brando fioravanti
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venerdì 17 gennaio 2014
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ridicolo
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La televisione è la causa di tutti i mali si potrebbe quasi giungere a questa conclusione dopo avere visto il film. Se Berlusconi non avesse preso la televisione ora guardavamo solo programmi culturali e trattavamo con più rispetto le donne non è vero. 30 anni di storia italiana si è basata solo su tette, culi e Fabrizio Corona. Se non vai in televisione non sei nessuno, un film dovrebbe convincere lo spettatore che non è cosi, ma qui invece si invita le persone a provarci. Sopratutto per i ragazzi, puoi concedere il tuo fondoschiena per una volta e poi avrai donne e soldi a palate. Si è proprio cosi. Il film si avvale di immaggini forti come Corona frontalmente nudo tanto per farsi strada tra il pubblico, però poi critica Berlusconi e lo sfruttamento dei corpi.
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lucrezia
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lunedì 14 novembre 2011
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mi sarebbe piaciuto vederlo alle 21.30
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Aspettavo con ansia la programmazione del film, tralaltro ho rinunciato ad uscire per essere presente a casa alle 21.30. Mi sono sorbita sino alle 23 il "pettinare le bambole" di Mentana & Co. nella speranza del film. Ho sperato alla fine dicessero qualcosa di importante, quello che ho visto penso che avrei potuto vederlo al TG4 da Fede...Era come se cercassero di arrampicarsi sugli specchi per fare orario e non dicessero assolutamente nulla, ma proprio nulla. La mia speranza poi è stata esaudita ma era troppo tardi, per cui mi sono addormentata. Secondo me non è serio!!!! Se programmate un film ad una certa ora, fate che sia quella e non propinateci ancora dibattiti INUTILI di cui ne abbiamo piene le tasche.
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Aspettavo con ansia la programmazione del film, tralaltro ho rinunciato ad uscire per essere presente a casa alle 21.30. Mi sono sorbita sino alle 23 il "pettinare le bambole" di Mentana & Co. nella speranza del film. Ho sperato alla fine dicessero qualcosa di importante, quello che ho visto penso che avrei potuto vederlo al TG4 da Fede...Era come se cercassero di arrampicarsi sugli specchi per fare orario e non dicessero assolutamente nulla, ma proprio nulla. La mia speranza poi è stata esaudita ma era troppo tardi, per cui mi sono addormentata. Secondo me non è serio!!!! Se programmate un film ad una certa ora, fate che sia quella e non propinateci ancora dibattiti INUTILI di cui ne abbiamo piene le tasche.
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kildem
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martedì 22 febbraio 2011
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se avete un cervello, gradirete questo film
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Un film documentario che dimostra come la televisione, i soldi, il potere, possano letteralmente distruggere l'essere umano, addirittura un'intera nazione.
Siete stufi di questa Italia pappona e burlona? Guardate Videocracy.
Un piccolo appunto personale tuttavia.
Se il problema fosse solo Berlusconi, morto lui saremmo liberi. Il problema è ANCHE Berlusconi, ma non solo.
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domiu.u
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venerdì 28 gennaio 2011
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basta apparire
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Documentario molto interessante. Mostra la televisione italiana,una buona parte di essa è così, per quello che è: un misto di programmi decisamente scadenti e orripilanti, visti però da milioni di persone. Un misto di personaggi potenti che sono considerati dei grandi per un motivo a me, e penso a molti altri, ignoto. Personaggi come Lele Mora, che non si vergogna nemmeno di mostrare un video con tanto di musichetta e immagini fasciste e naziste e che è atteso da decine di persone per fare una foto. Personaggi come Fabrizio Corona, che si definisce il "Robin Hood" moderno,quello che però ruba ai ricchi per dare a sè stesso. Che riceve 10.000 euro per una serata in discoteca. Che si è preparato una bella strategia (la linea di magliette,il discorso appena uscito di prigione,le serate in dicoteca.
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Documentario molto interessante. Mostra la televisione italiana,una buona parte di essa è così, per quello che è: un misto di programmi decisamente scadenti e orripilanti, visti però da milioni di persone. Un misto di personaggi potenti che sono considerati dei grandi per un motivo a me, e penso a molti altri, ignoto. Personaggi come Lele Mora, che non si vergogna nemmeno di mostrare un video con tanto di musichetta e immagini fasciste e naziste e che è atteso da decine di persone per fare una foto. Personaggi come Fabrizio Corona, che si definisce il "Robin Hood" moderno,quello che però ruba ai ricchi per dare a sè stesso. Che riceve 10.000 euro per una serata in discoteca. Che si è preparato una bella strategia (la linea di magliette,il discorso appena uscito di prigione,le serate in dicoteca...) per diventare famoso. "Io mi presento bello,abbronzato,fisicato,sparo 4 boiate e a loro va bene". IL succo di ciò che dice è questo. Ma la cosa più triste, non è che lui lo dica,anche se è assolutamente vergognoso,ma che effettivamente sia così!
Altro personaggio(questa volta del film e non della televisone italiana)?? Il mitico Ricky Martin-Damme,per niente famoso ma molto infantile, che combina delle canzoni alle arti marziali. Vuole entrare a far parte del mondo della televisone,per avere ragazze,soldi e per essere ricordato.
Insomma, cosa emerge da tutto ciò? E' ovvio: BASTA APPARIRE.
Come ho già detto ho trovato questo film/documentario molto interessante per tutti. Peccato che probabilmente il pubblico che l'ha visto e che lo vedrà, sarà (quasi sicuramente )decisamente limitato.
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salvatore scaglia
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domenica 5 settembre 2010
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potere al telecomando
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"Basta apparire": il sottotitolo è quasi più efficace di "Videocracy". Basta apparire, in una duplice accezione. Ormai è sufficiente l'aspetto esteriore per la propria affermazione: prestanza fisica e visi leccati per i maschi; e forme femminili pressochè perfette. Lo afferma lo stesso Corona: la gente guarda al personaggio, è irrilevante quel che dice. La forma dunque obnubila del tutto i contenuti. Ammesso che ci siano. Basta apparire, poi, in televisione: dove il frustrato operaio di periferia, che non ha successo con l'altro sesso, potrebbe ottenere soldi, fama e quindi orde di ragazze alla sua corte. "Videocracy" è un docu-film non solo sul potere della tv, ma sulla radicale trasformazione dell'Italia a partire dagli anni '80.
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"Basta apparire": il sottotitolo è quasi più efficace di "Videocracy". Basta apparire, in una duplice accezione. Ormai è sufficiente l'aspetto esteriore per la propria affermazione: prestanza fisica e visi leccati per i maschi; e forme femminili pressochè perfette. Lo afferma lo stesso Corona: la gente guarda al personaggio, è irrilevante quel che dice. La forma dunque obnubila del tutto i contenuti. Ammesso che ci siano. Basta apparire, poi, in televisione: dove il frustrato operaio di periferia, che non ha successo con l'altro sesso, potrebbe ottenere soldi, fama e quindi orde di ragazze alla sua corte. "Videocracy" è un docu-film non solo sul potere della tv, ma sulla radicale trasformazione dell'Italia a partire dagli anni '80. Trasformazione, verosimilmente, prima progettata dal magnate Berlusconi, e poi da lui stesso sfruttata per la sua celebre "discesa in campo" (anche se di certo non poteva prevedere la fine dell'Ancient regime con Mani pulite). Però, a ben vedere, quanto del decadimento spirituale ("Dio è morto"), culturale (nella Penisola si legge pochissimo) e morale (l'Italia è tra gli stati più corrotti, al livello di altri in via di sviluppo o del Terzo mondo) del Paese è realmente effetto di passività, di supino assorbimento dei nuovi 'valori' inoculati attraverso il tubo catodico ? Non v'è piuttosto un gusto nell'italiano medio, un ver'e proprio piacere, un'effettiva volontà (che si traduce, peraltro, in consenso sul piano elettorale) nel seguire quei modelli ? Il berlusconismo è questo: assai più esteso di un fenomeno meramente politico, fino a divenire accadimento che incide sulla struttura profonda dell'antropologia del Paese. Fino a riguardare - con il suo portato individualistico, edonistico e nichilistico - anche molti di coloro che non votano per la coalizione di Silvio. In una delle scene finali si vedono una trentina di ragazze che si dimenano, con pseudo-balli, per passare la selezione di Veline. Non se ne rendono conto probabilmente, ma sono ridicole. Ma più ridicoli ancora sono quanti non cambiano canale o non spengono, addirittura, la tv. Perchè il potere non è solo nella televisione, ma anche nel telecomando.
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vancouver
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lunedì 30 agosto 2010
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videocracy, chi l'ha visto?
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Ho visto il film sul volo Vancouver-Amsterdam della KLM. Nelle sale non è stato distribuito, se non in qualche grande città subito dopo la presentazione a Venezia. E questo la dice lunga.....Non è tutto condivisibile, e forse per chi vive in Italia e segue con attenzione la politica e l'evoluzione (involuzione?) del costume di nuovo c'è poco o nulla.
Però alcune cose sono interessanti ed inquietanti assai, tipo l'intervista a Lele Mora che si dichiara amico ed ammiratore di Silvio e contemporaneamente fanatico di Mussolini....Quanto a Corona, al Grande Fratello ecc. sappiamo che certi personaggi negativi non esistono solo in Italia, gli USA o la Gran Bretagna sono pieni di personaggi alla Paris Hilton, che non sanno fare niente e diventano modelli da imitare solo perchè i media li seguono e raccontano tutto anche delle loro vicende giudiziarie o quant'altro.
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Ho visto il film sul volo Vancouver-Amsterdam della KLM. Nelle sale non è stato distribuito, se non in qualche grande città subito dopo la presentazione a Venezia. E questo la dice lunga.....Non è tutto condivisibile, e forse per chi vive in Italia e segue con attenzione la politica e l'evoluzione (involuzione?) del costume di nuovo c'è poco o nulla.
Però alcune cose sono interessanti ed inquietanti assai, tipo l'intervista a Lele Mora che si dichiara amico ed ammiratore di Silvio e contemporaneamente fanatico di Mussolini....Quanto a Corona, al Grande Fratello ecc. sappiamo che certi personaggi negativi non esistono solo in Italia, gli USA o la Gran Bretagna sono pieni di personaggi alla Paris Hilton, che non sanno fare niente e diventano modelli da imitare solo perchè i media li seguono e raccontano tutto anche delle loro vicende giudiziarie o quant'altro.
Per fortuna in Italia non ci sono solo i Corona, ma anche tanti giovani che lavorano, si impegnano in politica, studiano, viaggiano, sono impegnati nel sociale, ecc.ecc. Però il film lascia l'amaro in bocca e mi ha sconvolto che all'estero sia questa l'immagine dell'Italia, un paese provinciale, dove imperano volgarità, meschinità, corruzione, egoismo. Che tristezza! Bisognerebbe farlo circolare nelle scuole, senza censurare nulla ma cercando di discuterne criticamente.
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crudos
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venerdì 23 luglio 2010
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Beh, se vivi in italia non ci trovi assolutamente niente di nuovo, tutto risaputo. Penso che all'estero invece sia stata l'ennesima conferma di come lo stato e i governi italiani possano controllare così subdolamente e in totale libertà la popolazione oramai plagiata, stanca e repressa, un popolo che purtroppo ha finito di combattere, di aiutarsi, di pensare.
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francesco2
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domenica 30 maggio 2010
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viva gandini?no, zapatero(del film).
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Dunque: Gandini non è Moore (NO,non lo è), ma neanche l’attore e regista di “Religiolous” o la Guzzanti. Se dico che il suo film affastella, sono troppo cattivo?L’inizio è proprio pessimo, vari luoghi comuni su un giovane della nostra società che vorrebbe essere famoso sena fatica. Sì, ma PERCHE’?Perché non si segue la strada della prima scena, quella delle “Telefonate”?Su questo ragazzo, Gandini non fa documentario, non fa cinema, semplicemente non fa, sempre che i suoi siano tutti timori attendibili(E’ solo per questo che le ragazze non lo vogliono?).
Fallita la discussa(Ma discutibile?)strada del regista di “Farenheit”, porgere domande provocatorie e lasciare forse a chi guarda di valutare le risposte, ecco forse profilarsi la strada di un Baudrillard all’italiana: l’ottimo ingresso del bianco “Mora”, che nella villa ospita personaggi famosi(?), potrebbe introdurre una dissertazione sulla grande (con)fusione crescente tra realtà e mondo mediatico, tantopiù che c’è un evidente conflitto di interessi e che la “misteriosa”musica non è affatto male.
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Dunque: Gandini non è Moore (NO,non lo è), ma neanche l’attore e regista di “Religiolous” o la Guzzanti. Se dico che il suo film affastella, sono troppo cattivo?L’inizio è proprio pessimo, vari luoghi comuni su un giovane della nostra società che vorrebbe essere famoso sena fatica. Sì, ma PERCHE’?Perché non si segue la strada della prima scena, quella delle “Telefonate”?Su questo ragazzo, Gandini non fa documentario, non fa cinema, semplicemente non fa, sempre che i suoi siano tutti timori attendibili(E’ solo per questo che le ragazze non lo vogliono?).
Fallita la discussa(Ma discutibile?)strada del regista di “Farenheit”, porgere domande provocatorie e lasciare forse a chi guarda di valutare le risposte, ecco forse profilarsi la strada di un Baudrillard all’italiana: l’ottimo ingresso del bianco “Mora”, che nella villa ospita personaggi famosi(?), potrebbe introdurre una dissertazione sulla grande (con)fusione crescente tra realtà e mondo mediatico, tantopiù che c’è un evidente conflitto di interessi e che la “misteriosa”musica non è affatto male.Ma forse mancano spessore ed esperienza per spingersi su questo, è più facile fondere immagini di repertorio intervallate da risvolti interessanti, come Berlusconi che inventa il finto vulcano, che approfondire un crescente corto-circuito tra politica e spettacolo, alimentato forse da una crisi di valori. Mora, come evidenziava l’inizio di questa parte del film, poteva essere e forse è un Berlusconi in miniatura, che reggendo le sorti dello spettacolo rischia, senza forse arrampicarsi troppo sugli specchi, di reggere anche quelle della società.
Persa(O scartata) anche l’opzione “Viva Zapatero”, che con tecniche simili a quelle di Moore ci ha fatto riflettere e divertire, resta un’antiberlusconismo che ha basi concretissime ma è che poco più che di maniera:giocare col “Corpo del capo” era già stato fatto Moretti nel suo “Caimano”. Più interessante semmai la faccenda di Corona. Da un lato evidenzia la doppieza, in tutti i sensi, del personaggio(Nemico ed amico dei potenti, Robin Hood ed egoista), dall’altro mette in evidenza i legami col Berlusca che finisce paradossalmente con l’approfittare di lui:tutto un grande corto circuito tra politica e gossip.Ma allora non era meglio “La seconda guerra civile americana?”.
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albamao
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lunedì 3 maggio 2010
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docusincerità di un italiano naturalizzato svedese
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Sono arrivato in ritardo lo so...ho aspettato molto prima di vederlo..un po' per la paura di cadere in un profondo baratro di consapevolezza, un po' forse perchè l'argomento risultava un po' trito e ritrito (almeno per chi come me vive in questo regime ormai da anni..); ma sono contento di averlo fatto, ed il mio giudizio non può essere che positivo, non tanto sotto l'aspetto prettamente stilistico che potrebbe essere criticato, ma quanto più per l'importanza che da un punto di vista internazionale può dare ad un prodotto del genere.
La visione che il regista da del tutto è intrisa profondamente dalla tristezza di chi come lui italiano residente all'estero può avere del suo paese manadato alla sfacelo mediatico.
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Sono arrivato in ritardo lo so...ho aspettato molto prima di vederlo..un po' per la paura di cadere in un profondo baratro di consapevolezza, un po' forse perchè l'argomento risultava un po' trito e ritrito (almeno per chi come me vive in questo regime ormai da anni..); ma sono contento di averlo fatto, ed il mio giudizio non può essere che positivo, non tanto sotto l'aspetto prettamente stilistico che potrebbe essere criticato, ma quanto più per l'importanza che da un punto di vista internazionale può dare ad un prodotto del genere.
La visione che il regista da del tutto è intrisa profondamente dalla tristezza di chi come lui italiano residente all'estero può avere del suo paese manadato alla sfacelo mediatico..e proprio dall'alto di una società modello come quella svedese (almeno dal punto di vista sociale e delle pari opportunità) questa critica che ci propone appare ancor di più sferzante e ricca di significato.
Come poter commentare il modello da "vitelloni" che ci propone il regista nel suo modo di raffigurare i personaggi del documentario? senza fare nomi..ma sebrano le caricature di se stessi...e non è finzione ma la realtà...qui non abbiamo il Tony Montana di Scarface, nè l' arrogante Al Capone degli Intoccabili, nè il candido aguzzino di Bastardi senza gloria..i nostri sono reali e sono nostri concittadini anche se sempbrno ispirarsi ai loro idoli cinematografici.
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