sergio d.c.
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giovedì 9 aprile 2009
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ma come è potuto succedere?
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Appena tornato dal cinema, ho la certezza di aver assistito al film peggiore visto negli ultimi dieci anni.
Il ricordo dei geniali predecessori e un cast importante mi avevano fatto sperare, almeno, nella possibilità di trascorrere due ore serene, ma all'uscita dalla sala la sensazione di aver subito una truffa è inevitabile.
Oldoini non è certo Dino Risi o Monicelli, ma un simile baratro non lo aspetti nemmeno da lui. Privo di qualsiasi humour, riesce ad intristrire senza provocare una minima riflessione (come nella scena della carrozzina), annega e lascia annegare nei soliti clichè degli "O' pebbacco!" di Abatantuono e dei "Maremma maiala" di Panariello, senza mai nemmeno contestualizzarli in modo adeguato.
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Appena tornato dal cinema, ho la certezza di aver assistito al film peggiore visto negli ultimi dieci anni.
Il ricordo dei geniali predecessori e un cast importante mi avevano fatto sperare, almeno, nella possibilità di trascorrere due ore serene, ma all'uscita dalla sala la sensazione di aver subito una truffa è inevitabile.
Oldoini non è certo Dino Risi o Monicelli, ma un simile baratro non lo aspetti nemmeno da lui. Privo di qualsiasi humour, riesce ad intristrire senza provocare una minima riflessione (come nella scena della carrozzina), annega e lascia annegare nei soliti clichè degli "O' pebbacco!" di Abatantuono e dei "Maremma maiala" di Panariello, senza mai nemmeno contestualizzarli in modo adeguato.
Ci si chiede come abbiano potuto, attori che nel bene o nel male fanno parte integrante della commedia all'italiana di oggi, leggere il copione e poi accettare la parte. Ci si chiede come abbia potuto anche Oldoini lasciare le Fidanzate di papà e gli Yuppies per imbarcarsi in qualcosa enormemente più grande di lui.
Ma soprattutto ci si chiede perchè proponire agli spettatori un simile scempio...
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mrjones
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giovedì 2 aprile 2009
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film senza identità
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Questo film tratta dei difetti e della mentalità degli italiani a tutti i livelli sociali senza però riuscire a conquistare mai lo spettatore.Ci troviamo di fronte ad un film che non ha una vera identità.Non è un film comico,nonostanza gli interpreti,poichè le battute e i vari episodi non riescono quasi mai a far sorridere veramente,e non è neppure un film che tratta l'argomento in maniera seria e impegnata.
Il risultato finale è il lasciare lo spettatore con il rammarico per non aver optato per un altro film.
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weach
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venerdì 15 ottobre 2010
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per piacere , parliamoci male ma con intelligenza.
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Per piacere!
Si può parlare di un film pIccolo con attenzione , magari solo per evidenziare come quel tentaivo fallito di rappresentare un'Italia di oggi abbia in realtà dimenticato quella parte intelligente di noi che non è mostro Instabile ed inconsapevole ma "energia positiva da cui attingere e ripartire".
L'esagerazione ha un suo limite invalicabile , non deve cadere nella banalità e ,se proprio vogliamo essere banali , anche la banalità ha una sua intrinseca profondità.
Il nostro è un invito a ripensarci e rispettarci .
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Per piacere!
Si può parlare di un film pIccolo con attenzione , magari solo per evidenziare come quel tentaivo fallito di rappresentare un'Italia di oggi abbia in realtà dimenticato quella parte intelligente di noi che non è mostro Instabile ed inconsapevole ma "energia positiva da cui attingere e ripartire".
L'esagerazione ha un suo limite invalicabile , non deve cadere nella banalità e ,se proprio vogliamo essere banali , anche la banalità ha una sua intrinseca profondità.
Il nostro è un invito a ripensarci e rispettarci ...in realtà possiamo essere molto di più di questo film ..solo se lo vorremo .
C'è civiltà e cultura che può novamente riemergere ed ispirare un paese che è " piccollo solo nella testa di alcuni.
Rispettiamoci, grazie!!!!
weach illuminati
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cenox
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lunedì 16 luglio 2012
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un mostro di film
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Recensire un film come questo? Semplice: zero idee, tanti piccoli episodi scollegati che dovrebbero assomigliare a delle barzellette ma che non fanno nemmeno ridere, un cast che di sicuro non ha dato il meglio che poteva (sempre se poteva...)!! Mediocre è già un aggettivo benevolo nei confronti di questa pellicola. Se pretendevano di girare un film solo tanto per girarlo ci son riusciti, ma se volevano avere un successo di pubblico c'era decisamente bisogno d'altro!
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elgatoloco
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giovedì 12 settembre 2019
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forse non il peggiore, ma...
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"I Mostri oggi"(Enrico Oldoini, 2009)non è certo un film memorabile: sì, a parte il fatto che non ci sono più Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi etc., ma anche che il film è del 2009 e i "mostri"(con le virgolette e anche senza)di oggi sono diversi/sarebbero diversi, a dieci anni di distanza(anche a cinque, ma dopo un decennio...), bisogna dire che manca, di quel film, che comunque era stato anche"aggiornato", mi pare, con una versione successiva)la cattiveria ma anche la durezza nella denuncia sociale. Qui c'è la coppia che non si preoccupa di un ferito morente, che anzi poi amoreggia(dopo molto tempo)come se nulla fosse successo, ci sono le ragazzine che al cinema"ammaliano"sessualmente un "onesto padre di famiglia"per poi estorcergli "quanto dovuto", ossia lo ricattano, altrimenti lo denuncerebbero.
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"I Mostri oggi"(Enrico Oldoini, 2009)non è certo un film memorabile: sì, a parte il fatto che non ci sono più Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi etc., ma anche che il film è del 2009 e i "mostri"(con le virgolette e anche senza)di oggi sono diversi/sarebbero diversi, a dieci anni di distanza(anche a cinque, ma dopo un decennio...), bisogna dire che manca, di quel film, che comunque era stato anche"aggiornato", mi pare, con una versione successiva)la cattiveria ma anche la durezza nella denuncia sociale. Qui c'è la coppia che non si preoccupa di un ferito morente, che anzi poi amoreggia(dopo molto tempo)come se nulla fosse successo, ci sono le ragazzine che al cinema"ammaliano"sessualmente un "onesto padre di famiglia"per poi estorcergli "quanto dovuto", ossia lo ricattano, altrimenti lo denuncerebbero... C'è anche(nota più dolente)il portiere di una casa con vari appartamenti che fa scattare in un prof, amante del figlio, il"serpe della gelosia"e via di seguito, ma nessun episodio è corposo, significante, importante, anzi tutto si perde nel"flou", per non dire dell'inno qualunquista della coppia che si compiace di non avere soldi cantando la canzoncina romana "E stiamo meglio noi che non magnamo mai".... Dire che Abatantuono, Marcoré, Panariello, Bisio(comunque il migliore), la Ferilli etc.sono "altri"/e rispetto ai predecessori sarebbe sciocco e retorico, Melgio limitarsi a dire che "il tutto"non ha quasi mordente e lascia il tempo che trova, azni rischia di avallare certi comportamenti e anche più quanto li motiva... El Gato
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ciccio capozzi
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lunedì 30 marzo 2009
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i figli dei mostri generano mostriciattoli
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“I MOSTRI OGGI” di ENRICO OLDOINI; ITA, 09. Sono17 episodi narrati con piglio veloce e senza siparietti di sorta. Tutti ambientati in grandi città italiane; e tutti aventi di mira comportamenti ipocriti tipici dei nostri giorni in tutti gli ambienti sociali, e da diverse provenienze regionali. Il titolo si rifà esplicitamente al capolavoro di Dino Risi del 63, che ebbe una specie di remake di Risi e altri registi (E.Scola; M.Monicelli) nel 77. Il dato singolare dell’oggi è che sono i figli degli sceneggiatori di quei film ad essere stati qui impegnati: Silvia Scola, figlia del grande Ettore, e Giacomo Scarpelli, figlio di Furio che con Age componeva una della più efficienti coppie di scrittura italiane.
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“I MOSTRI OGGI” di ENRICO OLDOINI; ITA, 09. Sono17 episodi narrati con piglio veloce e senza siparietti di sorta. Tutti ambientati in grandi città italiane; e tutti aventi di mira comportamenti ipocriti tipici dei nostri giorni in tutti gli ambienti sociali, e da diverse provenienze regionali. Il titolo si rifà esplicitamente al capolavoro di Dino Risi del 63, che ebbe una specie di remake di Risi e altri registi (E.Scola; M.Monicelli) nel 77. Il dato singolare dell’oggi è che sono i figli degli sceneggiatori di quei film ad essere stati qui impegnati: Silvia Scola, figlia del grande Ettore, e Giacomo Scarpelli, figlio di Furio che con Age componeva una della più efficienti coppie di scrittura italiane. Parentopoli anche nel cinema? La risposta non può che essere ambigua. In parte si: ma quasi in forma inerziale. Poi, subentra il talento: hai voglia di essere figlio di, se non vali, o fai cose che non incassano, di fatto scompari. Qui è il caso di dire che non sono giovani di primo pelo, tutti e due hanno già dato numerose prove di talento nella scrittura. E si vede anche in questo film, pur se in modi discontinui. E ciò dal fatto che, data l’estrema segmentazione narrativa del film, è proprio l’efficacia dell’idea di base che fa funzionare o meno l’episodio, al cui stile di scrittura ideativa la regia si adegua con sciolta agilità, perché Oldoini è un veterano di lungo corso, di seria e solida professionalità. Tra gli episodi a convincermi di più c’è stato “La testa a posto”, dove la ragazza decide di abbandonare il lavoro per amore, lasciando la famiglia in ristrettezze, perché il suo era l’unico stipendio di casa: esso è giocato con abilità sulla lotta tra dignità/autocommiserazione che è gestualizzata con finezza e divertente follia da Buccirosso, il padre. Poi, capiamo che lavoro era…Riuscito, nella sua squallida cattiveria, ma narrato con asciutta compattezza, è stato “Unico grande amore”, che ha come perno una sedia a rotelle sottratta ad una handicappata, grazie ad un atroce inganno. Poi c’è “Povero Ghigo”, che smaschera l’avidità senza scrupoli di un attore tv di successo: qui Abatantuono è addirittura surreale. Lo stesso fa coppia con Buccirosso, che gli tiene bene botta, nei dialoghi di “Accogliamoli”. Poi la Ferilli mostra cattiveria di mamma in “Cuore di mamma”, e, in generale, si caratterizza con ritmi spiritosi di presenza in altri episodi. Altri episodi, quelli con la pur brava Finocchiaro, mi hanno convinto di meno. Non so se questo film sarà ricordato come una summa delle storture comportamentali medie italiane attuali: ad es., manca del tutto la politica. Ma una qualche forma di visione unitaria negativa, che riflette in modi adeguati alla complessità della nostra realtà, emerge.
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rocco cantatore
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martedì 8 settembre 2009
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l'italia di berlusconi
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Uno spaccato della società odierna, ma forse è meglio dire dell’Italia di questi tempi, descritto con ironia. Una ironia amara che fa sorridere e diverte con il retrogusto della riflessione su quanto siamo idioti e sui nostri comportamenti da idioti. L’ipocrisia tutta italiana raccontata in sedici episodi ed interpretati da sei personaggi che ben incarnano il soggetto umano italico; non per niente la maggior parte degli interpreti (se non tutti) provengono dalla televisione e come sappiamo è proprio in quel mezzo infernale che si annida tragicamente la più bieca ignoranza dell’italiano medio. Si racconta di furti di carrozzelle per disabili per il semplice fatto di poter entrare allo stadio da privilegiato; di capitali inesistenti sognati da operai che ogni giorno si dannano l’anima per racimolare il giusto per la sopravvivenza; di omissione di soccorso da parte dei più abbienti; di camorristiche ristrutturazioni edilizie senza permessi; di omosessualità negata ed esibita; insomma tutto il carnet disegnato sotto forma di macchietta della maleducazione, dei vezzi, dei sogni di una nazione cinica e superficiale.
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Uno spaccato della società odierna, ma forse è meglio dire dell’Italia di questi tempi, descritto con ironia. Una ironia amara che fa sorridere e diverte con il retrogusto della riflessione su quanto siamo idioti e sui nostri comportamenti da idioti. L’ipocrisia tutta italiana raccontata in sedici episodi ed interpretati da sei personaggi che ben incarnano il soggetto umano italico; non per niente la maggior parte degli interpreti (se non tutti) provengono dalla televisione e come sappiamo è proprio in quel mezzo infernale che si annida tragicamente la più bieca ignoranza dell’italiano medio. Si racconta di furti di carrozzelle per disabili per il semplice fatto di poter entrare allo stadio da privilegiato; di capitali inesistenti sognati da operai che ogni giorno si dannano l’anima per racimolare il giusto per la sopravvivenza; di omissione di soccorso da parte dei più abbienti; di camorristiche ristrutturazioni edilizie senza permessi; di omosessualità negata ed esibita; insomma tutto il carnet disegnato sotto forma di macchietta della maleducazione, dei vezzi, dei sogni di una nazione cinica e superficiale.
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[+] l'italia di prodi
(di giorgio)
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(di ultimoboyscout)
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manfredi 4ever
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venerdì 27 marzo 2009
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i mostri del 2000
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Passano gli anni ma loro son sempre vigili, pronti a colpire: ritornano dopo più di trent'anni I mostri, rivisti e modernizzati anche se a distanza di tempo non è che siano cambiati.
Enrico Oldoini dirige il terzo capitolo di una saga portata al successo da grandi menti quali Age e Scarpelli, Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola ed interpretata magistralmente da attori del calibro di Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi (tre fra i più grandi in assoluto che il nostro cinema possa vantare.
Rispetto ai precedenti, I mostri oggi appare più povero di sceneggiatura e nemmeno paragonabile ai suoi avi ma nonostante ciò a me è piaciuto molto e le sue tre stelle le merita.
Il cast è stato scelto molto bene, Abatantuono, Bisio, Panariello e Buccirosso era il meglio che si poteva t
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Passano gli anni ma loro son sempre vigili, pronti a colpire: ritornano dopo più di trent'anni I mostri, rivisti e modernizzati anche se a distanza di tempo non è che siano cambiati.
Enrico Oldoini dirige il terzo capitolo di una saga portata al successo da grandi menti quali Age e Scarpelli, Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola ed interpretata magistralmente da attori del calibro di Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi (tre fra i più grandi in assoluto che il nostro cinema possa vantare.
Rispetto ai precedenti, I mostri oggi appare più povero di sceneggiatura e nemmeno paragonabile ai suoi avi ma nonostante ciò a me è piaciuto molto e le sue tre stelle le merita.
Il cast è stato scelto molto bene, Abatantuono, Bisio, Panariello e Buccirosso era il meglio che si poteva trovare, in giro, escluso tutti coloro i quali non avrebbero mai accettato tale progetto come Verdone, non c'era molta scelta
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