burp
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lunedì 5 maggio 2008
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i demoni della rivoluzione
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Vedo recensioni molto tecniche, sullo stile televisivo da fiction. Può essere, ma mi interessa poco. Voglio dire questo: gli attori bravissimi, la storia accattivante. E le riflessioni proposte su cosa sia davvero essere dei rivoluzionari, il vecchio che si confronta col giovane forte del suo vissuto, senz'altro è uno stimolo a riflettere su quanto possa, in taluni contesti storici, essere più utile una resistenza culturale che una armata. Per non parlare poi dell'abisso fra i "teorici" del proletariato ed il proletariato vero, distacco che è anche più marcato di quello tra gli studenti reazionari ed il potere centrale dello zar; e tutta questa contradditorietà è ben resa da quell'ostracismo che subisce il protagonista dai suoi compagni, in Siberia.
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Vedo recensioni molto tecniche, sullo stile televisivo da fiction. Può essere, ma mi interessa poco. Voglio dire questo: gli attori bravissimi, la storia accattivante. E le riflessioni proposte su cosa sia davvero essere dei rivoluzionari, il vecchio che si confronta col giovane forte del suo vissuto, senz'altro è uno stimolo a riflettere su quanto possa, in taluni contesti storici, essere più utile una resistenza culturale che una armata. Per non parlare poi dell'abisso fra i "teorici" del proletariato ed il proletariato vero, distacco che è anche più marcato di quello tra gli studenti reazionari ed il potere centrale dello zar; e tutta questa contradditorietà è ben resa da quell'ostracismo che subisce il protagonista dai suoi compagni, in Siberia. Molto interessante a mio giudizio.
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sir gionni
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domenica 4 maggio 2008
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in effetti...
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(per violino tzignano) In effetti le due cose da te citate le ho dovute rivalutare dopo un po' di tempo dalla visione. Salvo alcune attrici capaci...e per quanto riguarda il film in questione invece mi sono rifiutato di vederlo.
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giorgio camisani
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domenica 4 maggio 2008
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dostoevskij, un modello di resistenza rivoluzionar
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Lontano dalla pretesa di volerci avvicinare alla grandezza dello scrittore russo, conoscenza acquisibile solo attraverso la lettura diretta dei suoi testi, il film intende però trasmettere il fascino per una figura alta di intellettuale, in un contesto nel quale un intellettuale poteva essere un punto di riferimento ed un modello per le generazioni più giovani. Da qui si potrebbe riflettere sulla differenza e sull’abbassamento dei profili di coloro che rappresentano dei modelli esistenziali e morali nel nostro contesto storico e sociale, sia per i giovani che per tutti, ma ciò è fin troppo evidente. www.filmagazine.it
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gianluca73
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venerdì 2 maggio 2008
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cinema o teatro?
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Probabilmente non ho lo spessore per esprimere un giudizio da critico cinematografigo, tuttavia la domanda che mi è sorta durante la visione del film era: "è cinema o teatro?"
Il film mi è sembrato forzatamente melodrammatico. Non mi è piaciuto il ritmo, ed i dialoghi mi sembravano un po' piatti ed artificiosi. Se non fosse stato per dei flashback (discutibili) e per alcune immagini di contorno come la ballerina o la prostituta (ancor più discutibili) il film sarebbe scorso piatto ed anonimo e scontato.
Non entro nel merito della diatriba tra cinema italiano e cinema americano (in tutte e due c'è del buono e dell'immondizia) è vero però che il cinema nostrano dovrebbe porre maggiore attenzione nella cura dei dettagli e dei particolari.
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Probabilmente non ho lo spessore per esprimere un giudizio da critico cinematografigo, tuttavia la domanda che mi è sorta durante la visione del film era: "è cinema o teatro?"
Il film mi è sembrato forzatamente melodrammatico. Non mi è piaciuto il ritmo, ed i dialoghi mi sembravano un po' piatti ed artificiosi. Se non fosse stato per dei flashback (discutibili) e per alcune immagini di contorno come la ballerina o la prostituta (ancor più discutibili) il film sarebbe scorso piatto ed anonimo e scontato.
Non entro nel merito della diatriba tra cinema italiano e cinema americano (in tutte e due c'è del buono e dell'immondizia) è vero però che il cinema nostrano dovrebbe porre maggiore attenzione nella cura dei dettagli e dei particolari. Meno iconografia e più realismo.
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[+] era teatro!
(di conte di bismantova)
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lucia petrovna
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giovedì 1 maggio 2008
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i demoni di montaldojevskij
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Dal titolo e dal manifesto, entro molto invogliata al cinema, assieme a un gran numero di estimatori di Dostojevskij(almeno così pare).L'atmosfera del film subito affascina, la fotografia è stupenda anche se immediatamente gli insisti inutili virtuosismi della macchina da presa allontano lo spettatore dalla piena fruizione della vicenda narrata.Inquadrature ripetute insistentemente e prive di grandi motivazioni, riescono a lanciare il gioco:"indoviniamo la prossima inquadratura" che sarà invevitabilmente un cambio fuoco o un inquadratura riflessa dallo specchio.I tempi narrativi sono quelli di una fiction televisiva ma qui non c'è pubblicità,ne telecomando, si deve aspettare implacabilmente la fine, che non arriva mai quando dovrebbe arrivare.
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Dal titolo e dal manifesto, entro molto invogliata al cinema, assieme a un gran numero di estimatori di Dostojevskij(almeno così pare).L'atmosfera del film subito affascina, la fotografia è stupenda anche se immediatamente gli insisti inutili virtuosismi della macchina da presa allontano lo spettatore dalla piena fruizione della vicenda narrata.Inquadrature ripetute insistentemente e prive di grandi motivazioni, riescono a lanciare il gioco:"indoviniamo la prossima inquadratura" che sarà invevitabilmente un cambio fuoco o un inquadratura riflessa dallo specchio.I tempi narrativi sono quelli di una fiction televisiva ma qui non c'è pubblicità,ne telecomando, si deve aspettare implacabilmente la fine, che non arriva mai quando dovrebbe arrivare.La messa in scena accuratissima stride con una storia inverosimile e la coppia manojlovic-herlitzka (il quale gigioneggia non poco nella sua parte di cattivo gongolante)fa non poca fatica a reggere da sola questo film-monolite.A mio avviso le parti belle del film sono quelle che riguardano la prigionia di Dostojevskij, l'atmosfera di "memorie dalla casa dei morti" era resa molto bene,un piacere per gli occhi, salvo poi tornare, con una classicissima dissolvenza incorciata, alla cruda realtà di questo film infinito che raggiugne il suo apice con l'esplosione digitale della chiesa, che non riesce comunque a svegliare la coppia dietro di me.Il film non invoglierebbe nessuno a leggere dostojevskij perchè è una pellicola pretestuosa e troppo autobiografica.
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giorgio loiacono
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mercoledì 30 aprile 2008
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film senza tensione
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Un film senza tensione !!Belli i costumi di Giuliana Montaldo : Un fil totalmente privo di emozioni ....molto freddo.Da prendere sonno in sala anche per chi conosce Dostojevski !!!.
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terzo piano
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mercoledì 30 aprile 2008
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ridateci dellera e cucinotta!
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Questi attori de sto film sono carismatici come mia nonna in cariola!Le ragazze bravine, graziose, ma hanno l'aspetto di commesse di un supermercato. Beh, almeno ci siamo liberati delle Cucinotta, Dellera e dei Bova. Timi l'hanno fatto come Rasputin. Poi si cita il Cristo del Mantegna e il San Francesco di Caravaggio. Ma dai!!!!
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tictac
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mercoledì 30 aprile 2008
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oddio che noia!
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Ma come si fa a fare un flm così noioso, cui manca il senso del ritmo, così piatto, così inutilmente verboso? Manca tutta la parte dello scheletro del racconto, non si capisce cosa voglia fare il protagonista e perchè. Comiciate dall'abc, poi fate tutti i dettagli inutili sulla ballerinette fuori dal carcere, la signorina al mercato e la sconosciuta nuda nella notte. Peccato anche per la parte della Siberia che poteva essere raccontata in un modo visionario, lirico. Si passa da un flashback al presente senza avvisare, pare tutta una marmellata. Ma soprattutto inefficace per mancanza di personalità il protagonista sia al presente che nel flashback (terribile quando blatera di "anima" davanti ai giudici.
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Ma come si fa a fare un flm così noioso, cui manca il senso del ritmo, così piatto, così inutilmente verboso? Manca tutta la parte dello scheletro del racconto, non si capisce cosa voglia fare il protagonista e perchè. Comiciate dall'abc, poi fate tutti i dettagli inutili sulla ballerinette fuori dal carcere, la signorina al mercato e la sconosciuta nuda nella notte. Peccato anche per la parte della Siberia che poteva essere raccontata in un modo visionario, lirico. Si passa da un flashback al presente senza avvisare, pare tutta una marmellata. Ma soprattutto inefficace per mancanza di personalità il protagonista sia al presente che nel flashback (terribile quando blatera di "anima" davanti ai giudici...un brivido). Peccato.
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orione
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martedì 29 aprile 2008
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il cinema italiano è spazzatura
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è un film ignobile, dimostrazione di come il cinema italiano sia davvero poca cosa; meno male che ci sono l'America e l'Inghilterra...
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max manga
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martedì 29 aprile 2008
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dostojevskij
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il mesterie c'è e lo si vede, buona l'aambientazione, ma troppo teatrale la regia, poco allusivo e fantstico, solo nel finale con l'esplosione onirica della Cattedrale vien fuori il demone introspettivo dello scrittore, forme sarebbe stato meglio come prodotto televisivo piuttosto come film. Non me la sento di giudicarlo male, ma mi pare un film incompiuto, Montaldo è sempre un bravo regista però ho l'impressione che il tema gli sia sfuggito di mano, inconsistente l'attore protagonista, meglio il poliziotto e le due donne, bravissime.
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(di everyone)
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