leon hard
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venerdì 1 febbraio 2008
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viva la demenzialità e chi la propugna
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Leggo parecchi commenti di gente che asserisce di essersi stufata dei film di Rodriguez, i quali sarebbero ormai la solita carne trita e ritrita di splatter, demenzialita' e trash anni '70/'80. La mia risposta è: fate a meno di guardarli!!! A me le commediole americano non vanno particolarmente a genio, quindi non le guardo visto che tanto saprei mi farebbero schifo.
Se uno non è amante della demenzialita' certi film li potrebbe pure evitare.
Per gli amanti del genere comunque questo film è una vera e propria chicca da vedere e rivedere. Altro che quelle boiate di Moccia.
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il cinematografico
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mercoledì 30 gennaio 2008
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siskos
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Trattsi di un omaggio degli anni 50,credo.Un cast d'eccezione,grazie alla presenza di nomi illustri come Bruce Willis e Tarantino,passando per Tom Jones.Si tratta della solita tratta zombesca.Positivi gli effetti speciali che hanno tinte degli anni sopra menzionati.In sostanza buono da seguire ma non eccezionale.
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vlad
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sabato 26 gennaio 2008
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ma vale veramente poco....
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se si chiamavano B movies, un motivo ci sarà ben stato: una qualità scarsa (sotto vari aspetti), rispetto alla cinematografia di qualità. Questo film è un polpettone fatto con ingredienti sparsi, illogico, senza filo. E stiamo bene a dire che è proprio per questo assolutamente un capolavoro: rodriguez mostra di conoscere bene i film anni 70? di saperne fare una sorta di presa in giro superandoli in banalità e arruffoneria? bene, buon per lui. Ma tutto questo osannare per qualunque monnezza affermi di richiamarsi a un presunto periodo "mitico", passando per capolavoro ogni richiamo al peggio di quel decennio, è pura presunzione intelletualistica. Come quei dotti cultori di musica che vanno in visibilio ascoltando I cugini di campagna: ma per favore.
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se si chiamavano B movies, un motivo ci sarà ben stato: una qualità scarsa (sotto vari aspetti), rispetto alla cinematografia di qualità. Questo film è un polpettone fatto con ingredienti sparsi, illogico, senza filo. E stiamo bene a dire che è proprio per questo assolutamente un capolavoro: rodriguez mostra di conoscere bene i film anni 70? di saperne fare una sorta di presa in giro superandoli in banalità e arruffoneria? bene, buon per lui. Ma tutto questo osannare per qualunque monnezza affermi di richiamarsi a un presunto periodo "mitico", passando per capolavoro ogni richiamo al peggio di quel decennio, è pura presunzione intelletualistica. Come quei dotti cultori di musica che vanno in visibilio ascoltando I cugini di campagna: ma per favore....
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piernelweb
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sabato 26 gennaio 2008
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planet splatter
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La deprecabile scissione dell'opera congiunta Grindhouse ideata da Tarantino e Rodriguez ha di certo indebolito la consistenza dei due singoli capitoli che la componevano, che visti in un unico film avrebbero figurato certamente, in un altro modo. Il regista messicano è meno autoriale e più dinamico di Tarantino, riuscendo meglio a rispolverare un senso del B-movie ingenuo e grossolano, molto spesso decisamente tamarro. Evidenti le conessioni a "Dal tramonto all'alba" e sentito l'omaggio a "La notte dei morti viventi", ma tra alcune buone trovate visive (la gamba mitragliatrice di Cherry, l'urna trofeo con gli attributi dei nemici battuti, la liquefazione del Quentin violentatore), corpi che esplodono, e scollature sexy cosparse di sangue, quello che viene decisamente a mancare è una dialettica humor all'altezza che sostenga la narrazione e che non faccia apiattire (come invece purtroppo accade) il film sugli strampalati avvenimenti che si susseguono.
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La deprecabile scissione dell'opera congiunta Grindhouse ideata da Tarantino e Rodriguez ha di certo indebolito la consistenza dei due singoli capitoli che la componevano, che visti in un unico film avrebbero figurato certamente, in un altro modo. Il regista messicano è meno autoriale e più dinamico di Tarantino, riuscendo meglio a rispolverare un senso del B-movie ingenuo e grossolano, molto spesso decisamente tamarro. Evidenti le conessioni a "Dal tramonto all'alba" e sentito l'omaggio a "La notte dei morti viventi", ma tra alcune buone trovate visive (la gamba mitragliatrice di Cherry, l'urna trofeo con gli attributi dei nemici battuti, la liquefazione del Quentin violentatore), corpi che esplodono, e scollature sexy cosparse di sangue, quello che viene decisamente a mancare è una dialettica humor all'altezza che sostenga la narrazione e che non faccia apiattire (come invece purtroppo accade) il film sugli strampalati avvenimenti che si susseguono. Era lecito attendersi una qualche battuta riuscita o una frase ad effetto che ricucisse in qualche modo l'insieme, facendolo apparire meno artificioso e più sincero. Invece Rodriguez muove le sue pedine meccanicamente, attento più alla clamorosità del suo splatter piuttosto che alla sua autenticità. E' anche per questo che accorciato del dovuto e accorpato con il più "colto" "A prova di morte", come è stato negli USA, entrambi gli episodi ne avrebbero sicuramente giovato.
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liuk
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sabato 12 gennaio 2008
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inguardabile
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Non merita nemmeno il commento.
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masciulli giulio
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domenica 16 dicembre 2007
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quando le licenze "poetiche" sono spettacolo
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GRINDHOUSE - PLANET TERROR
Il cinema è un immenso contenitore in cui, a differenza di tutte le arti, sono permesse molte più licenze poetiche. La struttura di un film per quanto possa essere più o meno ortodossa, classica o di genere, di fondo dovrà comunque rispettare coerentemente un orientamento stilistico. Robert Rodriguez in questo capitolo di Grindhouse mette molta carne sul fuoco e, tenendo sul filo del rasoio gli equilibri di un’opera complessa, porta lo spettatore in un caleidoscopio di emozioni contrastanti.
Se Planet Terror già nel suo titolo rivela al pubblico la matrice della pellicola, è anche certo che poi nel buio della sala non terrorizza soltanto, anzi... diverte; si ride.
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GRINDHOUSE - PLANET TERROR
Il cinema è un immenso contenitore in cui, a differenza di tutte le arti, sono permesse molte più licenze poetiche. La struttura di un film per quanto possa essere più o meno ortodossa, classica o di genere, di fondo dovrà comunque rispettare coerentemente un orientamento stilistico. Robert Rodriguez in questo capitolo di Grindhouse mette molta carne sul fuoco e, tenendo sul filo del rasoio gli equilibri di un’opera complessa, porta lo spettatore in un caleidoscopio di emozioni contrastanti.
Se Planet Terror già nel suo titolo rivela al pubblico la matrice della pellicola, è anche certo che poi nel buio della sala non terrorizza soltanto, anzi... diverte; si ride. Trovarsi con le mani sugli occhi per cercare di “mitizzare” il raccapriccio e le assurdità di certe sequenze è soltanto uno degli scopi che il film si propone.
La ricercatezza di un montaggio dal taglio spartano è manifestata in un esercizio di stile di alto livello; il genere Splatter ha toccato qui nuove vette. L’elemento intrigante che contraddistingue questo “B-Movie” dell’orrore è assolutamente quel taglio dei personaggi distinti, senza sfumature, niente affatto complessi, nelle loro circoscritte peculiarità. Rodriguez, giocando proprio sullo sfarzo di situazioni - fuori catalogo - strabocca e dà all’esuberanza e all’eccesso una connotazione priva di gratuità, di moralismi, di violenza; la sceneggiatura è il terreno di gioco per fare di un fim dell’orrore un film d’azione; dell’Azione un trastullo, uno sberleffo alla “serietà” della paura e della tensione.
Il carburante, quel condimento che viaggia a pelle è una sessualità volutamente grossolana basata sulla forma e non sulla sostanza; mostrata in primis nell’avvenenza delle pupe, ma che in maniera più influente si nasconde nei rimandi velati che la violenza e le armi da fuoco danno ai nostri protagonisti. Si gioca, si gioca molto in questo film e il rischio di sfasare il pubblico è alto. La sceneggiatura paga uno scotto inevitabile; conduce a quell’amletico dubbio che films come questi fatalmente portano con sé; Domanda: << Un film che mira a “stordire”, a stupire con toni surreali, pacchiani, e a tinte forti, può ambire ad essere espressione di un Cinema intelligente e di qualità?>>. Per Planet Terror, crediamo di sì.
Un lungometraggio che purtroppo non ha il pathos che Tarantino ha saputo infondere nel suo capitolo di Grindhouse. A Rodriguez manca il tocco, la sensibilità. La storia soffre di certi azzardi, ma non certo a scapito dello spettacolo; perché in questo senso Planet Terror è indiscutibilmente, adrenalinicamente, un ottimo film. Assolutamente da vedere. Come assolutamente imperdibile è il finto Trailer che apre le danze; una chicca straordinaria. Questo è Cinema.
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paleutta
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domenica 16 dicembre 2007
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bother movie
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Cioè noia. Questo Rodriguez ha un pò scassato le palle...s'è capito che gli piace fare questo genere di cose, un pò splatter, un pò demenziali, un pò, anzi molto (direi troppo) stile Tarantino. El Mariachi, Dal tramonto all'alba, C'era una volta in Messico, uffa..Ma non sa fare altro questo qui? No sa fare di peggio: Planet terror. Ok, i B movie anni 70 bla bla..ma chi se ne frega? Ma che provi a fare qualcosa di veramente originale senza scopiazzare il suo amico Tarantino che perlomeno ha dalla sua del talento, ed anche se, ogni tanto qualche battuta di arresto ce l'ha anche lui, qualche film di una certa valenza lo sforna. A cosa serve questo film? Non ci vedo niente di cui esaltarsi. Per carità, non metto in dubbio le sue qualità di regista, una certa abilità nel creare scene di azione, di pennellare con ironia qua e la, ma alla fine si resta a bocca asciutta.
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Cioè noia. Questo Rodriguez ha un pò scassato le palle...s'è capito che gli piace fare questo genere di cose, un pò splatter, un pò demenziali, un pò, anzi molto (direi troppo) stile Tarantino. El Mariachi, Dal tramonto all'alba, C'era una volta in Messico, uffa..Ma non sa fare altro questo qui? No sa fare di peggio: Planet terror. Ok, i B movie anni 70 bla bla..ma chi se ne frega? Ma che provi a fare qualcosa di veramente originale senza scopiazzare il suo amico Tarantino che perlomeno ha dalla sua del talento, ed anche se, ogni tanto qualche battuta di arresto ce l'ha anche lui, qualche film di una certa valenza lo sforna. A cosa serve questo film? Non ci vedo niente di cui esaltarsi. Per carità, non metto in dubbio le sue qualità di regista, una certa abilità nel creare scene di azione, di pennellare con ironia qua e la, ma alla fine si resta a bocca asciutta. I suoi film non hanno spessore, danno proprio la sensazione di una cosa costruita e che non sia nemmeno tutta farina del suo sacco. Mi sorprende molto leggere i commenti positivi dei recensionisti di professione. Ci vuol ben altro che mettere un fucile come protesi per pretendere di essere considerati registi di culto come il suo amico/mentore. Voto basso
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luigi
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lunedì 10 dicembre 2007
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decisamente mediocre
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sueloo
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martedì 4 dicembre 2007
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rodriguez perde la sfida.
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Uno dei film peggiori dei nostri tempi!Nn capisco neanche cm possano dire che è una storia PERFETTA ed AVVINCENTE.è una storia vecchia e scontata,piu che horror direi tragicomica con picchi di demenza(vedi proprio una mitragliatrice al posto della gamba)Ambienti cupi e riprese degne degli anni 70.Deludente x il grande schermo,ottimo per un sabato notte su rete4!!!
[+] concordo!!!
(di aaa)
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gus da mosca
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sabato 24 novembre 2007
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appunti per le infermiere
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Un facile prodotto seriale, come Rodriguez ha sempre fatto. Molto meno elegante di Joe Dante, molto meno travolgente di John Carpenter, molto meno originale ed equilibrato di Quintin. Ma molto, moolto, moooolto piu' commerciale, come chiede Hollywood. Un gran frullato di salsa di pomodoro e marmellata di ciliegie, fatto apposta per cavar soldi di tasca ai 15enni d'oggi assetati di violenza, perche' tenuti troppo nella bambagia. Un prodottino dispersivo e sgangherato, che arriva a fatica al 90esimo minuto, tenuto insieme dalle righe sulla celluloide (che in Death Proof erano intelligentemente usate per spezzare con una nota di stile il doppio storyboard). Rodriguez non evolve ed e' sempre uguale a se stesso, fin dai tempi del Mariachi (anche i suoi prodotti fuori dalle righe come The Faculty ed i 3 Spy Kids non si scostano troppo dal prodotto seriale).
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Un facile prodotto seriale, come Rodriguez ha sempre fatto. Molto meno elegante di Joe Dante, molto meno travolgente di John Carpenter, molto meno originale ed equilibrato di Quintin. Ma molto, moolto, moooolto piu' commerciale, come chiede Hollywood. Un gran frullato di salsa di pomodoro e marmellata di ciliegie, fatto apposta per cavar soldi di tasca ai 15enni d'oggi assetati di violenza, perche' tenuti troppo nella bambagia. Un prodottino dispersivo e sgangherato, che arriva a fatica al 90esimo minuto, tenuto insieme dalle righe sulla celluloide (che in Death Proof erano intelligentemente usate per spezzare con una nota di stile il doppio storyboard). Rodriguez non evolve ed e' sempre uguale a se stesso, fin dai tempi del Mariachi (anche i suoi prodotti fuori dalle righe come The Faculty ed i 3 Spy Kids non si scostano troppo dal prodotto seriale). Nulla a che vedere con Quintin, ma credo non ci sia bisogno di dirlo.
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