28 settimane dopo |
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Un film di Juan Carlos Fresnadillo.
Con Robert Carlyle, Rose Byrne, Jeremy Renner, Harold Perrineau, Catherine McCormack.
continua»
Titolo originale 28 Weeks Later.
Horror,
durata 99 min.
- Gran Bretagna, Spagna 2007.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 28 settembre 2007.
MYMONETRO
28 settimane dopo
valutazione media:
2,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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28 settimane dopo... era meglio di nodi readcarpetFeedback: 0 |
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giovedì 4 settembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sequel a dir poco imbarazzante, a distanza di cinque anni, del ben più dignitoso 28 giorni dopo. La storia è presto detta: 28 settimane dopo sembra che tutto stia tornando alla normalità, infatti l’esercito degli Stati Uniti (!) sta facendo rimpatriare progressivamente la popolazione inglese. L’unica ancora infetta sembra anche essere l’antidoto al virus, ma ovviamente la mamma dei cretini è sempre incinta. In fondo è tutto qua. Per mettere in piedi un “numero 2”, basta riprendere gli scenari che tanto erano piaciuti (la prima volta!), la colonna sonora che tanto era piaciuta (la prima volta!), e affiancarli a una famiglia di protagonisti uno più imbecille dell’altro. Carlyle vince il premio per il personaggio più stupido e dannoso della storia del cinema. La trama è tenuta insieme da una serie di errori vitali dei nostri, uno più inverosimile dell’altro, che neanche da ubriachi, penso che faremmo una cosa del genere. Ma per fortuna di Fresna, ecco a voi due ragazzi che vanno in una zona non protetta appena qualche settimana dopo l’Apocalisse e se la ridono e se la cantano in mezzo a cadaveri e affini (ma in motorino il casco, la sicurezza prima di tutto!). E che dire dello stile alquanto originale del regista spagnolo? Che meraviglia, quasi meglio di Lucignolo! Lo vuoi capire o no che non si capisce una mazza?! Ferma quella macchina un attimo! Secondo me le ha fatte a casa sua, quelle riprese, mi è parso di riconoscere un lavandino… Ma senza farci prendere dall’isteria potremmo stare ore a elencare quello che manca a questo film per raggiungere il predecessore, o ancora meglio potremmo elencare gli elementi visti e rivisti che zavorrano la storia e la rendono… qualunque. Il problema è che non ne ho voglia. Un po’ ne ho già detti, e penso che siano talmente palesi da essere notati da chiunque. La banalità madre resta in ogni caso la scelta di una famiglia che una volta era felice, e che improvvisamente si ritrova protagonista di tutti (ma proprio tutti!) gli eventi che decideranno le sorti dell’intera Gran Bretagna. Detto questo mi ritiro mesto mesto, consapevole di aver buttato un’ora e mezza della mia vita, e il guaio è che non posso incolpare nessuno…
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