catarsiaffa
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domenica 17 luglio 2011
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due geni e la passione delicatamente travolgente
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Little Ashes deve essere guardato senza aspettative di alcun genere:potrebbero falsare la visione e farlo risultare deludente o riduttivo.
Non è un film "storico", non ha assolutamente la pretesa di esserlo..i fatti storici accennati sono, per così dire, "collaterali" e servono unicamente a dare un'idea chiara del periodo in cui è ambientata la vicenda.
Salvador Dalì, per molti anni dopo la morte di F.Garcia Lorca, non riuscì a parlare del periodo trascorso alla scuola d'arte di Madrid e dell'amicizia (nonché della presunta relazione) con il poeta spagnolo.
Questo è stato l'input:girare un film che ruotasse intorno al rapporto fra i due geni, e contemporaneamente al loro legame con la scuola d'arte, con la vita "mondana" dell'epoca e del luogo, e con il futuro regista Luis Bunuel.
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Little Ashes deve essere guardato senza aspettative di alcun genere:potrebbero falsare la visione e farlo risultare deludente o riduttivo.
Non è un film "storico", non ha assolutamente la pretesa di esserlo..i fatti storici accennati sono, per così dire, "collaterali" e servono unicamente a dare un'idea chiara del periodo in cui è ambientata la vicenda.
Salvador Dalì, per molti anni dopo la morte di F.Garcia Lorca, non riuscì a parlare del periodo trascorso alla scuola d'arte di Madrid e dell'amicizia (nonché della presunta relazione) con il poeta spagnolo.
Questo è stato l'input:girare un film che ruotasse intorno al rapporto fra i due geni, e contemporaneamente al loro legame con la scuola d'arte, con la vita "mondana" dell'epoca e del luogo, e con il futuro regista Luis Bunuel.
Ecco la chiave di lettura che, a mio parere, rende Little Ashes un film assolutamente da vedere, una chicca da gustare (possibilmente in lingua originale) se si ha voglia di "star male" quanto necessario, di veder rappresentati aspetti della vita dei due artisti che comunemente non emergono: la loro crescita intellettuale, il loro continuo "rincorrersi" e al contempo "sfuggirsi", il loro rapporto con la società e con una scuola d'arte "soffocante" e legata indissolubilmente a degli schemi che sono però venuti meno grazie alle avanguardie.
Javier Beltran è fantastico, riesce ad incarnare un Garcia Lorca al contempo consapevole delle proprie capacità ed insicuro, costantemente alla ricerca di un'ispirazione, attratto da Dalì fin dall'inizio, incantato dal suo "genio" e afflitto da sensi di colpa per i propri sentimenti.
Robert Pattinson porta il personaggio di Salvador Dalì in scena in maniera, secondo me, eccelsa:follemente geniale, inizialmente si inserisce "in punta di piedi" in un contesto (l'accademia di Madrid) dal quale verrà radiato proprio per la propria sregolatezza, colpito dalla figura di Lorca, incapace però di dominare le proprie emozioni, di svincolarsi dai pregiudizi sull'omosessualità e dalla condanna di questa che caratterizzavano l'opinione pubblica dell'epoca.
Pongo infine l'attenzione sulla capacità del regista e dei due interpreti di rendere perfette le scene "d'amore" dei ragazzi:una dolcezza, una timidezza quasi paralizzante, ma anche un'attrazione fisica, una passione travolgente che viene in parte frenata in parte assecondata. A mio parere, il fulcro della pellicola e ciò che la rende "speciale".
Non mi spingerò ad analizzare ulteriori dettagli, rischierei di rovinare quell'effetto meraviglioso che la visione del film ha avuto su di me (e spero abbia anche su di voi).
Godetevelo senza pregiudizi, ve lo consiglio.
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shebangsthedrums
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sabato 19 marzo 2011
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esagero
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Voglio esagerare, perché ci sono persone, che partono prevenute vedendo Pattinson interpretare Dalì, ma fidatevi è davvero un bravissimo attore.
Il film mi è piaciuto dall'inizio alla fine, è strutturato molto bene e si immerge benissimo nel periodo.
Non conoscevo l'attore Javier Beltran , che interpreta Federico Garcia, ma anche qui sono stata piacevolmente sorpresa dalla sua bravura.
Devo dire che più che un film sembra un documentario, nel senso che sembra di vedere le cose come se fossero state filmate a quel tempo, voglio spiegarmi meglio sembrano assolutamente reali.
L'amore tra Dalì e Garcia coinvolge talmente tanto che in certi momenti, mi arrabbiavo con i protagonisti quando facevano scelte sbagliate (secondo me), come quando Salvador se ne va a Parigi e lascia li Federico, nonostante il loro sentimenti fossero così forti.
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Voglio esagerare, perché ci sono persone, che partono prevenute vedendo Pattinson interpretare Dalì, ma fidatevi è davvero un bravissimo attore.
Il film mi è piaciuto dall'inizio alla fine, è strutturato molto bene e si immerge benissimo nel periodo.
Non conoscevo l'attore Javier Beltran , che interpreta Federico Garcia, ma anche qui sono stata piacevolmente sorpresa dalla sua bravura.
Devo dire che più che un film sembra un documentario, nel senso che sembra di vedere le cose come se fossero state filmate a quel tempo, voglio spiegarmi meglio sembrano assolutamente reali.
L'amore tra Dalì e Garcia coinvolge talmente tanto che in certi momenti, mi arrabbiavo con i protagonisti quando facevano scelte sbagliate (secondo me), come quando Salvador se ne va a Parigi e lascia li Federico, nonostante il loro sentimenti fossero così forti.
L'ho adorato mi dispiace che questo film non sia approdato nelle sale italiane.
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(di catarsiaffa)
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vales.
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venerdì 20 agosto 2010
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un film coraggioso con bravi protagonisti
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Non essendo uscito in Italia, è naturale che pochi lo conoscano. Ma una fan di Pattinson non può farselo scappare. Questo ambizioso ma a tratti eccessivo prodotto, mostra l'attore in fase pre- successo mondiale, ed è evidente che non gli interessa la fama per dedicarsi con serietà ad un progetto. Nell'interpretare il folle e al tempo stesso geniale Dalì- personaggio controverso e difficilissimo per un ventenne agli inizi della sua carriera- Pattinson ne ha abilmente mostrato la graduale evoluzione: da timido ma già stravagante nel vestirsi artista ancora sconosciuto a prepotente e quasi cinico uomo di successo attaccato adesso anche al denaro, tanto da mettere da parte le amicizie.
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Non essendo uscito in Italia, è naturale che pochi lo conoscano. Ma una fan di Pattinson non può farselo scappare. Questo ambizioso ma a tratti eccessivo prodotto, mostra l'attore in fase pre- successo mondiale, ed è evidente che non gli interessa la fama per dedicarsi con serietà ad un progetto. Nell'interpretare il folle e al tempo stesso geniale Dalì- personaggio controverso e difficilissimo per un ventenne agli inizi della sua carriera- Pattinson ne ha abilmente mostrato la graduale evoluzione: da timido ma già stravagante nel vestirsi artista ancora sconosciuto a prepotente e quasi cinico uomo di successo attaccato adesso anche al denaro, tanto da mettere da parte le amicizie. E' molto espressivo ed è lodevole anche il "coraggio" con cui si è prestato nelle scene amorose con un uomo e nel nudo integrale, considerando poi il fatto che si definisca molto timido nella vita reale...Per quanto riguarda il resto, la colonna sonora è abbastanza memorabile, gli altri attori di buon livello ( soprattutto Beltran, convincente nel mostrare l'attrazione per Dalì con dolcezza e paura insieme) e il finale è forse la scena che preferisco: mi è rimasta in mente per un pò di giorni.
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alesya
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domenica 27 giugno 2010
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"no limit,"
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If I’m going to be anything more than average, if anyone’s going to remember me, then I need to go further in everything: in art, in life, in everything they think is real: morality, immorality, good, bad, I, we, have to smash that to pieces, we have to go beyond that, we have to be brave. no limit.” (Salvador Dalì)
Basta fare un rapido giro in rete per scoprire che le ” piccole ceneri “ di Paul Morrison hanno creato un polverone non indifferente in tutto il mondo e più che mai in Italia , dove addirittura la pellicola è stata a quanto pare vietata dalla censura nonostante l’impatto positivo che l’effetto” twilight ” avrebbe avuto su tutte le prove di Robert Pattinson passate presenti e future ; quello che mi chiedo io è semplicemente: perchè?come è possibile arrivare a dei livelli di bigottismo e puritanesimo così elevati dal rasentare l’assurdo?perchè a mio parere qui rasentiamo l’inverosimile .
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If I’m going to be anything more than average, if anyone’s going to remember me, then I need to go further in everything: in art, in life, in everything they think is real: morality, immorality, good, bad, I, we, have to smash that to pieces, we have to go beyond that, we have to be brave. no limit.” (Salvador Dalì)
Basta fare un rapido giro in rete per scoprire che le ” piccole ceneri “ di Paul Morrison hanno creato un polverone non indifferente in tutto il mondo e più che mai in Italia , dove addirittura la pellicola è stata a quanto pare vietata dalla censura nonostante l’impatto positivo che l’effetto” twilight ” avrebbe avuto su tutte le prove di Robert Pattinson passate presenti e future ; quello che mi chiedo io è semplicemente: perchè?come è possibile arrivare a dei livelli di bigottismo e puritanesimo così elevati dal rasentare l’assurdo?perchè a mio parere qui rasentiamo l’inverosimile .In un mondo dove la parola omosessualità è pronunciata continuamente e dove film come Brokeback Mountain vincono il leone d’oro , mi sembra davvero incredibile agitarsi tanto per una pellicola che racconta un amore omosessuale(quello presunto fra Dalì e Garcia Lorca) attraverso scene d’amore che a confronto con altre pellicole (”Brokeback mountain” la prima , ” poeti dall’inferno ” la seconda) mi sembrano davvero di poco conto , al punto da domandarmi se quelli della censura abbiamo visto davvero il film o lo abbiano negato per sentito dire.Detto questo , la mia polemica non si accompagna comunque a un ‘ impressione del tutto positiva : troppo concentrata sulla sfera emotiva dei personaggi , la pellicola ci illustra gli artisti in quanto tali senza comunicarci niente delle loro straordinarie capacità , confezionandoli in un bel pacchetto dove dobbiamo dare per scontato che il Salvador Dalì di Pattinson è un genio spocchioso e antipatico senza un perchè , la qual cosa è resa ancor più difficile dal fatto che il signor Robert come attore non è un gran che(non me ne vogliano le vampirette fanatiche ma ascoltandolo in originale si intuisce facilmente che la sua voce è totalmente monocorde e le sue movenze plastificate) ; La prova dello spagnolo Bertram è invece ottima , dando vita a un Federico Garcia Lorca convincente e sensibile , anche se neppure lui basta ( insieme al Buñuel di Mattew McNulty) a lasciare librare le emozioni , che restano infine tarpate sotto l’ala caricaturale dello sguardo allucinato di Salvador allo schermo . Altra nota dolente è quella linguistica , che vede gli attori recitare in un’inglese che non appartiene nè a loro nè ai luoghi nè tantomeno alle opere di Garcia Lorca , che vengono recitate nonostante tutto in spagnolo creando confusione .”Little ashes” è un film alla ricerca di un identità che non trova , e nella sua pretesa di essere solo e solamente una storia d’amore , non trasmette comunque il calore necessario a quest’ultima per prendere vita .Se non lo vedrete per i suoi difetti andrà benissimo , ma non farlo per le polemiche e le censure sarebbe inaccettabile.
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diatra
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lunedì 1 febbraio 2010
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notizie!!!!!!!!!!!!!!
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come fare per avere iul dvd di questo film?????sembra censurata l'uscita in italia!!!!!!!!!!!
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