lucius
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lunedì 22 gennaio 2007
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dire che è un film stupendo è dire poco!!
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Quando sono andata al cinema mi aspettavo di vedere il solito film romantico..insomma niente di che!Invece mi è piaciuto così tanto che sono andata a vederlo ben tre volte..mi sono innamorata di questo film..Chi non è d'accordo non capisce proprio niente!Se qualcuno ha qualcosa da ridire me lo faccia sapere!!ciao
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giancarlo
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mercoledì 17 gennaio 2007
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piacevole ma non eccezzionale
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Un film non ezzeccionale ma piacevole con un bravo Russel Crowe che gli fa fare un leggerissimo salto di qualità dalla massa della mediocrità cinematografica. Commedia non drammatica (a differenza di quanto scritto dalla presentazione presente in questo sito) con un lato sentimentale che forse andava curato meglio. Consiglio di vederlo.
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bianca demicheli
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lunedì 15 gennaio 2007
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crowe inedito...e credibile
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Son di parte perchè vado pazza per questo attore...così in grado di rendere vivo qualsiasi personaggio, dall'eroe all'uomo della porta accanto o forse l'eroe sotto le spoglie dell'uomo comune.Questo film è poetico, magistralmente giocato tra passato e presente, tra memoria e futuro.
Si puo' leggere in tanti modi, la fotografia è straordinariamente immediata, ci si commuove e si ride.Si sogna...anche con una dichiarazione d amore tra le piu' belle che ricordo al cinema.
Tra i comprimari, sicuramente il comprimario interprete dello zio, ma senza scordare gli altri.
Emozioni e riflessioni in una terra bellissima che è anche un po' il paese degli affetti che ognuno ha in se' con la possibilità di cambiare vita, se lo si desidera.
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emlux
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domenica 14 gennaio 2007
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emlux
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Finalmente un ottimo film intelligente, forse a volte scontato ma che riesce a farti riflettere su ciò che veramente conte nella vita. Russell Crowe è un ricco uomo d’affari inglese che dopo la morte del nonno si trova ad affrontare, non tanto il destino di una ricca tenuta agricola provenzale, ma il suo passato e tutte quelle aspirazioni che il suo cuore aveva messo a tacere. In questa, nonsempre facile sfida, forse perde qualche soldo ma ritrova se stesso. Da lodare il cast di attori, formidabile dal più piccolo al più grande e la deliziosa colonna sonora. Soave come un ottimo bicchiere di vino invecchiato!
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(di bianca)
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antonello villani
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mercoledì 10 gennaio 2007
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vino andato a male per scott e compagni
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Commedia romantica tra i vigneti della Provenza. “A good year” è un panegirico sul vino e sulle sue proprietà “terapeutiche”: fa buon sangue, scalda i cuori e talvolta scocca la freccia di Cupido. Tanti onori per il magico nettare che ha conquistato i mercati di tutto il mondo, eppure intenerire un trader di Londra troppo occupato a far soldi risulta impresa ardua. Max Skinner, uomo senza scrupoli che ha sacrificato gli affetti pur di conquistare fama e ricchezza, apprende per lettera la scomparsa dello zio: un casolare fatiscente e pochi ettari di terreno sembrano una buona ragione per tornare tra i luoghi dell’infanzia, ma le questioni ereditarie sono cose delicate e non possono sistemarsi in quattro e quattrotto.
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Commedia romantica tra i vigneti della Provenza. “A good year” è un panegirico sul vino e sulle sue proprietà “terapeutiche”: fa buon sangue, scalda i cuori e talvolta scocca la freccia di Cupido. Tanti onori per il magico nettare che ha conquistato i mercati di tutto il mondo, eppure intenerire un trader di Londra troppo occupato a far soldi risulta impresa ardua. Max Skinner, uomo senza scrupoli che ha sacrificato gli affetti pur di conquistare fama e ricchezza, apprende per lettera la scomparsa dello zio: un casolare fatiscente e pochi ettari di terreno sembrano una buona ragione per tornare tra i luoghi dell’infanzia, ma le questioni ereditarie sono cose delicate e non possono sistemarsi in quattro e quattrotto. Così il protagonista viene trattenuto oltre il previsto, un’occasione per fare i conti con il passato e magari incontrare l’anima gemella…Favoletta melensa con un happy end prevedibile, “A good year” ha la pretesa romantica senza avere nulla delle commedie sentimentali: le immagini frenetiche della vita londinese sembrano montate per un videoclip, i telefonini squillano senza sosta tra la city e la tranquilla Provenza, la musica ridondante soffoca le emozioni mentre Russell Crowe non fa altro che gigioneggiare per buona parte del film. Certo Ridley Scott è un maestro, ma la commedia non è adatta al suo modo di fare cinema; d’altra parte l’attore australiano si lascia andare a smorfie da pagliaccio che sviliscono la sua interpretazione. Più guida turistica –la Provenza mai fotografata e pubblicizzata in maniera migliore- che film sentimentale, “A good year” non convince nemmeno i romanticoni che desiderano sognare ad occhi aperti, perché Scott inspiegabilmente imbriglia gli attori in cliché stereotipati restando invischiato nelle disquisizioni filosofiche all’ombra dei vigneti. In tanta confusione la bevanda cara agli Dei è ancora protagonista assoluta –l’avevamo già vista in “Sideways”: di certo più divertente e riuscito-, l’amore fa capolino nel cuore di un avido riccone che si farà sciogliere dai ricordi e da una francesina tutto pepe. Il vino fa miracoli, ma per essere buono ha bisogno di cura e di tempo; qui il tempo è veloce e le bottiglie sono andate a male. Gli ingredienti ci sono tutti, solo che il regista de “Il Gladiatore” fa un errore di valutazione: è convinto che Crowe stia ancora nel Colosseo con il gladio sfoderato.
Antonello Villani
(Salerno)
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koalak
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mercoledì 10 gennaio 2007
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caleidoscopica colonna sonora
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una colonna sonora che si adatta perfettamente alla provenza, dando alle viti e alla smart il ritmo dei battiti del cuore di un inglese che si scongela lentamente a sorsi di vin rouge
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peppe
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martedì 9 gennaio 2007
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stupendo
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Veramente molto molto bello!!!!!!!!!!!!!!!!!!Non so come descriverlo!
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max
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lunedì 8 gennaio 2007
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resurrezione e redenzione (...) in provenza.
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La coppia Ridley Scott - Russell Crowe si ricompone e affronta un'altra battaglia, non più quella - straziante - del comandante Massimo ne "Il gladiatore" ma quella di Max Skinner, brillante e spietato protagonista della City londinese che si è dimenticato del vecchio zio Henry troppo presto, convertendo la sua vita sull'ottovolante dei profitti. Va detto subito che la resurrezione e redenzione del nostro "eroe" sono credibili a fasi alterne ma il ritmo incalzante, la piacevolezza dei luoghi (provenziali) e la volontà del pubblico di farsi cullare dalla fiaba cinematografica prevalgono nettamente su ogni altra considerazione. Ne viene fuori un prodotto di medio - alto livello, confezionato con gusto e misura.
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La coppia Ridley Scott - Russell Crowe si ricompone e affronta un'altra battaglia, non più quella - straziante - del comandante Massimo ne "Il gladiatore" ma quella di Max Skinner, brillante e spietato protagonista della City londinese che si è dimenticato del vecchio zio Henry troppo presto, convertendo la sua vita sull'ottovolante dei profitti. Va detto subito che la resurrezione e redenzione del nostro "eroe" sono credibili a fasi alterne ma il ritmo incalzante, la piacevolezza dei luoghi (provenziali) e la volontà del pubblico di farsi cullare dalla fiaba cinematografica prevalgono nettamente su ogni altra considerazione. Ne viene fuori un prodotto di medio - alto livello, confezionato con gusto e misura. Piacevoli e illuminanti i flash back con il mitico Albert Finney (vero protagonista "in sonno" del film). Ammalianti e graziose fino all'ossessione (maschile...) le protagoniste femminili. Bravo e giustamente ostico il vignaiolo provenzale. Tutto in questa ultima pellicola firmata da Scott, lascia un piacevole sapore in bocca (e non è solo merito del vino).
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carlito
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sabato 6 gennaio 2007
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sempre grande ridley scott!!
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Giudicando le critiche infelici sull'ultima opera di Ridley Scott sono convinto di una cosa, la critica è sempre prevenuta nei confronti di questo grande regista.
Ogni suo film viene massacrato dalla critica, quando invece, tutti i suoi film, a parte rare eccezioni (vedi Soldato Jane),
sono delle autentiche perle.
Ridley Scott non viene riconosciuto come grande da troppo tempo, ma invece a mio parere un grande regista è un grande quando riesce a passare da un genere all'altro senza difficoltà.
Ha dimostrato di essere l'unico (con Mel Gibson) ad essere capace di creare dei veri film epici, rilanciando un genere praticamente estinto(ricordiamo che già nel lontano 1992 aveva girato un film storico affascinante "1492").
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Giudicando le critiche infelici sull'ultima opera di Ridley Scott sono convinto di una cosa, la critica è sempre prevenuta nei confronti di questo grande regista.
Ogni suo film viene massacrato dalla critica, quando invece, tutti i suoi film, a parte rare eccezioni (vedi Soldato Jane),
sono delle autentiche perle.
Ridley Scott non viene riconosciuto come grande da troppo tempo, ma invece a mio parere un grande regista è un grande quando riesce a passare da un genere all'altro senza difficoltà.
Ha dimostrato di essere l'unico (con Mel Gibson) ad essere capace di creare dei veri film epici, rilanciando un genere praticamente estinto(ricordiamo che già nel lontano 1992 aveva girato un film storico affascinante "1492"). Grandi film come "Il Gladiatore"o "Le Crociate" vengono paragonati a pessimi film come "Troy"o altri risultati infelici, e la critica decide di promuovere i peggiori e di bocciare i migliori, COMPLIMENTI.
Ha dimostrato in seguito di essere capace a fare un film di guerra duro e violento nettamente superiore al tanto declamato "Salvate il soldato Ryan" con "Black Hawk Dawn",ma ancora alla critica non basta.
Ha dimostrato di essere capace a fare delle commedie leggere con risvolti drammatici con "Il genio della truffa", ma ancora una volta la "pseudo critica"non promuove il lavoro di Sir Ridley.
Ora, il suo nuovo sorprendente lavoro, "A good year", viene giudicato praticamente come il più brutto film da lui diretto, fatto di immagini da cartolina e via discorrendo.
Sono veramente stufo di leggere recensioni negative nei confronti di questo mostro sacro del cinema contemporaneo, (stessa sorte per il fratello Tony).
"A good year" è un film leggero e pacifico, una riconciliazione con le cose semplici che le persone moderne tendono a perdere progressivamente a favore del Dio denaro.
Max Skinner comprende, ricorda i sapori dell'infanzia creduti persi, e decide di scegliere una vita semplice ma piena di luce al posto di una vita piena di denaro e successo nella Londra della finanza.
Sarà forse casuale che Londra è rappresentata grigia e senza luce, e la campagna piena di luce, colori? Direi di no!
A quasi settant'anni Scott diventa autore di luce, quando era sempre stato autore de buio e della pioggia (anche Tim Burton con "Big Fish"ha lavorato con la luce e non con il buio).
Scott poeta, parla d'amore, d'infanzia perduta, di passioni dimenticate, parla della vita, di scelte difficili ma giuste.
Ci dice che tutti in fondo siamo come Max Skinner, tutti dobbiamo riappropiarci di ciò che ignoriamo e disprezziamo, saper ancora lasciarci impressionare dalla forza di un tramonto, dalla gioia di un nuovo amore, dal sapore di un vecchio vino, sapere vivere in un mondo in cui la maggior parte della gente esiste e nulla più.
Grande film, alla faccia di quelli che lo giudicano "spot pubblicitario". Se tutti gli spot pubblicitari fosero così preferirei guardare le molteplici pause che la pseudo televisione intellettuale italiana ci propina di continuo.
Evviva gli spot dunque!!!
Ridley Scott commuove e fa sorridere, e cita se stesso (la scena in cui Max prende un po'di terra in mano sa di Gladiatore), solo una parola, grande, sempre grande.
Un film sorpresa, riuscito al 100% ma bocciato da tutti, ovvero da coloro che non sanno più apprezzare (che tristezza)
Ridley, ascolta un tuo fan, continua a fare film perchè sono sempre delle esperienze uniche!
Un grazie di cuore!!!!
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