storyteller
|
sabato 4 settembre 2010
|
un'odissea al rallenty
|
|
|
|
In un mercato dove il film noir è per forza di cose subordinato al concetto di "spara spara", femmes fatales e sigarette oblique, Johnnie To esegue un magistrale passo di danza che lo estranea da convenzioni e stereotipi di sorta.
È un disincanto che di contrappunto genera inequivocabilmente un'atmosfera "incantata" e pregna di densi silenzi, pause che non sempre si avvalgono solo di un rallenty effettistico, ma di un vero e proprio inganno percettivo che distorce il tempo dell'azione. Ogni fotogramma trasuda significato e tiene col cuore in gola.
I dialoghi, poi, (giustamente) stringati e minimalisti, sono talmente pregni di ironia e di una tenerezza che non sfora mai nel pedissequo, da rappresentare un contorno molto saporito a questo piatto cucinato con maestria.
[+]
In un mercato dove il film noir è per forza di cose subordinato al concetto di "spara spara", femmes fatales e sigarette oblique, Johnnie To esegue un magistrale passo di danza che lo estranea da convenzioni e stereotipi di sorta.
È un disincanto che di contrappunto genera inequivocabilmente un'atmosfera "incantata" e pregna di densi silenzi, pause che non sempre si avvalgono solo di un rallenty effettistico, ma di un vero e proprio inganno percettivo che distorce il tempo dell'azione. Ogni fotogramma trasuda significato e tiene col cuore in gola.
I dialoghi, poi, (giustamente) stringati e minimalisti, sono talmente pregni di ironia e di una tenerezza che non sfora mai nel pedissequo, da rappresentare un contorno molto saporito a questo piatto cucinato con maestria.
La riflessione sulla vendetta che ci motiva, ma che può essere demotivata dalle nostre debolezze di uomini "smemorati", ci porta a pensare che parole come "redenzione" o "perdizione", in fondo sono solo parole. Che tutti i giorni esistono persone con una famiglia e dei figli che combattono le loro battaglie personali, e non sempre si tratta esclusivamente dei "buoni". E che più in alto, come farebbe un bambino che gioca con le formiche, esiste qualcuno che se ne impippa dell'etica e manovra i fili di queste viziose commedie di morte.
Protagonisti indimenticabili.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a storyteller »
[ - ] lascia un commento a storyteller »
|
|
d'accordo? |
|
slowfilm.splinder.com
|
domenica 16 maggio 2010
|
il noir e nient'altro.
|
|
|
|
Le porte delle case di Macao e Hong Kong sono di legno poco resistente. Lo sanno perfettamente i killer di Macao e Hong Kong, che bussano al campanello e poi sparano attraverso le porte. Inizia così Vendicami, con una porta di legno che esplode in faccia a un cinese, quindi tre sicari, sempre attraverso una porta, sparano alla moglie francese, e di certo non saranno le ante di un armadio a dare riparo ai due figli. È il padre della donna francese che s'investe del peso del titolo del film, assieme ad altri tre killer, trovati sul posto, e con i quali non è difficile prevedere l’inizio di una bella amicizia.
Vendicami è un noir che, oltre a ricordare alcuni classici del genere e a riferirsi esplicitamente a Melville, sembra avvicinarsi a una graphic novel, con la sua attenzione per le immagini e le angolazioni della visuale, i riflessi e i giochi di luce, i silenzi, i personaggi monodimensionali e la scelta di un intreccio che non ha bisogno d’essere sempre verosimile, alla ricerca di un’epica quasi sempre lontana dal melò.
[+]
Le porte delle case di Macao e Hong Kong sono di legno poco resistente. Lo sanno perfettamente i killer di Macao e Hong Kong, che bussano al campanello e poi sparano attraverso le porte. Inizia così Vendicami, con una porta di legno che esplode in faccia a un cinese, quindi tre sicari, sempre attraverso una porta, sparano alla moglie francese, e di certo non saranno le ante di un armadio a dare riparo ai due figli. È il padre della donna francese che s'investe del peso del titolo del film, assieme ad altri tre killer, trovati sul posto, e con i quali non è difficile prevedere l’inizio di una bella amicizia.
Vendicami è un noir che, oltre a ricordare alcuni classici del genere e a riferirsi esplicitamente a Melville, sembra avvicinarsi a una graphic novel, con la sua attenzione per le immagini e le angolazioni della visuale, i riflessi e i giochi di luce, i silenzi, i personaggi monodimensionali e la scelta di un intreccio che non ha bisogno d’essere sempre verosimile, alla ricerca di un’epica quasi sempre lontana dal melò. Il film di To scorre deciso in una direzione, un flusso costante ma non fragoroso d’acqua fredda e nera; mette la rappresentazione sopra ogni altro elemento e mostra delle figure che, consapevolmente, si lasciano trascinare verso un destino già scritto. C’è poco spazio per la scelta e la sorpresa, in Vendicami, mentre ce n’è per i neon, i vicoli bui, le sigarette piegate, gli impermeabili, gli occhiali scuri anche di notte, i ralenti con i fiotti di sangue, i codici d’onore, i cappelli obliqui, la musica scarna come quella di Dead Man, gli ombrelli neri, i sorrisi davanti alla morte, il vento, la pioggia inevitabile. Si può volere qualcosa di diverso, ma non qualcosa di più. slowfilm.splinder.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a slowfilm.splinder.com »
[ - ] lascia un commento a slowfilm.splinder.com »
|
|
d'accordo? |
|
reservoir dogs
|
martedì 2 novembre 2010
|
ricordarsi della vendetta
|
|
|
|
Gangster movie orientale ai giorni d'oggi, la vendetta è la linea su cui si struttura questo film.
Una donna ha visto uccidersi marito e figli da dei killer, lei è viva per miracolo, il padre della donna alla notizia decide di trovare i colpevoli; marchia a fuoco sul suo cuore e a pennarello sulle foto dei sui cari la scritta "vendetta".
Vi sono continui rallenty che probabilmente sono funzionali ad incrementare "la teatralità" che in questo film si fa elemento principale.
Probabile citazione del film "Memento" dove Costello perde completamente la memoria per una pallottola conficcata in testa tempo fa e mai tolta, quindi utilizza delle polaroid per ricordarsi le morti dei suoi nemici e i volti dei suoi sicari che non riconosce sotto la pioggia.
[+]
Gangster movie orientale ai giorni d'oggi, la vendetta è la linea su cui si struttura questo film.
Una donna ha visto uccidersi marito e figli da dei killer, lei è viva per miracolo, il padre della donna alla notizia decide di trovare i colpevoli; marchia a fuoco sul suo cuore e a pennarello sulle foto dei sui cari la scritta "vendetta".
Vi sono continui rallenty che probabilmente sono funzionali ad incrementare "la teatralità" che in questo film si fa elemento principale.
Probabile citazione del film "Memento" dove Costello perde completamente la memoria per una pallottola conficcata in testa tempo fa e mai tolta, quindi utilizza delle polaroid per ricordarsi le morti dei suoi nemici e i volti dei suoi sicari che non riconosce sotto la pioggia.
Per fargli completare la sua vendetta riceverà l'aiuto da una donna in rosso assieme a dei "giovani scout".
Altro film che indaga sul senso della vendetta ma in maniera diversa da "Revanche - ti ucciderò" qui la domanda da porsi e che anche i sicari di Costello si pongono è: Ha senso compiere vendetta se non ci si ricorda per cosa si compie e non ce ne ricorderemo quando compiuta?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a reservoir dogs »
[ - ] lascia un commento a reservoir dogs »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
sabato 29 gennaio 2011
|
venge-moi, johnny!
|
|
|
|
Passano gli anni ma Hallyday mantiene sempre un discreto fascino. E' bravo, cupo e duro come il film che sembra un action movie girato negli anni '80 per stile e atmosfere, coreograficamente molto orientale. Non amo molto gli oriental movie ma qui si mescola con un certo tocco occidentale portato da Hallyday: risultato piacevolissimo ma ero convinto fosse un film per certi versi migliore. Certe scene lo fanno somigliare ad un western metropolitano.
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
grindhouse
|
mercoledì 18 aprile 2012
|
vendetta e amicizia sul cupo sfondo di hong kong
|
|
|
|
Johnny Hallyday veste i panni di un ex killer in cerca di vendetta. Non sapendo chi o dove cercare chiede l’aiuto di altri tre killer (Antony Wong, Lam Suet, Lam Ka Tung). Il loro diverrà entro poco tempo un solido rapporto d’amicizia.
Come in suoi altri noti Hard Boiled, Exiled, Breaking News e il leggendario A Hero Never Dies, Johnnie To non punta a portare sullo schermo una trama complicata o eccessivamente articolata. E’ infatti questo il suo vero punto di forza. To lavora sui colori e sulle immagini, lasciando parlare loro e non i suoi personaggi.
Come dimenticare la mitica scena finale di A Hero Never Dies, o la sparatoria nella casa del dottore di Exiled, dove Antony Wong e i suoi affronato girando tra le tende, affrontano gli uomini di Simon Yam.
[+]
Johnny Hallyday veste i panni di un ex killer in cerca di vendetta. Non sapendo chi o dove cercare chiede l’aiuto di altri tre killer (Antony Wong, Lam Suet, Lam Ka Tung). Il loro diverrà entro poco tempo un solido rapporto d’amicizia.
Come in suoi altri noti Hard Boiled, Exiled, Breaking News e il leggendario A Hero Never Dies, Johnnie To non punta a portare sullo schermo una trama complicata o eccessivamente articolata. E’ infatti questo il suo vero punto di forza. To lavora sui colori e sulle immagini, lasciando parlare loro e non i suoi personaggi.
Come dimenticare la mitica scena finale di A Hero Never Dies, o la sparatoria nella casa del dottore di Exiled, dove Antony Wong e i suoi affronato girando tra le tende, affrontano gli uomini di Simon Yam. Per non parlare poi delle mitiche scene di Vendicami alla discarica: quella della bicicletta e quella dei cubi di rifiuti usati come protezioni.
Tuttavia il top del film è nel personaggio di Johnny Hallyday, un cuoco francese che in precedenza ammazzava persone. Raffinato e mai imposto sempre al centro della narrazione, lascia anche il dovuto spazio al resto della squadra e ai suoi ruoli non indifferenti.
To affronta ancora una volta il tema delle triadi, il potente, affascinante e crudele mondo della mafia cinese. Come nei titoli già citati, Exiled e A Hero Never Dies, ci racconta come funziona questa pericolosa scacchiera, dove si può essere mangiati da un momento all’altro dal più inaspettato dei pezzi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a grindhouse »
[ - ] lascia un commento a grindhouse »
|
|
d'accordo? |
|
gosnurle
|
sabato 15 maggio 2010
|
sinfonia di morte
|
|
|
|
Il cinema di Johnny To e' pura musica. Non musica metal pesante come quello di John Woo, ma piuttosto musica da camera. Un quartetto d'archi di sangue, pioggia e sudore, una sinfonia wagneriana di violenza stilizzata, tra vortici di rifiuti che sembrano petali di cigliegio in una sera d'estate, pioggia battente, vicoli sudici che presto si trasformano in tavole di palcoscenico su cui il direttore d'orchestra volteggia la bacchetta dando il via all'assolo finale, lo slancio virtuoso che chiude l'ultimo movimento dell'opera, in un crescendo di morte, fino all'ultima nota che vibra e uccide, con ineluttabile calma. Il solista ripone lo strumento, aspettando solamente l'applauso finale.
Non una lacrima, non un urlo disperato, non un ripensamento.
[+]
Il cinema di Johnny To e' pura musica. Non musica metal pesante come quello di John Woo, ma piuttosto musica da camera. Un quartetto d'archi di sangue, pioggia e sudore, una sinfonia wagneriana di violenza stilizzata, tra vortici di rifiuti che sembrano petali di cigliegio in una sera d'estate, pioggia battente, vicoli sudici che presto si trasformano in tavole di palcoscenico su cui il direttore d'orchestra volteggia la bacchetta dando il via all'assolo finale, lo slancio virtuoso che chiude l'ultimo movimento dell'opera, in un crescendo di morte, fino all'ultima nota che vibra e uccide, con ineluttabile calma. Il solista ripone lo strumento, aspettando solamente l'applauso finale.
Non una lacrima, non un urlo disperato, non un ripensamento. Solo la vita che porta in fondo ad un vicolo cieco, solo la vendetta ad attendere in fondo. Ma una vendetta il cui sapore e' presto dimenticato, cancellato da una risata di bimbo, come a dire che in fondo non importa la meta ma solo il viaggio che si e' percorso per raggiungerla. Vale il gesto, piu' che il fine o il motivo.
In fondo cosi' e' il cinema, al di la' di messaggi e finalita' sociologiche: valgono le ore spese, le immagini assorbite, i battiti del cuore in sincrono con il tempo trascorso. Valgono i sorrisi e le risate, le paure e le emozioni, il tutto chiuso in un pugno, che portiamo stretto in tasca, all'uscita del cinema, nella fredda notte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gosnurle »
[ - ] lascia un commento a gosnurle »
|
|
d'accordo? |
|
|