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tiresia
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martedì 29 aprile 2008
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non mi è dispiaciuto
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In linea generale non mi è dispiaciuto. Ottimi gli attori, molto forte l’idea di base. Dico subito cosa è intollerabile: la maggior parte del film è girato in studio, si vede a un miglio di distanza, non è questo il problema, le ricostruzioni sono fatte anche bene, le sequenze si teatralizzano diventando ferme, e vabbè, ma insomma siamo a San Pietroburgo, siamo in Siberia e nessuno degli attori ha un minimo di fiato, di nebbiolina quando urla, parla, corre! Intollerabile, a lungo andare fastidioso. E poi tutte la sequenza della fucilazione di Dostoevskij, no non me la sarei immaginata così, così senza il patos necessario, senza lo struggimento e la paura folle che attraversa le pagine dello scrittore, senza l’acutezza della disumanità della pena di morte che traspira dai pori dei condannati.
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In linea generale non mi è dispiaciuto. Ottimi gli attori, molto forte l’idea di base. Dico subito cosa è intollerabile: la maggior parte del film è girato in studio, si vede a un miglio di distanza, non è questo il problema, le ricostruzioni sono fatte anche bene, le sequenze si teatralizzano diventando ferme, e vabbè, ma insomma siamo a San Pietroburgo, siamo in Siberia e nessuno degli attori ha un minimo di fiato, di nebbiolina quando urla, parla, corre! Intollerabile, a lungo andare fastidioso. E poi tutte la sequenza della fucilazione di Dostoevskij, no non me la sarei immaginata così, così senza il patos necessario, senza lo struggimento e la paura folle che attraversa le pagine dello scrittore, senza l’acutezza della disumanità della pena di morte che traspira dai pori dei condannati. Così come le sequenze in Siberia, un tantinello retoriche, troppo didascaliche.
Deludente.
Tutto il resto invece non mi è dispiaciuto, la maggior parte del merito a Manojlovic, dagli occhi vivissimi e febbrili, che cerca una via di fuga dalle proprie responsabilità e dalle proprie paure, davvero un incontro/scontro fra i cattivi maestri e i professionisti della violenza, con gli intellettuali che presuntuosamente si fanno voce di un popolo estraneo. Certo il film accenna, indaga forse non in profondità, ma semina idee e soprattutto dubbi. Che non hanno rilevanza solo in ambito politico, ma culturale nella sua accezione piena, soprattutto se si pensa alla cultura come interpretazione e reinterpretazione della propria epoca.
L’altro polo carismatico è Herlitzka, ufficiale realista e consapevole, che oppone una logica di legalità su cui si proiettano le ombre della legittimità, perchè è espressione del potere imperiale.
Bella la scena del ricevimento del Granduca, onirica, annegata in un lucore lattiginoso, in cui tutti sono vestiti di nero, vecchi rappresentanti di un mondo che muore, chiusi in una logica del privilegio che li rende davvero corpi estranei in un mondo estraneo alla vita normale.
Un merito indiscutibile poi è l’essere totalmente lontano dall’estetica televisiva, è cinema e si vede.
Un vero piacere tutte le citazioni e le gag letterarie, quella iniziale, davvero bella, su Turgenev e quella autoironica di Herlitzka su Gogol
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marisella
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lunedì 28 aprile 2008
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basta con gli attacchi al cinema italiano...
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Veramente questo film è molto bello ed è uno di quelli che ci permette di non invidiare assolutamente il cinema inglese o americano
[+] contenta tu! io no
(di violino tzignano)
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paladino
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lunedì 28 aprile 2008
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bellissimo
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Questo film è meraviglioso, secondo me; comunque in questi forum si leggono delle boiate pazzesche...
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giuseppe
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domenica 27 aprile 2008
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problematica della comunicazione
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ottimo per il soggetto e la sceneggiatura
invita lo spettatore a riflessioni su un periodo storico ancora attuale per le problematiche che evoca:
distanza tra ideologie e applicazione concreta nella società, incomprensione del messaggio rivoluzionario da parte della base, superiorità del valore della vita sulle ideologie ......
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ninacavallina
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domenica 27 aprile 2008
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occasione mancata
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In effetti, me l'aspettavo. Interpretare Dostoievskij resistendo alla tentazione del patetismo è pressoché impossibile. Egli costringe il lettore a vivere con lui istante per istante ogni sfumatura, la minima tra le innumerevoli variazioni nella gamma del sentimento, esigendo un'immedesimazione emotiva totale. Nessuna tregua - la sua potenza spietata travolge, rapisce a se stessi, spazza via gli abituali filtri emotivi attraverso calvari lunghi centinaia di pagine. Non v'è scampo.
Non ve n'è stato nemmeno per Montaldo. Ammetto di conoscerlo poco (ho visto solo "Sacco e Vanzetti" tra le altre sue opere) e di non essere pertanto in grado di valutare variabili come il suo stile, la scuola alla quale si è formato o le sue fonti d'ispirazione, ma sono rimasta del tutto insoddisfatta.
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In effetti, me l'aspettavo. Interpretare Dostoievskij resistendo alla tentazione del patetismo è pressoché impossibile. Egli costringe il lettore a vivere con lui istante per istante ogni sfumatura, la minima tra le innumerevoli variazioni nella gamma del sentimento, esigendo un'immedesimazione emotiva totale. Nessuna tregua - la sua potenza spietata travolge, rapisce a se stessi, spazza via gli abituali filtri emotivi attraverso calvari lunghi centinaia di pagine. Non v'è scampo.
Non ve n'è stato nemmeno per Montaldo. Ammetto di conoscerlo poco (ho visto solo "Sacco e Vanzetti" tra le altre sue opere) e di non essere pertanto in grado di valutare variabili come il suo stile, la scuola alla quale si è formato o le sue fonti d'ispirazione, ma sono rimasta del tutto insoddisfatta. L'architettura dell'opera - tutta tesa ad esplicitare, spiegare, votata alla chiarezza disarmante, come sotto la luce accecante e tuttavia mai calda abbastanza di un neon - è in stridente contrasto con la sua sostanza, il contorto gioco di luci e ombre nell'anima di un uomo tormentato dai propri demoni, appunto, nonché il buio di un'epoca di spasmodico travaglio sociale destinato a generare infine nuovi ordini ed equilibri.
Davvero stucchevole e quasi disarmante il patetismo tutto teatrale, stilizzato, che si interpone tra schermo e spettatore, impedendo un'autentica immedesimazione con le parti coinvolte nel tentativo stesso di realizzarla. Alcuni punti salienti nella trama non giustificano due ore di noia periodicamente scosse da improbabili soldatini che pieni di sé declamano a gran voce, scandendo meticolosamente ogni singola lettera: "Tizio Caio, siete in arresto!"
Ineccepibili, ad ogni modo, gli esterni inconfondibilmente "sanpietroburghesi", pregevolissimo lo sforzo per una corretta pronuncia di nomi e patronimici, onore al merito a frontespizi di libri, articoli di giornale e targhe sui palazzi compilati in verace russo ottocentesco: una rara dimostrazione di rispetto nei confronti dello spettatore.
Un film che non aggiunge nulla di nuovo, lasciando il tempo che trova. Di gran lunga più stimolante la bibliografia dello scrittore. Cogliamo l'occasione per rispolverare i "Fratelli Karamazov"?
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anonimo
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domenica 27 aprile 2008
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fedor dostojevski era un reazionario
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Dostoevskij era di destra, tutti i suoi libri sono gonfi di destra, soprattutto Delitto e castigo e I demoni. Inoltre era uno scrittore assolutamente mdiocre, paragonato ai suoi colleghi del tempo, primo fra tutti l'immortale (e anarchico) Lev Tolstoj.
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orologio
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sabato 26 aprile 2008
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e'un vero peccato
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Il film ha sicuramente la firma di un esperto ma purtroppo, a volte, quando si è esperti si difetta della capacità, tutta artistica, di comunicare profonde emozioni, brividi,insegnamenti, germi di riflessione. Nel film è troppo evidente il "mestiere" e con tale mestiere, con tali attori (Manojlovìc ed Herlitzka sono l'unica cosa per cui vale la pena di vedere il film), ed i mezzi che sicuramente non sono mancati,si poteva fae qualcosa di più. Il problema, credo,è che il pubblico è diventato sempre meno esigente e meno capace di chiedere all'artista e l'artista lo ha capito. Il pubblico si accontenta di qualche bel costume, belle pettinature, un dialogo che alla lontana sa di impegno e di cultura elitaria, una bella fotografia ed un nudo che non ha senso.
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Il film ha sicuramente la firma di un esperto ma purtroppo, a volte, quando si è esperti si difetta della capacità, tutta artistica, di comunicare profonde emozioni, brividi,insegnamenti, germi di riflessione. Nel film è troppo evidente il "mestiere" e con tale mestiere, con tali attori (Manojlovìc ed Herlitzka sono l'unica cosa per cui vale la pena di vedere il film), ed i mezzi che sicuramente non sono mancati,si poteva fae qualcosa di più. Il problema, credo,è che il pubblico è diventato sempre meno esigente e meno capace di chiedere all'artista e l'artista lo ha capito. Il pubblico si accontenta di qualche bel costume, belle pettinature, un dialogo che alla lontana sa di impegno e di cultura elitaria, una bella fotografia ed un nudo che non ha senso. Il gioco è fatto e l'artista ha imparato a giocare di strategia. Con una ispirazione sempre meno ispirata si fa qualcosa che paga senza rischiare.Proprio al contrario della frase che dice il protagonista: "Ho avuto il coraggio di rischiare e mi sono sentito uomo fra gli uomini". Si esce dal cinema così, così così, con una piccola delusione per quello che poteva essere e non è stato. Peccato anche per la musica di Moricone: non ha rischiato nemmeno lui.
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zzz!
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sabato 26 aprile 2008
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la bocca della ceccarelli
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Che cosa è successo alla bocca della Ceccarelli?
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il conformista
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sabato 26 aprile 2008
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moscio moscio moscio...
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Lento, dialoghi surreali, lungaggini inutili su dettagli che nulla aggiungono alla storia. Un protagonista insulso e antipatico senza alcun carisma da giustificarne un film. La Crescentini ha sempre gli occhi spiritati e la Caprioli si vede in due scene e disturba quella sua vocina stridula per non parlare delle tronfie musiche di Morricone che coprono tutti i dialoghi. Film vecchio senza alcun fascino.
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luca
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sabato 26 aprile 2008
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che delusione!
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Speravo che dopo tutti i film-spazzatura-generazionali & vanziniani degli ultimi anni si fosse finalemnte tornati a produrre grande cinema in Italia ed invece ecco un gran bel(?) film-tv, mal girato, mal recitato e mal doppiato. E vi assicuro che in sala non ero il solo a pensarla così. Che delusione!
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