andrea giostra
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venerdì 21 settembre 2012
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bellissimo.
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Uno dei film più belli che ho visto! Straordinariamente coinvolgente, che incide violentemente la sensibilità umana dello spettatore che rimane travolto da un pathos empatico implacabile che inesorabilmente lo schiaccia in un angosciante finale: tanto reale quanto crudo e brutale. Le tre storie sono contrassegnate dalla cinica negazione dell’identità e della libertà dei protagonisti delle tre storie: due donne e un omosessuale. Diritti negati da obsolete e arcaiche matrici culturali che, nelle tre storie, hanno un impietoso e violento sopravvento sull’amore, sulla pietas e sulla morale umana. Matrici culturali fortemente impregnate di ottusa religiosità, di prepotenza darwiniana, di becero estremismo, di un senso dell’onore anacronistico e primitivo, che in due storie mortifica e uccide la donna nella sua essenza di madre e nella sua pura e vitale natura di femmina.
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Uno dei film più belli che ho visto! Straordinariamente coinvolgente, che incide violentemente la sensibilità umana dello spettatore che rimane travolto da un pathos empatico implacabile che inesorabilmente lo schiaccia in un angosciante finale: tanto reale quanto crudo e brutale. Le tre storie sono contrassegnate dalla cinica negazione dell’identità e della libertà dei protagonisti delle tre storie: due donne e un omosessuale. Diritti negati da obsolete e arcaiche matrici culturali che, nelle tre storie, hanno un impietoso e violento sopravvento sull’amore, sulla pietas e sulla morale umana. Matrici culturali fortemente impregnate di ottusa religiosità, di prepotenza darwiniana, di becero estremismo, di un senso dell’onore anacronistico e primitivo, che in due storie mortifica e uccide la donna nella sua essenza di madre e nella sua pura e vitale natura di femmina. Il regista Anders Nilsson, sceneggiatore insieme a Joakim Hansson, rappresenta magistralmente tre vittime che tentano con tutte le loro forze di reagire e di riscattarsi dai soprusi e dalle violenze subite. Ma il finale che la vita vera ci presenta nella quotidianità, non sempre è quello sperato. Film da vedere assolutamente per chi ama il genere.
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stefania campagnuolo
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lunedì 30 agosto 2010
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titolo incredibilmente....
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...giusto!Sì perchè almeno nella traduzione italiana è stato scelto un titolo giustissimo. La traduzione dallo svedese è "Quando il buio scende"..E quando scende è uguale dappertutto - La violenza familiare gli abusi sono comuni anche in quella che noi ialiani credevamo civilissima e compasssata Svezia. Ha avuto coraggio il regista ad ambientare questa gravissima colpa di chi l'esercita e di chi l'ignora a Stoccolma .Il film è bellissimo, crudo e sincero:sui violentatori, sui violentati, sulla polizia ,sugli "AMICI" .Che volere di più da un'altra pedina posata sul tavolo del dolore fisico e morale per cercare di vincere il "maledetto gioco"?
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...giusto!Sì perchè almeno nella traduzione italiana è stato scelto un titolo giustissimo. La traduzione dallo svedese è "Quando il buio scende"..E quando scende è uguale dappertutto - La violenza familiare gli abusi sono comuni anche in quella che noi ialiani credevamo civilissima e compasssata Svezia. Ha avuto coraggio il regista ad ambientare questa gravissima colpa di chi l'esercita e di chi l'ignora a Stoccolma .Il film è bellissimo, crudo e sincero:sui violentatori, sui violentati, sulla polizia ,sugli "AMICI" .Che volere di più da un'altra pedina posata sul tavolo del dolore fisico e morale per cercare di vincere il "maledetto gioco"?
Stefania Campagnuolo
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marezia
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venerdì 27 agosto 2010
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bene, bene...
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TANTO CRETINO O TELEVISIVO O BANALE (per alcuni)... da essere scelto per la seconda serata della domenica di Rai3 E, per di più, IN BUONA COMPAGNIA. "L'ospite inatteso", "Lasciami entrare", "Il giardino di limoni", "Caramel" FINORA... NIENTE MALE!
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fulvia
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sabato 31 ottobre 2009
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3 storie per un film particolare
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Si tratta di tre storie a sè stanti, che solo all'ultimo momento del film si incrociano per un istante. Tre storie in cui la protagonista è la violenza. Una donna picchiata selvaggiamente da 10 anni da un marito violento....una ragazza est europea, additata da un padre padrone, che sospetta che lei non sia più vergine e che per questo la preferirebbe morta...e infine un testimone di un tentato omicidio, che deve fare i conti con i potenziali assassini, che non gli danno tregua.
Alcune scene lasciano un amaro in bocca insostenibile..E' un bel film,anche se personalmente avrei evitato la terza storia, abbastanza scontata. Non ha suscitato in me alcuna emozione, contrariamente alle altre due.Voterei un 7- , dunque tre stelle
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floanna
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mercoledì 1 aprile 2009
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a proposito di critica decostruttiva.
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Un'occasione sprecata per ribadire le ragioni profonde di un'ingiustizia???????
Una riflessione perduta per denunciare la scarsa coscienza collettiva e i limiti culturali di tutti quelli che considerano la vita di una donna come un'appendice a quella dell'uomo ....?????
Se la sig.ra Marzia Gandolfi pensa che l'obiettivo non sia stato minimamente raggiunto e che il lavoro di Nilsson sia totalmente inutile ci dia almeno qualche idea di come i racconti avrebbero dovuto essere impostati ....anche per capire come un'occasione diviene ottimale e una riflessione risulti profonda.
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giulia
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mercoledì 17 dicembre 2008
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per noi donne
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Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di Lecco,ed oggi grazie ad un assemblea d'istituto organizzata dalla mia scuola,ho avuto la possibilità di prendere parte alla visione del film "Racconti da Stoccolma".
Questo film mi è piaciuto moltissimo,perchè ha resa nota a tutte noi la condizione di moltissime donne nel mondo.
Ho capito che anche se la condizione delle donne negli ultimi anni è migliorata,ci sono ancora molte donne bisognose d'aiuto,ed è per questo che quando "sarò grande" mi batterò affinchè queste donne siano tutelate e protette.
Ho un sogno...che tutte le donne possano essere capaci di agire secondo le loro idee...
Questa è una battaglia che deve essere affrontata da tutte le donne,ed io sono pronta a combattere per noi,per me,per tutti.
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Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di Lecco,ed oggi grazie ad un assemblea d'istituto organizzata dalla mia scuola,ho avuto la possibilità di prendere parte alla visione del film "Racconti da Stoccolma".
Questo film mi è piaciuto moltissimo,perchè ha resa nota a tutte noi la condizione di moltissime donne nel mondo.
Ho capito che anche se la condizione delle donne negli ultimi anni è migliorata,ci sono ancora molte donne bisognose d'aiuto,ed è per questo che quando "sarò grande" mi batterò affinchè queste donne siano tutelate e protette.
Ho un sogno...che tutte le donne possano essere capaci di agire secondo le loro idee...
Questa è una battaglia che deve essere affrontata da tutte le donne,ed io sono pronta a combattere per noi,per me,per tutti.
Un saluto affettuoso a tutte le donne del mondo.
Giulia 14 anni
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dario
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domenica 2 novembre 2008
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gioiello
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E' un film altamente civile, rarissimo nel panorama cinematografico. Diretto magistralmente, alla Altman e forse meglio, si avvale di interpreti perfetti, di scenografie asciutte ed essenziali e di passione non dozzinale. Miracolo: nessun compiacimento. Da vedere nella maniera più assoluta.
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alberto
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domenica 14 settembre 2008
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un film da vedere
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Film solido e coinvolgente. Uno sguardo interessante sulla Svezia e il Nord Europa.
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knives
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domenica 24 agosto 2008
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grande cinema europeo
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è un film pressochè perfetto, profondo ma nn banale.
chi ne parla male, o lo recensisce male, solo sa usare le parole, senza invece capire la qualità di un prodotto che neanche ha avuto pubblicità.
bisognerebbe leggere meno i giornalie guardare meglio i film.
la storia è banale??
ma avete tutti studiato cinema??
ma se l'intreccio è ben studiato, e alcuni colpi sorprendono.
e perchè allora viene osannato "No country for Old Man", quello è il film + banale degli ultimi anni...
senza entrare nei particolari, un applauso, anche per la struttura, che mantiene vivo l'interesse, evitando al film, drammatico, di diventare troppo pesante.
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giuseppina
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lunedì 30 giugno 2008
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realtà impensabili ....
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un film che racconta in modo esplosivo la vita di vite/donne "prestate ad altri"
la forsa di sopravvivere a tanta violenza restituisce alle stesse la propria identità
e'un primo passo verso la vera forza delle donne che in moltissimi casi , più di quanto si immagini, vengono private della propria identità con violenze non visibili ,non per questo meno vissute e tragiche
in quest'ultimi casi la sofferenza è tale , ma così trasparente da non poterla raccontare neppure a se stessa ,per paura di farla vivere e materializzarla
L'unicocertezza che di vera violenza si tratta si tocca quando le lacrime escono senza poterle bloccare ,solo perchè ti fai pena.
Peccato che gli spettatori erano prevalentemente donne , troppo poco gli uomini
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