molenga
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venerdì 18 gennaio 2013
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tutto il tempo del mondo
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Nel 1974 Benjamìn Esposito dìsi è trovato a risolvere un caso di omicidio e stupro che gli ha cambiato la vita: da una parte il marito della vittima lo ha spinto, con l'amore incessante per la donna morte, a non mollare le indagini, aiutato dal suo collega alcolista e dalla sua diretta superiore(di cui è innamorato); dall'altra, una volta catturato il colpevole, un giudice che simpatizza con il regime autoritario che sta nascendo e che ha un vecchio conto in sospeso con Esposito ha fatto liberare l'ergastolano: Benjamìn si è dovuto rifugiare in provincia per non vnire colpito dalla vendetta. Sono passati molti anni, la dittatura è finita ma benjamìn non si è mai liberato del ricordo di quel caso che gli ha impedito di dichiararsi all'amore della sua vita, consegnandolo ad un'esistenza priva di significato, ad un matrimonio fallimentare.
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Nel 1974 Benjamìn Esposito dìsi è trovato a risolvere un caso di omicidio e stupro che gli ha cambiato la vita: da una parte il marito della vittima lo ha spinto, con l'amore incessante per la donna morte, a non mollare le indagini, aiutato dal suo collega alcolista e dalla sua diretta superiore(di cui è innamorato); dall'altra, una volta catturato il colpevole, un giudice che simpatizza con il regime autoritario che sta nascendo e che ha un vecchio conto in sospeso con Esposito ha fatto liberare l'ergastolano: Benjamìn si è dovuto rifugiare in provincia per non vnire colpito dalla vendetta. Sono passati molti anni, la dittatura è finita ma benjamìn non si è mai liberato del ricordo di quel caso che gli ha impedito di dichiararsi all'amore della sua vita, consegnandolo ad un'esistenza priva di significato, ad un matrimonio fallimentare. Inizia a scrivere un romanzo....
Bellissimo film in cui Campanella cura anche il montaggio, perfetto. alcune scene sono da antologia del cinema, soprattutto quella che introduce all'arresto dell'assassino nello stadio di avellaneda. Grande fotografia e musica d'atmosfera, interpreti perfetti: da non perdere
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elgatoloco
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domenica 21 maggio 2017
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film eccelso, anche"politico"
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Juan José Campanella, di cui confesso di non aver visto altre opere, non fosse che per questo"El Secreto de sus ojos"(2009)andrebbe annoverato certamente tra i grandi autori di cinema. Traendo il film da una"novela"(romanzo)di Eduardo Sacheri, che ha steso la sceneggiatura insieme al regista, Campanella realizza un film dalla"trama"abbastanza complessa ma che in ogni modo merita di essere seguita, anche nei suoi"détours", nelle sue"svolte", con quel senso di fondo che, "fondendo"(pur nella distinzione)passato e presente, "detection"e dramma, anche "politico"(in determinate sequenze e situazioni, il riferimento alla dittatura fascista in Argentina, anni Settanta-Ottanta, con Videla e Viola, è assolutamente palese, si pensi alle torture subite dai due muratori inizialmente accusati dell'omicidio con stupro della giovane maestra), riesce a comporre una"storia"degna di Borges e Bioy Casares, pe citare solo due nomi della letteratura che onorano e fanno"emergere"come straordinaria la cultura argentina, con quel tono di fondo che è sempre ben più che"accompagnamento"(per dirla musicalmente), di carattere"metafisico", per cui la realtà non è mai come appare, bisogna investigarla a lungo per scoprirne i segreti, nascosti-.
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Juan José Campanella, di cui confesso di non aver visto altre opere, non fosse che per questo"El Secreto de sus ojos"(2009)andrebbe annoverato certamente tra i grandi autori di cinema. Traendo il film da una"novela"(romanzo)di Eduardo Sacheri, che ha steso la sceneggiatura insieme al regista, Campanella realizza un film dalla"trama"abbastanza complessa ma che in ogni modo merita di essere seguita, anche nei suoi"détours", nelle sue"svolte", con quel senso di fondo che, "fondendo"(pur nella distinzione)passato e presente, "detection"e dramma, anche "politico"(in determinate sequenze e situazioni, il riferimento alla dittatura fascista in Argentina, anni Settanta-Ottanta, con Videla e Viola, è assolutamente palese, si pensi alle torture subite dai due muratori inizialmente accusati dell'omicidio con stupro della giovane maestra), riesce a comporre una"storia"degna di Borges e Bioy Casares, pe citare solo due nomi della letteratura che onorano e fanno"emergere"come straordinaria la cultura argentina, con quel tono di fondo che è sempre ben più che"accompagnamento"(per dirla musicalmente), di carattere"metafisico", per cui la realtà non è mai come appare, bisogna investigarla a lungo per scoprirne i segreti, nascosti-.celati-implicitamente presenti ma riscontrabili solo a prezzo di molte ricerche, di molta fatica, di quella"busqueda"(ricerca, appunto, ma anche"investigation", ricerca profonda, ma il termine ha altre, ulteriori sfumature semantiche)che non appaiono subito, non risaltano certo di primo acchito. Nelle sequenze del film, anzi in ogni sequenza, il regista-autore riesce straordianriamente bene, con quella capacità"poetica"(e "poietica")che gli è propria. Eccelso Ricardo Darin, protagonista quale giudice, che sa esprimere al meglio quella volontà di "ricordare sognando"che a fine film si realizza nella dichirazione d'amore alla collega da sempre sospirata... El Gato
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catia p.
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lunedì 2 agosto 2010
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scoprite il segreto dei suoi occhi
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Ambientato sul finire degli anni 70, lontano dallo strapotere della Scientifica modello CSI senza cui le indagini odierne non vanno avanti, basato sulla tenacia d'investigatori vecchio stampo pronti a seguire una pista per una vita intera, condito da sentimenti così intensi da non trovare parole per essere espressi, recitato da attori straordinariamente in parte, IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI è un film assolutamente da vedere.
La solida impostazione della sceneggiatura rende la trama impeccabile.
Lo spettatore è guidato per mano nella ricostruzione dei fatti che ruotano intorno ad un efferato delitto avvenuto venticinque anni prima e mai dimenticato dal protagonista, un funzionario nel tribunale di Buenos Aires, all'epoca costretto all'esilio dopo la conclusione delle indagini e ora scrittore che torna sui suoi passi per esorcizzare gli eventi di allora in un romanzo che sappia di espiazione.
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Ambientato sul finire degli anni 70, lontano dallo strapotere della Scientifica modello CSI senza cui le indagini odierne non vanno avanti, basato sulla tenacia d'investigatori vecchio stampo pronti a seguire una pista per una vita intera, condito da sentimenti così intensi da non trovare parole per essere espressi, recitato da attori straordinariamente in parte, IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI è un film assolutamente da vedere.
La solida impostazione della sceneggiatura rende la trama impeccabile.
Lo spettatore è guidato per mano nella ricostruzione dei fatti che ruotano intorno ad un efferato delitto avvenuto venticinque anni prima e mai dimenticato dal protagonista, un funzionario nel tribunale di Buenos Aires, all'epoca costretto all'esilio dopo la conclusione delle indagini e ora scrittore che torna sui suoi passi per esorcizzare gli eventi di allora in un romanzo che sappia di espiazione.
Il corso della storia si svolge in parallelo tra i nostri giorni e il passato, ma in modo assai limpido, cosicché i numerosi flash back risultano perfettamente lineari e comprensibili.
Nonostante l'impianto drammaturgico sia di stile classico e certo lontano dal caleidoscopico Made in USA, non vi è tempo di annoiarsi nella visione di questa pellicola di grande spessore.
Non mancano i virtuosismi registici come, ad esempio, ottimo l'uso dei grandi primi piani in semi-soggettiva, appena sopra la spalla di chi guarda, e ottimo il palpitante inseguimento - a piedi e osteggiato da folla e cemento - del sospetto, con appropriati scossoni di cinepresa e ritmo serratissimo.
Né mancano dialoghi di pregio pronunciati da attori in splendida forma, gli uni e gli altri pronti ad emozionarci mentre a poco a poco la realtà si svela, lasciandoci scoprire sangue e amore, amicizia e timore, vendetta e dolore.
Imperdibile e impagabile una delle ultime battute del film che non vi dirò, ma che racchiude, in meno di dieci parole, una grande verità: peggiore della morte è la mancanza di libertà mista ad indifferenza.
Ora sta a voi scoprire il segreto dei suoi occhi.
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filippo catani
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martedì 18 febbraio 2014
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amore e vendetta
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Nel 1974 una giovane ragazza viene brutalmente stuprata e uccisa a Buenos Aires. A 25 anni dall'accaduto, il funzionario che si occupò del caso decide di scriverci sopra un romanzo che sarà anche l'occasione per un suo personale bilancio.
Un film intenso in cui il regista Campanella riesce a fondere mirabilmente diversi generi. Ecco allora che abbiamo la parte in cui prevale il thriller con la disperata ricerca del responsabile dell'efferato crimine. Abbiamo poi il dramma sentimentale del marito della ragazza assetato di vendetta e che addirittura presidia da solo la stazione di Buenos Aires in cerca del colpevole. Abbiamo una parte più strettamente sentimentale in cui troviamo il funzionario del tribunale incapace di confessare il proprio amore alla sua superiore attirandosi così le prese in giro del collega che ha problemi con il bere e di cui lui si prende cura specialmente per cercare di non farlo buttare fuori di casa dalla moglie.
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Nel 1974 una giovane ragazza viene brutalmente stuprata e uccisa a Buenos Aires. A 25 anni dall'accaduto, il funzionario che si occupò del caso decide di scriverci sopra un romanzo che sarà anche l'occasione per un suo personale bilancio.
Un film intenso in cui il regista Campanella riesce a fondere mirabilmente diversi generi. Ecco allora che abbiamo la parte in cui prevale il thriller con la disperata ricerca del responsabile dell'efferato crimine. Abbiamo poi il dramma sentimentale del marito della ragazza assetato di vendetta e che addirittura presidia da solo la stazione di Buenos Aires in cerca del colpevole. Abbiamo una parte più strettamente sentimentale in cui troviamo il funzionario del tribunale incapace di confessare il proprio amore alla sua superiore attirandosi così le prese in giro del collega che ha problemi con il bere e di cui lui si prende cura specialmente per cercare di non farlo buttare fuori di casa dalla moglie. Inoltre troviamo anche uno spaccato politico e sociale di quella che fu l'Argentina nella delicatissima fase storica che coincise con la seconda metà degli anni '70. Insomma un film che vive di più storie nella storia e che si gioca moltissimo tra un flashback e l'altro in un crescendo che porta ad un incredibile finale che lascia lo spettatore letteralmente attonito per una pellicola coralmente ben recitata e dove grande importanza ha anche il trucco visto che le vicende si svolgono in un asse di 25 anni. Un film sinceramente consigliato e meritevole della statuetta.
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jacopo b98
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mercoledì 18 marzo 2015
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un grande film, meritato oscar 2010!
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Nel 1999 l’ex agente Benjamìn Esposito (Darìn), torna a Buenos Aires, da dove se ne era andato anni prima, per andare a trovare una vecchia collega di lavoro, la sua capa Irene (Villamil), di cui è segretamente innamorato. Le annuncia che ha intenzione di scrivere un romanzo riguardo ad un omicidio risalente a molti anni prima. Il romanzo è l’occasione per ripensare non solo a quel curioso caso, ma anche all’amore nascosto per Irene. Il regista ha condensato assieme a Eduardo Sacheri il romanzo di quest’ultimo e ne ha tratto un ambizioso thriller, che desidera essere soprattutto un grande melodramma capace di andare a fondo sui grandi temi morali che ossessionano Esposito, personaggio di rara profondità e bellezza, delineato magnificamente da un Darìn in stato di grazia, unico attore conosciuto di un cast meraviglioso per assortimento, talento e chimica.
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Nel 1999 l’ex agente Benjamìn Esposito (Darìn), torna a Buenos Aires, da dove se ne era andato anni prima, per andare a trovare una vecchia collega di lavoro, la sua capa Irene (Villamil), di cui è segretamente innamorato. Le annuncia che ha intenzione di scrivere un romanzo riguardo ad un omicidio risalente a molti anni prima. Il romanzo è l’occasione per ripensare non solo a quel curioso caso, ma anche all’amore nascosto per Irene. Il regista ha condensato assieme a Eduardo Sacheri il romanzo di quest’ultimo e ne ha tratto un ambizioso thriller, che desidera essere soprattutto un grande melodramma capace di andare a fondo sui grandi temi morali che ossessionano Esposito, personaggio di rara profondità e bellezza, delineato magnificamente da un Darìn in stato di grazia, unico attore conosciuto di un cast meraviglioso per assortimento, talento e chimica. A Campanella interessa il thriller e lavora su atmosfere, immagini (tutto girato in digitale, fotografia magnifica di Felix Monti), ma anche il melodramma amoroso, e va a fondo su temi importanti: il rimpianto, il tradimento, la paura, la colpa, il sacrificio, il passato, il futuro, ecc. e lo fa con una sicurezza e una bravura da autore navigato, che gli hanno permesso di vincere, a sorpresa, l’Oscar al miglior film straniero. Da non perdere assolutamente!
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greyhound
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domenica 27 dicembre 2020
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quando due anime si sfiorano
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Gli occhi. Spesso uno degli elementi che con più difficoltà si osservano di una persona; forse per incertezza o per disagio. Ancora più frequentemente perché guardare negli occhi della propria interlocutrice o del proprio interlocutore significa avere un grado di confidenza e intimità che non è facile raggiungere. Il film argentino "Il segreto dei suoi occhi" sviluppa la sua trama lungo questo punto, con un continuo rimando a questi organi così piccoli ma significativi.
La vicenda narrata è ambientata nell'Argentina antecedente la dittatura militare della seconda decade degli anni '70, periodo di estrema brutalità e sbandamento.
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Gli occhi. Spesso uno degli elementi che con più difficoltà si osservano di una persona; forse per incertezza o per disagio. Ancora più frequentemente perché guardare negli occhi della propria interlocutrice o del proprio interlocutore significa avere un grado di confidenza e intimità che non è facile raggiungere. Il film argentino "Il segreto dei suoi occhi" sviluppa la sua trama lungo questo punto, con un continuo rimando a questi organi così piccoli ma significativi.
La vicenda narrata è ambientata nell'Argentina antecedente la dittatura militare della seconda decade degli anni '70, periodo di estrema brutalità e sbandamento. Un disorientamento che colpisce anche il protagonista, un ispettore di polizia ligio al suo dovere e, probabilmente, per tale ragione inviso ai suoi superiori più smaliziati e con agganci al potere politico. Di fronte a lui l'incarico della vita: scoprire l'assassino di una giovane donna e restituire una parvenza di giustizia al giovane marito, ottenebrato dal dolore e incapace di ricostruirsi l'esistenza.
In questa ricerca sarà affiancato dall'amico e collaboratore Sandoval, disperso nei meandri dell'alcolismo ma capace di conferire un pizzico d'allegria in un clima che sempre più pesante e rischioso con il procedere dell'indagine. E poi, Irene, il pubblico ministero che si occupa dell'indagine e che si scopre essere la donna di cui l'ispettore è affascinato e anche, piuttosto chiaramente, innamorato. La differenza socioeconomica e di ruoli li divide, sebbene con lo scorrimento della trama emergerà come questi elementi si assottiglino sempre più, avvicinandoli. Un evento improvviso e potenzialmente mortale, tuttavia, si inserirà nel loro discorso.
Il ricordo del caso mai risolto, però, farà comprendere a Benjamin che nella vita alcune esperienze non possono essere sepolte, così come non lo possono le persone che hanno rappresentato dei punti cardine. E così, tale scoperta lo condurrà da una parte a riprendere la strada di quel caso che 25 anni prima definì indelebilmente la sua vita, scoprendo nello stesso tempo come negli occhi e nell'anima di quel marito derubato della donna che amava, il passato non sia mai scomparso.
E dall'altra quel medesimo ricordo gli farà comprendere ciò che, in realtà, aveva sempre saputo, ossia che a quel biglietto scritto all'inizio della pellicola e alla parola "Temo" manca solo una lettera. Una lettera in grado di cambiargli l'esistenza e di portarlo nuovamente a scrutare profondamente negli occhi di Irene.
Film vincitore dell'Oscar come migliore pellicola straniera nel 2010. Consigliato da vedere e gustare nella sua essenza, quella dei sentimenti che si trasmettono tra due anime, che si sfiorano, si toccano e che non hanno bisogno di parole per comprendersi.
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tuesday
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mercoledì 20 ottobre 2010
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un film per riflettere. molto. di molto.
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Il segreto dei suoi (loro?) occhi è un film completo, costruito su più piani narrativi. La locandina, come troppo spesso succede, devia l'attenzione del pubblico verso il piano più banale e irrilevante del film, cioè la storia d'amore tanto impossibile quanto caramellosa tra il protagonista e la sua nuova capa, con un tremendo happy ending finale che fa cadere le braccia a qualsiasi spettatore abbia sofferto le pene dell'inferno immedesimandosi nella storia per tutta la durata del film. L'unica utilità che questa parte ha sulla storia è che fa emergere il carattere rassegnato del protagonista.
Si accavallano poi la terribile vicenda del caso di stupro e omicidio, la decrizione del contesto di marasma politico e giudiziario dell'Argentina dell'epoca, devastata dall'era peronista e dalla corruzione, e l'evoluzione personale dei personaggi coinvolti nella vicenda.
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Il segreto dei suoi (loro?) occhi è un film completo, costruito su più piani narrativi. La locandina, come troppo spesso succede, devia l'attenzione del pubblico verso il piano più banale e irrilevante del film, cioè la storia d'amore tanto impossibile quanto caramellosa tra il protagonista e la sua nuova capa, con un tremendo happy ending finale che fa cadere le braccia a qualsiasi spettatore abbia sofferto le pene dell'inferno immedesimandosi nella storia per tutta la durata del film. L'unica utilità che questa parte ha sulla storia è che fa emergere il carattere rassegnato del protagonista.
Si accavallano poi la terribile vicenda del caso di stupro e omicidio, la decrizione del contesto di marasma politico e giudiziario dell'Argentina dell'epoca, devastata dall'era peronista e dalla corruzione, e l'evoluzione personale dei personaggi coinvolti nella vicenda. Le immagini sono scorrevoli, i dialoghi ricchi, i personaggi nitidi, lo spettatore risucchiato in un vortice di choc, orrore, angoscia e rabbia, perché la giustizia non è capace di fare il suo corso, minata com'è alle basi dalla corruzione. Il regista riesce bene nel suo intento. E la questione che sembra delinearsi con forza nel corso del film è: qual è la giusta punizione per un delitto commesso con una tale efferratezza? Chi ha il diritto di decidere l'entità e la durata della pena? La conclusione della vicenda viene svelata solo dopo che il protagonista ha riflettuto per 25 anni su un caso che si era già risolto da solo e lo spettatore non può che restarne di stucco: alla fine di tutto, quando il colpevole diventa vittima, si può ancora dire che la pena è giusta?
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jaky86
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mercoledì 23 febbraio 2011
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straziante finale
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Ottimo film ambientato nell'Argentina degli anni '70, descritta in maniera velata ma non superficiale. La storia scorre piacevolmente con una lentezza mai pesante per lo spettatore. Il finale, poi, è agghiacciante..un crescere di emozioni che culmina con la scena finale, dove il "prigioniero" se ne esce con una frase geniale che vi rimbomberà nella testa per parecchio tempo e difficilmente dimenticherete.
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rambaldomelandri
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giovedì 10 gennaio 2013
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la passione nascosta
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Benjamin Esposito e Irene Menéndez Hastings sono diversi per mansione (lei è il cancelliere capo, lui un suo collaboratore), per censo e per studi, ma sono indissolubilmente legati da un amore non vissuto, e per questo purissimo, che dura tutta la vita, sublimato nel rapporto cameratesco che si instaura durante la quotidiana attività di lavoro. Quando si imbatte nell'omicidio di Liliana Coloto, una giovane donna brutalmente violentata e uccisa nella propria abitazione, Benjamin riconosce nel vedovo Ricardo Morales, e nella sua ininterrotta ricerca dell'assassino, quell'amore assoluto di cui lui non si sente capace. Questo amore lo tormenterà per anni, insieme al senso di ingiustizia covato perché il regime militare ha liberato Isidòro Gomez, l'assassino che Benjamin e Irene avevano incastrato, facendone uno sgherro dei servizi segreti.
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Benjamin Esposito e Irene Menéndez Hastings sono diversi per mansione (lei è il cancelliere capo, lui un suo collaboratore), per censo e per studi, ma sono indissolubilmente legati da un amore non vissuto, e per questo purissimo, che dura tutta la vita, sublimato nel rapporto cameratesco che si instaura durante la quotidiana attività di lavoro. Quando si imbatte nell'omicidio di Liliana Coloto, una giovane donna brutalmente violentata e uccisa nella propria abitazione, Benjamin riconosce nel vedovo Ricardo Morales, e nella sua ininterrotta ricerca dell'assassino, quell'amore assoluto di cui lui non si sente capace. Questo amore lo tormenterà per anni, insieme al senso di ingiustizia covato perché il regime militare ha liberato Isidòro Gomez, l'assassino che Benjamin e Irene avevano incastrato, facendone uno sgherro dei servizi segreti. E' un film costruito su rapporti duali, ciascuno dei quali, dietro l'asse mediano della quotidianità, disvela la profondità dei rapporti. Il non detto tra Irene e Benjamin è solo la punta dell'iceberg. Ma è splendido il rapporto di amicizia maschile tra Benjaimn e Sandoval, suo collaboratore, un uomo schiavo dell'alcool che però salva il proprio amico quando i sicari di Gomez vogliono ucciderlo, e si sacrifica al suo posto. E' profonda, anche se limitata a poche scene, la contrapposizione tra Esposito e Romano, pari grado di due uffici diversi, a incarnare l'uno il senso del dovere e l'altro -che libera Gòmez dal carcere- l'utilizzo del potere. E infine tra Benjamin e Ricardo Morales, il vedovo che non avrebbe voluto una condanna a morte per l'assassino, ma il carcere a vita, per fargli espiare giorno dopo giorno la colpa di una violenza che ha spezzato la vita della vittima, e la capacità di vivere di chi è sopravvissuto. Il film è perlopiù girato in interni, nei saloni e negli uffici del tribunale, nelle case dei protagonisti, nei bar dove Sandoval affoga la sua pena, e la fotografia è calda; i dialoghi raccontano di una quotidianità simile a quella di tutti -doveri, responsbailità, routine- ma che nasconde qualcosa di grande, intenso, reale. Una passione, quella che muove i fili delle vite delle persone, spesso senza che loro sappiano governarli, ma sono obbligati a seguirla, ovunque li conduca. Qualche inverosimiglianza narrativa (l'assassino scovato sugli spalti di uno stadio durante una partita, inquadrata con un virtuosistico piano-sequenza ) non mina la tenuta complessiva della vicenda, né la sua poetica. La contrapposizione tra pubblico e privato, tra Storia e storie, costituisce la base del film, che si sviluppa sullo sfondo di una dittatura dove populismo, violenza, iniquità sono il fondale invisibile di ogni scena. Ricardo Darin dà corpo e anima a un personaggio complesso, che sfida i suoi fantasmi tornando con la mente su percorsi battuti già mille volte. Non elabora la sua sconfitta (professionale e sentimentale) passando oltre, ma ne trae linfa per dare un senso alle giornate vuote da pensionato, in un gioco di flash-back che riporta al presente. Il film si chiude con un happy-end poco hollywoodiano, consapevole che vivere da vecchi ciò che si è perso da giovani "sarà difficile". Ma ne varrà comunque la pena.
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moniquette
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mercoledì 27 ottobre 2010
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l'unica cosa che non puoi cambiare di un uomo
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Una storia d'amore interrotta dal silenzio ed un'altra interrotta dalla morte.
E intanto gli occhi stanno lì a dire quello che le parole non dicono, e intanto il tempo passa a cambiare tutto tranne l'unica cosa immutabile di un uomo: la sua passione.
E i suoi ricordi.
Un film ben scritto e ben diretto.
Speriamo che questo regista giovane e proveniente da un ambiente un po' snobbato dalla gente di cultura ovvero dalla Tv (regista di alcuni episodi di Dr. House e Law & Order), ci regali altre belle esperienze.
Consigliatissimo: sia a chi ama le trame dense che a chi sa degustare le sfumature delle emozioni.
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Una storia d'amore interrotta dal silenzio ed un'altra interrotta dalla morte.
E intanto gli occhi stanno lì a dire quello che le parole non dicono, e intanto il tempo passa a cambiare tutto tranne l'unica cosa immutabile di un uomo: la sua passione.
E i suoi ricordi.
Un film ben scritto e ben diretto.
Speriamo che questo regista giovane e proveniente da un ambiente un po' snobbato dalla gente di cultura ovvero dalla Tv (regista di alcuni episodi di Dr. House e Law & Order), ci regali altre belle esperienze.
Consigliatissimo: sia a chi ama le trame dense che a chi sa degustare le sfumature delle emozioni.
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