roberto bracciante
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domenica 3 novembre 2013
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l'amore di una vita
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Il documentario tratta l'amore, la curiosità e il genio di un uomo che aveva tutto, e tutto impegnò nel nome del suo amore: il teatro dei pupi. Studiando la figura di questo illustre Palermitano mi pare di aver capito che la sua impareggiata competenza come antropologo e studioso 'dilettante' di tradizioni popolari nasceva da un profondo amore: l'amore che ti appassiona e che tutto consuma, che tutto dimentica e tralascia, tutto tranne l'oggetto dell'amore stesso. Il documentario di Matilde Gagliardo ricostruisce bene la figura di Pasqualino, raccogliendo le testimonanze di quelli che meglio lo hanno conosciuto come uomo: i parenti, gli amici, la moglie, i quali ne tratteggiano la vita, le esperienze, i sogni con un linguaggio confidenziale, di conversazione tra intimi; lo spettatore è accolto in questo ambiente accogliente e amorevole, e quasi per caso partecipa a una narrazione avvincente, che rapisce, perchè parla di un uomo straordinario, ma anche di un mondo perduto, quello del teatro dei pupi siciliani, passati a cavallo dell'ultima guerra da fenomeno di costume popolare, diffuso in tutta l'isola, a poco più che rappresentazione occasionale per i turisti.
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Il documentario tratta l'amore, la curiosità e il genio di un uomo che aveva tutto, e tutto impegnò nel nome del suo amore: il teatro dei pupi. Studiando la figura di questo illustre Palermitano mi pare di aver capito che la sua impareggiata competenza come antropologo e studioso 'dilettante' di tradizioni popolari nasceva da un profondo amore: l'amore che ti appassiona e che tutto consuma, che tutto dimentica e tralascia, tutto tranne l'oggetto dell'amore stesso. Il documentario di Matilde Gagliardo ricostruisce bene la figura di Pasqualino, raccogliendo le testimonanze di quelli che meglio lo hanno conosciuto come uomo: i parenti, gli amici, la moglie, i quali ne tratteggiano la vita, le esperienze, i sogni con un linguaggio confidenziale, di conversazione tra intimi; lo spettatore è accolto in questo ambiente accogliente e amorevole, e quasi per caso partecipa a una narrazione avvincente, che rapisce, perchè parla di un uomo straordinario, ma anche di un mondo perduto, quello del teatro dei pupi siciliani, passati a cavallo dell'ultima guerra da fenomeno di costume popolare, diffuso in tutta l'isola, a poco più che rappresentazione occasionale per i turisti. Pasqualino, testimone di questa scomparsa ('ho visto sparire tutto questo nel giro di pochi anni'), vi si oppone eroicamente, tentando di raccogliere informazioni in qualsiasi modo e sacrificando ogni spazio libero della sua vita a questa missione. Il suo sforzo culmina nella fondazione del Museo internazionale della marionetta che è ancora oggi uno dei gioielli da visitare a Palermo, vera arca della salvezza di un patrimonio unico al mondo. E la sua passione quasi da cultore/colezionista sublima quindi in un esempio di impegno culturale, che ha arricchito la sua città e tutta la cultura italiana. Assolutamente da vedere e da fare vedere a chi ci amministra.
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domenica 10 novembre 2013
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l'infanzia,i pupi, un mondo scomparso
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Le parole di testimoni autorevoli, le fotografie di bambini d'altri tempi dai visi affilati, gli sguardi melanconici, i pupi in movimento, i pupari, gli arredi mettono in comunicazione con la vita di un uomo eccentrico e straordinario , con un teatro scomparso e con un'altra epoca, quella in cui un gentiluomo siciliano poteva coltivare la sua passione salvando dall'oblio un'intera tradizione della sua terra. Un gran bel film essenziale e struggente perchè non sentimentale nè agiografico.
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