martina bada
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venerdì 18 gennaio 2008
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codice d'onore e morte
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Il giovane Hannibal pratica cannibalismo estremo,le "origini del male" sono una composizione di dolore e rimorsi.
Che ne forgiano lo spirito di un samurai dal bushido oltremodo spietato:un codice d'onore e morte,che reclama la sua "libbra di sangue" corrotto e si placa solamente con l'esazione del tributo.
Ulliel è molto convincente,sembra forzata la scritturazione della pur immarcescibile Gong Li per giustificare l'addestramento alla katana di Hannibal,l'ispettore francese è curiosamente inutile,ma la regia difende con un appagante risultato le scelte compiute.
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martina bada
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venerdì 18 gennaio 2008
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codice d'onore e morte
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Il giovane Hannibal pratica cannibalismo estremo,le "origini del male" sono una composizione di dolore e rimorsi.
Che ne forgiano lo spirito di un samurai dal bushido oltremodo spietato:un codice d'onore e morte,che reclama la sua "libbra di sangue" corrotto e si placa solamente con l'esazione del tributo.
Ulliel è molto convincente,sembra forzata la scritturazione della pur immarcescibile Gong Li per giustificare l'addestramento alla katana di Hannibal,l'ispettore francese è curiosamente inutile,ma la regia difende con un appagante risultato le scelte compiute.
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paleutta
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sabato 24 novembre 2007
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distinguo
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il film preso così com'è, senza pensare al personaggio Hannibal Lecter del Silenzio degli innocenti, è un buon prodotto che si fa vedere, anche se la figura della zia giapponese mega topona che starebbe meglio in Kill Bill di Tarantino la trovo almeno forzata. Il difetto di questo genere di cose è che vorrebbero avere la pretesa di spiegare un qualcosa che è bello proprio perchè non è spiegato. Poi nasce spontaneo il confronto tra i film, lo spessore, la tensione narrativa, l'atmosfera. Non si può raccontare l'infanzia di Hannibal solo per una mera operazione commerciale. Aver avuto la pretesa di spiegare il perchè e il percome di un personaggio così complesso e raffinato è stata un suicidio e soprattutto nessuno ne sentiva il bisogno.
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il film preso così com'è, senza pensare al personaggio Hannibal Lecter del Silenzio degli innocenti, è un buon prodotto che si fa vedere, anche se la figura della zia giapponese mega topona che starebbe meglio in Kill Bill di Tarantino la trovo almeno forzata. Il difetto di questo genere di cose è che vorrebbero avere la pretesa di spiegare un qualcosa che è bello proprio perchè non è spiegato. Poi nasce spontaneo il confronto tra i film, lo spessore, la tensione narrativa, l'atmosfera. Non si può raccontare l'infanzia di Hannibal solo per una mera operazione commerciale. Aver avuto la pretesa di spiegare il perchè e il percome di un personaggio così complesso e raffinato è stata un suicidio e soprattutto nessuno ne sentiva il bisogno. Ma si sa, oggi i soldi la fanno da padrone su tutto. Anche sullo spremere all'inverosimile qualcosa per tirarci fuori il maggior profitto possibile, senza curarsi se poi il limone spremuto sia da buttare nella spazzatura.
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ciccia
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martedì 13 novembre 2007
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il cannibale
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annibal è un personaggio da paura ma su alcuni aspetti i suoi compertamenti sono giustificabili comunque per una come me è proprio forte
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petronela85
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martedì 9 ottobre 2007
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un film stupendo e molto interessante
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OTTIMA LA RECITAZIONE DEGLI ATTORI,SPECIALMENTE QUELLA DI GASPARD,MA ANCHE LA SCENEGIATURA E RIUSCITA.
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emy
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venerdì 5 ottobre 2007
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bello
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è chiaro che per chi, come me, ha visto tutti e 4 i film della saga di hannibal, il protagonista risulti ormai possedere tutte le sembianze del suo primo interprete A. hopkinson..perciò un primo motivo di scetticità è già offerto dalla sostituzione di un signor attore (e di un signor hannibal) con un emergente, fisicamente così distante dall'hannibal di "silence of the lamb"..tuttavia per quanto mi riguarda, il giovane lecter è stato convincentissimo (non so, sarà pure la componente estetica a dargli una mano), viso ingenuo e semplice, come è semplice la quiete hegeliana, che è, paradossalmente, la foce del caos..certo, il film nel complesso è meno sottile del primo, ma ciò è anche perchè tratta di una fase biografica del protagonista che è essa stessa meno sottile di quella affrontata nel primo! qui è la germinazione, irrazionale, non logicamente maturata, che non chiede molta analisi, lì è invece quel che risulta da un iter psicologico ed esistenziale di lunga portata temporale, nel quale hannibal si dota di sfumature, ironia (i giovani non hanno ironia.
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è chiaro che per chi, come me, ha visto tutti e 4 i film della saga di hannibal, il protagonista risulti ormai possedere tutte le sembianze del suo primo interprete A. hopkinson..perciò un primo motivo di scetticità è già offerto dalla sostituzione di un signor attore (e di un signor hannibal) con un emergente, fisicamente così distante dall'hannibal di "silence of the lamb"..tuttavia per quanto mi riguarda, il giovane lecter è stato convincentissimo (non so, sarà pure la componente estetica a dargli una mano), viso ingenuo e semplice, come è semplice la quiete hegeliana, che è, paradossalmente, la foce del caos..certo, il film nel complesso è meno sottile del primo, ma ciò è anche perchè tratta di una fase biografica del protagonista che è essa stessa meno sottile di quella affrontata nel primo! qui è la germinazione, irrazionale, non logicamente maturata, che non chiede molta analisi, lì è invece quel che risulta da un iter psicologico ed esistenziale di lunga portata temporale, nel quale hannibal si dota di sfumature, ironia (i giovani non hanno ironia..!), raffinatezza (la quiete dopo la tempesta), senso dell'eleganza (l'esteta non nasce tale, ma può diventarlo solo dopo aver perduto la sua primordiale visceralità, o umanità che dir si voglia)..insomma il film è più che interessante, fa riflettere anche così, non c'è bisogno che si spieghi col cucchiaino quale collegamento possa esistere tra l'assassinio della sorellina e il cannibalismo di hannibal..come un errore di funzionamento che, sorto la prima volta, si ripete nel tempo incessantemente, senza ragione..trionfo del non senso: il male.
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miscia
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giovedì 27 settembre 2007
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non mangiarmi anche se sei figo!!!
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disgustoso nelle scene in cui mangia anche se per questo si chiama hannibal!!! faccia d'angelo peccato che un morsichino può essere fatale!!! da aggi in poi niente bei ragazzi ma quelli che assomigliano a psicopatici!!! però nel complesso un bel film senza quelle scene di sangue esagerato!!!
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liebelei
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lunedì 24 settembre 2007
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delusione assoluta
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Due stelle per gli interpreti.Hannibal purtroppo vive
per merito di Anthony Hopkins.Che non e' immortale,
ahime. Si spicciassero a fare un altro sequel,partendo
dalla vita a due con Clarice a Buenos Aires.
Colore scuro e insopportabile.Tradito e travisato il
personaggio della zia giapponese.
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katyna
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lunedì 6 agosto 2007
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stupendo!!!!
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Un film a dir poco stupendo!! adrenalitico, coinvolgente, innovativo!!! questo film è dotato di ogni catatteristica positiva!!soltanto raramente vengono prodotti film brillanti come quesro!!ottima l'interpretazione del giovane Ulliel, che benissimo regge il confronto con Hopkins, e che magistralmente rende l'idea di un giovane Hannibal Lecter!!davvero eccellente!!!
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mario scafidi
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lunedì 30 luglio 2007
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hanimal lechter
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Operazione commerciale tout court. Un gioco su ciò che ancora poteva restare da dire riguardo la figura più riuscita della storia del cinema, ma ben lontano dai fasti e dall'eccellenza de IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI.Come rastrellare qualche quattrino alla luce riflessa della pellicola di Jonathan Demme, perchè, si sa, il cinema è fatto o con il cuore, o col cervello, o col portafogli...ben conservato in una tasca all'altezza del culo.
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