La rielaborazione Gonzo della tragedia shakespeariana dà freschezza ad una trama ormai così nota da privare tendenzialmente della sorpresa. La storia è ambientata nel rinascimentale continente (volante) di NeoVerona, abitato da "cavalli-drago", dove lo scontro Montecchi/Capuleti si è risolto in un conflitto di potere. Qui si incontrano i due discendenti che malgrado le difficoltà si innamorano e sfidano lo status quo. Nonostante gli affanni, le cadute, i personaggi maturano "socialmente", e riescono ad innescare quel "turbine" di eventi che chiude l'opera con un finale intelligente e non banale.
La narrazione è permeata da un’intensa politicizzazione (lo scontro con chi governa, la resistenza del fuorilegge turbine rosso, il contrasto nobili-popolo [e, se vogliamo, il conflitto di classe amoroso aristocratico-popolana], i doveri [sociali] della leadership, il tema della rivoluzione dichiarato in nome della sovranità popolare), una politicizzazione che costringe gli amanti a contestualizzare il loro legame con un mondo che non può accettarlo.
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La rielaborazione Gonzo della tragedia shakespeariana dà freschezza ad una trama ormai così nota da privare tendenzialmente della sorpresa. La storia è ambientata nel rinascimentale continente (volante) di NeoVerona, abitato da "cavalli-drago", dove lo scontro Montecchi/Capuleti si è risolto in un conflitto di potere. Qui si incontrano i due discendenti che malgrado le difficoltà si innamorano e sfidano lo status quo. Nonostante gli affanni, le cadute, i personaggi maturano "socialmente", e riescono ad innescare quel "turbine" di eventi che chiude l'opera con un finale intelligente e non banale.
La narrazione è permeata da un’intensa politicizzazione (lo scontro con chi governa, la resistenza del fuorilegge turbine rosso, il contrasto nobili-popolo [e, se vogliamo, il conflitto di classe amoroso aristocratico-popolana], i doveri [sociali] della leadership, il tema della rivoluzione dichiarato in nome della sovranità popolare), una politicizzazione che costringe gli amanti a contestualizzare il loro legame con un mondo che non può accettarlo. A differenza dell'originale shakespeariano (immortale e sublime per la “parola innamorata” più che per la trama) la risposta di Romeo e Juliet è politica: entrambi si calano nelle rispettive sfide sociali perché il mondo cambi. Mentre nel testo del bardo vi è una conduzione prevalentemente privata del(l'ostacolato) rapporto amoroso (il matrimonio segreto, il piano di frate Lorenzo che culmina con la tragedia nel sepolcro), nell'anime dello studio Gonzo l'orchestrazione degli eventi è orientata verso un messaggio di emancipazione pubblica che viene innanzitutto dal sé. Il tema centrale è il contrasto tra aspirazioni individuali e doveri verso la comunità.
Il personaggio di Juliet è certamente preponderante, almeno nella prima parte, ed il suo agire (che richiama un po’ l’escamotage shakespeariano del travestimento) consente alla storia di innescare più motori d'azione, a beneficio dei colpi di scena e del ritmo narrativo. Juliet è un personaggio femminile moderno, non una "donna angelicata", ma una donna che si confronta con la realtà.
Il personaggio di Romeo - che inizialmente sembra spesso un bambolotto da Shojo manga - col proseguio della trama acquista più peso, pur rimanendo in alcuni momenti una specie di guest star, almeno sino al finale. Va detto che le mirabolanti evoluzioni esibite negli scontri palesano contrarietà alle leggi della fisica - ma siamo sempre in un fantasy e volendo...
Nel rapporto con la fonte i comprimari risultano pesantemente rielaborati, se non snaturati, anche in nome di alcuni topoi tipici dei manga d'amore (ad es: gli amici d'infanzia tutti innamorati dell'ignara protagonista), ma le caratterizzazioni sono discrete. I dialoghi offrono ogni tanto qualche bel verso, qualche citazione, e anche nel finale, benché anche qui si finisca con l’abusato "All you need is love", riescono a non essere banali.
La regia, tra le sequenze memorabili, offre gli ultimi 4 minuti dell'episodio sette - degna illustrazione di cosa sia un climax - ed il finale della serie che mostra come si risolva il (legittimo) legame col testo elisabettiano. La colonna sonora si poggia per le sequenze più significative sul brano dei Secret Garden "You raise me up" ed offre piena complementarità alle immagini. Il doppiaggio è senza sbavature, ed offre una credibile recitazione.
Un anime con qualche tendenza allo shojo, ma nel complesso più che godibile, e quindi da consigliare.
*** e 1/2!
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