xquadro
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mercoledì 28 settembre 2011
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il nostro mondo e' solo un purgatorio
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Può la voce di Dio nascondersi nel ronzio di un'ape, nel volo o di una mosca, in un fischio che cancella tutto il resto? Se cercate questa risposta difficilmente la troverete in questo film, anche se tutta la storia sembra ruotare attorno a questo interrogativo. Esiste un momento nelle nostre vite in cui possiamo avvicinarci ad una sorta di redenzione, ripulirci dalle nostre colpe e iniziare a trasformarci in esseri umani? Esiste davvero il libero arbitrio? Il film di Curran risposte non ne dà. D'altronde in un momento in cui il mondo che conosciamo viene squassato fin dalle fondamenta nelle sue antiche certezze e rivela tutte le sue "crepe" confinandoci ad una sorta di giorno per giorno, voler rispondere ad una domanda così ambiziosa si presenta di per sè come un'impresa impossibile.
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Può la voce di Dio nascondersi nel ronzio di un'ape, nel volo o di una mosca, in un fischio che cancella tutto il resto? Se cercate questa risposta difficilmente la troverete in questo film, anche se tutta la storia sembra ruotare attorno a questo interrogativo. Esiste un momento nelle nostre vite in cui possiamo avvicinarci ad una sorta di redenzione, ripulirci dalle nostre colpe e iniziare a trasformarci in esseri umani? Esiste davvero il libero arbitrio? Il film di Curran risposte non ne dà. D'altronde in un momento in cui il mondo che conosciamo viene squassato fin dalle fondamenta nelle sue antiche certezze e rivela tutte le sue "crepe" confinandoci ad una sorta di giorno per giorno, voler rispondere ad una domanda così ambiziosa si presenta di per sè come un'impresa impossibile. L'America di oggi, spaccata e insidiata nel suo ruolo di potenza leader del pianeta, infiltrata da dottrine che si richiamano al fondamentalismo religioso e condizionata dalle formulette telegeniche e dagli slogan populisti dei tea party, rappresenta la culla naturale per una riflessione che possa affrontare i temi proposti dal film. "Stone" dà forma ad un paesaggio estremo nel quale è difficile distinguere nell'anima colpevoli e innocenti, dove il reo può addirittura (ri)conquistare la propria serenità prima ancora
di chi dovrà giudicarlo. Dove l'arbitro della sua libertà dovrà affrontare, pure lui, una sorta di purgatorio. Alla fine il galeotto "non è peggio di me o di te", spiega con naturalezza la moglie del detenuto all'uomo che dovrà decidere la sua sorte civile concedendogli o meno la messa in prova prima del fine pena.Il tema può apparire intrigante, meno convincente è il modo con cui viene trasposto sullo schermo. Alla fine il film risulta un po' ermetico. Forse il messaggio finale è che l'idea di poter decidere fino in fondo e da soli del nostro destino è oggi una pura illusione e che l'unico modo di uscire dalle impasse che costellano la nostra vita è assumersi fino in fondo le responsabilità dei propri errori ma restando tuttavia prigionieri di una realtà che non ci appartiene. L'ambiguità della narrazione e delle tesi, come pure la soluzione "claustrofobica" di confinare il racconto al rapporto fra quattro i quattro personaggi principali, tende a lasciare nello spettatore un senso di disagio che neppure l'interpretazione degli attori riesce a contrastare fino in fondo. Forse per valutare bene l'opera non è sufficiente una sola visione. Chi cerca un film d'azione, un lavoro leggero o un finale consolatorio può tranquillamente evitarlo.
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luigi chierico
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venerdì 31 luglio 2015
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non e’ una pietra miliare
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“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” si legge nel Vangelo di Giovanni, che riporta una frase di Gesù che lancia una sfida al mondo intero. Tutti hanno qualcosa da rimproverarsi. Questo è quanto vuol dimostrare questo eccellente film che basa la sua forza nel conflitto tra il carcerato Stone e Jack Maybury, incaricato a valutare l’opportunità di valutare se tidurre la pena detentiva del detenuto in libertà vigilata. A darsi battaglia verbale sono rispettivamente Edward Norton e Robert De Niro, a quella si aggiunge quella interpretativa dei due grandi del cinema d’oggi. Bravissimi occupano la scena dal principio alla fine e questo non sempre può piacere a tutti gli spettatori, soprattutto se è facile intuire come va a finire.
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“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” si legge nel Vangelo di Giovanni, che riporta una frase di Gesù che lancia una sfida al mondo intero. Tutti hanno qualcosa da rimproverarsi. Questo è quanto vuol dimostrare questo eccellente film che basa la sua forza nel conflitto tra il carcerato Stone e Jack Maybury, incaricato a valutare l’opportunità di valutare se tidurre la pena detentiva del detenuto in libertà vigilata. A darsi battaglia verbale sono rispettivamente Edward Norton e Robert De Niro, a quella si aggiunge quella interpretativa dei due grandi del cinema d’oggi. Bravissimi occupano la scena dal principio alla fine e questo non sempre può piacere a tutti gli spettatori, soprattutto se è facile intuire come va a finire. Per altro ci si mette anche la moglie di Stone dal nome accattivante di Lucetta. Non è solo accattivante è anche cattiva e perversa, non le mancano modi e mezzi per sedurre Jack,funzionario devoto alla moglie e alla fede religiosa tanto quanto al suo lavoro, giunto al pensionamento. Una vita integerrima. Stone gli chiede ripetutamente “Ma tu non hai nulla,proprio nulla da rimproverarti, neanche una piccola colpa, qualcosa che hai commesso da ragazzo?”, e lui tace,ma le arti seduttive della piacente moglie di Stone,compiacente, sono tali e tante che ai suoi metodi, modi, maniere e doti non c’è scampo. Anche Jach resterà con la pietra in mano e lascerà invece andar via Stone. Non per altro il significato di stone è proprio pietra,sasso. Il compito di mostrare sullo schermo il corpo e le straregie mulierbri e sensuali di Lucetta è stato affidato alla bella e brava Milla Jovovich che ce la mette proprio tutta per piacere all’incerto funzionario di stato, e agli spettatori. Grazie alle sue grazie, al suo fascino, alla sua bravura si finisce col giustificare la scelta finale di Jack. Ma guai a cadere e a cedere, le tesi a conforto suggerite dal detenuto, che si professa credente,illuminato da Dio sono solo menzogne,ma anche il credente finisce con l’interrogarsi. Quel che veramente si ascolta è la voce della propria coscienza, non ciò che Jack dice di ascolta Dove è il male? Ed il bene? La condanna e la salvezza? Dove la verità? Jack è un mitomane o un assassino? ha spiccato solo l’incendio da piromane o ha ucciso i nonni? La breve condanna ad 8 anni è stata estorta con l’inganno come la libertà provvisoria? Ci si continuità a chiedersi se il carcere serve a punire o a far redimere il criminale, se è rieducativo e riaccende nel cuore del reo quella luce che arde come una piccola fiamma in fondo all’anima di ogni uomo, ovvero nessuno mai esce dal carcere migliore di come ci è entrato. Ovviamente va fatto un distinguo dall’atto criminale a quello per cui si risponde per colpa,dal seria killer al delitto per lrgittima difesa. Senza nulla voler togliere ai tre ottimi attori,purtroppo il film non decolla neanche nel prevedibile finale che brucia le ultime speranze di rivedere all’opera la bella Lecetta, a far finalmente luce sull’intera vicenda.chibar22@libero.it
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hatecraft
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domenica 16 gennaio 2011
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profondo nero
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biblico oscuro e psicologico, fotografia torbida e colonna sonora che marca la drammaticità, ma nel complesso non convincono i toni smorzati e i caratteri mostrati solo per 3/4. molto potente, è comunque da vedere.
[+] potente,da vedere? ma che caxxo di film hai visto!
(di devil07)
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