iltexano
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domenica 19 novembre 2006
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gran bel film
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Bel film non c'è che dire.
Il tema trattato è abbastanza catastrofico per l'umanità e non è nemmeno un futuro cosi lontano.. Si parla dell'infertilità della specie umana che è destinata quindi ad estinguersi nel giro di un secolo.
Oltretutto l'ultimo baluardo dell'umanità sembra l'inghilterra, che è riuscita a contenere e ad arginare il caos che in tutto il resto del mondo si è creato.
Clive Owen è Theo, uomo affermato che si ritrova a riallacciare con la ex moglie dalla quale aveva avuto un figlio, si trova immischiato nella più grande missione di salvataggio dell'umanità, dovendo proteggere una donna rimasta gravida dopo 20 anni dall'ultima nascita.
Il film è lento ma intenso, e va via via crescendo con una delle ultime scene del film molto toccanti.
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Bel film non c'è che dire.
Il tema trattato è abbastanza catastrofico per l'umanità e non è nemmeno un futuro cosi lontano.. Si parla dell'infertilità della specie umana che è destinata quindi ad estinguersi nel giro di un secolo.
Oltretutto l'ultimo baluardo dell'umanità sembra l'inghilterra, che è riuscita a contenere e ad arginare il caos che in tutto il resto del mondo si è creato.
Clive Owen è Theo, uomo affermato che si ritrova a riallacciare con la ex moglie dalla quale aveva avuto un figlio, si trova immischiato nella più grande missione di salvataggio dell'umanità, dovendo proteggere una donna rimasta gravida dopo 20 anni dall'ultima nascita.
Il film è lento ma intenso, e va via via crescendo con una delle ultime scene del film molto toccanti.
Bella la fotografia, bravi gli attori, bravo il regista.
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uguccione
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domenica 19 novembre 2006
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soldi buttati...
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Non è girato male, ma la trama lascia troppo a desiderare. Troppi buchi nella sequenza narrativa...
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massimiliano
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domenica 19 novembre 2006
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un capolavoro
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il film racchiude l'importanza del miracolo della nascita di un bambino, in un mondo in cui bambini non ne nascevano più. La scena madre racchiude questo significato, in cui la ragazza con il bambino appena nato e Clive Owen, passano in mezzo ad una battaglia tra l'esercito e i terroristi e, il loro passaggio li fa smettere di sparare e, tutti ammirano e pregano davanti a quel bambino.
La regia di Alfonso Cuaron è superlativa, come anche il montaggio, da lui stesso curato.
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romeo79
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sabato 18 novembre 2006
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2027 odissea in inghilterra
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L'uomo è sull'orlo dell'estinzione: inquinamento,esperimenti di genetica, surriscaldamento globale...chi può dirlo.Fatto sta che da 18 anni non nascono più bambini.Nemmeno uno.Uno stillicidio sadico,un lento decimarsi gravato dalla consapevolezza che non c'è salvezza, non c'è nè ci sarà nessun futuro.E in un ottica del genere il presente non ha più senso di esistere.Il presente è orrore, odio razziale, guerriglia urbana; è fatto di palazzi fatiscenti, di auto sfasciate a bordo strada, di assoluta perdità di identità culturale e nazionale.Nulla più esiste,tutto si mescola in una vertigine di follia pre-morte.Vivere senza poter tramandare i propri geni è la somma punizione per un genere umano ormai "degenerato".
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L'uomo è sull'orlo dell'estinzione: inquinamento,esperimenti di genetica, surriscaldamento globale...chi può dirlo.Fatto sta che da 18 anni non nascono più bambini.Nemmeno uno.Uno stillicidio sadico,un lento decimarsi gravato dalla consapevolezza che non c'è salvezza, non c'è nè ci sarà nessun futuro.E in un ottica del genere il presente non ha più senso di esistere.Il presente è orrore, odio razziale, guerriglia urbana; è fatto di palazzi fatiscenti, di auto sfasciate a bordo strada, di assoluta perdità di identità culturale e nazionale.Nulla più esiste,tutto si mescola in una vertigine di follia pre-morte.Vivere senza poter tramandare i propri geni è la somma punizione per un genere umano ormai "degenerato".
Tutte le capitali mondiali sono in subbuglio, date alle fiamme e sventrate dai disordini.
Slavi, russi, arabi, rumeni, tedeschi sbarcano in Inghilterra, che ancora si regge malamente in piedi, per cercare di vivere in pace la loro agonia, ma vengono rinchiusi in ghetti, seviziati e spesso uccisi in virtù di un presunto quanto assente ordine sociale.
Spocchiosi dirigenti politici vezzosamente si circondano di opere d'arte nelle loro fortezze, tracannando vino rosso e rimandando o meglio rimuovendo ogni considerazione sulla propria misera condizione di esseri umani sterili, mentre fuori la "peste" dell'odio imperversa.
Qualcuno (Michael Caine) si rinchiude in un cottage nel bosco ai confini del mondo ad attendere la fine di tutto fumando marijuana alla "fragola" al suono di Ruby Tuesday.Ognuno insomma è in attesa di andarsere, e per chi avesse fretta il governo mette a disposizione dei pratici kit per suicidi,per crepare in modo rapido e indolore.
Gruppi di sovversivi tra cui Julian(Julianne Moore)si battono contro le autorità fasciste,apparentemente in favore delle comunità di immigrati,in realtà accecati dalle loro stesse idee e dalla mera rivendicazione di merito,al punto da perdere di vista il senso e la reale potenzialità della loro "scoperta",il miracolo della vita che nonostante tutto esplode con tutta la sua forza.
E' una giovane e sprovveduta ragazza di colore, Kee, che insiegabilmente porta dentro di se il seme della rinascita,la prima bambina maibata da 18 anni.
Su questo sfondo si muove Theo (Clive Owen), solido come una roccia, quadrato come marmo, alcolista inaridito e squarciato dalla perdita di un figlio e, nel corso del film, della ex-moglie.A lui toccherà abbracciare la croce e sacrificarsi per l'umana rinascita, sarà lui a dover correre a piedi nudi nel fango, nel ghetto dantesco nel cuore di Londra, un'immensa Babele sul punto di collassare.Tra palazzi bombardati,dovrà schivare proiettili, beccarsene uno nello stomaco, assistere alla morte dei suoi cari,e infine alla sua per poter sentire e far sentire di nuovo il vagito dimenticato di un bambino.
Spietato, cinico, disilluso, l'"occhio" di Cuaròn ci accompagna in presa quasi diretta come un coraggioso freelance per 144 minuti buoni, per lasciarci senza fiato, sfiniti per il troppo correre,infreddoliti e assordati, ma di sicuro scossi.Tutto è cosi dannatamente reale e verosimile, che si ha l'impressione che sia accaduto per davvero,o stia accadendo giorno per giorno.Abbiamo già visto tutto al telegiornale, le stesse scene, gli stessi scoppi, le stesse urla.Un attimo di pausa, di poesia nel momento in cui la neonata viene mostrata ai soldati, poi tutto ricomincia, per non finire mai più.
Chissà cosa ci riserverà la barca del "Domani".Speriamo non sia troppo tardi.
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ewan
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venerdì 17 novembre 2006
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un film su cui riflettere
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Simboli e metafore per un futuro che speriamo di non vedere mai. Cuaron dirige magistralmente con pochi, lunghi piani-sequenza straordinari. Grande Owen.
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