marezia
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martedì 25 maggio 2010
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edward teach,
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non arrampicarti sugli specchi. Lo capisci o no che hai scritto UNA IDIOZIA? Prima parli di mancanza, e te lo ripeto, di posizione politica, morale, etica (sai, l'hai scritto così male che devo sintetizzare) e poi citi tu stesso "Draquila" e ce l'hai pure con Germano che SI RIFERIVA A BONDI (cosa chiara alle persone intelligenti) E ALLE SUE ESTERNAZIONI pre Festival! HA FATTO BENISSIMO. Infine, il film forse non sarà un capolavoro ma Germano è un BRAVISSIMO attore e... BASTA, teach, FALLA FINITA. Mamma mia...
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serves
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lunedì 24 maggio 2010
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re
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Sì infatti è un circolo vizioso che tra l'altro gira intorno ad un altro, ovvero che il cinema è fatto dalla media borghesia italiana, quindi con limitate visioni di insieme. Da questo il cinema che vediamo...Per fortuna abbiamo mymovies per dire la nostra, per svegliare il pubblico da questo sonnifero televisivo che dura da venti anni.
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serves
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lunedì 24 maggio 2010
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i soldi non contano nulla...ma nella sceneggiatura
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Uscendo dalla sala mi sono chiesto come sia possibile che produzioni cinematografiche così rinomate realizzino film così mediocri, privi di una analisi accurata della sceneggiatura. Forse il fatto è che loro stessi sono miopi come le storie che ci vengono raccontate. Ma perché dunque solo pochi registi, sceneggiatori, attori e produttori lavorano in Italia? In ogni caso partiamo dalla tesi del film: i soldi non sono tutto nella vita. Prescindendo dal valore della frase, che risulta molto ipocrita e poco originale, mi chiedo come questa premessa sia stata sviluppata attraverso il suo personaggio. Vediamo che il giovane ragazzo decide ad un certo punto di chiedere un subappalto.
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Uscendo dalla sala mi sono chiesto come sia possibile che produzioni cinematografiche così rinomate realizzino film così mediocri, privi di una analisi accurata della sceneggiatura. Forse il fatto è che loro stessi sono miopi come le storie che ci vengono raccontate. Ma perché dunque solo pochi registi, sceneggiatori, attori e produttori lavorano in Italia? In ogni caso partiamo dalla tesi del film: i soldi non sono tutto nella vita. Prescindendo dal valore della frase, che risulta molto ipocrita e poco originale, mi chiedo come questa premessa sia stata sviluppata attraverso il suo personaggio. Vediamo che il giovane ragazzo decide ad un certo punto di chiedere un subappalto. Questo in conseguenza della morte della moglie. Ben chiaro non era, agli sceneggiatori, il motivo che lo spinge a fare questo passo, o meglio, per quale motivo debba morire la moglie per far sì che lui compia questo passo. Bene, premessa vacillante nascosta dalla emozione di una morte dolorosa, ma andiamo avanti. Lui ottiene un subappalto, e fin qui nulla di strano, ma poi questo subappalto con lavoratori stranieri sembra fallire negli intenti per un complicarsi di cose che disordinatamente oscillano tra il privato e il professionale del protagonista. Ma guarda un pò! Da spiegarsi però rimane per quale motivo fallisca, dato che questi subappalti con forza lavoro straniera a nero nella realtà proliferano e arricchiscono i padroncini di turno. Andiamo avanti. A risolvere le cose arrivano dei bravi lavoratori italiani, anche loro in nero ovviamente, un esercito di professionisti arricchiti che rimette a posto le cose e permettono al giovane padroncino di aver fatto una brutta esperienza però a costo e guadagno zero. Un deus ex-machina per risolvere un brutto pasticciaccio di cui non si capisce bene l'origine. Alla fine il nostro protagonista ne esce incolume, grazie anche all'aiuto dei parenti - e non parliamo di una famiglia ricca, stracolma di capitali, ma di gente tenuta alla corda da miseri salari, credibile? - che suppongo, ma non si spiega, abbia permesso l'assunzione dei lavoratori italiani. Ora arrivati alla fine del film, ci chiediamo cosa abbia a che fare la morte della moglie con l'esito della faccenda. Vediamo però il nostro protagonista che tenta di riallacciare il rapporto d'amicizia con il figlio di una vittima del cantiere introdotto all'inizio. Ma il figlio gli risponde che non tutto si può comprare, cosa ripetuta anche dalla donna rumena che insegna cosa sia l'amore. Ma cosa c'entra con la premessa del film? Non era meglio comprare uno spry e scrivere la frase sulle strade di Roma invece di fare un film? A questo punto chiedo alla comune critica di valutare la banalità di una storia del genere, che sinceramente non ha nè capo nè coda, ma si regge solo sulla ideologica e miope volontà di dire che i soldi nella vita non sono tutto. E' il primo pensiero che sarà venuto in mente a questi professionisti del cinema nella volontà di fare un pò di soldi. Vedendo questo film mi chiedo: ma sarà poi vero che i soldi non sono tutto?
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deteriora sequor
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lunedì 24 maggio 2010
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quel gran parakulow di elio germano
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Ammazza quanto è ruffiano 'sto signore. Sta a vedere come corre se Mediaset gli offre un contratto di quelli bene imbottiti. Les italiens...
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fabrizio cirnigliaro
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lunedì 24 maggio 2010
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il furbetto del cantiere
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Claudio (Elio Germano) è sposato, padre di 2 figli e la moglie Elena (Isabella Ragonese) è incinta.
Lavora nell’edilizia, ha una sua squadra di operai (la maggior parte sono irregolari e lavorano in nero) e uno splendido rapporto con la moglie e i fratelli. Durante il parto Elena muore, dando comunque alla luce il terzogenito, Vasco.
Il dolore sconvolge Claudio, che inizia a tirar fuori il peggio da se stesso. Il suo unico pensiero è quello di guadagnare soldi, utilizzando dei sistemi a lui ben noti, ma che fino a quel momento non aveva voluto adottare.
Vuole diventare un palazzinaro senza scrupoli, un “furbetto del cantiere”
Ben presto però perderà il controllo della situazione, e per poter risalire a galla chiederà l’aiuto finanziario (e non solo) della propria famiglia.
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Claudio (Elio Germano) è sposato, padre di 2 figli e la moglie Elena (Isabella Ragonese) è incinta.
Lavora nell’edilizia, ha una sua squadra di operai (la maggior parte sono irregolari e lavorano in nero) e uno splendido rapporto con la moglie e i fratelli. Durante il parto Elena muore, dando comunque alla luce il terzogenito, Vasco.
Il dolore sconvolge Claudio, che inizia a tirar fuori il peggio da se stesso. Il suo unico pensiero è quello di guadagnare soldi, utilizzando dei sistemi a lui ben noti, ma che fino a quel momento non aveva voluto adottare.
Vuole diventare un palazzinaro senza scrupoli, un “furbetto del cantiere”
Ben presto però perderà il controllo della situazione, e per poter risalire a galla chiederà l’aiuto finanziario (e non solo) della propria famiglia.
Luchetti costruisce un film intorno al personaggio interpretato da Elio Germano, e viene ricambiato dall’attore, che sforna un’interpretazione da Oscar, che per il momento gli ha fatto vincere la palma d’oro come miglior attore al Festival di Cannes. Immenso nella scena del funerale. Impossibile non emozionarsi ascoltando l’urlo dell’attore romano sulle note della canzone di Vasco, Anima Fragile.
Il tema trattato nel film è inspiegabilmente assente nella cinematografia italiana degli ultimi anni. Produttori e registi sono troppi impegnati a raccontare o storie d’amore di teenager o gli anni caldi degli scontri sociali degli anni 60/70.
La vita di Claudio sembra perfetta, inizia a crollare quando decide di non denunciare la morte bianca che avviene nel cantiere dove lavora. Non è colpa sua se quella guardia rumena, irregolare, ubriaca, è caduta in un fosso del cantiere. Denunciare la morte di quell’uomo vorrebbe dire sospensione dei lavori, controlli della polizia e ritardi nella consegna della palazzina.
Nella pellicola nessuno è punito per le colpe commesse, lo stato è assente, le leggi in vigore non sono scritte. Il regista ci mostra tutto quello che c’è dietro “l’ufficio vendite” dei palazzi che spuntano come funghi nelle periferie delle grandi città italiane.
La periferia romana era lo scenario perfetto per portare sullo schermo l’Italia degli stranieri invisibili, delle morti bianche, dei centro commerciali che sostituiscono le piazze, degli immobiliaristi improvvisati, “gli spietati” del far west italiano.
Rinnegare l’anima per apparire, la ricerca della felicità si riduce all’ostentazione del benessere, correndo anche il rischio di andare oltre le proprie possibilità economiche
La sola ricetta per poter guarire questa società malata data da Luchetti è il calore e l’amore della famiglia.
“I tacchi so come i parenti, sono scomodi però aiutano”
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[+] sacro e profano
(di francesco giuliano)
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marezia
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domenica 23 maggio 2010
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edward teach,
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leggi TROPPO e, a quanto pare, capisci POCO. Parli della mancanza di "una presa di posizione non dico politica ma nemmeno etica o politica o magari. al limite religiosa" ma non sei a conoscenza dell'esistenza nelle sale di "Draquila - L'Italia che trema"? Dopo il baccano di Bondi ormai TUTT' ITALIA LO SA! Sono proprio le persone come te che rovinano il Cinema italiano! Vai a vedere "Robin Hood", vai...
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(di edward teach)
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edward teach
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venerdì 21 maggio 2010
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che palle
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Sempre la stessa pappa nei filmetti italiani; sempre lo stesso realismo stereotipato e ridicolmente minimalista senza non dico una presa di posizione politica (assurdo solo pensarlo in un paese come il nostro e in tempi come quelli attuali) ma nemmeno etica o morale o magari. al limite, religiosa. Sempre lo stesso atteggiamento marpione di chi vuole prima di tutto accattarsi lo spettatore facendo il minimo sforzo possibile...e per di più il finale, di cui naturalmente non parlo, e' semplicemente infantile. Robaccia, prodotto da discount, italianata super ruffiana; in un sito spagnolo ho trovato al definizione "prodotto di serie B", in un altro francese si parla di filmetto girato come un telefilm in cui non si riesce proprio ad appassionarsi ai personaggi.
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Sempre la stessa pappa nei filmetti italiani; sempre lo stesso realismo stereotipato e ridicolmente minimalista senza non dico una presa di posizione politica (assurdo solo pensarlo in un paese come il nostro e in tempi come quelli attuali) ma nemmeno etica o morale o magari. al limite, religiosa. Sempre lo stesso atteggiamento marpione di chi vuole prima di tutto accattarsi lo spettatore facendo il minimo sforzo possibile...e per di più il finale, di cui naturalmente non parlo, e' semplicemente infantile. Robaccia, prodotto da discount, italianata super ruffiana; in un sito spagnolo ho trovato al definizione "prodotto di serie B", in un altro francese si parla di filmetto girato come un telefilm in cui non si riesce proprio ad appassionarsi ai personaggi. E in effetti è la solita stupidaggine italiota.
Che palle.
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martalari
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mercoledì 19 maggio 2010
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germano protagonista unico
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Germano protagonista unico
Un grande elio germano in "La nostra vita" Un uomo qualunque, una vita come un altra , lui (germano) manovale lei (ragonese) aspetta il terzo figlio... Intorno a loro gravitano tanti personaggi...tra dramma e voglia di rivalsa
Ne riperleremo con più' calma, il film e' duro come in parte e' dura la vita di ognuno, che sia un italiano (romano in questo caso) come germano o un extracomunitario che arriva in Italia per lavorare nei cantieri sempre più fuorilegge.
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Germano protagonista unico
Un grande elio germano in "La nostra vita" Un uomo qualunque, una vita come un altra , lui (germano) manovale lei (ragonese) aspetta il terzo figlio... Intorno a loro gravitano tanti personaggi...tra dramma e voglia di rivalsa
Ne riperleremo con più' calma, il film e' duro come in parte e' dura la vita di ognuno, che sia un italiano (romano in questo caso) come germano o un extracomunitario che arriva in Italia per lavorare nei cantieri sempre più fuorilegge.
Germano riesce anche a dare un tocco di ilarità dando credibilita' al suo personaggio senza cedere agli eccessi (comuni ai suoi colleghi in altri film)
Intorno a lui tanti attori, dopo elio (voto 7+) il più' bravo zingaretti (7), bravissimi anche gli attori stranieri scelti, tutti (7). Cosi' e cosi' per montorsi (5 meno) , se la cava abbastanza bova (6 meno), colangeli un po' ripetitivo nell'interpretazione (6 meno), ragonese si vede poco.
Buona la scelta di velocizzare con molti stacchi. Montaggio molto buono.
Un film italiano comunque interessante, insieme a quello di virzi,salvatores e di robilant i film italiani più interessanti della stagione
E comunque vada germano ha gia' ipotecato un david o un nastro per il 2011
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mat49
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venerdì 16 aprile 2010
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non è possibile basta.....
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commedie o film drammatici italiani. Non ne posso pìù! Non vedo film decenti da anni, beh forse il divo di sorrentino, per il resto buio totale! Bisogna cambaire, ci sono sempre i soliti 5 registi e 5 attori che fanno i film in italia, voglio vedere gente nuova e soprattutto progetti nuovi e idee nuove. Cambiare genere? ma figurati, adesso gli italiani sono fissati con le commedie e al massimo i drammatici da 10 anni. Voglio novità, se continua così, il cinema italiano morirà definitivamente.
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giumato
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sabato 3 aprile 2010
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ma siete sicuri che sia una 'commedia'?
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ho visto il trailer, forse la classificazione come 'commedia' va rivista. Ciao
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