Caccia spietata |
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Un film di David Von Ancken.
Con Pierce Brosnan, Liam Neeson, Anjelica Huston, Michael Wincott, Ed Lauter.
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Titolo originale Seraphim Falls.
Drammatico,
durata 116 min.
- USA 2006.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 9 maggio 2008.
MYMONETRO
Caccia spietata
valutazione media:
3,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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PER UNA VENDETTA INCOMPIUTAdi DOMENICO RIZZIFeedback: 7134 | altri commenti e recensioni di DOMENICO RIZZI |
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lunedì 5 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Da quando i fratelli Coen diressero il remake de “Il Grinta”, ogni volta che esce un nuovo western si creano grandi attese fra gli appassionati del genere, ma, come in questo caso, le aspettative rimangono piuttosto deluse. Nelle intenzioni della produzione (Mel Gibson) e del regista Von Ancken – che impiegano attori affermati quali Liam Neeson e Pierre Brosnan – “Caccia spietata” avrebbe dovuto essere un western psicologico dalle tendenze pacifiste, con un’ambientazione molto diversificata che spazia dalle montagne innevate agli aridi deserti, seguendo le orme di un uomo braccato (Gideon) e di una banda di vendicatori capeggiata da Carver (Neeson) che vuole fargli la pelle per un episodio risalente alla Guerra Civile. Il risultato è tuttavia assai più modesto e i difetti del film, pur ottimamente recitato, sono parecchi. L’azione dell’inseguimento del fuggitivo (Brosnan) è incalzante soltanto nelle riprese iniziali e si spegne man mano che la vicenda prosegue, inserendo personaggi – la famiglia che soccorre Gideon, una carovana in transito, una squadra di operai addetta alla costruzione della ferrovia, un Indiano che presidia una pozza d’acqua - che appaiono e scompaiono senza lasciare traccia, spingendo i due avversari ad un confronto finale che non avrà luogo, forse perché entrambi, ormai appiedati nel deserto, pensano prioritariamente alla sopravvivenza. Assurda e surreale (ma forse è questa l’ennesima provocazione del regista) la sequenza conclusiva della donna (Anjelica Huston) che contratta con i due uomini in uno scenario irreale, vestita con un abbigliamento più adatto ad un ricevimento che alla marcia in una rovente distesa di sabbia. Il revisionismo ha dato al western un grande impulso al rinnovamento nel momento in cui la sua vena tradizionale si era inaridita, ma la tentazione di far presa sullo spettatore con immagini e comportamenti inusuali e spesso assurdi, rischia di far rimpiangere le tematiche classiche del genere vecchia maniera. Ma forse chi scrive è troppo condizionato dalla conoscenza del West della storia, che ha poco in comune con quello leggendario, sicchè il suo giudizio può peccare di eccessiva severità.
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