|
|
jonnylogan
|
martedì 10 dicembre 2024
|
alla ricerca dell''ultraviolenza
|
|
|
|
A poche settimane dalla release della mini serie composta da sei episodi e ispirata alla pellicola diretta da Stefano Sollima. Serie che potrà vantare buona parte del cast del film del 2012 e che sarà anch'essa basata sul romanzo omonimo di Carlo Bonini, frutto di una sinossi dura, priva di fronzoli e vero inno al machismo da strada e a un settore, quello della celere, che non lascia nulla alla fantasia imperante.
[+]
A poche settimane dalla release della mini serie composta da sei episodi e ispirata alla pellicola diretta da Stefano Sollima. Serie che potrà vantare buona parte del cast del film del 2012 e che sarà anch'essa basata sul romanzo omonimo di Carlo Bonini, frutto di una sinossi dura, priva di fronzoli e vero inno al machismo da strada e a un settore, quello della celere, che non lascia nulla alla fantasia imperante.
Cobra, Mazinga e Negro altri non sono che nomi di battaglia di tre commilitoni che tra loro si definiscono fratelli, in un clima di violenza offerta, subita e anche decisamente molto surreale. Una violenza che attraversa la vita di ognuno di loro in ogni aspetto. Dal figlio di Mazinga che non accetta l’autorità paterna. A Negro, in procinto di affrontare un divorzio sanguinoso e con una ex-moglie che gli vieta di vedere la figlia. Per finire con Cobra, processato per un atto di violenza gratuita consumato durante un intervento nel corso di una partita. In mezzo a loro improvvisamente giunge una nuova variabile, forse impazzita e di certo da instradare, ovvero Adriano, una giovane recluta che deve venire prima accettato dal gruppo, assimilarne usi e costumi ai limiti del tribale, lottare per farsi rispettare, fino a combattere al fianco dei propri nuovi fratelli, ma anche lui macchiato dallo stigma di un’esistenza problematica, che assume le vesti di una madre prossima a uno sfratto esecutivo.
Sollima fotografa una nuova deriva della nostra società, per una volta ‘non’ criminale, almeno dal punto di vista legale, mettendo in pista una quaterna di attori affiatati - Giallini, Favino, Nigro e Domenico Diele, alla sua terza pellicola – tutti molto abili nel descrivere personaggi ai margini della legalità o indecisi su cosa fare della loro carriera; ovvero se seguire i dettami ‘del branco’ per farsi accettare o abdicare immediatamente. Incastonando la narrazione entro il perimetro di una sinossi che narra una Roma differente osservata attraverso un gruppo che si esalta per azioni di guerriglia urbana che dovrebbero ripianare gli errori delle istituzioni, ponendosi quindi spesso al di sopra di quella legge che per primi dovrebbero seguire. Un film quindi molto duro che offre un punto di vista controverso e difficile da approvare, esattamente come è stato il romanzo dal quale è stato tratto.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dandy
|
domenica 4 aprile 2021
|
fratelli nella violenza.
|
|
|
|
Debutto al cinema per il figlio di Sergio Sollima,che adatta l'omonimo romanzo di Carlo Bonini.I lunghi trascorsi in televisione garantiscono la resa spettacolare e la direzione del cast è competente.Ma il discorso su una materia scomoda e contraddittoria resta,al pari delle emozioni e delle mentalità dei protagonisti,puramente di superficie e di pancia:se non è esclusa la sgradevolezza nella descrizione del gruppo di "celerini figli di puttana",viene cercata la giustificazione sottolineando ripetutamente la frustrazione che la causa,dovuta tra le altre cose all'incompetenza e l'ingiustizia politica delle false promesse e dei contentini momentanei per l'opinione pubblica.
[+]
Debutto al cinema per il figlio di Sergio Sollima,che adatta l'omonimo romanzo di Carlo Bonini.I lunghi trascorsi in televisione garantiscono la resa spettacolare e la direzione del cast è competente.Ma il discorso su una materia scomoda e contraddittoria resta,al pari delle emozioni e delle mentalità dei protagonisti,puramente di superficie e di pancia:se non è esclusa la sgradevolezza nella descrizione del gruppo di "celerini figli di puttana",viene cercata la giustificazione sottolineando ripetutamente la frustrazione che la causa,dovuta tra le altre cose all'incompetenza e l'ingiustizia politica delle false promesse e dei contentini momentanei per l'opinione pubblica.E i bersagli sono quasi sempre persone cattive(e povere) che ricevono i pestaggi a suon di musica(Clash,Chemical Brothers,Pixies,White Stripes,la cui "Seven Nation Army" è diventato un inno di moltissime tifoserie) così da spettacolarizzare il tutto e mettere a suo agio lo spettatore.Poco incisivi gli accenni alla cronaca,dal'G8 alle uccisioni dell'agente Filippo Raciti e il disk jokey Gabriele Sandri nel 2007,e poco credibile la presa di coscienza di Adriano.Anche il finale sospeso non ha la potenza a cui vorrebbe ambire.Come il successivo "Suburra",solo un prodotto di genere onesto e apprezzabile da un regista di indubbia competenza,che si spera possa maturare in futuro,o perlomeno continuare a mantenersi a questi livelli.Ma naturalmente non potevano mancare le polemiche all'uscita,che di certo hanno favorito il buon successo al botteghino.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
inesperto
|
domenica 2 dicembre 2018
|
bravo sollima
|
|
|
|
Il film è di notevole caratura, caratterizzato da un ritmo sostenuto per l'intera sua durata. Si mostra la vita privata e professionale dei poliziotti della "celere" e si accenna agli ambienti del neofascismo (stadio e centri sociali), curiosamente in forte contrapposizione coi celerini, caratterizzati da un pensiero politico molto simile. Un'opera che fa la coppia con Diaz - Don't clean up this blood. Il disegno di una dura realtà.
|
|
|
[+] lascia un commento a inesperto »
[ - ] lascia un commento a inesperto »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
aristoteles
|
martedì 13 ottobre 2015
|
cobra negro e mazinga
|
|
|
|
BAH non molto convincente questa massoneria poliziesca unita dal concetto della fratellanza.
Sembrano ultras violenti di cinquanta anni fa.
Anche le sottotrame che si sviluppano,sono raccontate In maniera abbastanza superficiale,separazioni con ballerine cubane,figli che odiano i padri e sfratti di casa.
Tutte storie che quasi giustificano uno stress privato che bisogna sfogare nel lavoro prendendesola con il rumeno,piuttosto che con il tifoso,che con i sovversivi di turno.
Una legge personale,fatta da uomini di legge, ma sopra la legge.
Una sola cosa è certa e viene rappresentata in maniera adeguata è che il lavoro della celere è veramente duro e complesso, ma non credo la maggior parte dei celerini provi molta soddisfazione a spaccare due teste,piuttosto capisco la paura di chi deve difendersi contro una folla numerosa e magari perde lucidità picchiando alla "cecata".
[+]
BAH non molto convincente questa massoneria poliziesca unita dal concetto della fratellanza.
Sembrano ultras violenti di cinquanta anni fa.
Anche le sottotrame che si sviluppano,sono raccontate In maniera abbastanza superficiale,separazioni con ballerine cubane,figli che odiano i padri e sfratti di casa.
Tutte storie che quasi giustificano uno stress privato che bisogna sfogare nel lavoro prendendesola con il rumeno,piuttosto che con il tifoso,che con i sovversivi di turno.
Una legge personale,fatta da uomini di legge, ma sopra la legge.
Una sola cosa è certa e viene rappresentata in maniera adeguata è che il lavoro della celere è veramente duro e complesso, ma non credo la maggior parte dei celerini provi molta soddisfazione a spaccare due teste,piuttosto capisco la paura di chi deve difendersi contro una folla numerosa e magari perde lucidità picchiando alla "cecata".
Sicuramente anche tra i poliziotti ci sono le teste calde come in tutti i gruppi e in tutti i lavori,ma credo che questo film non sia lo specchio della realtà.
Frasi molto scontate non aiutano una discreta regia e una buona fotografia.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tex1959
|
giovedì 30 luglio 2015
|
il campetto
|
|
|
|
Bene un film sulla vita del poliziotto che deve amministrare se stesso, la giustizia e i violenti.
Situazioni ben espresse nel film.
La scena del campetto vale tutto il film.
|
|
|
[+] lascia un commento a tex1959 »
[ - ] lascia un commento a tex1959 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
floyd80
|
lunedì 13 aprile 2015
|
atteniamoci alla realtà
|
|
|
|
Una pellicola girata bene che cerca di raccontare la vita del reparto mobile e di chi lavora per esso. Gli attori sono sopra la media.
Purtroppo il difetto italiano di attenersi per forza di cose alla realtà (la diaz, la morte di Sandri...) lo ritroviamo anche in questa pellicola.
In ogni film italiano (vedi Diaz, romanzo criminale, la meglio gioventù) ci deve essere un riferimento alla realtà e secondo me questo limita la pellicola e la struttura del film.
[+]
Una pellicola girata bene che cerca di raccontare la vita del reparto mobile e di chi lavora per esso. Gli attori sono sopra la media.
Purtroppo il difetto italiano di attenersi per forza di cose alla realtà (la diaz, la morte di Sandri...) lo ritroviamo anche in questa pellicola.
In ogni film italiano (vedi Diaz, romanzo criminale, la meglio gioventù) ci deve essere un riferimento alla realtà e secondo me questo limita la pellicola e la struttura del film.
Però se proprio si vuole raccontare la realtà dei fatti a mio giudizio bisogna essere coerenti e non disegnare le forze dell'ordine come dei sadomaso in divisa.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a floyd80 »
[ - ] lascia un commento a floyd80 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
great steven
|
giovedì 2 aprile 2015
|
la celere raccontata senza disdegnare la ferocia.
|
|
|
|
ACAB – ALL COPS ARE BASTARDS (IT/FR, 2012) diretto da STEFANO SOLLIMA. Interpretato da PIERFRANCESCO FAVINO, MARCO GIALLINI, FILIPPO NIGRO, ANDREA SARTORETTI, DOMENICO DIELE, ROBERTA SPAGNUOLO
Il regista è figlio di Sergio Sollima, autore di poliziotteschi anni ’60 e avventurosi anni ’70. Stefano, in particolar modo, è salito agli onori della cronaca per la serie televisiva Romanzo criminale, indubbiamente la fiction più innovativa del piccolo schermo osservando il primo decennio 2000. Con questo film d’esordio, ci porta nel mondo del settimo Nucleo del Reparto Celere, inerente alle forze di polizia romane, e ci fa concentrare su tre veterani – Cobra, Mazinga e Fabio Negro – reduci dagli eventi delittuosi del G8 di Genova (luglio 2001) che cercano di educare una giovane recluta (il “coatto” Adriano Costantini) alle regole violente e spregiudicate di un mestiere fra i più impopolari e pericolosi e alla loro fascistoide idea di ordine pubblico.
[+]
ACAB – ALL COPS ARE BASTARDS (IT/FR, 2012) diretto da STEFANO SOLLIMA. Interpretato da PIERFRANCESCO FAVINO, MARCO GIALLINI, FILIPPO NIGRO, ANDREA SARTORETTI, DOMENICO DIELE, ROBERTA SPAGNUOLO
Il regista è figlio di Sergio Sollima, autore di poliziotteschi anni ’60 e avventurosi anni ’70. Stefano, in particolar modo, è salito agli onori della cronaca per la serie televisiva Romanzo criminale, indubbiamente la fiction più innovativa del piccolo schermo osservando il primo decennio 2000. Con questo film d’esordio, ci porta nel mondo del settimo Nucleo del Reparto Celere, inerente alle forze di polizia romane, e ci fa concentrare su tre veterani – Cobra, Mazinga e Fabio Negro – reduci dagli eventi delittuosi del G8 di Genova (luglio 2001) che cercano di educare una giovane recluta (il “coatto” Adriano Costantini) alle regole violente e spregiudicate di un mestiere fra i più impopolari e pericolosi e alla loro fascistoide idea di ordine pubblico. Si racconta l’andamento della loro quotidiana professione, immancabilmente ricca di rischi e povera di reali soddisfazioni: caccia agli immigrati clandestini, sgomberi di campi rom, caos dei centri di assistenza, cariche contro le manifestazioni protestatarie in strada e soprattutto, quasi come un tormentone ricorrente assai martoriante, scontri con i tifosi violenti, fuori e dentro gli stadi. Sollima jr. ha dichiarato che quest’opera di debutto (senza mezzi termini, un inizio certamente incoraggiante e positivo) non intendeva né assolvere né condannare, ma bensì mostrare uno spaccato dell’Italia di oggi da un punto di vista inquietante e capace di impressionare gli spettatori idealmente impegnati riguardo le violenze giornaliere che affliggono sia chi abita stabilmente nella nostra penisola sia chi ci arriva sperando in un futuro migliore che poi viene inesorabilmente disatteso e deluso. Nel complesso, è un film di egregia e disturbante complessità, non aspira a finalità politiche e riesce perfino ad assurgere al titolo di racconto di formazione, almeno per quanto concerne l’iniziazione del personaggio di A. Sartoretti alla logica distruttiva e sadica che i celerini adottano per portare avanti un lavoro costruito su una piramide crescente e interminabile di scelleratezze legalizzate e permessi strappati a fauci spalancate. Per sua fortuna, impedisce a sé stesso di imitare i polizieschi hollywoodiani, restituendo al cinema nostrano una dignità che, in riferimento ai drammatici imperniati su tutori della legge e difensori dell’ordine costituito, gli autori italici avevano smarrito, crollando troppo spesso nella banalità, nella ripetitività o nella sedizione. Nonostante abbia provocato arrabbiature un po’ dappertutto, tanto a destra quanto a sinistra, non è possibile negargli la raffigurazione di un panorama immensamente cupo e tetro che ritrae con sincerità disarmante la società del Belpaese da un punto di vista coerente e veritiero, benché anche un po’ materialista. Bella l’idea di denominare i colleghi “fratelli”, e il concetto è espresso specialmente nel processo giudiziario in cui Favino – un eccellente e focoso capo degli agenti in casco e scudo di vetro – spiega ai suoi accusatori la lucidità e l’autocontrollo che servono obbligatoriamente per svolgere con efficacia e senza errori imperdonabili un mestiere che trova il suo significato solamente nel rapporto con i compagni di guerra, unico valore che fa di un celerino un uomo autentico, completo e battagliero. Non c’è però nessun tipo di eroismo nella rappresentazione di una vita dedicata alle botte, alle risse e alla risoluzione atroce dei cavilli: questi uomini impegnati in un combattimento infinito che non vede mai nessun vincitore sono piuttosto antieroi dichiarati che si fanno cantori senza voce di un tempo dove non esistono più certezze, e l’unica sicurezza uno se la deve edificare con sé sfoderando gli artigli, perché il film aiuta pure a comprendere come sia difficilissimo ottenere un risultato speranzoso se non ci si butta nella mischia per imporsi con forza. Liberamente tratto al romanzo omonimo, pubblicato nel 2009, del giornalista Carlo Bonini. Scritto con Daniele Casarano, Barbara Petronio e Leonardo Valenti.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
sverin
|
martedì 20 gennaio 2015
|
finalmente senza buonismi!
|
|
|
|
Nel regime buonista post post sessantottino questo è un macigno nello stagno! Finalmente! Non pensavo fosse possibile che un film che disegna aspetti di crudo realismo , sempre edulcorati dalla retorica di sinistra che domina ormai da decenni, arrivasse a girare nelle sale. Piccolo neo potrebbe essere la chiarezza della dizione che spesso pecca; alcune parole sono incomprensibili non per il significato, io sono romano, ma per la dizione, appunto. Vengono denunciati i soprusi che lo stato compie verso i poliziotti ,carne da macello, che non possono usare le armi neanche nell'emergenza, con ciò squalificando il concetto di "forze dell'ordine" e definendole più "debolezze del disordine".
[+]
Nel regime buonista post post sessantottino questo è un macigno nello stagno! Finalmente! Non pensavo fosse possibile che un film che disegna aspetti di crudo realismo , sempre edulcorati dalla retorica di sinistra che domina ormai da decenni, arrivasse a girare nelle sale. Piccolo neo potrebbe essere la chiarezza della dizione che spesso pecca; alcune parole sono incomprensibili non per il significato, io sono romano, ma per la dizione, appunto. Vengono denunciati i soprusi che lo stato compie verso i poliziotti ,carne da macello, che non possono usare le armi neanche nell'emergenza, con ciò squalificando il concetto di "forze dell'ordine" e definendole più "debolezze del disordine". Uno stato ostaggio dell'utopia buonista che ha origine nei ben noti partiti politici, che non prevedono il concetto di difesa perchè la difesa di per se appartiene più ad un concetto di destra. Anche lo stesso poliziotto, beceramente, è considerato una figura di destra! Invece è un umile operatore al servizio pubblico. Emergono poi dal film aspetti d'ingiustizia sociale come l'extracomunitario che abita abusivamente una casa popolare con tutte le drammatiche conseguenze per chi ne ha diritto; gli zingari che vengono giustamente sgomberati perchè nessuno li vuole vicino. Il pdre separato a cui viene tolta la casa, e la figlia, senza possibilità di vederla. Giudici completamente squilibrati .Sembra che il film voglia infrangere i santuari ideologici nati soprattutto dopo il '68, paradisiache utopie ,esagerati altruismi, bontà sovraumane che miserabili politici, cosiddetti radical chic, hanno usato per illudere i più ingenui, facendo loro credere che il paradiso fosse a due passi da noi! Ho goduto molto. Favino grande, Angelini, il maresciallo (?), molto bravo. Grazie. Speriamo che ce ne siano ancora...sarebbe ora!!!
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a sverin »
[ - ] lascia un commento a sverin »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
aigle des alpes
|
domenica 16 novembre 2014
|
anche il celerino è proletario
|
|
|
|
Il tema era difficile e Sollima se la cava egregiamente. Belli i ritratti dei personaggi, mai caricaturali per quanto anche qui sarebbe stato facile cadere nei cliché: ad esempio Favino si circonda di retorica fascista ma non è - o perlomeno non è solo - uno squadrista, tutti hanno imloro ideali ma poi si ritrovano "travolti dagli eventi". Belli anche i costanti rimandi all'attualità, anche questi aggiungono realismo e ci ricordano di pensare che la prossima volta che sentiremo parlare di problemi di ordine pubblico, ci saranno uomini come favino & c. che dovranno,partire a buscarsele per noi.
|
|
|
[+] lascia un commento a aigle des alpes »
[ - ] lascia un commento a aigle des alpes »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
onufrio
|
sabato 1 novembre 2014
|
celerino figlio di ...
|
|
|
|
Ritratto poco gratificante quella che esce da questo film sui celerini, è la storia di tre di questi, interpretati da Favino , Nigro e Giallini, con una condotta morale non proprio esemplare; l'abuso di potere è all'ordine del giorno, le vite personali sono allo sfascio, e soltanto la visione lucida di un giovane celerino porrà in questione l'andazzo generale non proprio impeccabile di questi uomini. Sollima parla di poliziotti con un ottica diversa, violenza a go-go e prepotenza ad ogni costo.
|
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|