lasc
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martedì 27 marzo 2007
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ww clive owen!!!!!!!!!!!!
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ragazzi film spettacolare...... in effetti nn credevo fosse proprio cosi'...ma film spettacolare.... trp interessante.... e pure il cast! io adoro clive owen! è bravissimo ebello in ttt ciò k fa!....poi il film è importante x la nostra società... e quaron è un regista favoloso!!!!!!!!! lo consiglio a ttt! andatelo a vedere mi raccomando!... ww clive !!!!!!!!!!!!
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vittorio
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venerdì 23 marzo 2007
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interessante ma non eccezionale
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Film da vedere, che a mio giudizio poteva essere girato meglio, in effetti ho trovato alcuni spunti alquanto banali e decisamente scolastici...fantastico come sempre Michael Caine, uno dei migliori attori in circolazione...
Complessivamente un film godibile, che in alcuni momenti ti fa riflettere ma con alcune lacune...
Da vedere senza aspettarsi troppo!!
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piernelweb
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lunedì 12 marzo 2007
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fantacoscienza apocalittica
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Inghilterra 2027. Il conto alla rovescia verso l'estinzione della razza umana è oramai iniziato: nessuna nuova nascita da oltre 18 anni sul pianeta terra, la nuova civiltà multirazziale è in preda ad un conflitto etnico e ideologico. Cuarón reduce dal terzo capitolo di Harry Potter, gira un film che in molti hanno correttamente definito di "fantacoscienza" piuttosto che di fantascienza, grigio e degradato, in un futuro inquietantemente vicino e famigliare nell'aspetto, che rinuncia a fascinose ma distanti ambientazioni notturne (alla Blade Runner o alla Strange Days per intenderci), fatto di guerra globale senza soluzione di continuità. Se alcuni elementi non sono sufficientemente sviluppati e sopratutto nella prima parte la narrazione è ingenua e troppo ortodossa, bisogna riconoscere al regista messicano un certo mestiere: le lunghissime sequenze a macchina in spalla che inseguono il protagonista Theo sono prodigiose e l'apocalittico finale è convincente.
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Inghilterra 2027. Il conto alla rovescia verso l'estinzione della razza umana è oramai iniziato: nessuna nuova nascita da oltre 18 anni sul pianeta terra, la nuova civiltà multirazziale è in preda ad un conflitto etnico e ideologico. Cuarón reduce dal terzo capitolo di Harry Potter, gira un film che in molti hanno correttamente definito di "fantacoscienza" piuttosto che di fantascienza, grigio e degradato, in un futuro inquietantemente vicino e famigliare nell'aspetto, che rinuncia a fascinose ma distanti ambientazioni notturne (alla Blade Runner o alla Strange Days per intenderci), fatto di guerra globale senza soluzione di continuità. Se alcuni elementi non sono sufficientemente sviluppati e sopratutto nella prima parte la narrazione è ingenua e troppo ortodossa, bisogna riconoscere al regista messicano un certo mestiere: le lunghissime sequenze a macchina in spalla che inseguono il protagonista Theo sono prodigiose e l'apocalittico finale è convincente. Il mediocre doppiaggio (la voce della neo-"madonna" Kee è insopportabile) è contrappesato da un'interpretazione in generale di buon livello (Owen e Caine in particolare). In definitiva dal romanzo di P.D. James Cuarón ricava una pellicola imperfetta ma significativa, efficace nel ravvicinare la devastazione del futuro globale alla preoccupante deriva politica e sociale figlia dei nostri tempi.
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g451
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giovedì 8 marzo 2007
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un'occasione persa
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Interessante ma un po' troppo superficiale. Più di intrattenimento che di contenuto.
La sceneggiatura fa acqua un po' dovunque; al contrario fotografia, montaggio, scenografie sono veramente OK.
Prima parte ottima e coinvolgente (anche con riferimenti a pink floyd, king crimson, rolling stones); dalla fuga in poi si trasforma in una schwarzenegger-ata.
Peccato!
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capitan barbossa
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mercoledì 28 febbraio 2007
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ennesimo capolavoro storpiato da un brutta trama
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Nonostante la splendida regia, scenografia, sonoro, fotografia…un film rimane sempre legato alla sua trama, che alla fine gli da vita, proprio per questo nonostante ci fossero tutti i presupposti per fare qualcosa di più, il risultato rimane sempre vagante o meglio stagnante nel classico film d’azione fantascientifica, che a volte si propone pure di trasmettere un messaggio, anche se scontato e retorico.
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max
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mercoledì 21 febbraio 2007
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da vedere. film fuori dagli schemi.
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Children of men è un film che non possiamo digerire come se nulla fosse. Questo solo nel caso il film venga colto nella sua più intima trama e non solo quella opaca ed esterna che uno spettatore medio può cogliere. Strana ed azzardata la scelta del regista di avventurarsi in uno stile cinematografico non facile da digerire: la telecamera sempre in movimento, suoni improvvisi, battute rapide. Da vedere.
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noodles87
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venerdì 2 febbraio 2007
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chissà se siete d'accordo
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Mi sarebbe piaciuto dire che questo è un film capolavoro, o quantomeno che questo è un film...Ma è più forte di me,non ci riesco.Mi dispiace per Clive Owen che ho apprezzato in Inside Man,ma stò film fa veramente schifo.
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nino fi
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mercoledì 10 gennaio 2007
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flop
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ma quando la smetteranno sti americani di produrre film girati in UK con la star americana imposta dal produttore?
desolante
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fafa
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venerdì 5 gennaio 2007
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niente nascite
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non male l'idea principale gli attori e e il resto ma non mi ha dato tanto ,l'ascio a voi il compito di giudicare
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antonello villani
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mercoledì 13 dicembre 2006
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paure ed inquietudini del terzo millennio
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Fantathriller misto a fantapolitica. Alfonso Cuaròn raccoglie paure ed inquietudini del terzo millennio portando sullo schermo le catastrofi di un futuro prossimo venturo. Anno 2027. Il mondo è funestato da guerre e malattie, le donne sono sterili, la razza umana è destinata all’estinzione, i notiziari annunciano la morte del più giovane abitante del pianeta. Tratto dal romanzo di P.D. James, “I figli degli uomini” è un film che vuole svegliare le coscienze dal torpore in cui sono cadute, un grido d’allarme proprio quando il mondo si avvia alla distruzione. Si torna a parlare di inquinamento, esperimenti genetici, effetto serra, raggi gamma, perché risulta difficile pensare al futuro se è in atto una guerra planetaria e gli immigrati vengono deportati nei campi di concentramento.
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Fantathriller misto a fantapolitica. Alfonso Cuaròn raccoglie paure ed inquietudini del terzo millennio portando sullo schermo le catastrofi di un futuro prossimo venturo. Anno 2027. Il mondo è funestato da guerre e malattie, le donne sono sterili, la razza umana è destinata all’estinzione, i notiziari annunciano la morte del più giovane abitante del pianeta. Tratto dal romanzo di P.D. James, “I figli degli uomini” è un film che vuole svegliare le coscienze dal torpore in cui sono cadute, un grido d’allarme proprio quando il mondo si avvia alla distruzione. Si torna a parlare di inquinamento, esperimenti genetici, effetto serra, raggi gamma, perché risulta difficile pensare al futuro se è in atto una guerra planetaria e gli immigrati vengono deportati nei campi di concentramento. Tra cortei ed attentati un uomo con un passato da rivoluzionario deve mettere in salvo una ragazza incinta; aiutato da un gruppo di manifestanti con la pretesa di cambiare il destino dell’umanità, Theo sfiderà la morte pur di tenere fede alla sua promessa. Il regista messicano dirige un film dal ritmo serrato affidandosi alla perfetta ricostruzione degli ambienti: spettrale l’atmosfera di una Londra ridotta in macerie, livida la fotografia di Lubezki ed angosciante il quadro politico di un futuro non molto lontano. I protagonisti Clive Owen e Julianne Moore –peccato che l’attrice di X-Files non resti a lungo sullo schermo- creano la giusta tensione emotiva ricordando il passato di militanti ed il dramma del figlio scomparso; Michael Caine, capelli lunghi e spinello sempre in mano, ricalca il cliché del politicante di sinistra rifugiato in un cottage lontano dalla civiltà. Cuaròn conduce un gioco sottile restando sospeso tra thriller e fantascienza, ci regala una storia inquietante che vuole essere un monito per tutti quelli che distruggono le risorse del pianeta, ricrea nei dettagli un mondo in preda alla più totale confusione. Notiziari, bombe, manifestanti, uccisioni, rapimenti, ideologie, immigrati, nel 2027 tutto è foriero di morte e distruzione. Finale retorico con i militari che s’inchinano al neonato in braccio alla madre, eppure “I figli degli uomini” resta un esempio di cinema con la maiuscola: emoziona come solo i grandi film sono capaci di fare.
Antonello Villani
(Salerno)
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