In a Dark Place

Anna Veigh è un'insegnante specializzata a cui il preside trova un incarico presso una famiglia facoltosa. Dovrà occuparsi di Flora e Miles, fratello e sorella di recente divenuti orfani. Insieme a lei ci sarà una persona di fiducia dello zio dei ragazzi, Miss Grose. Appena giunta nell'imponente dimora di campagna Anna fa la conoscenza di Flora (Miles è in una scuola privata da cui verrà espulso per gravi ma misteriosi motivi) e avverte le presenze di un uomo e di una donna. Miss Grose afferma che nessun altro vive in loco. Anna scoprirà che si tratta di due ex dipendenti della casa. I quali però sono morti.
Ci sono soggetti ormai usurati che possono essere riproposti solo se c'è un interprete giusto a sostenerne la ripetitività. Leelee Sobieski è in grado di farlo. Il suo volto ingenuo e tormentato al tempo stesso, le sue forme rotonde (fa più bagni lei nel film di un igienista maniaco) la sua capacità di far trasparire disagio e curiosità la rendono la protagonista ideale. È grazie a lei che si segue con interesse l'ennesima riproposizione di bambini (probabilmente) diabolici nella loro apparente spontaneità. Sono i suoi sguardi che rendono accettabile la presenza di una sorta di sorvegliante che (dopo le numerose prestazioni dell'attrice in film come The Orphanage) assomiglia a Geraldine Chaplin. Rotunno riesce a offrire una forte connotazione di ambiguità (erotismo compreso) a tutta la vicenda invitando lo spettatore a seguirlo nei corridoi della casa o in prossimità del pericoloso lago ghiacciato. Si finisce con l'assecondarlo e, magari, una volta giunti al finale gratificarsi mentalmente con un "l'avevo detto". 