marezia
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martedì 1 giugno 2010
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w la rai... 3! (come sempre)
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Io non urlerei alla vittoria se fossi un dirigente Rai perché "Sanguepazzo" era un film da 7.000.000 e se ciò non è successo è solo per UNA SBAGLIATA SCELTA DI PROGRAMMAZIONE. Ha senso mandarne in onda la prima puntata in contemporanea con "Report"? Per LORO SI'. Io per prima ho dovuto rininciare all'idea di RIVEDERLO proprio perché le MALEFATTE DEL VATICANO meritavano di più e devo dire che la puntata della Gabbanelli è stata STRAORDINARIA. Non avrei mai pensato che la Chiesa si fosse appropriata anche dell'attualità per continuare a spadroneggiare... Mamma mia... GRAZIE Rai3.
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lalli
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martedì 1 giugno 2010
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una semplice storia di tutti i giorni...
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l Italia di oggi in questa semplice bellissima storia, grandi tutti gli attori ma Germano è strepitoso, sempre più bravo in ogni nuovo film e dopo le sue dichiarazioni dopo il premio e dopo averlo visto sul palco il primo maggio a Roma, lo apprezzo ancora di più. Come uomo. Grande Elio, continua così.
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syd barrett
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martedì 1 giugno 2010
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evviva germano!
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Penso sia la consacrazione artistica di Elio Germano,che dimostra grande maturita',inoltre dimostra di trovarsi a proprio agio con un ruolo drammatico e serio. Il Film pur parlando di un dramma,ha un retrogusto dolce e parla comunque di un riscatto sociale e sentimentale. Da segnalare anche la buona regia,supportata senz'altro da un cast che ha dimostrato un buon feeling con la sceneggiatura. Una nota di merito per Zingaretti in un ruolo inedito,uno spacciatore disabile,dimostra bravura con una interpetrazione importante. La scena piu' toccante,secondo me,è quella dentro la chiesa al funerale di Elena,quando viene cantata una bella canzone di Vasco Rossi,il personaggio di Germano canta a squarciagola con un vero e proprio urlo di dignitosa disperazione.
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Penso sia la consacrazione artistica di Elio Germano,che dimostra grande maturita',inoltre dimostra di trovarsi a proprio agio con un ruolo drammatico e serio. Il Film pur parlando di un dramma,ha un retrogusto dolce e parla comunque di un riscatto sociale e sentimentale. Da segnalare anche la buona regia,supportata senz'altro da un cast che ha dimostrato un buon feeling con la sceneggiatura. Una nota di merito per Zingaretti in un ruolo inedito,uno spacciatore disabile,dimostra bravura con una interpetrazione importante. La scena piu' toccante,secondo me,è quella dentro la chiesa al funerale di Elena,quando viene cantata una bella canzone di Vasco Rossi,il personaggio di Germano canta a squarciagola con un vero e proprio urlo di dignitosa disperazione. Un film da vedere,consigliare,riflettere.
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mezzanotte
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lunedì 31 maggio 2010
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un solo attimo
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Claudio è un giovane uomo che vive un'esistenza tranquilla e felice, ama la moglie e i suoi figli, è legato al fratello e alla sorella con i quali si ritrova per trascorrere in allegria le domeniche.Ma basta un attimo per cancellare tutto questo,quest'attimo è devastante, è l'attimo in cui Elena mette alla luce Vasco, il "terzo incomodo", e muore senza che lui abbia avuto il tempo e il modo di fare niente(ma fare cosa poi?).E subito un senso di smarrimento, istantaneamente il cuore che brucia e la mente,ancora attonita,che non trova pace né la notte né con il sonno, si chiede:e ora che faccio?Reagisce Claudio come chi si sente deturpato, come chi è derubato di qualcosa che appartiene solo ed esclusivamente a lui,piange e urla "anima fragile".
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Claudio è un giovane uomo che vive un'esistenza tranquilla e felice, ama la moglie e i suoi figli, è legato al fratello e alla sorella con i quali si ritrova per trascorrere in allegria le domeniche.Ma basta un attimo per cancellare tutto questo,quest'attimo è devastante, è l'attimo in cui Elena mette alla luce Vasco, il "terzo incomodo", e muore senza che lui abbia avuto il tempo e il modo di fare niente(ma fare cosa poi?).E subito un senso di smarrimento, istantaneamente il cuore che brucia e la mente,ancora attonita,che non trova pace né la notte né con il sonno, si chiede:e ora che faccio?Reagisce Claudio come chi si sente deturpato, come chi è derubato di qualcosa che appartiene solo ed esclusivamente a lui,piange e urla "anima fragile".Rabbiosamente decide prima di tutto di dedicarsi ai suoi figli:avranno tutto quello che sempre hanno desiderato perchè con il denaro si può comprare ogni cosa.Ma poi capisce che non c'è gioco che tenga, quando i suoi due piccoli mano nella mano lo invitano a concentrarsi insieme a loro per far ritornare una persona cara di cui sentono la mancanza. E poi c'è lui che cerca di riscattarsi, di fare quel salto di qualità che però lo porta lontano dai suoi valori e da quella che è stata fino ad allora la sua sana e corretta esistenza.Fa degli sbagli Claudio, arranca, cade bruscamente e nella sua mente ritorna quella scomoda domanda:e ora che faccio? Ma Claudio non è solo, ci sono i suoi familiari con lui (a volte scomodi si ma aiutano, come i tacchi!);lo sostengono,lo incoraggiano,lo amano,e grazie a loro riuscirà a sollevarsi e a ripartire veramante da capo.Vi aspettate scene teatralmente drammatiche? Aspettative deluse perchè questo film è no finzione ma realtà, no dramma ma dolore profondo, no favola ma vita!!!
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marezia
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domenica 30 maggio 2010
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altro focus
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Dal Focus "Fiction & Series: Sanguepazzo dal fascismo in poi..." di Nicoletta Dose: "... e visto nelle sale italiane poco più di un anno fa." Ma che dice? Se IO L'HO VISTO IN SALA il 24 maggio 2008! Sono passati 2 anni e 1 settimana semmai... Comunque è un pezzo, diciamo così, composito come un fritto misto.
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annelise
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domenica 30 maggio 2010
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anima fragile
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Nel film di Lucchetti si muove la grigia vita di persone semplici. Sono persone e mai personaggi di una Roma dura, arida,confusa e variegata. Claudio,operaio con moglie e due figli, rimane vedovo e pieno di problemi quando la moglie muore di parto. Ha un figlio in più ,pochi soldi ed una famiglia che ruotava intorno alla moglie.Decide di vivere in modo diverso, provando piccole speculazioni sul lavoro, provando a fare il padrone di un manipolo di operai immigrati e irregolari. Cerca di spostare il suo ruolo di padre dimostrando di portare maggiori guadagni, esprime un contatto con i figli solo comprando oggetti costosi nei centri commerciali.Salta l'equilibrio di una famiglia popolare nella quale la moglie cercava, nella sua semplicità ,di tenere lontano le richieste consumistiche dei figli e risparmiava prenotando le vacanze con anticipo.
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Nel film di Lucchetti si muove la grigia vita di persone semplici. Sono persone e mai personaggi di una Roma dura, arida,confusa e variegata. Claudio,operaio con moglie e due figli, rimane vedovo e pieno di problemi quando la moglie muore di parto. Ha un figlio in più ,pochi soldi ed una famiglia che ruotava intorno alla moglie.Decide di vivere in modo diverso, provando piccole speculazioni sul lavoro, provando a fare il padrone di un manipolo di operai immigrati e irregolari. Cerca di spostare il suo ruolo di padre dimostrando di portare maggiori guadagni, esprime un contatto con i figli solo comprando oggetti costosi nei centri commerciali.Salta l'equilibrio di una famiglia popolare nella quale la moglie cercava, nella sua semplicità ,di tenere lontano le richieste consumistiche dei figli e risparmiava prenotando le vacanze con anticipo.
Le giornate scorrono senza dolore manifesto, senza tenerezza.Senza ricordi . L'amico spacciatore, la ex prostituta, compagna del suo amico, lo aiutano a gestire i bambini e lui si affanna nel portare avanti il suo lavoro irregolare tra gli irregolari.Grande solidarietà ed aiuto riceverà dalla famiglia.
Il film è la rappresentazione di una realtà fin troppo precisa della società attuale. Non si piange , non si prende respiro, ci si rammarica, forse.
Non vi sono denunce sociali manifeste ma vi si rappresentano scene alle quali siamo avvezzi, si ascoltano parole e giudizi razzisti pronunciate dai "poveracci"(che siamo soliti sentire) per le quali non possiamo neanche arrabbiarci. Non vi sono limiti evidenti tra onestà e disonestà,tra sfruttati e sfruttatori, tra buoni e cattivi, tra furbi ed ingenui.
Gli ingenui,poi, sono quelli che sono arrivati da lontano, da altri mondi, che parlano d'amore, del valore della famiglia.
I sentimenti sono congelati, soprattutto nel personaggio principale,e si muovono lentamente nei confronti dei figli e dei fratelli nella parte finale del film.
Gli attori sono bravi ma Elio Germano, da solo, merita tutto il plauso possibile. E' vero, spontaneo,ispido,ironico. Si muove con l'ansia,l' agitazione e la fretta che erano di Claudio, di un ragazzo della periferia di una città difficile. Riesce a nascondere l'anima fragile che urla a gran voce e suscita nello spettatore un sentimento di malinconia profonda.
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[+] è la politica bellezza!
(di angelo umana)
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enrico pietra
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domenica 30 maggio 2010
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la nostra vita? di chi?
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La nostra vita? Signor Luchetti ci faccia capire. Nostra di chi? Di lei? Degli italiani? Perché davvero sarebbe molto gradito che chi fa cinema in Italia oggi spiegasse fino a dove può spingersi l’arroganza intellettuale. La vita di Claudio, protagonista del film, non è la mia. Non è la nostra. Perché vedete: è pur vero che in questo pazzoide paese la storia di un farabutto, di un ciarlatano, di uno che sfrutta la gente, occulta cadaveri, ne scopa le vedove e se ne serve per ricattare la gente viene poi ritenuta di interesse culturale. Per abominio da quello stesso calderone di cervelli non pensanti che proprio in nome dei Claudio sparsi per lo Stivale assesta sanguinolenti manovre economiche.
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La nostra vita? Signor Luchetti ci faccia capire. Nostra di chi? Di lei? Degli italiani? Perché davvero sarebbe molto gradito che chi fa cinema in Italia oggi spiegasse fino a dove può spingersi l’arroganza intellettuale. La vita di Claudio, protagonista del film, non è la mia. Non è la nostra. Perché vedete: è pur vero che in questo pazzoide paese la storia di un farabutto, di un ciarlatano, di uno che sfrutta la gente, occulta cadaveri, ne scopa le vedove e se ne serve per ricattare la gente viene poi ritenuta di interesse culturale. Per abominio da quello stesso calderone di cervelli non pensanti che proprio in nome dei Claudio sparsi per lo Stivale assesta sanguinolenti manovre economiche. Ma almeno vivaddio si abbia l’eleganza di evitare di spargere urbi et orbi morali pleonastiche e posticce scambiandole per uno sguardo dal vero e senza concessioni (Valerio Sammarco, Cinematogafo.it). Con tutto il rispetto, la tremebonda macchina da presa di Daniele Lucchetti non era indispensabile. Sappiamo perfettamente delle macro realtà che animano l’Italia. Quanto ai microcosmi svergognati, scusate, ci fanno da scenografia ogni giorno. Nessuno qui sta sulla Montagna o sulla Nuvola. I soloni di certo cinema italiano se lo ricordino. E lungi da ogni moralismo, almeno portino rispetto.
C’è un nuovo filone artistico, attenzione. Dopo l’epifania dei reality show, in questa società di coscienze sovraeccitate dal buco della serratura, dallo struscio multimediale, dal rutto in mondovisione, in questo mondo di spioni del cazzo poteva mancare il reality movie? E certo: chi meglio di sé può interpretare sé stesso? E quindi via coi rumeni che fanno i pezzenti, le nigeriane che fanno le troie, i bambini rincoglioniti dalla Wii, i romani che fanno i burini. E conquistano premi. C’è una madre, una moglie morta? Da spettatore, in fondo, chissenefrega. Certamente finché ha troneggiato la scena ne abbiamo apprezzato le doti amatorie: mica è facile col pancione cosa credete. Ma chi era veramente costei? Cosa rappresentava per la sua famiglia? Ma dai, come si fa senza un pretesto? E allora date retta a chi scrive e in quel bisbiglio indefinito dei tragicomici medici che comunicano la notizia immaginatevi un po’ quello che volete, tanto il primo piano del Germano sarebbe lo stesso.
Ma poi signori, qui c’è chi pretende di fotografare la realtà traslandola in opera d’arte. C’è Roma caput mundi, la periferia assolata e disperata, l’adolescente rumeno senza padre che ti insegna a vivere (Tu credi che coi soldi puoi comprare tutto, anche la gente… ma a me non mi compri sai?) e il cui pianto è talmente ridicolo da venir ripreso da dietro. Aspettate: che dire della “seduta spiritica” con la luce che va via e la madre che ritorna (o forse no)? Della prostituta extracomunitaria che il mestiere non lo eserciterebbe ma invece sì per colpa degli italiani sporchi e cattivi? Alla fine il pusher in carrozzella (grande Zingaretti) ci fa un po’ pena in balia dei truci zingari e il belloccio Raoul Bova troppo timido per farti accedere alla sua interiorità è il marito che qualsiasi madre vorrebbe per la propria bambina. I tacchi sono come i parenti, scomodi, ma aiutano. Non ci avevamo pensato, grazie. Ma se alla fine della proiezione uscite che vi manca l’aria, squassati dall’ipertrofia ansiogena di chi fa grande cinema alla maniera del supermarket al sabato pomeriggio, non abbiatevene a male. In fondo non tutte le vite sono di interesse culturale. Ci avevate mai pensato?
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[+] di chi?
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(di robert1948)
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ralphscott
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domenica 30 maggio 2010
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l'inquietudine di una certa quotidianità
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Onesto film, scarno,spigoloso. L'ignoranza,squallori quotidiani e adorazione del dio denaro,condite con tanto orribile cemento,si fondono creando un grande senso si inquietudine e disagio. Meritato il premio a Germano. Il ragazzo romeno mi delude:subisce,implodendo,la notizia del padre sepolto nel cantiere
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marezia
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sabato 29 maggio 2010
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"vabbeh che in italia vincono tutti però..."
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Dal Focus di Marlen Vazzoler: "La prima cosa bella" di Virzì, "Mine vaganti" di Ozpetek e "L'uomo che verrà" di Diritti dopo essersi aggiudicati il maggior numero di nomination ai David di Donatello ed averne vinto i premi più importanti" etc. "Averne vinto i premi più importanti"? Frase un po' troppo GENERICA e AZZARDATA dato l'esito delle premiazioni... Sorvolando sul DOMINIO di "Vincere" (7 statuette tra cui quella per la MIGLIOR REGIA), risultato a conti fatti il più completo, NUMERICAMENTE il primo del trittico ne ha vinti 3 (attore e attrice protagonista e migliore SCENEGGIATURA) come il terzo (quello per il MIGLIOR FILM, per il miglior produttore e per la miglior fonica in presa diretta mentre il secondo solamente 2 (attore e attrice non protagonista); 2 premi che testimoniano la pochezza di questo film rispetto agli altri, o no? Un po' più di precisione la prossima volta, si fa presto a controllare.
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Dal Focus di Marlen Vazzoler: "La prima cosa bella" di Virzì, "Mine vaganti" di Ozpetek e "L'uomo che verrà" di Diritti dopo essersi aggiudicati il maggior numero di nomination ai David di Donatello ed averne vinto i premi più importanti" etc. "Averne vinto i premi più importanti"? Frase un po' troppo GENERICA e AZZARDATA dato l'esito delle premiazioni... Sorvolando sul DOMINIO di "Vincere" (7 statuette tra cui quella per la MIGLIOR REGIA), risultato a conti fatti il più completo, NUMERICAMENTE il primo del trittico ne ha vinti 3 (attore e attrice protagonista e migliore SCENEGGIATURA) come il terzo (quello per il MIGLIOR FILM, per il miglior produttore e per la miglior fonica in presa diretta mentre il secondo solamente 2 (attore e attrice non protagonista); 2 premi che testimoniano la pochezza di questo film rispetto agli altri, o no? Un po' più di precisione la prossima volta, si fa presto a controllare...
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[+] rettifica
(di marezia)
[ - ] rettifica
[+] guarda non la prendere come un offesa
(di wakeih2br)
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mattia
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sabato 29 maggio 2010
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ma che vergogna!!!
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se questo è l' unico film italiano al festival di cannes allora era meglio se non c'è nè fosse stato nessuno.... cioè ma dai che film sarebbe questo?? ma dovè la trama?? all' inizio al protagonista muore la moglie durante un parto e poi questo se la fà con una prostituta!!!!....... scioccante il fatto che tutti dicono che questo film è bello solo perchè è italiano e perchè Elio Germano ha vinto la palma d' oro, ok buona l' interpretazione dell' attore principale, ma solo quella !!! "la nostra vita" è veramente mediocre.... mamma mia noi italiani siamo propio impressionabili eh??!!
[+] giusto!!!
(di edward teach)
[ - ] giusto!!!
[+] mattia,
(di marezia)
[ - ] mattia,
[+] piuttosto,
(di marezia)
[ - ] piuttosto,
[+] scusate ma non ci vedo,
(di marezia)
[ - ] scusate ma non ci vedo,
[+] ii per media spettatori per sala
(di marezia)
[ - ] ii per media spettatori per sala
[+] ii= 2°
(di marezia)
[ - ] ii= 2°
[+] p.s.
(di marezia)
[ - ] p.s.
[+] ma dai...
(di gionni)
[ - ] ma dai...
[+] la trama è la vita amico caro
(di wakeih2br)
[ - ] la trama è la vita amico caro
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