequel, di come nasce il mito Frankenstein. Se possibile più violento e cruento del precedente, un gioco sadico nel solo interesse del dio denaro. Discreta idea riuscita non benissimo, nella seconda parte ingrana le marce più alte e si riscatta in parte. Ma ora bando alle ciance, allacciate la cintura e via per una nuova, sanguinosissima e dolorosissima carneficina!
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